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Autore: darken_raichu    11/06/2016    2 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Eletronvolt, 15/07/4783, circa le 18
Galvantula imprecò, poi riprese a parlare «D’accordo, d’accordo, torna dal Conte e digli che invieremo dei soldati.» Disse al Voltorb.
«Il conte chiede cinquemila soldati.»
«Quattromila. Con i trecento che già comanda, avrà quasi i cinquemila pokémon che chiede.»
«Non bastano per difendere la città. Non vogliamo finire come Joulechester.» Rispose il Voltorb, imperturbabile.
«Lasciami capire, prima Lord Denen lascia che la sua città sia saccheggiata poi pretende che gli diamo soldati che adempiano al suo dovere?»
«Trecento soldati potevano fermare l’esercito dell’Organizzazione, quando quattrocento erano già caduti? Non credo.»
“Ti fa piacere pensarla così vero? Ritirata strategica suona decisamente meglio di fuga.” Pensò il Generale, ma annuì «Indubbiamente. D’accordo, quattromilasettecento soldati. Mi pare una cifra ragionevole.»
Il Voltorb sospirò e annuì «Se non si può avere di meglio…»
Galvantula stava per esplodere. Quel tizio era entrato nella base con una lettera del Protettore di Truepower e Conte di Joulechester, Denen Nedden, in cui questi chiedeva più soldati dei mille che Galvantula aveva già stanziato e dei mille che pattugliavano la zona. Inizialmente era stato riluttante nello spiegare che fine avesse fatto il Conte durante il Sacco di Joulechester, poi aveva spiegato con riluttanza che il Dedenne aveva inizialmente combattuto in difesa della città, per poi guidare la ritirata da un passaggio segreto quando la situazione si era fatta disperata. Peccato che a ritirarsi fossero stati solo il conte, la sua famiglia, i soldati in difesa alla reggia e alcuni dei presenti nell’edificio. Aveva deciso di scappare e lasciare la sua città a morire.
E adesso, quello stesso individuo veniva da lui a pretendere altri soldati, che Galvantula era costretto a dargli perché in ogni caso la città ne aveva bisogno. Gliene avrebbe dati anche di più, se solo il conte non fosse stato...
«Settemila. Alla condizione che il comando di quelle truppe non sia del Conte, ma di un uomo di fiducia scelto da noi Generali e dal Re del suo paese di provenienza.» Disse Galvantula. Senza il conte al comando, si sarebbe sentito molto più tranquillo.
Il Voltorb riflettè per un momento, ma come il Generale aveva previsto annuì «D’accordo. In ogni caso, Truepower va difesa.»
Galvantula annuì, poi congedò il Voltorb, promettendogli di fargli avere presto notizie sui soldati.
Il pokémon si mise a riflettere. C’erano circa 680.000 soldati ad Elettria, ora che i 30.000 mandati dalle varie Fiamme erano arrivati. Detto così, sembrava un’enormità, e per certi versi lo era. Peccato che una volta divisi gli eserciti in cinque parti, restassero 138.000 soldati per ogni fazione, e questo senza considerare tutti quelli che dovevano distaccarsi per effettuare ricerche a tappeto per trovare la maledetta base dell’Organizzazione, o per scoprire dove avrebbero colpito la prossima volta.
E ancora, c’erano le perdite. Secondo gli ultimi rapporti un Tyranitar di Oscuria, al comando di uno squadrone di trecento pokémon, aveva guidato una missione senza più fare ritorno. Dove fosse finito, nessuno lo sapeva, ma non erano i primi. Convogli di provviste ed esploratori sparivano a ripetizione. Si trovavano cadaveri, carri in fiamme, ma non abbastanza. Molti di più sparivano nel nulla. Qualcuno sicuramente disertava, ma così tanti? No, quelli erano attacchi dell’Organizzazione. Fino a quel momento, l’Alleanza aveva già perso quasi 6.000 soldati, un numero enorme. E se i rapporti erano veri, la situazione era persino peggiore di quanto non fosse stata in precedenza.
Inoltre, gli attriti interni erano un altro problema. Tralasciando la questione religiosa, che in fin dei conti presto o tardi si sarebbe calmata come era sempre successo, e anche la questione delle Fiamme, tenute ben divise, c’erano rivalità ben più subdole. Molti abitanti di Alvearia ad esempio non avevano ancora perdonato a Laghia l’occupazione militare subita oltre mille anni prima, ai tempi dell’Impero di Laghia. Ad Aeria c’era un gruppo di fondamentalisti militari poco inclini a collaborare con l’Alleanza, il MAT o qualcosa del genere. E persino nella Coalizione c’erano degli attriti, perlopiù per via del passato criminale di Oscuria.
“E a tenere in piedi tutto questo c’è Re Electivire.” Pensò Galvantula. Il Re stava facendo tutto ciò che poteva per evitare inutili litigi nell’Alleanza. E il Gruppo, paradossalmente, era riuscito a rendergli più difficile la cosa, per una questione di accordi matrimoniali.
Galvantula raccolse vari documenti, poi uscì dall’ufficio. Helioptile gli si piazzò subito di fianco, pronto a prendere ordini.
«Wash è a palazzo con il Re?»
«Come sempre signore.»
«Si sa qualcosa sulla questione dell’accordo matrimoniale?»
«Niente signore.»
«Come pensavo.» Commentò Galvantula scuotendo la testa. Quell’accordo della malora rischiava seriamente di mandare in crisi i rapporti della Coalizione con Vulcania.
“Eelektross, possibile che tu abbia combinato un disastro simile?” Si chiese. Gli sembrava strano che il pokémon si fosse lasciato ingannare in quel modo, ma chi poteva dirlo?
Galvantula lasciò da parte quei pensieri ed entrò nella sala in cui erano riuniti i Generali. Mentre a protezione dei Re erano stati lasciati Wash, Scizor, Blastoise, Volcarona (che aveva insistito per essere sempre accanto a Re Larvesta) e Aerodactyl, oltre ovviamente a Gallade. Gli altri Generali si erano radunati con urgenza. Data la situazione, non si poteva fare altrimenti.
«Grazie per essere venuti.» Iniziò Galvantula «Quindi, qual è esattamente la situazione? Nella Coalizione?»
«Secondo le unità di stanza nella Coalizione» iniziò Medicham «Sono già avvenuti due scontri con piccole armate di Pokémon presumibilmente appartenenti all’Organizzazione. Il primo, avvenuto nei pressi di una scuola, sembrerebbe essere stato vinto dai nostri, perché il nemico si è ritirato, anche se l’inseguimento è fallito. Il secondo scontro invece è terminato con la nostra sconfitta. Nel primo non ci sono state perdite, e solo cinque feriti. Il secondo invece ha visto perire o sparire numerosi dei nostri, tra cui il Comandante di Brigata Mewos. Nel complesso, abbiamo perso oltre mille pokémon per catturarne poco più di duecento.»
«Ad Aeria?» Proseguì Galvantula rivolgendosi a Togekiss.
«L’Organizzazione ha combattuto contro una nostra squadra, rimasta di stanza ad Aeria, guidata dal Comandante di Reggimento Ticto, membro del MAT. Il risultato è stata una vittoria incerta dei nostri. Abbiamo messo in fuga i nemici, ma abbiamo perso troppi pokémon per poter proseguire l’inseguimento. E i cittadini mormorano sia stata una mossa contro il MAT.»
«Ad Alvearia?»
«C’è stato un attacco a sorpresa. L’assalitore ha fatto irruzione nella camera di un ufficiale, venendo ucciso… non prima di aver ucciso a propria volta dieci soldati, incluso il Tenente Quirn. Dato che questi era contrario a scendere in guerra, si vocifera sia un complotto per eliminare un dissidente.» Rispose Forretress.
«A Laghia?»
«Incendio nelle Palafitte, cosa quasi incredibile dato che sono case su un lago. Il peggio è che gli incendiari usavano i vessilli della Marina. Il popolo rumoreggia, affermando che il Re abbia dato l’ordine come repressione contro gli oppositori alla guerra che si stanno riunendo nelle Palafitte.»
«… Quindi, cosa hanno in comune tutti questi attacchi? Suppongo l’abbiate capito tutti.» Disse Galvantula dopo un momento di riflessione.
«Stanno attaccando sia l’esercito che i dissidenti, ma fanno in modo che si diffondano voci secondo cui sia l’Alleanza ad eliminare i “nemici” interni. Vogliono spingere questi ultimi a credersi perseguitati e a rivoltarsi, questo è chiaro.» Rispose Milotic.
«Quante sono le probabilità che ciò accada?» Chiese Galvantula. Notando che tutti i Generali presenti sembravano restii a rispondere, si spazientì e sbattè una zampa sul tavolo. «Ascoltate, comprendo che l’idea di rivelare le debolezze politiche del proprio paese agli altri vi preoccupi. Tuttavia ne abbiamo bisogno.»
I Generali annuirono, ma sembrarono ancora dubbiosi. Poi, Togekiss ruppe gli indugi.
«Il Generale Galvantula ha ragione. Comincerò io. Il MAT è stato per secoli una spina nel fianco della dinastia reale di Aeria. Il Movimento Antiche Tradizioni fu fondato oltre quattrocento anni fa, da un gruppo di militaristi convinti, decisi a dare ad Aeria un’impronta militare. I Re riuscirono a tenerli calmi concedendo loro il titolo di Polizia di Frontiera, che di fatto non aveva alcun valore. Poi, quindici anni fa, alcuni pokémon, descritti come “stranieri” dai testimoni, incendiarono i Quattro Templi. Si persero migliaia di oggetti rituali, oltre a quasi trecento anni di profezie. La Polizia di Frontiera fu pesantemente criticata, e il Re fu costretto a prendere provvedimenti, accorpandola nuovamente all’esercito. Il MAT non la prese bene.»
«Ad Alvearia, abbiamo due problemi.» Disse Beedrill «Il primo sono i piani sotterranei dell’Alveare. Furono costruiti secoli fa, prima dell’arrivo del nostro protettore Genesect, per tentare di dare più spazio alle coltivazioni. Col tempo però divennero un luogo di raduno per la feccia di Alvearia. Tecnicamente i passaggi che vi conducono sono chiusi, ma siamo certi che ne esistano ancora, nascosti probabilmente nelle case di qualcuno, anche se ogni tentativo di trovarli è un fallimento. Il secondo, è il gruppo di fondamentalisti che si oppone all’Alleanza, specie con Laghia. A dirla tutta, non credevamo fosse un problema così grave. Voglio dire, sono passati secoli dall’ultima volta che abbiamo avuto gravi problemi con Laghia, e oggi i rapporti sono distesi. Lo prova il fatto che abbiamo affidato ai Lapras la rotta che collega Laghia ed Alvearia. Eppure, incredibilmente, quei sentimenti di paura, rabbia e odio sono riemersi.»
Galvantula annuì, poi si rivolse a Gengar «E la Coalizione?»
«Ci sono svariati partiti contrari alla Coalizione. Isolazionisti convinti, che preferiscono pensare che l’apertura verso altri paesi sia un male. Per quanto riguarda Spettria, questo è tutto.»
«A Velenia la situazione è più grave. Il popolo è scontento del Re, perché ritiene sia scappato dal paese e si sia rifugiato ad Oscuria per paura di un colpo di stato. Inoltre, il popolo ritiene in generale che le tasse siano troppo alte e i nobili si prendano troppe libertà.»
«E quanto c’è di vero?»
Venusaur esitò un momento «Le tasse sono… nella media della Coalizione. Non possiamo abbassarle, specialmente in un periodo di guerra. Quanto ai nobili, ammetto che il Re ha scarso controllo su di loro.»
«E il resto dei paesi della Coalizione?»
«Espia è tranquilla. Arenia ha un forte problema con la criminalità, per colpa della guerra di Vulcania e degli enormi danni ai commerci che ha causato da quando è cominciata. Questo ha portato a un brigantaggio diffuso. Facciamo ciò che possiamo, ma per due che ne arrestiamo, ne spuntano altri tre.» Rispose Medicham.
«Quanto a Oscuria, sono passati cinquant’anni, ma ci sono ancora dei nuclei che ritengono il padre della Regina, e la Regina stessa, degli usurpatori. Il che, considerato lo stato in cui versava Oscuria quando il Re ha preso il treno, è ridicolo.» Completò Absol.
Arcanine sospirò «Vulcania è un paese in guerra. Il legittimo Re» commentò lanciando un’occhiata fin troppo chiara a Charizard «è costretto a cercare di prendere il trono che gli spetta con la forza. Quindi, è normale nascano delle forze contrarie alla guerra. E sappiamo bene che questo vale per tutte le Fiamme.»
«Le Fiamme Bianche sono un partito esistente in tutti e tre i territori deciso a fermare la guerra. Inizialmente era un partito pacifista, ma ultimamente ha preso una piega pericolosa.» Completò Charizard.
Galvantula annuì «Ad Elettria, invece…» iniziò, poi si fermò. E si rese conto che ad Elettria era tutto tranquillo, da oltre un secolo. Non c’erano rivolte, non c’erano guerre, non c’erano carestie. I criminali… «Ad Elettria esiste un’organizzazione criminale comandata da un pokémon che si fa chiamare E. Di fatto crediamo che tutti i criminali di Elettria in un modo o nell’altro facciano capo a lui. Tuttavia, E. è sorprendentemente fedele alla corona. Mi urta dirlo, ma forse è anche merito suo e del suo predecessore che Elettria è in pace.»
«Cosa sappiamo di questo E.?» Domandò Absol.
«Che al momento non è ad Elettria, che è un Eelektross e che è un eccezionale combattente.»
«Capisco. Potrebbe essere utile contattarlo, ma se non è ad Elettria sarà difficile. Bene, detto ciò, come procediamo?»
«Cercando di risolvere i nostri punti deboli.» Rispose Galvantula “E se sapessi come fare senza usare soldati, sarebbe tutto più facile.” Si disse. Poi i presenti ripresero a discutere.
 
Da qualche parta ad Elettria, 15/07/4783, circa le 23
«E con questo, la fase uno del piano è completa, anche se poco prima del previsto. Dico bene?» Commentò il Capo. I Generali annuirono.
«Sì signore. Come riferito da Charizard, alla fine i Generali hanno deciso di mettere parte delle truppe in stato di allerta, pronte a rientrare nei rispettivi paesi.» Disse Fern.
«E grazie a Gallade, anche Espia si è “generosamente offerta” di inviare i propri soldati in rinforzo, quando sarà il caso.» Aggiunse Wobros.
«Eccellente. Ebbene, quando sarà il momento?»
«I miei informatori dicono che il MAT è pronto a reagire. Basta un’altra piccola spinta e il malcontento esploderà diventando violenza.» Rispose Salamance, sorridendo.
«Ad Alvearia, i nostri stanno già organizzando due nuovi attacchi. Contiamo di riuscire ad uccidere il Comandante di Reggimento Flyb e il capo di una grossa banda criminale, Violn. Tolti di mezzo quei due, sarà facile portare i criminali dalla nostra ed istigare alla rivolta gli oppositori di Laghia.»
«E ovviamente, guideremo gli oppositori…»
«Ad attaccare Laghia, signore.» Disse Float «Al momento ancora ai contrari alla guerra del paese manca una vera motivazione. Ma se i ribelli di Alvearia attaccassero Laghia, ecco che l’Alleanza passerebbe sotto una pessima luce. E a quel punto, la rivolta esploderà.»
«Contemporaneamente, nella Coalizione abbiamo diffuso le voci che il Re di Velenia, Drapion, intende aumentare le tasse, dando ai nobili il potere di riscuoterle personalmente. Velenia diventerà un calderone di rivoltosi.»
«Allo stesso tempo, i nostri infiltrati nell’esercito della Coalizione di stanza ad Espia attaccheranno “un nucleo di ribelli di Arenia”, in realtà un villaggio qualsiasi. O più di uno. Arenia non rimarrà con le mani in mano, e visto che l’esercito dell’Alleanza apparirà come un nemico…» iniziò Wobros.
«A quel punto si formeranno per forza squadre di ribelli, pronte a colpire le armate della Coalizione. E al primo scontro, grazie alle nostre spie, diffonderemo la notizia che alcuni civili innocenti sono stati massacrati senza pietà.»
«Il che» concluse il Capo, sorridendo deliziato «Lascia Oscuria, Spettria, Vulcania ed Elettria.»
«Oh, a Spettria è ancora più facile. Ci sono molti gruppi contrari alla Coalizione. Appena le voci della rivolta di Arenia e Velenia si diffonderanno, a Spettria scoppierà il caos. Ovviamente, ci siamo assicurati di… “invogliare” questi gruppi ad intervenire.»
 
«E a quel punto, Oscuria insorgerà. La “regina usurpatrice” ha nemici che noi abbiamo messo in condizione di rivoltarsi, e lo faranno.» Spiegò Mhyen.
«A Vulcania abbiamo rifornito le Fiamme Bianche di cibo, strumenti medici di Metallia, pokémon e mezzi. E ora che l’esercito ha lasciato in gran parte il paese, si solleveranno con facilità. Hanno anche trovato un candidato al trono per cui combattere. Candidato che ovviamente è un nostro fantoccio.» Concluse Fern, sorridendo.
«Perfetto. E con questo, direi che l’Alleanza non è un proble… Ed Elettria?» Chiese il Capo.
Il Quinto Generale sorrise «Mio signore, a Elettria non ci sono rivolte possibili. Eelektross ha la criminalità in mano. I nobili sono soddisfatti del Re, e i cittadini anche, almeno per il momento. Quanto alla religione, stiamo tirando quei fili, ma non è ancora il momento.»
Il Capo la fissò per un secondo, poi annuì «Sono certo che saprai risolvere la situazione. Come sempre, Eele.»
La Eelektross con la grande cicatrice si inchinò e sorrise.
 
Normalia, Castlegreen, 18/07/4783, circa le 13
Zangoose si guardò intorno. Il Baronato di cui Castlegreen era la capitale si trovava nella zona centrale di Normalia, molto rigogliosa. C’erano voluti tre giorni per arrivare alla città, che era molto diversa da come la ricordava. L’ultima volta che era stato lì, le vie erano affollate da soldati del Barone, criminali da lui assunti per minacciare i proprietari terrieri e sottometterli. Adesso, invece, i pochi soldati erano pokémon normali, e intorno a loro fiorivano, invece di losche taverne e locali di dubbio gusto, negozi e bancarelle di mercanti. La via principale era molto affollata, e il Terrorpanno che Zangoose aveva addosso si impigliò più volte, anche se non si strappò.
Il pokémon percorse la strada fino al palazzo, preoccupato. Aveva aspettato quel giorno per molto tempo, sin da quando gli aveva fatto quell’offerta. E adesso, si vedeva costretto a rinunciarvi.
Il pokémon bussò con decisione al portone del palazzo, e una guardia aprì una feritoia per guardarlo. «Che vuoi?»
«Devo vedere il barone.»
«Cosa devo dire a sua signoria? Chi sei?»
«Digli che lo Zangoose è venuto a riscuotere il debito.» Rispose Zangoose. La guardia, un Diggersby, lo fissò un momento, mentre Zangoose calava il cappuccio per farsi vedere in viso. Il soldato strabuzzò gli occhi.
«Tu sei…»
«Sì. Adesso, potresti avvisare il barone?» Chiese. Quello annuì e corse via. Tornò poco dopo e gli aprì la porta.
«Il barone ti attende. Da molto tempo, ha detto.»
«Io persino da prima.» Rispose Zangoose, avviandosi seguito dal soldato.
  
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