La luna splendeva.
La luna quella notte splendeva,
la luna splendeva sempre …
La luna c’era sempre, con
chiunque io fossi, la luna c’era e quale
Miglior argomento esisteva della
Luna Splendente.
Il vento le fece fluttuare gli orati capelli, al vento l’ammiravo, così perfetta, tutti volanti, vestita da sera, in modo poco appariscente, se fosse stata qualunque altra persona, ma a lei, dava un tocco di splendore, tutto la faceva splendere, per un attimo la vidi come la venere di Botticelli.
“Non trovi che sta sera la luna splenda più del solito?” mi disse dolcemente, sorrideva, un altro dannato sorriso d’amica, ma tanto ormai l’avevo capito, che non mi avrebbe guardato in altro modo e quella apparente serata sul ponte della nave, che agli occhi in discreti del mondo poteva sembrare una notte d’amore, per noi, aspetta per lei, era una serata in compagnia di un amico, per me era la serata con l’unica persona che non avrei mai avuto.
“Già sta sera la luna splende particolarmente!” le dissi, ‘Ma
mai quanto splendi tu, che brilli più della luna, delle stelle e dell’intero
firmamento!’ tenni per me quel dolce commento, lasciandomi un amaro
dentro, tenermi dentro quelle emozioni mi provocava una nausea, fino a un mese
fa, appena tornato in camera avrei preso il telefono e avrei chiamato Barbara,
ma l’infedele era più corretto
chiamarla così, non si era comportata diversamente da me, parlavamo tanto, ma
non più come fidanzati ma come amici, entrambi, anch’ora parlandoci ci
prendevano le strette allo stomaco, Barbara era stata la persone più
importante della mia esistenza, con lei avevo sperimentato tante cose nuove, ed
ora tutto spariva? Maledicevo mia madre, per avermi mandato in crociera, per
avermi fatto lasciare Boston, per avermi fatto lasciare Barbara ed
avermi fatto conoscere Bailey, lei così ingenua e così solare, il mio nodo
nello stomaco, il mio chiodo nella mente, niente a che fare con Barbara,
in ogni senso.
*Barbara era mora, Bailey era bionda, Barbara
era aristocratica Bailey sempliciotta, Barbara egocentrica Bailey
sincera,Barbara voleva primeggiare sempre Bailey si accontentava di
condividere la vetta, Barbara straniera Bailey americana, Barbara
era Barbara, Bailey era Bailey, nulla avrebbe potuto cambiare questo,
neppure io avrei potuto cambiare Bailey, perché pensasse un po’ come Barbara,
ma la situazione era che io non volevo, amavo Bailey appunto perché era diversa
da lei. Io non amava più Barbara, altrimenti non imi sarei innamorato di
un'altra.*
La fissai, lei mi guardò e mi sorrise, ancora un altro di quei sorrisi, mi facevano salire la nausea, in quei momenti desideravo essere come lui, per lui le ragazze erano un gioco, un surreale gioco da fare divertendosi, per il resto non contava nulla, si era innamorato una volta di Max, per una questione di un bacio e poi di Meddie, che lo aveva sempre considerato troppo piccolo, 3 anni e mezzo, eccetto quelle due volte, concluse malissimo, mio fratello Zack non sapeva neanche cosa significasse amare. “Lo senti il rumore del mare?” mi sussurrò lei avvicinandosi, annuii, eravamo su una nave, non sentire il mare era assurdo, però non mi sentì di smontare quella sua romantica frase, era tutto troppo perfetto , era sempre tutto troppo perfetto, eppure non andava mai bene. Perché Bailey non mi notava?Perché?
“Cody …” cominciò a voce bassa, quasi un lieve sussurro, “Bailey …” dissi io, la guardavo, mamma mia quant’era bella, era sempre bella, lei mi concesse una fugace occhiata, poi continuò a fissare le onde nere, infrangersi sulla nave, “Resteresti con me … Fino al alba!” disse in fretta, però ebbi quasi la sensazione che rallentasse su quel con me, ma ero certo fosse solo un impressione. Lasciò la balaustra, io l’ammiravo, estasiato, indossava un lungo vestito celeste, le brallava al colo il medaglione di afrodite, che io le avevo ricordato, momenti buffi e divertenti riaffiorarono nella mia mente, camminò quasi mi sembrò un angelo dei ghiacci, era così bella, si sedé su una sedia di fronte un tavolo, poi mi disse: “Non ti siedi con me?”, lo feci, eseguivo i suoi compiti come fossi un bravo cagnolino, mi comportavo come il suo maialino, le ubbidivo sempre.
Le ore passarono, io e Bailey, mangiammo, bevemmo … di tutto, infatti ero certo che quella sera fossi ubriaco, ma soprattutto io e Bailey parlammo, ero brillo eppure non riuscii a dirle quello che provavo. Io lei, allungati su un lettino, eravamo vicinissimi. “Pensi a Barbara, vero? Hai sempre uno sguardo innamorato? La pensi sempre … ti ha distrutto che ti ha tradito vero?” disse assonnata e brilla, annui, non era vero, erano tutte balle, grandi balle di una mente ballerina di una ragazza pura, una che non pesava a me come un pretendente, “Be Cody … Vuoi sapere cosa penso??” mi disse, cercando di avere un contegno, “Dimmi!” le sussurrai, sapevo cosa mi avrebbe detto, che non dovevo starci male e che prima o poi mi sarei innamorato, non era ciò che avrei voluto sentirmi dire, ma se lo avesse detto lei, l’avrei ascoltata a l’infinito, ma non mi disse nulla di tutto ciò, “Barbara è stata un stupida a farsi scappare Te!” mi sussurrò, la sua voce fu così delicata, io rimasi incredulo a quelle parole, si avvicinò a me e mi baciò, quale bacio, sognato e sospirato per una vita, fece un movimento brusco e me la ritrovai sopra, “ È l’alcol vero?” le dissi, certo di quelle parole, se non avessimo bevuto, tutti quei bicchieri di techila o vodka ora vuoti sul tavolino, lei non si comporterebbe così, “ No … Cody l’alcol ti fa fare quello che non avresti il coraggio di fare dal vivo!” mi disse seria Bailey, la ragazza di Kettlecorn, la dolcissima ragazza del Kansas, quella sera sparì in un turbine, come in un buco nero, ci finì anch’io, trattenni il respiro, non provai a fermarla, anch’io ero ubriaco, io lo volevo, lei lo voleva, potevamo e lo facemmo. Non fu difficile, ma non fu giusto, divenni uomo quella sera, feci l’unica cosa che con Barbara non avevo mai fatto, non arrivammo a l’alba, la riportai in camera sua, l’avevo rivestita, riportata in camera, poi lì le avevo messo il pigiama, London non si era accorta di nulla, lei mi sussurrò solo, un grazie, poi più nulla credo.
Quella notte sognai Barbara, anzi sarebbe stato più
corretto dire che d’allora cominciai a sognare Barbara, vaghi ricordi,
poi sempre più intensi, Bailey, da allora si comportava con me, come se niente
fosse accaduto, ma quando il destino crudo ci lasciava da soli, risuccedeva
tutto, ricominciava tutto, Barbara però ricompariva nella mia testa,
sempre. La vita divenne uno strazio Barbara e Bailey. Una mi aveva
tradito, l’altra non mi amava in pubblico. Quale prospettiva potevo avere,
sapevo solo che queste emozioni mi opprimevano. “Ti amo …” era
divenuto una semplice routine, quella parola non significava più niente, ma
continuava a significare tutto quanto.
Il tè era rovesciato, l’atrio del Tipton pieno
“Cody … Perché fai questo??”
disse Barbara, offesa, dell’ultima follia di lui.
“Volevo onorare la tua cultura …
Per dimostrarti quello che provo!” spiegò lui.
“Oh Cody!” disse lei,
euforica gettandosi al collo di lui.
“Mia Barbara!”, sorrise il
biondo.