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Autore: Black White Dragon    11/06/2016    6 recensioni
Cosa succederebbe se Jason, Leo, Frank, Percy e Nico si trovassero una serata a bere vodka? E cosa succederebbe se, una volta ubriachi, decidessero di giocare al gioco della bottiglia?
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Slash!!! Principalmente PERNICO
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[Questa storia partecipa al contest ‘Giochi o non giochi?’ indetto da rhys89 sul forum di EFP di FreeForumZone]
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Zhang, Jason Grace, Leo Valdez, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nickname: Black White Dragon
Titolo: Di quando Nico capì di amare le bottiglie (in vari sensi)
Conteggio parole: 2.986 (titolo incluso)
Rating: Giallo
Tipo di coppia: Slash
Gioco scelto: Gioco della bottiglia
Note: 1) Ho deciso di ‘aumentare’ le età dei personaggi per motivi deducibili dalla lettura. Percy ha 19 anni, mentre Jason, Leo e Frank ne hanno 18 e Nico ne ha 16; 2) Probabile OOC per Jason, Frank e Nico, ma giustificato.
 
[Questa storia partecipa al contest ‘Giochi o non giochi?’ indetto da rhys89 sul forum di EFP di FreeForumZone]
 
 
 
Di quando Nico capì di amare le bottiglie
(in vari sensi)
 
 
Nico Di Angelo tornò (quasi) cosciente svegliandosi da un sonno travagliato da brutti sogni e mal di testa. Era sdraiato prono per terra.
‘Per lo Stige, perché sono qui?’ pensò il figlio di Ade.
Riuscì ad alzarsi in piedi a fatica.
Si rese conto di essere in un bagno, per l’esattezza nel bagno di Percy Jackson nel suo appartamento a Manhattan.
‘Okay, c’è qualcosa che non va.’
Una fitta alla testa gli fece chiudere gli occhi, così si appoggiò alla parete davanti a lui, scivolò per terra e si sedette con la schiena al muro e le gambe distese.
Da quella posizione vedeva la porta del bagno dritta davanti e sé, con a destra il box doccia e a sinistra il lavandino.
Rimase immobile in quella posizione per molto tempo, cosa insolita per un semidio.
Improvvisamente la porta del bagno si aprì e un Percy molto assonnato entrò in bagno.
Il figlio di Poseidone indossava solo un paio di boxer blu e nient’altro.
Adesso… se Nico fosse stato etero, non ci sarebbe stato nulla di male, ma si dava il caso che Nico fosse gay, soprattutto per i ragazzi che di nome facevano Percy, di cognome Jackson e avevano occhi verdi, capelli neri e addominali scolpiti (e anche un bel lato B).
«Perché sei seduto lì?» domandò confuso il figlio di Poseidone.
«E cosa ne so io.»
«Hai vomitato?»
«No» rispose Nico in tono secco. «Perché? Avrei dovuto?»
‘Perché mi viene naturale essere acido anche con lui?’
«Be’, ci hai dato parecchio dentro ieri sera» disse Percy con un sorriso sghembo stampato in faccia.
I ricordi della sera precedente cominciarono a riaffiorare nella mente di Nico.
 
Il figlio di Ade era stato invitato ad una “serata tra uomini”, nell’appartamento di Percy a Manhattan, insieme anche a Leo, Frank e Jason. Da quel che ne sapeva Nico, quelle “serate tra uomini” avvenivano una volta al mese a casa di Percy, ma non aveva idea di cosa i quattro facessero esattamente. Fatto sta che quella volta era stato invitato anche Nico.
Cenarono con della pizza d’asporto e poi guardarono ‘Harry Potter e il prigioniero di Azkaban’.
Quando il film finì, cominciarono i problemi.
Erano seduti per terra: a destra di Nico c’era Frank, a sinistra Jason con a fianco Percy. Leo si sedette con loro dopo aver portato due bottiglie di vetro di colore diverso, due cartoni di succo di frutta, una bottiglia di birra da mezzo litro e dei bicchieri di plastica. Sì, riuscì a portare tutta quella roba da solo.
Appoggiò tutto in mezzo al cerchio che si era creato tra i ragazzi e si sedette tra Percy e Frank.
Jason prese una bottiglia colorata e disse: «Questa roba avrà almeno 25 gradi!»
‘Fa che non sia alcol’ pensò Nico.
«Cosa ti aspettavi dalla vodka alla menta?» disse Frank.
‘Ah, bene.’
Tutti si versarono da bere tranne Nico che non aveva mai bevuto.
‘Non lo sanno che in America è illegale sotto i ventun anni?’
«Nico, hai mai bevuto?» gli chiese Percy.
Il ragazzo non rispose.
Percy prese un bicchiere di plastica e ci versò molto succo di frutta e solo qualche goccia di vodka, poi porse il bicchiere a Nico dicendogli: «Prova!»
Nico non era completamente sicuro di voler provare. Tuttavia la curiosità prevalse sulla ragione, come spesso accade.
Bevve con gli occhi di tutti puntati addosso.
‘Sto bevendo roba illegale e non è neanche male… figo.’
Se ne fece versare un altro bicchiere da Percy, che abbondò con la vodka.
Nico bevve anche quello, ma non perché voleva ubriacarsi (che invece era lo scopo degli altri quattro, a parer suo), semplicemente gli piaceva.
Dopo pochi altri bicchieri, il figlio di Ade perse il controllo delle proprie azioni, insieme agli altri quattro, che ci avevano dato dentro anche loro.
Nico si guardò intorno sorridendo.
‘Per gli dei, sorrido!’
Frank era coricato supino e russava, Leo stava cercando di avvitare il tappo di una bottiglia di vodka vuota dal fondo, Percy e Jason si guardavano e ridevano.
«Vaffanculo, bottiglia del cavolo!» esclamò Leo, rinunciando. «Zio Leo ha un’idea! Giochiamo al gioco della bottiglia? Non possiamo mica giocare sempre a obbligo o verità, no?»
«Così mi faccio qualche ragazzo una buona volta!» disse Nico. (In vino veritas. In vodka…)
«Però giochiamo con le mie regole» continuò Leo. «Primo bacio, a stampo. Secondo bacio, bacio normale ma passionale. Terzo bacio, limone!»
«Tutto questo se due si baciano più di una volta?» chiese Percy, probabilmente il più lucido.
Leo annuì facendo movimenti molto ampi con la testa.
«Ci sto» approvò Percy.
«Anch’io» disse Jason sorridendo.
‘Non lo farò mai… però se accettassi, potrei baciare Percy’ pensò Nico.
«Ci sto anch’io» acconsentì Nico.
Si pentì di aver approvato nel momento stesso in cui lo disse, ma ormai non poteva tornare indietro.
«E Frank?» domandò Jason.
Percy fece spallucce e disse: «Lasciamolo lì!»
Nessuno si oppose.
«Chi ha voglia di finire la birra che usiamo la bottiglia per giocare?» chiese Percy.
«La finisco io» disse Nico. Non aveva mai assaggiato la birra, era curioso.
Non c’era rimasta molta birra dentro, quindi Nico finì la bottiglia in pochi sorsi e non fece neanche troppa fatica: era amara al punto giusto.
«Buona!» esclamò.
«La birra scura è sempre la migliore…» disse Percy. «Poi se è Guinness, ancora meglio.»
Nico guardò l’etichetta della birra. Riuscì a decifrare la parola “Guinness” dopo aver fatto un immenso sforzo sia visivo, per la sua dislessia, che mentale, perché, davvero, con la testa c’era poco.
Gli piaceva quella bottiglia, c’era pure l’immagine di un’arpa appiccicata sopra…
«Be’, Nico ha in mano la bottiglia, Nico è il primo che gira. Tutti d’accordo?» propose Jason.
‘Va’ al Tartaro, Grace!’
Tutti insistettero affinché Nico girasse per primo la bottiglia.
‘Prima o poi vi sotterro vivi.’
Nico appoggiò la bottiglia per terra e la fece girare su sé stessa.
Dopo innumerevoli giri il collo della bottiglia si fermò tra Jason e Percy, ma era spostata più dalla parte di Percy.
‘Ringraziamo gli dei! (O le bottiglie?)’
Leo e Jason applaudirono e urlarono mentre Percy si sporse in avanti verso Nico con un sorriso a trentadue denti.
‘Prendi per il culo, Jackson?’
Anche il figlio di Ade si avvicinò a Percy.
Guardò gli occhi verde mare del più grande aspettando che lui facesse la prima mossa.
Percy gli accarezzò la guancia delicatamente con la mano destra mentre le loro bocche si avvicinavano ancor di più.
A un tratto Percy si fermò. «Sei tu che devi baciare me, è così che funziona.»
«Vaffanculo» esclamò Nico.
«MUOVETEVI» urlò qualcuno. Era stato Jason o Leo a urlare? E chi lo sa, a Nico non importava un fico secco chi fosse stato: aveva la bocca di Percy a pochi centimetri dalla sua e doveva pensare a baciarlo, non a quello che facevano gli altri due.
Il figlio di Ade appoggiò le labbra su quelle di Percy senza esitare, lasciandogli un bacio a stampo. La parte ancora sobria della sua mente si godette quel bacio che forse era finto e sbagliato, ma pur sempre un bacio.
Nico sorrise mentre si sedeva di nuovo, anche se parte del suo cervello non aveva ancora realizzato ciò che era appena successo.
Percy prese la bottiglia e la fece girare su sé stessa. Questa si fermò a indicare Jason.
Percy, senza mostrare riluttanza, prese il viso di Jason tra le mani e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra, mentre Jason gli aveva circondato il collo con le braccia.
‘Perché devo vedere queste cose? Perché non posso essere al posto di Jason?’
Nico si sentì morire dentro più che mai. Cominciò a piangere.
Se fosse stato sobrio, non avrebbe mai avuto una reazione di quel tipo. Per sua fortuna nessuno si accorse delle sue lacrime.
Nico continuò a piangere, ma non solo per quello che aveva visto, anche perché era come se tutta la sua angoscia l’avesse attaccato in un colpo solo. Gli altri erano tutti troppo fuori di senno per accorgersi del povero Nico Di Angelo che, in preda all’alcol, si disperava.
Nico ripensò a Bianca. Bianca era morta. Ripensò a Percy, che non poteva avere. Ripensò a suo padre, Ade, che avrebbe volentieri preferito sua sorella a lui. Ripensò a quanto il mondo lo odiasse e lui odiasse il mondo.
Mentre si disperava, vide a mala pena che Jason aveva fatto girare la bottiglia e che questa era finita a indicare Frank e il figlio di Giove dovette alzarsi, andare da Frank e baciarlo mentre il figlio di Marte dormiva ancora.
Vide a mala pena Jason far girare la bottiglia di nuovo (Frank non era in grado di farlo) e questa indicare Percy, ancora. Il loro bacio fu intenso ma Nico non se ne poté curare come quello precedente: aveva gli occhi appannati dalle lacrime.
Vide a mala pena anche il bacio tra Percy e Leo.
Vide a mala pena che Percy ogni tanto lo guardava, strizzava gli occhi e poi distoglieva subito lo sguardo.
Quando fu il turno di Leo, Nico era riuscito ad asciugarsi le lacrime e a ricomporsi, non seppe neanche lui come.
Improvvisamente, come se si fosse addormentato per tutta la durata del suo pianto, si accorse che la bottiglia puntava nella sua direzione e Leo si stava già avvicinando.
«Non ti bacerò mai, Valdez» sputò Nico.
«Sono io a doverti baciare, Di Angelo» rispose Leo in tono scherzoso.
Il figlio di Efesto si accucciò accanto a Nico e gli diede un bacio a stampo, poi portò le labbra all’orecchio del figlio di Ade e gli disse, sussurrando: «Però non hai fatto storie quando hai dovuto baciare Percy, eh?»
Nico non riuscì a rispondere.
Leo si alzò e tornò al suo posto. «Gira!» gli ordinò.
Nico fece girare la bottiglia, la quale si fermò esattamente tra Jason e Percy.
«Tira sempre da una parte, coincidenze?» fece notare Leo.
‘Ma muori!’
Era una vera fortuna per Leo che si trovassero al quinto piano di una palazzina e che Nico, quindi, non fosse in grado di evocare qualche zombie.
«Io dico che dovrebbe baciarci entrambi» disse Jason.
«Concordo» approvò Percy.
Jason si accostò a Nico, mentre Percy si alzò e si sedette a destra del figlio di Ade, stando bene attento a non svegliare Frank.
I due più grandi gli si avvicinarono, cingendogli la vita.
‘Cosa cazzo state facendo?’
«Allora?» lo incalzò Jason.
Nico si voltò verso di lui e lo baciò velocemente. Poi si girò e incrociò quegli occhi verdi che tanto bramava.
Completamente privo del suo controllo abituale, Nico prese tra le mani il viso di Percy e appoggò le sue labbra su quelle di Percy. Il figlio di Poseidone ricambiò baciandolo lentamente.
Nico non riusciva a pensare lucidamente e non solo a causa dell’alcol.
 ‘Che bello. Semplicemente: che bello.’
Si staccarono insieme, ma rimasero molto vicini tra loro.
Nico sorrise e si accoccolò con la testa sulla spalla di Percy.
Ringraziò mentalmente le bottiglie, sia perché una volta bevuto il loro contenuto avevano permesso ai ragazzi di essere così messi male da giocare al gioco della bottiglia, sia perché senza bottiglia non ci sarebbe stato il gioco della bottiglia stessa.
‘Ormai l’ho baciato, non me ne frega se gli altri mi vedono appoggiato a lui.’
«Ti è piaciuto, eh?» disse Leo, ma Nico non ci fece caso.
Percy mise un braccio attorno alle spalle di Nico e disse: «Ora sta a me.»
Il figlio di Poseidone fece ruotare la bottiglia, la quale si fermò a indicare il posto tra Jason e Leo che Percy aveva lasciato vuoto. Intanto Nico non prestava alcuna attenzione a quello che stava succedendo e guardava Percy dal basso.
‘Gli si vede la vena del collo.’
«Sei un coglione, rigira!» disse Jason.
«Oh, mica è colpa mia» si difese Percy.
Il ragazzo prese la bottiglia e la fece girare di nuovo.
‘E se gli baciassi quel neo sulla mandibola?’
Nico fece appena in tempo a posare le labbra su quello strato di pelle che Jason e Leo cominciarono a urlare e a blaterare in lingue strane.
«Per questo tipo di cose ci vuole roba forte» disse Percy rivolgendosi a Nico.
«Eh?»
Percy gli porse la bottiglia di vodka.
Nico bevve a collo e finì la bottiglia. «Perché?»
Il figlio di Poseidone gli tolse la bottiglia di mano sorridendogli, poi gli mise una mano dietro al collo, l’altra dietro la schiena e lo baciò. Nico dischiuse le labbra per ricambiare il bacio e si trovò la lingua di Percy in bocca.
Solo a quel punto Nico capì cosa era appena successo: Percy aveva girato ancora e la bottiglia stava indicando lui, proprio lui, Nico Di Angelo.
‘Grazie, bottiglie. Chi è il dio delle bottiglie? Ci faccio un sacrificio grosso così!’
Nico si godette ogni istante di quel bacio passionale e travolgente.
Nel momento stesso in cui si staccarono, il figlio di Ade decise che quella sera non avrebbe baciato nessun altro. Voleva avere Percy, come dire, per ultimo.
«Vado un attimo in bagno» disse Nico.
Prima che si potesse alzare Percy gli prese il viso tra le mani e lo fissò dritto negli occhi. In quel momento Nico pensò che Percy non fosse completamente fuori di sé, che fosse più o meno lucido. Lo vedeva dallo sguardo.
Il figlio di Poseidone lo baciò, inaspettatamente, poi si alzò e tornò al suo posto, come se nulla fosse successo.
A qual punto fu Nico a sollevarsi a fatica, stordito per ciò che Percy aveva fatto e per l’alcol.
«Poi però torna!» gli disse Leo sorridendo.
Nico si diresse verso il bagno barcollando. Vedeva doppio e offuscato.
A tentoni riuscì a trovare la maniglia della porta del bagno.
Entrò, inciampò nel tappeto, cadde a terra e lì si addormentò.
 
«Ti dà fastidio se faccio la doccia?» gli chiese Percy destandolo dai ricordi della sera precedente.
«Ehm, no.»
Il figlio di Poseidone, senza pudore alcuno, si tolse i boxer davanti a Nico ed entrò nella doccia.
‘Per lo Stige e tutti gli dei! Percy ha ricevuto la benedizione di Priapo? (*)’
Nico rimase ‘in coma’ a pensare a quello che aveva appena visto, mentre Percy faceva la doccia.
Dopo qualche minuto il figlio di Poseidone uscì dalla doccia completamente bagnato (sì, era bagnato) e nudo. La sanità mentale di Nico andò al Tartaro.
Il figlio di Ade guardò Percy asciugarsi e mettersi un paio di boxer bianchi.
‘Godiamoci le gioie di oggi perché secondo me domani ritorno sfigato.’
«Stai bene?» gli chiese Percy inginocchiandosi vicino a Nico. Il figlio di Ade, prima di rispondere, si prese un momento per guardare (leggasi venerare) Percy con i capelli bagnati.
«Sì, ho solo un po’ di mal di testa.»
«Solo un po’ o un po’ tanto?»
«La seconda.»
Percy gli sorrise e disse alzandosi e porgendogli la mano: «Vieni.»
Andarono insieme in cucina, dove il figlio di Poseidone diede a Nico un’aspirina.
Dopo un quarto d’ora il figlio di Ade stava leggermente meglio.
Fecero colazione insieme a tavola con latte e biscotti blu al cioccolato, che probabilmente era la colazione preferita di Percy.
«Ma perché vi ubriacate?» chiese Nico a un certo punto, dopo aver bevuto l’ultimo sorso di latte.
Percy fece spallucce e rispose: «Perché ci va. Avremo anche salvato il mondo un paio di volte, ma rimaniamo comunque degli adolescenti coglioni che provano cose nuove.»
«E quando avete iniziato la prima volta, eravate tutti d’accordo?»
«Leo non vedeva l’ora. È stata dura convincere Jason e Frank, soprattutto Jason. Sai, lui e le regole... Ma alla fine si sono sciolti entrambi.»
«E, tipo, Annabeth, Piper, lo sanno?»
«Ti prego, non parlarmi di Annabeth…»
«È successo qualcosa?»
«Sì» rispose Percy bruscamente.  «Scusa, non volevo dirtelo in quel modo.»
‘Devono aver litigato, Percy non è mai scortese.’
«Non c’è problema.»
«Be’… ti sei divertito ieri sera?» chiese Percy cambiando discorso.
«Diciamo che il divertimento lo concepisco in un altro modo, ma comunque non è stato male. Giocate sempre al gioco della bottiglia?»
«No, è la prima volta che lo facciamo. Di solito giochiamo ad obbligo o verità.»
«Dev’essere interessante!» esclamò Nico.
«Perché? Hai già architettato qualche obbligo da farmi fare?» chiese Percy.
«No. Forse» rispose Nico sorridendo.
Stava davvero sorridendo.
‘Wow, ma cosa succede oggi?’
«Vuoi baciarmi ancora?» chiese in modo altezzoso il figlio di Poseidone.
«Presuntuoso che non sei altro…»
«Non ti sono bastati tre baci ieri sera?»
Nico sospirò divertito. «Comunque erano quattro.»
Percy rimase zitto per un po’, poi disse: «Te-te lo ricordi?»
«Sì, mi ricordo tutto abbastanza bene» rispose Nico con un tono acido. «A proposito, perché l’hai fatto?»
«Cosa?»
‘Ritardato…’
«Il quarto bacio, perché me l’hai dato?»
Percy non rispose subito e a Nico sembrò che il figlio di Poseidone stesse pensando a cosa rispondere.
«Dovevo… capire una cosa.»
«Che cosa dovevi capire?»
«Sai, noi semidei siamo istintivi, no?»
Nico annuì.
«Ecco, ti ho baciato istintivamente, perché non sono sicuro che mi piacciano solo le ragazze.
«E tipo, ho pensato che baciare per un gioco era una cosa, mentre baciare veramente era un’altra e così ti ho baciato per capire.
«Non volevo prendermi gioco di te, assolutamente. L’alcol poi non ha aiutato… mi dispiace.»
«E sei arrivato a qualche conclusione?» chiese Nico.
Il figlio di Ade vedeva davanti a sé un barlume di speranza e per questo motivo non era neanche troppo arrabbiato con Percy.
«Sì, credo che mi piacciano anche i ragazzi.»
‘NICO, VA TUTTO BENE, RESPIRA.’
«Tu come hai capito di essere gay?» gli chiese Percy.
Nico gli fece un sorriso sghembo. «Chiedimelo quando giocheremo a obbligo o verità.»
‘Sperando che ci sia anche qualche bottiglia’ pensò.
Il figlio di Ade si alzò e scomparve nell’ombra del frigorifero, lasciando Percy nella confusione più totale.
 
FINE
 
(*) Priapo è il dio greco e romano della fecondità, figlio (quasi sicuramente) di Afrodite e Dioniso, famoso per la grandezza dei suoi attributi. Nei libri di Riordan non c’è alcun accenno a questo dio minore.

 
 
 
 
SPAZIO AUTRICE
Spero che questa fanfiction vi sia piaciuta,
le recensioni sono sempre ben accette :)
-Black White Dragon
   
 
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