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Autore: Tad_Cooper    12/06/2016    2 recensioni
Litigare è doloroso, ma fa più male quello che viene dopo: la solitudine e quella sensazione di impotenza difronte ad essa. rimanere da soli è insopportabile, bisogna sempre trovare una via d'uscita, ma come? è difficile chiedere scusa, la paura di non essere accettati, l'incertezza... ma come si dice, l'amore supera ogni ostacolo.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Percy/Nico
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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"The greatest thing you'll ever learn is just to love
and be loved in return"

Era la fine di Dicembre, l'aria era fredda, la neve imbiancava i tetti della maggior parte delle città in America, Manhattan compresa, ma quando era immerso in quell'acqua limpida il freddo non si sentiva, sentiva solo la pace dell'Oceano.
L'unica cosa negativa era la solitudine.
Solitamente andava a rintanarsi sul fondo dell'oceano quando Lui era lontano, o quando litigavano, ma la solitudine lo seguiva sempre come un'ombra, non sapeva come liberarsene; o meglio, un metodo lo conosceva ma bisogna essere in due per quello.
Percy fece un lungo respiro (non è strano respirare sott'acqua quando tuo padre è il Dio del mare) cercando di scacciare i brutti pensieri e ritornare nella sua pace. Inutile, le immagini del litigio con Nico di due giorni prima lo tormentavano, la faccia di Nico arrabbiata, le proprie mani sulle sue spalle per cercare di calmarlo, poi parole che non sarebbero dovute uscire dalla sua bocca né da quella del compagno. Non era stata una buona mossa ricordare il Tartaro e l'ultima battaglia, procurava solo dell'inutile dolore ad entrambi. Entrambi avevano commesso errori, Percy ancora si rimproverava di tutta la storia successa con Bianca, per quanto Nico lo avesse perdonato e continuasse a dire che non era colpa sua quello che era successo, che Bianca aveva scelto da sola il suo percorso. Inutile. 
Percy annuiva solo di facciata, ma non dimenticava, non era riuscito a salvarla. 
 
Ma ora il litigio era partito da cose più stupide, una festa e gli invitati da chiamare. Nico aveva detto che voleva anche Annabeth, perché le voleva spiegarle meglio cosa era successo, anche se la rottura tra Percy e la figlia di Atena era stata reciproca, Nico sapeva che lui soffriva, e voleva dirle che gli dispiaceva e qual'era il loro rapporto ora (anche se era abbastanza evidente visto che abitavano insieme e Hazel sapeva già di loro, sicuramente anhe Piper), Percy invece non voleva che ci fosse anche lei, non per odio o altro, ma non avrebbe voluto vedere Nico soffrire, né tanto meno Annabeth quando avrebbe scoperto il loro rapporto, ma anche perché quando si erano lasciati Lei aveva fatto volare parole non molto carine verso di lui, parole di cui si era scusata ma che lo avevano addolorato molto.
Non ricordava granché di quello che si erano detti, tra rimproveri, frecciatine e altro, ricordava solo di essersene andato di colpo lasciando Nico da solo, con la faccia verso il muro e le spalle tremanti, ed essersi andato a rintanare prima da Grover e poi nell'oceano. Aveva passato i tre giorni peggiori di sempre.
I suoi pensieri sempre rivolti a Nico, ai suoi baci, alle sue carezze e ai loro ultimi momenti insieme. continuava a rimproverarsi di averlo lasciato lì solo e tremante, se lo immaginava piangente, ma ancora non aveva la forza di uscire dall'acqua e tornare a casa, sapendo bene cosa avrebbe trovato, di sicuro non cose belle.
Nico però gli mancava veramente troppo, era insopportabile restare senza di lui, senza la sua presenza. Una parte di lui avrebbe voluto che fosse stato Nico ad andare da lui, per scusarsi o almeno preoccupato, ma Percy sapeva benissimo che non sarebbe andata così, il figlio di Ade era un creatura molto permalosa e fragile, e in ogni caso non sarebbe riuscito a trovarlo, lì dov'era, né tanto meno a respirare.

No, non poteva rimanere lì con le mani in mano e non fare niente. non poteva e non voleva. l'acqua lo riportò a riva, i suoi vesti erano asciutti "grazie papà" era quello che pensava ogni volta, con un sospiro di sollievo (sai che bellezza uscire dall'acqua a fine Dicembre, con tutto quel freddo e la neve, bagnato fradicio),  fortunatamente sulla spiaggia non c'era nessuno, erano passati solo pochi giorni a Natale e tutti quanti erano ancora intenti a festeggiare o erano partiti per qualche località sciistica o esotica.  
Le lucine natalizie ancora appese a porte, finestre e balconi gli tennero compagnia sulla strada verso casa, di solito era felice di vederle,  gli piaceva il Natale, ma quel giorno tenne lo sguardo basso, triste all'idea di come lo avrebbero accolto a casa. Aveva le chiavi in tasca e le sentiva tintinnare ad ogni passo ma, arrivato alla porta decise di bussare, almeno lo avrebbe visto in faccia subito, senza sprecare tempo a cercarlo per le stanze, quel tempo che gli sarebbe servito per scusarsi e per spiegare il suo comportamento ed ogni singola idiozia da lui commessa.
Nessuno.
Nessuno venne ad aprirgli. Con l'ansia che gli cresceva in petto tirò fori le chiavi dalla tasca, infilandole nella toppa. il buio ad accoglierlo era qualcosa di orrendo, freddo. non voleva entrare, non se la sentiva ad accendere la luce per avere la conferma di essere solo. percepiva già l'assenza dell'unica persona che amava e che avrebbe voluto fosse lì con lui.
trascinando i piedi si spinse all'interno dell'appartamento vuoto, senza nessun rumore, a parte quello delle auto fuori in strada, sembrava quasi irreale. accese la luce e la consapevolezza di essere solo, veramente solo lo colse in un modo che mai avrebbe desiderato, si buttò sul letto freddo, raggomitolandosi come un bambino, sentiva le lacrime scendergli sulle guance e sul naso raggiungendo il cuscino.
Non sapeva per quanto tempo fosse rimasto in quella posizione, a piangere in silenzio. sapeva che Nico non se n'era veramente andato, tutte le sue cose erano ancora lì, i suoi vestiti, i suoi quaderni, persino la statuetta di Ade di Mitomagia, il gioco a cui giocava quando era piccolo. No, non era andato via per sempre, ma chissà quando fosse tornato. 
passò altro tempo, quando una voce lo sorprese nel buio. < È la mia maglietta quella che stai abbracciando?>

   
 
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