Reason to survive

"I hate everything about you
Why do I love you
I hate everything about you
Why do I love you"

Sandor Clegane spaccava la legna, da solo. Con gesti cadenzati faceva abbattere la scure sul legno che, docile, si spaccava in due.
Solitamente era un lavoro che svolgeva a mente vuota, ripetendo quei gesti come un automa.

E da quando Fratello Ray l'aveva trovato era quello che era diventato, in fin dei conti.
Si limitava ad eseguire quei piccoli compiti, quali trasportare la legna e poi spaccarla, e a mangiare chiuso nel suo silenzio, che nessuno sembrava intenzionato a rompere.
Almeno finché quel cazzo di septon non aveva deciso di rivangare il passato, facendogli la fatidica domanda che lo assillava da quando aveva ripreso i sensi: cosa lo aveva tenuto in vita?

Aveva risposto prontamente l'odio, sentimento che lo aveva accompagnato da quando suo fratello gli aveva premuto la faccia sulle braci ardenti della tenuta Clegane.
Ma Ray aveva insistito sul fatto che non  fosse stato quello, e allora aveva campato su un'altra scusa qualsiasi. L'uomo, tenace, non si era arreso e aveva iniziato a vaneggiare sul fatto che fossero stati gli dei a tenerlo in vita. Aveva pure detto che lo avevano già punito, come se già di per sé non lo sapesse.

Però, in quell'esatto momento, immerso nel suo silenzio, sentiva il proprio cervello sfrigolare in cerca di una risposta plausibile. Infondo poteva permettersi di essere sincero, almeno con sé stesso.

Forse era la vendetta, soprattutto nei confronti della cagnetta Stark che lo aveva abbandonato ad una morte dolorosa e lunga, oppure il rimpianto di non aver ammazzato abbastanza persone nella sua vita, in primis il proprio fratello.

Ma, nell'esatto momento in cui l'ascia che impugnava si abbatté sul legno, spezzandolo definitivamente, nella sua mente balenò un immagine oramai sfocata, che ormai aveva pensato di essere riuscito a cancellare.
Una ragazzina pallida, con capelli dello stesso colore del tramonto e due occhi cerulei nei quali si poteva annegare.

Sansa Stark.

Lei, che da quando aveva incrociato il suo sguardo non era più riuscito a levarsela dalla testa.
Lei, che aveva avuto così tanta paura di lui da rifiutarsi di fuggire dalla sua grande, sfarzosa gabbia dorata che era diventata Approdo del Re.
Lei, che per la prima volta non aveva provato solo paura e disgusto nei suoi confronti.
Lei, che senza volerlo aveva curato le sue ferite più profonde.
Lei, che in punto di morte era stato un dei suoi più grandi rimpianti.
Lei, che amava.
Lei, che odiava.

Sandor aveva sperato, agognato che dalla propria mente l'immagine della ragazzina Stark, almeno con il tempo, potesse logorarsi e, infine, sparire.

Purtroppo non era stato così, e il fatto che fosse ancora perfettamente integro ne era la prova.
< 'fanculo la Stark > Un ringhio, carico di rabbia  e qualcos'altro, che si rifiutava di ammettere, lasciò le sue labbra screpolate.
L'ascia si abbatté sull'ennesimo tronco, questa volta con ancora più veemenza.

Non poteva essere stato un sentimento così futile come l'amore a non permettergli di morire, oppure la vana speranza di potersi perdere ancora in quelle pozze cerulee.
Era un folle se pensava di poterla rivedere, figurarsi poterla avere.
Non avrebbe ma potuto sfiorare il suo corpo longilineo di donna - o bambina, o qualunque cosa fosse.

Così decise di blindare il ricordo dell'Uccelletto da qualche parte nella sua mente, continuando a fare quello che gli riusciva meglio: distruggere.




[NDA]

*La canzone è "I hate everything about you" dei Three Days Grace

E' la mia prima storia su questo fandom, e ho deciso di dedicarla a uno dei miei personaggi preferiti: Sandor c:
Quando Ray ha chiesto a Sandor cosa lo avesse potuto tenere in vita la mia mente di fangirl è subito corsa a Sansa *w*
Il mio piccolo cuoricino spera tanto in una loro ipotetica reunion!
Spero non faccia così schifo come sembra a me >.> E, dato che nessuno è riuscito a betare sta schifezzuola, se trovate qualche errore mi fareste un grande favore a farmelo notare!

Valar Morghulis