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Autore: Jessie    12/06/2016    2 recensioni
La prima cosa che vidi nella frazione di secondo in cui la figura si fermò, improvvisamente, a qualche metro da me, fu una copia venuta male di Edward.
Il millesimo di secondo successivo mi accorsi che era un uomo che non avevo mai visto prima. [..]
«Dove hai preso quell’anello?» domandò all’improvviso guardingo.
Spostai sorpresa lo sguardo verso il punto in cui si era fissato il vampiro. Il diamante incastonato all’anello di fidanzamento della madre di Edward scintillava al tenue riflesso del sole che filtrava appena tra le fronde degli alberi.
«È.. il mio anello di fidanzamento..» mormorai colta alla sprovvista.
«No. Quell’anello apparteneva a mia moglie. »
.
E se il passato di Edward Cullen tornasse a fargli visita in modo inaspettato? A distanza di tre anni dalla nascita di Renesmee, la famiglia Cullen, Jacob, Seth e Leah avranno a che fare con una nuova città, un nuovo branco, un nuovo ibrido, una neo-strega e nuove battaglie..
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clan Cullen, Edward Senior Masen, Leah Clearweater, Nuovo personaggio, Seth Clearwater
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Capitolo 1
Prologo
(Bella)
 

Da quel punto della zona boschiva qualche raggio soffocato dalle vicine chiome degli alberi sembrava riuscire ad arrivare fino alla nostra pelle, fioco. Una porzione del mio braccio aveva cominciato impercettibilmente a brillare diamantina, ma non abbastanza per destare sospetti ad un essere umano. La sua stranamente, sembrava non fare una piega.
Alzai la mano sinistra per portarmi una ciocca sfuggente dietro un orecchio quando vidi i suoi occhi saettare verso il luccichio del mio anulare. Immediatamente si pietrificò, come avesse visto un fantasma.
«Dove hai preso quell’anello?» domandò all’improvviso guardingo.
Spostai sorpresa lo sguardo verso il punto in cui si era fissato il vampiro. Il diamante incastonato all’anello di fidanzamento  della madre di Edward scintillava al tenue riflesso del sole che filtrava appena tra le fronde degli alberi.
«È.. il mio anello di fidanzamento..» mormorai colta alla sprovvista.
«Dove lo hai preso.» ripeté di nuovo secco. Il suo timbro affascinante si era fatto incredibilmente aspro.
Corrugai la fronte: che cosa significava quell’atteggiamento  aggressivo? Che importanza poteva avere per lui il mio anello? Il suo tono perentorio non prometteva nulla di buono.
«Come le ho detto, è di fidanzamento. Me lo ha dato mio marito.» ribadii cupa. Allargai leggermente le gambe come per mettermi in posizione, pronta a scattare al primo segno di attacco. Il sangue umano in fondo rendeva molto più imprevedibili.
«Quell’anello apparteneva a mia moglie. »
«Apparteneva  alla famiglia di mio marito..» risposi incerta. La sua reazione mi lasciava inquieta, come se uno strano presentimento si stesse facendo largo come un brivido, lungo la mia schiena di vampira.
Socchiuse gli occhi per un istante, come se stesse raccogliendo la propria pazienza, e scosse la testa. Quando li riaprì i suoi occhi ardevano di determinazione:«Potrei riconoscerlo ovunque. Ho comprato personalmente quel brillante in un viaggio d’affari, mi è costato una fortuna. L’ho fatto incastonare da un orefice in una montatura su misura. Sotto la montatura c’è un’iniziale, una E.» la sua voce si fece ancor più vellutata ma per questo ancora più spaventosa «Quindi glielo chiederò un’altra volta: è sicura di quello che dice?»
«Sono sicura» riuscii a dire con aria seccata. Qual era il suo problema?
Ci fissammo in un attimo interminabile fino a che non sentimmo dei passi muoversi veloci verso di noi.
 
 


 
Flashback
 
La casa di fronte alla quale ci eravamo fermati era a due piani e modesta, ed era l’unica che avevamo incontrato nel raggio di 10 km, quando, dal centro di Pacifica, costellato di abitazioni, il navigatore ci aveva condotti verso l’immensa area verde con la quale la cittadina confinava. Avvertii un lontano aroma di mare, e uno debole infrangersi di onde. Dopotutto, per quanto potessimo restare nascosti dall’ombra delle altissime piante, eravamo in California.
West-coast baby.
Ridacchiai tra me e me mentre invitavo mia figlia a scendere dalla macchina, attirando lo sguardo incuriosito di Edward. Scossi la testa con un mezzo sorriso mentre scendeva dall’altro lato.
«Aiutami a scaricare Edward» disse con aria sognante Esme dal sedile davanti, mentre Carlisle scendeva dal lato guidatore.
«L’indirizzo è questo.» annunciò Carlisle. Sembrava parecchio rilassato e felice.
Da quando gli avevano parlato di quel progetto sperimentale di tre mesi a San Francisco era elettrizzato e quasi non parlava d’altro. Fare ricerca per poter salvare altre vite umane, studiare nuovi sieri per malattie ereditarie doveva essere una delle più belle notizie che si potessero dare a Carlisle. Mi domandai se ci fosse un altro vampiro meno vampiro di lui.
Certo, era una grande fortuna il fatto che la baia di San Francisco era spesso piena di nebbia anche nei periodi estivi. E che Alice avesse previsto che il centro di ricerca fosse fornito di vetri protettivi dai raggi solari, naturalmente.
«Avremo potuto andare a piedi » borbottò Jacob scendendo dalla Volvo con aria assonnata. Si voltò tendendo  le braccia per aiutare Renesmee a scendere, e io non dovetti nemmeno sollevarla per lasciargliela. Era cresciuta parecchio in quei due anni e mezzo.
«Nessuno te lo impediva, cane. Scommetto che la macchina di Carlisle saprà di licantropo per più di un mese.»
Ci voltammo verso la direzione da cui proveniva la voce: Rosalie ed Emmett, appoggiati alla Spider. Probabilmente con Rose alla guida erano già arrivati da parecchi minuti.
«Oh Rose, sii gentile..» la ammonì dolcemente Esme con un sorriso premuroso. Erano appena tornati da un lungo interrail tra Russia, Norvegia e Scandinavia, mentre Alice e Jasper ci avrebbero raggiunti nel giro di poco, di ritorno dalla Dartmouth.
Quanto a me ed Edward, fino a che la crescita di Renesmee non si fosse fermata, avremmo messo in stand by l’università e saremmo rimasti con Carlisle ed Esme a Forks. Mi sentii stupida nel pensarlo, ma non volevo perdermi nemmeno un istante dei cambiamenti di mia figlia. E nemmeno Charlie.
Evidentemente l’istinto materno si era conservato molto bene anche da vampira.
«Certo Esme» mormorò Rosalie con voce dolce ma piena di sarcasmo. Scossi la testa: non sarebbero cambiati mai.
Jacob alzò gli occhi al cielo sollevando Renesmee:«Mi sei mancata anche tu, bionda.»
Rosalie tirò fuori la lingua in una smorfia scherzosa di disgusto ma i suoi occhi si erano già illuminati di entusiasmo quando si erano posati su Renesmee. Era impossibile starle lontana tanto a lungo.
«Ciao zia Rose!»
«Ehi tesoro, guarda quanto sei cresciuta!» miagolò già di fronte ai due, accarezzandole una guancia con le dita.
«Allora sorellina, azzannato nessuno mentre ero via? Mi sono perso qualcosa di interessante?» chiese Emmett dandomi un pugno amichevole alla spalla. Ouch.
«Molto divertente» feci alzando gli occhi mentre gli restituivo il pugno. Dall’espressione di Emmett, la mia forza da giovane vampire non si era affatto affievolita. Ammiccai alla sua aria incupita senza riuscire a trattenermi: è vero, ero senza dubbio irritante. Ma fino a che avessi potuto me la sarei goduta almeno un po’..
Carlisle fece qualche passo davanti a noi – superandoci diede due pacche comprensive sulla grossa schiena di Emmett – e con un gran sorriso, la casa alle spalle, annunciò:«Ragazzi: benvenuti nella nostra casa delle vacanze!»
I suoi occhi brillavano di una soddisfazione che ci contagiò all’istante, come se nulla potesse andare storto.

Non avrei mai potuto immaginare che San Francisco avrebbe cambiato la nostra vita.
 
  
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