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Autore: emma95    12/06/2016    1 recensioni
Dal 2° capitolo: "La porta d’ingresso si aprì improvvisamente e una folata di vento gelido annunciò l’arrivo degli originali. Elijah, Rebekah, Kol e Niklaus erano disposti quasi in fila davanti a loro. Elijah serio in volto. Rebekah irritata. Kol ghignante. Niklaus diffidente.
“Damon volevi forse fare un party? È per questo che ci hai invitati tutti qui?” chiese scocciata Rebekah.
“Perché siamo qui?” chiese Elijah.
Damon rimase in silenzio e Caroline capì che quello era il momento della sua entrata in scena.
“Per me…” disse la bionda girandosi lentamente. Caroline vide lo stupore sui loro volti. Erano così cambiati si ritrovò a pensare la vampira. Gli originali non accennavano a parlare e piccata Caroline fece un passo avanti. Sembravano così sconvolti come se avessero visto un…
“Sei un fantasma…” il sussurro debole di Rebekah raggiunse immediatamente Caroline lasciandola esterrefatta. " Caroline Forbes si risveglia grazie a Katerina Petrova dopo quasi 500 anni, confusa e stordita ma decisa a ritrovare il suo compagno e la sua famiglia, perchè lei è una Mikaelson nonostante tutto! Tra riconciliazioni, litigi e ricordi Caroline cercherà di riprendere il suo posto accanto all'uomo della sua esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Elijah, Klaus, Rebekah Mikaelson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sempre e per sempre
Always and forever
 

Capitolo quattro
 

"Family is power. Love, loyalty.
              that's power"              
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          
                                                                                Elijah Mikaelson
 
 
“Sei un fantasma…” il sussurro debole di Rebekah raggiunse  immediatamente Caroline lasciandola esterrefatta.
Elena e Damon osservavano la scena seduti comodamente sul divano. Vedere gli Originali così sconvolti e impreparati era una novità così imperdibile che i loro occhi non smettevano di rimbalzare, come una pallina da tennis dal gruppo in piedi alla vampira bionda. Damon ed Elena erano così curiosi ed emozionati, vivevano quel momento come fosse la prima scena di un film appena uscito nelle sale. Mentre gli interessati si guardavano, il profondo e rumoroso silenzio che circondava il salotto dei Salvatore era un sottofondo perfetto per quel film. Mancavano solo i pop-corn, pensò Damon strafottente.
“Se fossi un fantasma non avrei speso nemmeno un quinto delle calorie che ho consumato per trovare questi vestiti, non credi Bekah?” disse irritata e sconvolta dall’uscita dell’Originale, Caroline.
A quella battuta le facce sconvolte degli Originali erano leggermente cambiate. Rebekah aveva spalancato la bocca scioccata, Kol ora aveva assunto un ghigno malizioso, Elijah aveva aperto leggermente gli occhi per la sorpresa e Klaus invece era ancora paralizzato. Caroline non aveva ancora osato soffermarsi per più di qualche millesimo di secondo su di lui, era consapevole che una volta che i loro sguardi si sarebbero incrociati non sarebbe più riuscita a parlare o a muoversi. Il tempo si sarebbe fermato e nient’altro nella stanza avrebbe avuto importanza se non loro due.
“è troppo isterica per essere irreale, sorella…” disse Kol rivolgendosi a Rebekah ma continuando ad osservare Caroline. Il solito Kol, pensò Care. I suoi ghigni, le battutine maliziose e spesso volgari, le frecciatine acute, il suo incredibile talento ad irritare perfino Elijah il più paziente tra i fratelli. Caroline lo osservò attentamente, il vampiro con le arcuate e folte sopracciglia leggermente corrucciate, gli occhi scuri attenti e svegli, le labbra incastrate in un ghigno perenne…. Kol riusciva a rendere ogni momento, anche il più difficile, più sopportabile. O meglio riusciva a distrarre chiunque dal problema improvviso e di conseguenza ad attirare su di sé le attenzioni e  soprattutto le ire dei fratelli. Caroline improvvisamente gli sorrise dolcemente.
“Kol…ti sei finalmente degnato di svegliarti dal lungo letargo?” disse la vampira sogghignando “Non mi sei mancato per niente, idiota…” aggiunse la bionda con tono nostalgico che andava a sovvertire il significato delle parole appena pronunciate.
“Io credo che la venuta meno della mia magnificenza per tutti questi  anni abbia privato il mondo di una delle sue meraviglie…” rispose prontamente il moro, sostituendo per un breve momento il ghigno con un sorriso sincero. Kol decise anche di fare un profondo inchino quasi volesse imprimere le sue parole e al contempo buffonarle.
“Eh…dimmi” disse Caroline “Chi è stato il principe che ti ha risvegliato?” domandò la bionda curiosa.
Kol sorrise e con un gesto di stizza indicò Elijah. Caroline non ebbe nemmeno il tempo di spostare lo sguardo sul fratello più algido e onesto che un tornado biondo e violento si abbatté su di lei. Rebekah, improvvisamente consapevole che davanti a loro c’era quella che era stata la sua unica amica, quella con cui aveva un legame così inteso, quella che era sua sorella, a velocità vampiresca si era gettata su Caroline e l’aveva stretta così forte che se fosse stata umana qualche costola si sarebbe spezzata.
Caroline a quel gesto spontaneo e d’amore rimase paralizzata, Rebekah la stringeva tra le braccia come fosse un tesoro prezioso ritrovato. Care sentì il suo cuore morto spezzarsi e poi ricominciare a battere sempre più forte. Di scatto ricambiò l’abbraccio tentando di trasmettere tutto l’affetto e l’amore che la legava all’altra vampira. Nascose il suo viso tra i capelli dorati dell’Originale e si sentì a casa. Il profumo di Rebekah non era cambiato in quei secoli. Non parlarono, si limitarono a stringersi come due bambole al centro della stanza incuranti degli altri. Caroline non osava aprire bocca sia per non spezzare quel raro e bisognoso momento dolce sia perché stava cercando a stento di trattenere le lacrime dirompenti che le erano sorte.
Ovviamente ci pensò Kol a spezzare la reunion tra le due bionde.
“Caroline lo sai che il tuo sposo è affianco a me, vero?” disse il vampiro incrociando al petto le braccia e lanciando alle sue due sorelle un’occhiata maliziosa e tagliente.
Caroline si staccò da Rebekah e ignorando bellamente Kol si rivolse a Elijah.
“Non capisco il motivo per cui lo hai risvegliato!” disse volutamente seria la bionda “D’accordo che sei il più paziente, il più onorevole, il più giusto ma dico io non potevi lasciarlo nel ruolo della bella addormentata per qualche altro secolo?” concluse la vampira tutto d’un fiato in una sorta di domanda retorica. Il tono con cui pronunciò quelle parole risvegliò Niklaus dal suo gelo, la solita Caroline logorroica pensò mentre un sorriso di pura e rara felicità si dipinse sul suo volto. Caroline non notò neppure il cambiamento di Niklaus perché un secondo tornado moro, questa volta, la travolse. In un istante si ritrovò stretta tra la presa gentile e potente di Elijah. Quest’ultimo tenendo stretta a sé la bionda, appoggiò il suo mento con delicatezza sopra la testa bionda e ad occhi chiusi cominciò a ripetere come un mantra magico: “Caroline, Caroline, Caroline…”. Il tono sofferto e carezzevole del vampiro costrinse la bionda a staccarsi da quella prigione fraterna e con un gesto lento mise una mano sulla guancia liscia e fresca di Elijah. Il vampiro a quel contatto aprì gli occhi e la fissò quasi in attesa che lei scomparisse.
“Ti trovo bene, fratello” disse la vampira con tono gentile e rassicurante.
Elijah sorrise come poco volte aveva fatto da quando era diventato un vampiro. Il calore del sorriso raggiunse gli occhi del moro costringendo Caroline a distogliere lo sguardo dalla sua figura e ad osservare imbarazzata il pavimento. L’intensità di quegli occhi metteva a dura prova la sua capacità a controllare le lacrime.
“Mi trovo costretto a ripetermi: lo sai che il tuo sposo è affianco a me, vero dolce Caroline?” le frecciatine di Kol non smettevano mai di essere irriverenti, il burlone aveva infatti enfatizzato il suo nome giocando con la ‘r’ e con il suo, tra l’altro ‘pessimo’,accento inglese in una orribile imitazione di Niklaus. Un’imitazione di quando era l’ibrido a chiamarla con quella voce seducente che sarebbe stata da dichiarare fuorilegge o da bandire. Gli accenti inglesi o meglio l’accento di Niklaus le faceva tremare le gambe e si scioglieva come il ghiaccio al sole al solo sentirlo parlare.
Caroline lanciò un’occhiata di fuoco a Kol e poi finalmente guardò il suo Niklaus. Lo esaminò lentamente, partendo dai piedi. Non era cambiato fisicamente, ovviamente; registrò i suoi nuovi capi d’abbigliamento, vide e una sorta di eccitazione le salì seguendo la linea dei muscoli messa in evidenza dalla maglia sottile. I capelli era più corti di quelli che ricordava nel ‘500, ma la parvenza di quei ricci biondi era ancora presente. Caroline ricordava perfettamente di come amasse tuffare le mani e stringere forte le ciocche bionde del suo compagno nei momenti di passione. Fu tra un ricordo molto intimo e un improvviso imbarazzo che gli occhi di Caroline incontrarono quelli di Niklaus. Niklaus d’altro canto non aveva mai smesso di fissarla attento e guardingo come un predatore che ha finalmente scovato la sua preda e ha paura di farsela scappare. La fissava mentre lei passava in radiografia tutto il suo corpo. La fissava aspettando il momento in cui finalmente si sarebbe guardati per la prima volta. E quando successe, quando vide gli occhi fiordaliso di lei e il suo volto arrossire una guerra di ricordi si scatenò in lui facendogli scorrere il sangue velocemente in tutto il corpo.
Ricordava la prima volta che aveva visto il suo sorriso e i suoi occhi,
Ricordava l’odore dei suoi capelli, della sua pelle,
Ricordava la morbidezza della sua pelle nivea,
Ricordava la prima volta in cui avevano fatto l’amore,
Ricordava il gusto del suo sangue,
Ricordava il dolore per la sua perdita,
Ricordava la sofferenza per la sua mancanza,
Ricordava tutto di lei, anche se aveva confinato il suo amore nei reconditi più bui della sua mente. Solo adesso si rendeva conto che lei, la sua Caroline era di nuovo li, con lui. Quanto tempo era passato dal loro ultimo abbraccio? Quanto aveva aspettato il loro amore?. Gli occhi blu dell’ibrido si fecero lucidi. Caroline impreparata a quella commozione fece un passo indietro, allontanandosi da lui. Niklaus mosse la testa stupito da quell’atteggiamento. Mille dubbi sorsero nella sua mente interrompendo l’adrenalina che gli scorreva in corpo.
“Perché non mi hai salvata?”. Un’accusa furono le prime parole che la sua Caroline gli rivolse. Niklaus lesse lo sconforto e la delusione negli occhi di lei e non ebbe il coraggio di rispondere.
Caroline davanti a quel mutismo si infuriò e con passi decisi si diresse verso l’ibrido puntandogli l’indice contro.
“SPIEGAMI. PERCHÈ. NON. MI. HAI. SALVATO.!” Sibilò scandendo con forza ogni parola, l’indice accusatore sfiorava di poco il petto del vampiro e di conseguenza i loro corpi erano vicinissimi. Erano come due calamite che si attraevano e tutti e due nonostante la situazione sentivano come fosse palpabile con il tatto l’elettricità che si era creata tra di loro. Bastava che uno dei due muovesse una mano e il rancore, la furia, le accuse sarebbero state accantonate dalla passione dell’essersi ritrovati. I loro corpi improvvisamente ansanti fremevano dalla voglia di ricongiungersi.
“Noi credevamo che tu fossi morta…” disse Elijah interrompendo l’incantevole momento. Caroline come colpita da un fulmine si riscosse e girò la testa di scatto verso il moro affrettandosi ad allontanare la sua persona da Niklaus.
“Morta?” chiese sbigottita.
“Mikael ci disse che tu eri morta”. Il tono di Elijah era ormai indecifrabile. Caroline poteva sentire la sofferenza, l’inquietudine, lo stupore, l’indecisione, la pacatezza ma non riusciva a capire come si fossero arresi così facilmente. Offesa si allontanò da tutti loro andando ad accomodarsi nell’altro divano posto di fronte a quello dove in rigoroso silenzio da circa mezz’ora stavano Damon ed Elena.
“Mikael ci disse…?” cominciò oltraggiata “Così semplice. Basta la parola di uno degenerato per fermare ogni ricerca. Come avete potuto fidarvi ciecamente di lui? Tutte le volte che vi ha ingannati…l’esperienza dovrebbe aiutare non rendere più ingenui!”. Concluse Caroline con astio fissando uno per uno gli Originali presenti e se possibile trucidandoli per la loro evidente stupidità.
“Caroline…”. Ogni sentimento di sconforto e di ira sparì dal corpo di lei. Niklaus aveva parlato per la prima volta. E la sua prima parola era stata lei. Il suo tono languido e marcato, l’accento, la fantasia che usava nel chiamarla, l’erotismo che imprimeva ogni lettera del suo nome. Il suo corpo, la sua mente e il suo cuore riconobbero le loro altre metà. Perché se c’era una cosa su cui lei poteva mettere la mano sul fuoco era il fatto che loro due erano complementari. Due parti di uno stesso essere. Due parti diverse che combaciano alla perfezione. Due parti create dalle stesse mani e destinate a trovarsi e ritrovarsi. Erano destinati a stare insieme.
Lei lo guardò fiera. Niklaus riconobbe la sua regina.
“Mikael ci ha portato il tuo cuore. Due giorni dopo che eri scomparsa un vampiro soggiogato da Mikael è venuto a darci la prova della…tua tua morte, lui ci ha portato il tuo cuore” disse Rebekah con gli occhi lucidi ricordando quella sera di quasi 500 anni fa.
Caroline rimase senza fiato. Spostò velocemente lo sguardo dall’originale a Niklaus.
“e voi avete creduto a quel vampiro? Potevate aspettare e torturarlo per sapere la verità!” chiese sconvolta la bionda.
“Non abbiamo fatto in tempo…” iniziò a parlare Elijah ma la voce fredda e dura di Klaus lo interruppe.
“Gli ho strappato il cuore dal petto. Quando ha mostrato il tuo cuore, il tuo sangue che gli imbrattava le mani io gli ho preso il cuore. Uno strappo netto. Non ci trovi una simmetria perfetta, love?”.
Caroline lo fissò inquieta. Quel ghigno derisorio e da calcolatore non prometteva niente di buono. Niklaus non era mai stato capace di gestire le emozioni, troppo impulsivo per metabolizzarle. E quello che adesso era davanti a lei era forse la forma peggiore con cui suo marito si presentava.
“Capisco” disse meditabonda la vampira “Ma il cuore non era ovviamente mio! Non avete cercato una strega qualcosa che…”
“Tu credi che io non l’abbia fatto?!” urlò l’ibrido furioso “Tu credi veramente che io non abbia tentato di tutto per trovarti?”.
Klaus iracondo fissò Caroline. Ma la pazienza non era una delle virtù della vampira soprattutto quando l’unica che in quel frangente aveva diritto ad essere furiosa era lei, di certo non lui!.
“Sta di fatto che tutti i tuoi ‘sforzi’ non hanno portato a niente” commentò sibillina sottolineando con netto sarcasmo sforzi quasi a buffonare le parole dell’ibrido.
In meno di un secondo Klaus si parò davanti a lei. Occhi negli occhi, corpi vicinissimi ancora una volta ma in questo momento scorreva la sfida. Caroline lo stava istigando, lo stava provocando e lui non poteva non reagire.
“Cosa vorresti fare? Vorresti rompermi il collo?” disse lei osservando la figura di lui che si ergeva minacciosa su di lei. Neanche ascoltare la propria coscienza era una delle doti di Caroline. Sapeva che Niklaus era già furibondo e che lei con quelle stupide frecciatine stava tirando troppo la corda. Il controllo dell’ibrido era sul filo del rasoio. Ma non poteva farne a meno, quando era con lui il suo spirito guerrigliero tornava alla ribalta e non poteva essere soppresso da qualche sguardo di fuoco del suo ibrido megalomane. Quando era con lui, lei combatteva perché si sentiva invincibile.
“non provocarmi, love…” disse apparentemente calmo Klaus anche se in realtà fremeva dalla collera. Ancora quegli stupidi nomignoli, chissà con quante donne li avrà usati, pensò infastidita lei ricambiando lo sguardo iracondo di lui. La tensione era palpabile, tutti aspettavano la sfuriata, la reazione violenta di Klaus.
“Sai solo parlare e minacciare, pecchi nell’azione, tesoro…” disse fintamente dolce Caroline. Quella fu la goccia che fece traboccare l’ira di Niklaus. Afferrò con un braccio la vita di lei e con l’altro la nuca immergendo la mano nei folti capelli biondi. Sentiva il suo profumo e come se non fosse già completamente disperso fuori da ogni ragione, l’odore di lei lo mandò in tilt. Con decisione, con forza, con rabbia, la baciò. Un bacio duro all’inizio, uno scontro violento tra le loro bocche e i loro denti ma che ben presto divenne necessario e bollente. Mentre si baciavano, i loro corpi si riconobbero e i sentimenti violenti vennero sostituiti da lussuria, passione e amore. Le labbra di Klaus divennero esigenti e implacabile torturavano quelle di lei che non avevano opposto nessuna resistenza. Dopo alcuni minuti che parvero interminabili si staccarono ansanti con i cuori morti che battevano forsennati. Un lieve sorriso increspò le labbra di Caroline mentre Niklaus guardandola negli occhi pronunciava tre semplici parole:
“Andiamo a casa…”


Buondì!
Ringrazio chi ha recensito, messo tra le seguite, tra le preferite, le ricordate, chi mi ha mandato dei messaggi personali e chi legge solamente:)
Quarto capitolo... che ve ne pare? è all'altezza dell'aspettative? arriva finalmente l' incontro tra Care e gli Originali, un momento denso di emozioni che spero di aver gestito al meglio ;)
Scusate gli errori se ce ne sono!
Alla prossima!
Emma95

 
   
 
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