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Autore: Amys    12/06/2016    0 recensioni
'E lui era alla ricerca costante di potere, affamato di esso tant’è che ci aveva perso la testa pur di trovarlo. Ma non era solo il potere, ciò che lo aveva fatto andare fuori di testa. Ma c’era un’altra bella ragione, una ragione che portava una borsetta firmata e che avevaocchi color smeraldo, gli unici che erano riusciti a devastare il suo cuore apparentemente senza battito. Una ragione che riconosceva dal rumore incessante di un paio di tacchi a spillo, della femminilità di due labbra dipinte di rosso, e dalla morbidezza di una chioma di capelli biondo fragola.'
Ambientata dopo la 4x10, quando si scopre la vera identità del benefattore.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Peter Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La luna galleggiava sulla parete di stelle, bianca e sfavillante come una moneta d’argento. I suoi interminabili fili opachi avvolgevano la notte, donandole un tocco di mistero e di ignoto. Il cielo pareva liquido, sciolto insieme alle stelle, un lago colmo di fessure luminescenti. I rumori predominanti, che Lydia Martin poteva udire anche se lievemente, erano gli squilli incessanti dei telefoni apparentemente ignorati che provenivano dalla stazione di polizia, la quale si espandeva alle sue spalle.
Guardò l’orologio di sottecchi, con gli occhi che brulicavano di stanchezza e di noia. Alzò le sopracciglia, in segno di una celata felicità. Sono ancora in tempo per raggiungere il branco, una voce parlò nella sua mente, sollevata. Quando, però, il suo sguardo tornò a rivolgersi alla strada, i suoi occhi indugiarono sui lineamenti di un viso dannatamente conosciuto. Un lieve sospiro di stanchezza scappò dalle sue labbra senza preavviso, e intrecciò le braccia sul petto.
L’uomo davanti a lei era particolarmente alto, e magro. I piccoli occhi sembravano quasi trasparenti, immersi nell’acqua cristallina, di un azzurro incantevole. I capelli corti, perfettamente in ordine, erano scuri. Aveva il pizzetto ben curato, e un sorriso beffardo sulle labbra sottili. La giacchetta di pelle brillava sotto il riflesso della luna piena, e le sue mani erano nascoste dentro le tasche. Fece un passo avanti.
" Lydia Martin… Ma che sorpresa! " Esclamò, fingendosi colpito grazie ad un sorriso d’attore. La ragazza colse l’abbondante sarcasmo nel tono della sua voce.
" Ho da fare. Che cosa vuoi da me, Peter? " Rispose, seccata. Cercò di nascondere la leggera paura, che aveva catturato il suo cuore alla vista del licantropo. Ormai, ogni volta che Peter le parlava, era un’abitudine per lei chiedere che cosa volesse: da quando lo conosceva, aveva capito che il suo passatempo preferito era usare le persone per indurle a fare ciò che desiderava.
" Come al solito, mi sorprendo della tua grande gentilezza… Ma, ora non importa. " Peter sbuffò, e una nuvoletta bianca colorò il buio dell’atmosfera.
" Sono appena uscita da quel posto infernale, dopo aver parlato svariate volte con Meredith, a causa tua tra l’altro, sono quasi le undici, devo raggiungere gli altri e sono stanca morta! E tu, con quella faccia tosta, ti permetti di presentarti qui come se non fosse capitato nulla. " sbottò con aria indignata. Gli occhi verdi della banshee erano accesi dalla rabbia. A Peter sfuggì una piccola risata, che cercò di nascondere, inutilmente.
" Mi piace quando perdi la testa, ti arrabbi e diventi rossa, è uno spettacolo insolitamente divertente, sai Lyds? "
Borbottò, portandosi una mano alla bocca. La ragazza lo guardò di traverso, fulminandolo con uno sguardo.
" Beh, a me non piace! E non chiamarmi Lyds, per l’amor del cielo! " sbottò, arrabbiandosi, se possibile, ancor più di prima. L’uomo cessò di ridere, e la guardò con occhi che esprimevano ben altro che divertimento: qualcosa che suonava quasi come una dissonanza, sul viso di un mostro.  

" Mi piace il tuo nome. " sussurrò, avvicinandosi ancor più alla banshee. Lydia si irrigidì, mentre una strana angoscia saliva su per le sue vene, incandescente. Ora poteva sentire un sottile ed aspro odore di alcool.
" Peter, per caso hai bevuto? " Disse, sconcertata.
" No, solo qualche birra dal locale qui difronte. Quello che dico è vero, non sono parole di un ubriaco." L’uomo sorrise, notando la sorpresa che predominava lo sguardo della ragazza.

" Beh, dopo aver scoperto di essere il colpevole di una serie interminabile di omicidi, mi sembra il minimo che tu abbia potuto fare." sbottò, cercando di deviare il discorso che Peter era intenzionato a continuare.
L’uomo sorrise lievemente. " Non è tanto quello che mi preoccupa…"
" Ah beh, certo. Erano soltanto degli innocenti. " Lo interruppe la ragazza, aggrottando le sopracciglia.
"…Ma ciò che mi incuriosisce, è il modo in cui hai detto allo sceriffo di lasciarmi andare. " Terminò la frase, non badando alle sue parole, facendo un altro passo. Erano uno difronte all’altro, a dividerli c’era soltanto una barriera di luce argentata proveniente dalla luna.
Lydia sussultò lievemente. Era vero, ciò che diceva. Aveva avuto paura, paura che lo sceriffo gli sparasse. Ma che cosa mai poteva impedirle di odiare quell’uomo? Cosa mai poteva spingerla a preoccuparsi per la sua vita? Non lo sapeva ancora, ma lo avrebbe di certo scoperto a breve.
" Beh, io non la trovo una cosa particolarmente significativa. " Mentì.
" Prova a dirlo al tuo cuore. Batte più forte. " Peter sorrise con l’accenno di una soddisfatta vittoria.         
" Volevo ringraziarti, per quello che hai fatto per me. Io volevo solo… Solo dirti grazie, Lydia. "

"volevo solo dirti grazie.’’
L’interesse della ragazza si rivolse a quelle parole.
Era la prima volta, che Lydia, sentiva Peter rivolgerle dei ringraziamenti. Era strano, insolito, sentire la sua voce mormorare un semplice ‘grazie’. Addirittura così strano, che le induceva timore, e che la spinse a deviare, ancora una volta, le sue parole.
" Non credo che comunque lo sceriffo ti volesse seriamente sparare. " Cercò di sfuggire dai suoi occhi.
Non ci riuscì. Una parte di lei voleva guardarli, rivoltarli, scoprire i segreti che custodivano. I segreti di un mostro, di una bestia.
Ma colorati di sfumature di umanità. Dopo tutto, Peter aveva avuto sempre una ragione per spingersi a compiere omicidi: perché avrebbe dovuto scusarsi, se colui che lo aveva reso così, non si era mai scusato?

Ma soprattutto, chi mai avrebbe voluto esplorare il passato di un mostro? Se lo domandava continuamente, ed era arrivata perfino al punto di chiedersi che cos’avesse di diverso da tutti gli altri. Di chiedersi, come mai tutti lo temevano e lo allontanavano, quando lei in realtà non faceva altro che avere paura per lui, ma non di lui, e non faceva altro che avvicinarlo.
Peter distolse lo sguardo, come se all’improvviso, la cattiveria contenuta nel suo sguardo non fosse più in grado di sostenere la luminosità della purezza degli occhi della Banshee. Lo accecava. Lo rendeva debole.

E lui era alla ricerca costante di potere, affamato di esso tant’è che ci aveva perso la testa pur di trovarlo. Ma non era solo il potere, ciò che lo aveva fatto andare fuori di testa. Ma c’era un’altra bella ragione, una ragione che portava una borsetta firmata e occhi color smeraldo, gli unici che erano riusciti a devastare il suo cuore apparentemente senza battito. Una ragione che riconosceva dal rumore incessante di un paio di tacchi a spillo, della femminilità di due labbra dipinte di rosso, e dalla morbidezza di una chioma di capelli biondo fragola.

" Sai, mi sembrava molto determinato, lo sceriffo. Non credo di stargli molto simpatico, tu che dici? " Abbozzò un sorriso. Un sorriso che come al solito, sotto la luce della luna, pareva disumano ed incerto. Riguardò i suoi occhi, come se le tenebre, che lo avvolgevano come un fuoco incessante, si fossero all’improvviso innamorate della luce del sole, della trasparenza dell’acqua. Si avvicinò ancora di più, mentre la ragazza cercava disperatamente un modo per vincere la discussione.
" Comunque sia, ti ho difeso, questo è vero. Ma non mi sono preoccupata per te. Smettila di confondere le mie idee. "
" Sono stato molto attento al battito del tuo cuore. Ed era un battito sincero, di ansia e paura, mia cara. E ora, se permetti, lascia che ti schiarisca un po’ le idee. "
L’uomo coprì definitivamente la distanza che separava i due, strappandola con un bacio. Un bacio in cui, l’oscurità danzava tra i raggi del sole, elevandosi al cielo notturno simile a polvere. La ragazza ebbe un brivido, quando sentì le mani fredde del licantropo viaggiare sulla sua schiena, per poi posarsi sui suoi fragili fianchi. Si era stupita, quando si era trovata a rispondere a quel bacio velenoso, maledetto: uno di quei baci che portano a fare pazzie, che ti stordiscono, che ti intimano un cambiamento radicale. Si era anche stupita, quando quelle mani, macchiate di sangue e di colpa, l’avevano sfiorata con leggerezza e attenzione, raddolcite da quella pelle candida, come se avessero il timore di farle del male.
Così, sotto lo sfavillio leggero delle stelle, circondate dalla polvere abbagliante della luna, ombra e luce si unirono per la prima volta, fondendosi in un abbraccio invidiato dal cielo.

 

Ehi!
Ringrazio tutti quelli che hanno letto la mia storia :3
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate! ♥

 
   
 
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