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Autore: rossella0806    12/06/2016    2 recensioni
Il commissario Alessandro Terenzi è ormai alla sua terza indagine letteraria: un lunedì mattina di inizio novembre, viene ritrovato cadavere il noto imprenditore delle ceramiche torinesi Giorgio Appiani Uzia, ucciso nell'ufficio della sua fabbrica e, così, per il poliziotto, si apre un nuovo rompicapo da risolvere il prima possibile.
Ghirodelli, il fedele collega ed ispettore, sarà sempre al suo fianco, così come Ginevra, la simpatica ed impicciona archeologa ormai diventata la fidanzata ufficiale del commissario, la cui unica compagnia, fino ad allora, era stata Miss Marple, la tartaruga di terra.
Tra malanni di stagione, ex mogli, segretarie eccentriche, vecchiette diffidenti e figli ambigui, accompagneremo Terenzi in questa nuova avventura dai risvolti, man mano, sempre più oscuri.
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sabato 22 novembre, ore 18.30

Terenzi era appena uscito dalla questura, dove si era tenuta la conferenza stampa a conclusione del caso sull'omicidio Appiani e, di conseguenza, su quello della banda di strozzini che imperversava in città.
Aveva sopportato stoicamente quelle due ore che lo avevano visto protagonista indiscusso sul ring dei botta e risposta dei giornalisti, il fedele Ghirodelli di fianco a lui.
Il commissario aveva insistito perchè ci fosse anche il resto della squadra che aveva partecipato all'esito favorevole delle indagini: il vice ispettore Rossi, il brigadiere Di Biase, le agenti Finotti e Maffei.
Dalle strette finestre sigillate dell'Aula Magna, in quei rarissimi momenti di tregua, Terenzi ne aveva approfittato per scrutare le grosse e pesanti gocce di pioggia sbattere insistentemente sulle vetrate.
A volte, l'attenzione calava, a causa delle monotone e insistenti domande dei vari rappresentanti della carta stampata, e il poliziotto faceva quasi fatica a concentrarsi nuovamente, complice l'amarezza che quel caso gli aveva lasciato.
Dottor Terenzi, la signora Camoletti otterrà gli arresti domiciliari? Vice questore, quali saranno i reati che le contesterete? Omissione di soccorso? Aggressione?
Mi scusi, ma come vi spiegate la massiccia dose di Lexotan emersa dalle analisi tossicologiche? Quindi una cura per gli attacchi d'ansia di cui soffriva la vittima? Interessante ...
Commissario, rimpatrierete Svetlana? E che cosa ne pensa della versione fornita dalla ragazza? Crede sia attendibile?
Ah, dottore, come si è difeso Gianni Moretti dalle accuse della sua giovane amante?
Ancora una domanda, vice questore, gli eredi dell'imprenditore accetteranno di reggere le redini dell'azienda paterna oppure lasceranno in favore di Carlo Della Robbia?

Terenzi e Ghirodelli risposero con puntigliosità e il più cordialmente possibile: il ritrovamento del ciondolo sulla scena del delitto non era stato reso noto, un modo per tutelare la vedova, che già era stata presa sufficientemente di mira dall'ex marito, così come avevano deciso di non divulgare la notizia della sparizione del cestino nell'ufficio della vittima, quel misterioso contenitore custode dei segreti più reconditi di Appiani.
Dopotutto, Clelia Camoletti era apparsa sincera riguardo la spiegazione che aveva fornito due giorni prima, ovvero sulla certezza che la bizzarra cassaforte dell'assassinato era sparita già da settimane, insieme ai documenti che essa custodiva mediante l'inchiostro simpatico.
L'unica soddisfazione in tutta questa storia, si ritrovò a riflettere Terenzi, è che non mi ero sbagliato nè su Della Robbia e nemmeno su Agnese Rampi.
La donna, infatti, si trovava ancora ricoverata in Pneumologia, per colpa di una complicata bronchite: quell'arpia senza cuore della madre non gli aveva mentito.
All'uscita dalla questura, il poliziotto scrollò le spalle avvolte nel pesante cappotto marrone foderato all'interno e infilò le mani nelle tasche.
Scrutò con malfidenza l'immenso e nerastro cielo sopra di lui, alla ricerca di un minimo segnale che lo avvisasse delle condizioni metereologiche che, prima o poi, si augurava sarebbero migliorate.
Aprì l'ombrello di un rosso tenue, in modo da ripararsi per quei pochi metri che lo dividevano dalla Panda.
Salutò con una pacca su una spalla l'ispettore, ripromettendosi mentalmente che lo avrebbe nuovamente segnalato per una promozione, accomiatandosi con un cenno del capo dal resto della squadra, pronta a disperdersi.
Poi, finalmente, il collo teso e lo stomaco in subbuglio, salì in macchina: accese il motore e sfrecciò fino a casa, in attesa della serata che lo avrebbe aspettato.
 

Ginevra e Terenzi avevano appena concluso una piacevole e divertente serata in compagnia di Anna, l'amica della giovane archeologa, convinta di aver personalmente risolto il caso su cui il commissario stava indagando da mesi e mesi.
Era quasi mezzanotte ed entrambi i piccioncini sbadigliavano che era una meraviglia.
-Per fortuna che domani è domenica e non devo andare al museo ad allestire quella strabenedetta mostra!! Non vedo l'ora che arrivi la prossima settimana, così tutto questo finirà!-
La fuoriserie dell'uomo stava sfrecciando a gran velocità verso il parco del Valentino, nei pressi del quale abitava la fidanzata.
La pioggia cadeva in gocce timide e assotigliate, quasi invisibili: il commissario azionò il tergicristalli al minimo livello, solamente per fare qualcosa.
Era, infatti, piuttosto nervoso: Morfeo stava facendo di tutto per indurlo a desistere, premendo con forza sulle sue palpebre, però non poteva e non voleva cedere.
Accostò con uno stridore di gomme al primo marciapiede libero, facendo sobbalzare Ginevra.
-Ale, ma che ti prende?! Eppure non hai bevuto quasi nulla! Io, invece, ho gradito parecchio quel Moscato che Anna ha aperto con il dolce: era squisito, fresco e pieno di bollicine ... - ricordò sorridendo furbescamente.
Lui deglutì con una punta di imbarazzo, sperando che la ragazza fosse abbastanza sobria da capire quello che le stava per dire.
-Gin, ascolta, devo parlarti-
-Oh no, ti prego, a quest'ora no!-
L'archeologa sottolineò il suo disappunto brandendo un indice a mo' di rimprovero: contemporaneamente, come se non bastasse, cominciò a singhiozzare e a ridere, due tipici segnali che testimoniavano il suo essere irrimediabilmente brilla.
Per farla capitolare, infatti, le bastava mezzo bicchiere in più di un alcolico assolutamente innocuo per il resto del mondo.
-E' una cosa seria, credimi. E' da giorni che ci penso: adesso che ho trovato il coraggio, non puoi fare così!-
La ragazza sbuffò contrariata e fece una faccia ridicola, allo scopo di trattenere il fiato e farsi passare quel fastidiosissimo singhiozzo che la stava sconquassando.
Quando terminò con quella difficile operazione di concetto, annuì soddisfatta, acconsentendo a dar udienza al malcapitato fidanzato.
-E va bene, ti ascolto ... ma ho sonno, almeno saliamo in casa-
Era già pronta con la mano sulla portiera, quando Terenzi la bloccò.
-E' meglio se lo faccio qui ... -
Ginevra strabuzzò gli occhi e sbatté le palpebre un paio di volte: c'era qualcosa che non riusciva a capire in tutto quel discorso assurdo, qualcosa che la sua testolina annebbiata dai bicchieri di vino le impediva di afferrare al volo.
Poi, ecco che la lampadina di Archimede si accese, e la sua espressione di smarrimento si tinse di orrore.
-Non vorrai mica lasciarmi, vero?!-
-Ma no, che stai dicendo?!-
Il commissario scosse divertito il capo, smentendo all'istante l'assurdità che aveva appena sentito.
La tranquillizzò con un bacio ed una carezza su una guancia, quindi prese fiato e cominciò un monologo che, sperava ardentemente, non assomigliasse ad uno sproloquio.
-Noi stiamo insieme da un anno e mezzo, giusto? Ecco, sono convinto che due persone come noi, che arrivano a questo punto, in questo momento, devono darsi del tempo per riflettere sul proprio futuro e decidere quale strada intraprendere. Sai, con il lavoro che faccio è importante sapersi organizzare, capire le priorità, comprendere cosa è bene e cosa è male ... mi stai seguendo fino a qui?-
Lei aprì la bocca come a voler dire qualcosa, ma la richiuse quasi subito, dubbiosa sul da farsi.
-Sai, Ale, ho paura che ti sia risalita la febbre. Forse è meglio se passi la notte da me: conciato così, non vorrei che non arrivassi a casa ... -
-Oh ma insomma, Gin! Mi vuoi sposare, sì o no?!-
Ringraziando mentalmente che la luce dei lampioni e quella sbiadita lunare impedissero di mostrare il rossore imporporargli le guance, Terenzi attese, le palpitazioni a mille, una risposta possibilmente affermativa, si disse, a rischio che le sue coronarie scoppiassero da un momento all'altro.
-Tu mi vuoi sposare? Oh mio Dio, Ale, credo di sì, cioè, non lo so, ma sì, sì, lo voglio, ti voglio sposare, certo che lo voglio!-
La ragazza si dimenticò di tutta la stanchezza che aveva avvertito solamente un attimo prima, e si tuffò tra le braccia dell'amato, stampandogli baci e bacetti su bocca e viso.
Bene, se sapevo che era così semplice, non avrei aspettato fino adesso, e mi sarei risparmiato il mal di stomaco che da stamattina mi sta tenendo compagnia!
Terenzi ricambiò entusiasta la dimostrazione d'affetto dell'archeologa e, insieme, uscirono
dalla Panda, ridendo e abbracciandosi come una moderna statua del Laocoonte: aprirono il portone dello stabile in cui abitava Ginevra, salendo ubriachi d'amore e di gioia le scale, i tacchi di lei che rimbombavano sui gradini.


THE END

FINE

(ALMENO PER IL MOMENTO!!)


NOTA DELL'AUTRICE:


Ciao a tutti, carissimi lettori!
Eccoci arrivati alla fine di questa terza indagine letteraria di Terenzi: cosa ne pensate? Vi è piaciuta la storia? Critiche, riflessioni, pezzi che avreste cambiato? Il coronamento del sogno d'amore tra il commissario e Ginevra è di vostro gradimento?
Insomma, fatemi sapere tutto quello che vi passa per la testa!
Sono curiosissima!
Ringrazio di cuore, di pancia e di mente i miei recensori amatissimi per avermi accompagnata anche in questa avventura!!!
Un grande abbraccio!
A presto!

   
 
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