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Autore: kikka_67    13/06/2016    1 recensioni
Sono dotata di una fervida fantasia e quando inizio mi distacco difficilmente dai miei fantastici viaggi mentali. Dunque lui è vicino a me, bellissimo e sorridente. Ma forse per colpa della luce o degli abiti “normali” che indossa mi sembra diverso, già che stupida, Loki non indossa mai jeans e maglietta aderenti e giubbotto in pelle nera, non sorride così spesso e non ha gli occhi azzurri.
Questo Apollo, è quell’umano che infesta con la sua faccia, anzi con tutto il suo corpo, tutti i giornali e i social network più frequentati dai media, compresa la presente, e devo dire che nell’ultimo anno, l’umano si è dato da fare in palestra e molto poco dignitosamente, secondo me, mostra i risultati delle sue fatiche a chiunque si compiace di ammirarlo, che narciso! Disdicevole Mister Hiddles, disdicevole! Ma….. Visto che sono un’anima buona, anche se non è Loki, il suo alter ego terrestre è ben accetto…. nel mio sogno ad occhi aperti!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Medium è una parola latina che significa mezzo, tramite. Tale termine indica quelle persone o quegli individui che, grazie a caratteristiche del tutto particolari, riescono a far da tramite alle comunicazioni degli spiriti. Tale figura nella seduta spiritica è indispensabile sia per la produzione dei fenomeni spiritici sia come mezzo di unione fra le entità e partecipanti.
 
 Ecco, la mia più cara amica è una Medium, vero nome Frances, chiamata da tutti Fanny, in onore della Fenice del prof. Silente, preside di Hogwarts, avete mai letto Harry Potter?  Fanny, vi dicevo, ha deciso di organizzare una seduta medianica per invocare uno “spirito guida” in grado di aiutarci in questa nostra travagliata vita terrena, premetto che io non credo assolutamente che oggi, una qualsiasi entità passata a miglior vita, abbia la voglia e l’occasione di mostrarsi durante la nostra riunione, ma sono stata praticamente costretta a partecipare, come del resto tutti gli altri “invitati”.
 
Tom, vero nome Sebastian, ribattezzato così da me perché con i suoi capelli castano chiaro leggermente mossi, gli occhioni azzurri, celati dietro le lenti dei suoi occhiali, è astigmatico, mi ricorda il mio “amato” Thomas Loki Hiddleston da giovane. Sta guardando divertito, lui è scettico quanto me, la zia di Fanny che molto diligentemente dispone, seguendo probabilmente uno schema ben preciso, i bastoncini di incenso, le sedie intorno al tavolo per gli ospiti ed in mezzo a questo una stupenda tavola ouija lucidissima che riflette la luce soffusa delle candele. Tutto come da copione insomma.
 
Vane, vero nome Vanessa, invece ha paura, è praticamente aggrappata alla sua sedia e sembra sia seduta su delle spine, anche lei non voleva venire, ma alla fine si è fatta convincere, quando Fanny le ha promesso che avrebbe provato ad invocare lo spirito di Shakespeare che lei venera. Da molto tempo, accarezza l’idea di diventare sceneggiatrice, nella sua borsa si trovano sempre un notes e penne di tutti i colori, scrive in continuazione e alcuni dei suoi lavori sono veramente carini, ma se non riesce a superare gli ultimi esami, finirà per diventare una commessa nel negozio di ottica del padre, che tristezza!

Io sono Ely, vero nome Elisabeth, mia madre adora Jane Austen ed in particolare Orgoglio e Pregiudizio, e anche se non incarna le sembianze della tremenda Signora Bennet, è una vera spina nel fianco. Il suo amore materno alcune volte è decisamente indigesto! Mi ha costretta a seguire un corso di recitazione nella speranza che io manifestassi un qualsiasi talento artistico, è così che ho conosciuto Tom e Fanny, che sono attori professionisti, beh lo diventeranno appena trovano una scrittura.  Nel corso a dir la verità ho imparato molte cose interessanti, come propormi alle persone, per esempio, come comunicare i miei stati d’animo attraverso movenze ed atteggiamenti studiati, insomma ho imparato a controllare e a mascherare il mio caratteraccio!  Ma nonostante questo, la dura realtà non è cambiata, non diventerò mai un’attrice, io sono e resterò per sempre una contabile. Nulla di eclatante, lo so, i piacciono i numeri e le quadrature perfette, che ci posso fare?
 
 
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Fanny esce da dietro un pesante tendone camminando piano, è molto concentrata e seria, quasi accigliata. Tom ha le mani alzate ed è pronto ad applaudire per omaggiare il suo maestoso ingresso, ma è bastato uno sguardo della zietta per scoraggiare una simile intenzione. Con pacata solennità la mia amica, dopo essersi seduta in mezzo a noi, sfiora la tavola ouija chiudendo gli occhi.
 
  • Quando si interpella con successo un'entità non si sa mai esattamente con chi si entra in contatto.  Di solito sono spiriti benevoli, ma per evitare influenze malefiche prima di iniziare si consiglia la recita di una preghiera. – mormora la zia compita.
 
 
Come sarebbe a dire, non si sa mai esattamente con chi si entra in contatto??!! E devo pure pregare per precauzione? Iniziamo bene!! Socchiudo una palpebra per dare un’occhiata in giro per la stanza, forse a causa dell’atmosfera tetra e dell’aroma nauseabondo dell’incenso, una sottile ansia mi chiude la gola. Tom invece, sorride beato ad occhi chiusi, come minimo quel maiale sta rimuginando su ciò che ha fatto o gli hanno fatto ieri notte!  Naturalmente non è colpa sua, le ragazze gli si buttano tra le braccia senza che lui muova un dito, magnetismo animale, dice. Mah.
Fanny ci aveva spiegato che i partecipanti alla seduta, riuniti attorno al tavolo, si pongono in silenzio e concentrazione, tentando di stabilire uno stato di tensione mentale ed emotiva che permetta al medium cioè lei, di utilizzare l'energia del gruppo per poter richiamare a sé le forze necessarie ad un "contatto" con l'aldilà.  Il medium, una volta aggiunto il grado di concentrazione necessario, potrà “dare voce” alle entità spirituali che lanciano messaggi di vario genere.
Quindi iniziamo, la porta della stanza dev’essere a chiusura stagna non si ode neanche il ronzio di una mosca, riesco addirittura a sentire i battiti sordi che accompagnano i palpiti del mio cuore.  Al primo scricchiolio Vane sobbalza violentemente ma nessuno le bada, tutti noi stiamo seguendo i movimenti delle dita di Fanny che guidano il puntatore su lettere diverse…. Abbiamo raggiunto un contatto. Aiutoooo.
Velocemente prego l’Altissimo che ci protegga tutti, mentre una strana eccitazione inizia a scorrermi nelle vene, ho paura dell’ignoto, ma sono curiosa. All’inizio le dita della mia amica indicano una serie di lettere che formano delle parole senza senso e le domande che pone a voce bassa non sembrano trovar risposta.
 
 
  • Non c’è abbastanza energia! Concentratevi con tutte le vostre forze. – mormora irritata la zia.
 
 
Va bene, mi concentro, ma su cosa? Vediamo …. Sullo schema di bilancio che devo studiare per domani? NO! Meglio concentrarsi sugli occhi verdi intensamente sensuali di Loki, meraviglia dell’universo! E così la mia fantasia si lancia a briglia sciolta a sguazzare nelle immagini che in tutti questi anni di brava fan ho memorizzato.   Ma quanto sei figo? Visto che sei una mia fantasia, potrei farti fare quello che voglio. Un lento sorriso soddisfatto mi piega le labbra. Potresti abbracciarmi, caro Loki, tanto per cominciare, ed io posso solo immaginare quale meraviglioso profumo potrebbe emanare la tua pelle e che goduria potrebbe essere infilare le mani tra i tuoi capelli lunghi… Oh mamma, all’improvviso mi sembra di sentire una fragranza diversa da quella dolciastra dell’incenso.

 Sono dotata di una fervida fantasia e quando inizio mi distacco difficilmente dai miei fantastici viaggi mentali. Dunque lui è vicino a me, bellissimo e sorridente.  Ma forse per colpa della luce o degli abiti “normali” che indossa mi sembra diverso, già che stupida, Loki non indossa mai jeans e maglietta aderenti e giubbotto in pelle nera, non sorride così spesso e non ha gli occhi azzurri.
Questo Apollo è quell’umano che infesta con la sua faccia, anzi con tutto il suo corpo, tutti i giornali e i social network più frequentati dai media, compresa la presente, e devo dire che nell’ultimo anno l’attore si è dato da fare in palestra e molto poco dignitosamente, secondo me, mostra i risultati delle sue fatiche a chiunque si compiace di ammirarlo, che narciso! Disdicevole Mister Hiddles, disdicevole!  Ma….. Visto che sono un’anima buona, anche se non è Loki, il suo alter ego terrestre è ben accetto…. nel mio sogno ad occhi aperti!
 
 
 
  • Ehi guardate! La sequenza delle lettere, W, I, L, L, I, A, M! L’entità si chiama William! Oh santo cielo! Sono due!! E, L, O, I, S, E… un uomo e una donna. – esclama estasiata Vane.
 
 
 
 Strabuzzo gli occhi stupita e una dolorosissima scarica di pura ansia mi sconvolge l’equilibrio psicofisico, insomma sto per affrontare la più grave crisi isterica della mia vita, non riesco a credere a ciò che ho davanti agli occhi e l’urlo di terrore che non riesco a reprimere, spaventa tutti tranne uno.
 Come ho detto prima, la stanza dove ci troviamo è in penombra e l’odore terribilmente dolciastro dell’incenso, probabilmente, ha degli effetti narcotizzanti sui miei sensi, ecco, perché sicuramente sono vittima di allucinazioni, io non posso credere…. di vedere realmente…. Quello che ho davanti agli occhi,  Loki-Tom Hiddles  in jeans e maglietta, seduto sulla credenza dietro il tavolo che mi saluta con la mano!!  No…Non è possibile! 
 
 
  • Ely cos’hai? – strilla Vane.
  • Ha visto un fantasmaaa… - ridacchia quello scemo di Tom.
  • Non fare l’idiota Seb!! Ely vieni con me! – ordina imperiosa Fanny alzandosi in piedi.
 
 
 
Nessuno osa muoversi mentre vengo trascinata nell’altra stanza.  Dopo aver chiuso la porta la mia amica mi guarda attentamente senza lasciarmi la mano. – Stai tremando, cosa hai visto? –
 
  •  Chi i-io?…. E va bene…Mi è parso di vedere qualcosa muoversi vicino alla porta e…. Mi sono lasciata condizionare da tutta questa cosa, ma non ho visto nulla, ti giuro. – non posso dirle che ho visto un sosia del mio attore preferito! Oltre al fatto che Fanny adora Thor e che il confronto tra il crudele fascino di Loki e i muscoli di Chris Hemsworth è sempre stato uno dei motivi scatenanti delle nostre rare ma vivaci discussioni, ma se le confido la verità, rischio di finire nel reparto psichiatrico dell’ospedale più vicino.
  • Non mentirmi, sento che un’entità è tra noi, ma non vuole parlare con me…. Vuole te. – sentenzia sottovoce.
  • Bene,  perfetto! Ma qualunque cosa sia, puoi dirgli che io ho un impegno urgente e non posso proprio restare! – replico caustica liberando la mano.
  • Non puoi! Ti seguirebbe! Devi restare qui e comunicare! – insiste categorica.
 
 
 
 
 
 
Mia nonna è morta in un incidente d’auto, le ero molto legata, era l’unico punto fermo della mia vita, i miei erano sempre occupati per lavoro, ed è stata lei a crescermi.  Nonostante siano ormai passati tanti anni, il dolore per la sua perdita non si è ancora placato.  Il primo periodo dopo la sua scomparsa è stato molto duro, solo lei,  mi conosceva bene, comprendeva le mie scelte,  mi accettava e rispettava per quello che sono, mi ha insegnato a guardare le cose sempre oltre le apparenze e ad essere leale e sincera con il prossimo, come lei lo era con me. Poco dopo il suo funerale ho ricevuto una lettera dal suo avvocato, mia nonna aveva lasciato in custodia, presso il suo studio, un plico solo per me. Mi chiedeva di non giudicarla senza aver prima conosciuto tutta la verità e soprattutto di non rivelarla a nessuno, finché non l’avessi ritenuto opportuno.  Allegato a quel plico c’era anche un suo scritto dove mi lasciava in eredità la metà della proprietà di Chez Eloise.
 
 
“Mio caro tesoro, se stai leggendo questa lettera, io non sono più con te, fisicamente intendo, perché il mio spirito ti sarà sempre vicino……. mia cara Elisabeth……… ti chiedo di non giudicarmi troppo duramente quando saprai la verità……ti auguro, mio tesoro, di provare almeno una volta nella vita un amore così profondo………Ovunque io sia, ti vorrò bene per sempre. Tua nonna Maggie.”
 
 
In quella lettera ho scoperto una parte della sua vita che aveva nascosto a tutta la sua famiglia. Ogni anno mia nonna si prendeva una settimana di “vacanza”, per staccare la spina diceva e ritrovare se stessa, e nessuno, men che meno i suoi figli avevano mai dubitato che andasse dove diceva di andare, e cioè in una pensioncina sulla costa bretone, dove spesso andava con il nonno prima che morisse. Invece ogni anno raggiungeva un uomo, e per una settimana all’anno vivevano l’amore che condividevano a dispetto delle rispettive famiglie.
Avvolta con cura in mezzo alla lettera c’era anche una foto di una giovane coppia che sorridevano felici, davanti alla Tour Eiffel, tenendosi per mano. Il più grande amore della vita di Maggie si chiamava William, era il primogenito di un’importante famiglia scozzese, alto, occhi azzurrissimi, naso leggermente aquilino e con una selva di capelli leggermente ondulati di un particolare color biondo ramato. Si erano conosciuti durante una gita di qualche giorno a Parigi, probabilmente fu un amore a prima vista, ma che purtroppo non vissero mai appieno.

La famiglia di William non approvava l’insano interesse che lui provava per quella ragazza inglese, la ritenevano un’arrivista senza scrupoli e fecero in modo di separare i due innamorati. A distanza di decenni Maggie e William, si ritrovarono per caso in Bretagna, e l’amore che provavano uno per l’altra fu più forte di qualsiasi convenzione sociale e morale. Per non sconvolgere la vita dei propri familiari decisero di vedersi una volta all’anno, solo loro due, lontano da tutto e da tutti. Insieme comprarono una casa posta in un angolo remoto della costa bretone, Chez Eloise. In quel luogo, per pochi giorni, potevano ritornare ad essere semplicemente un uomo e una donna che si amavano. Il giorno dell’incidente, Maggie era in macchina con lui, sono morti insieme e oltre a me solo un’altra persona è stata messa al corrente di tutta la verità, uno dei nipoti di Will, l’unico che si chiama come suo nonno.

  Non ho mai avuto il coraggio di andare, di esaudire il suo volere, sapevo in fondo che una parte di me non le perdonava tutti quegli anni di bugie ma d’altra parte io non sono in grado di comprendere le ragioni che l’avevano spinta a tanto, visto che non sono mai stata innamorata.
Non ho mai contattato il co-erede né sono mai stata contattata.  L’avvocato della nonna mi ha riferito che quell’individuo, appena saputa la verità, ha esternato il proprio dolore insultando mia nonna a più riprese e immagino che, come me, anche lui abbia accettato l’eredità solo in nome dell’affetto che provava per suo nonno. Nel testamento c’è un vincolo a dir poco inconsueto, possiamo entrare nella casa solo insieme, ognuno di noi possiede solo la metà della chiave che apre la porta della villa.   Ormai non posso più rimandare, sento che è giusto che io vada in quella casa, tutto ciò che è successo oggi è decisamente un segno del destino.
 
  • Hai ragione Fanny, è ora di parlare. – mormoro piano uscendo da quella casa.
 
 
 
  Ciao, qualsiasi riferimento a persone o a cose realmente accadute è puramente casuale. Cito per nome alcune persone che, ahimè, non conosco e il racconto segue la mia fantasia irrequieta. Spero di ritrovarvi all'ultimo capitolo. A presto. Kikka.
  
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