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Autore: Bab1974    13/06/2016    2 recensioni
Serie di storie slash ispirate alle fiabe, partecipanti al contest di sango_79 '[Contest fiume] A mille ce n'è... di slash da narrar! (Originali e multifandom - Slash e yaoi)'
1- Il principe ranocchio Storia ispirata dalla favola Il principe ranocchio, ne stravolge il finale facendola diventare una favola slash. Il ranocchio Padon, dopo un anno di permanenza a palazzo, riesce a farsi baciare dalla principessa, ma non torna uomo. All'inizio sembra che non ci sia soluzione, ma ne trova una il fratello minore di lei.
2- Nome in codice: Cappuccetto Rosso (prossimamente)
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il finto fidanzato

 

La strada era sgombra in quel giorno festivo e tutto andava secondo i piani. Luigi aveva scelto apposta quel luogo, che fra settimana era stracolmo di operai che andavano al lavoro e ora sembrava una succursale di qualche zona desertica. Meno testimoni lo vedevano e meno ne avrebbe dovuto uccidere. Sembrava che dovesse fare qualcosa di illegale e, anche se così non era, era in procinto procurarsi qualcosa per rendere più piacevole una giornata in famiglia: un finto fidanzato, di cui aveva tanto parlato alla mamma, per non farla preoccupare o tentare di cercarglielo lei e di cui tutti i parenti volevano fare conoscenza. Perché non gli era capitata una famiglia normalmente razzista che fingeva che il figlio fosse inabile alle relazioni, piuttosto che ammettere che era gay?

Arrivò l'ora in cui sarebbe dovuto arrivare e passarono altri dieci minuti prima che vedesse una macchina. Per fortuna era proprio lui, lo aveva riconosciuto dalla foto mandata dall'agenzia di escort a cui si era rivolto per quell'occasione. Era un bel ragazzo moro, capelli corti, vestito con un completo scuro e cravatta: un vestito elegante, come aveva chiesto esplicitamente. Doveva ammettere che avevano fatto un buon lavoro, si sarebbe rivolto a loro anche in futuro, se ne avesse avuto bisogno. Lui si chiamava Francesco, ma per l'occasione avrebbe dovuto chiamarsi Oscar.

“Sei in orribile ritardo.” lo apostrofò Luigi, dopo le presentazioni ufficiali. Lui, al contrario aveva preferito un completo grigio con camicia nera, senza cravatta. più sportivo, più pratico, il suo genere.

“Non è esatto, sono in adorabile ritardo.” puntualizzò Francesco con un sorriso complice. Poi, prese un fiore da una pianta lì vicino e gliela appuntò sulle giacca “Da un po' di colore.”

“Hai meno tempo per studiare la tua parte.” e gli porse alcuni fogli in cui aveva scritto ogni castroneria che si era inventata sul suo fantomatico fidanzato “Hai il tragitto per la rimpatriata per imparare tutto e distruggerlo. Cerca di non sbagliare, mia madre è peggio di un segugio, quando si tratta di balle e io devo superarla, se voglio che mi creda e che non mi rompa troppo le scatole.”

Francesco cominciò a concentrarsi su quello che era scritto in quei fogli e si interruppe solo per una piccola informazione.

“Se i tuoi genitori sono di mentalità così aperta, perché non gli presenti il tuo vero fidanzato?” chiese.

“Perché io non ho un fidanzato, ma mia madre, anche se è molto aperta, crede ancora nella famiglia e ora che i gay si possono sposare temo che mi chiederà se voglio fare il gran passo.”

“Questo è un po' troppo per me. Mi è capitato di avere dei rapporti con dei clienti che mi piacevano particolarmente, ma il matrimonio è troppo impegnativo.”

Risero entrambi e Francesco continuò la lettura.

“Non ti preoccupare.” lo rassicurò Luigi “Lo è anche per me. Prima che arrivi quel momento, manderò al diavolo anche mia madre, anche se ne dovrò subire le conseguenze.

 

 

 

Francesco si sarebbe chiesto in eterno perché Luigi aveva una tale paura della madre, se non l'avesse conosciuta. Connie, come voleva essere chiamata, era petulante, invadente, insomma una grandissima rompiscatole, di quelle cosmiche. Nel giro di un'ora gli aveva fatto almeno duecento domande la metà delle quali ripetute, come se volesse vedere se metteva un piede in fallo. Se la cavò piuttosto bene, anche se non poteva più ripassare, dopo che Luigi si era fermato in un angolo a bruciare tutto.

Durante il pranzo sembrò che tutti fossero più rilassati e la marea di domande s'interruppe.

“Ora capisco perché eri così ansioso... e perché paghi tanto per questa buffonata.” sussurrò Francesco, avvicinandosi a un palmo di naso da lui.

L'atto provocò una serie di “Bacio, bacio” da parte dei parenti, neanche fossero al loro matrimonio.

“Credi di poter fare uno sforzo?” chiese Luigi.

“Perché no?” ribatté l'altro.

Si avvicinarono e le loro labbra si sfiorarono, per perdersi l'un l'altra sempre più profondamente. All'improvviso Luigi dimenticò i parenti e non sentì più né le loro risa, né le loro imprecazioni. Si separarono quando un cameriere appoggiò davanti a loro un piatto di minestre.

Luigi sorrise, non ricordava di essersi sentito mai così in passato e si chiese se fosse stato disponibile per il dopo festa e per il resto della sua vita.

Beh, aveva tanto tempo per chiedere, solo che sarebbe stata dura spiegare a sua madre perché Oscar era diventato Francesco e faceva cose diverse da quelle che aveva scritto. Almeno sarebbe stato divertente vedere la sua faccia quando le avrebbe rivelato che l'aveva presa per il naso per anni e che lei c'era cascata con tutte le scarpe. Queste sono le soddisfazioni della vita, pensò, ridendo e stringendo la mano a Oscar, ops Francesco.

 

 

 

  
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