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Autore: Ashley More    13/06/2016    3 recensioni
Hermione ha deciso di fare la 'tuttologa': vuole aiutare le persone grazie alle sue conoscenze, ma il suo primo cliente e il suo primo incarico non sono esattamente quello che si sarebbe aspettata!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non facciamone un...Dramione.

 

Prima parte:

 
 

Hermione Granger sbuffò piano, cercando di dare una forma ai suoi capelli crespi resi ancora più agitati del solito dall’umidità schiacciante.
“Santo cielo, dei Cormorani potrebbero costruirci un nido sui miei capelli!” si infuriò, lottò, si indignò e poi si arrese: era così da ventidue anni o poco via, da che aveva memoria i suoi capelli non erano mai stati in ordine.
Si, c’era stata quella volta al Ballo del Ceppo: capelli perfetti, denti perfetti, abito perfetto, cavaliere quasi perfetto.
Era stato il suo giorno di gloria, poco da fare. Quasi come quando aveva infilato una serie impressionante di ‘Eccezionale’ agli esami. Quasi.
Si, perché per lei lo studio, i libri e tutto ciò che per gli altri era noioso o soporifero era interessante e le dava soddisfazione.
Quell’appagamento che uno stupido specchio non le aveva mai restituito dopo essercisi riflessa.
Ci teneva al proprio aspetto, come ogni ragazza della Terra, ma dopo un po’ che lottava con creme, trucchi, balsami e pozioni ‘aggiustatutto’ si stancava e lasciava che la natura prendesse il sopravvento.
Ecco, c’erano: “Fleur la strafiga”, “Ginny l’ideale”, “Angelina la tipacciona” e poi c’era lei: “Hermione la naturalista”, quella che non lottava contro Madre Natura e si adeguava al DNA.
Dopo la fine della guerra tutti si erano aspettati che entrasse al Ministero e facesse una folgorante carriera e lei, sorprendendo tutti (e godendoci un pochetto), aveva deciso di impiegare diversamente le sue conoscenze e la propria abilità: era diventata una tuttologa:
“Hermione Granger la naturalista e tuttologa”.
Ok, la dicitura non era quella, per inciso si faceva chiamare “Consulente” che poi era un parolone per dire che aiutava la gente a trovare soluzioni ai loro problemi.
Aveva aperto il suo piccolo ufficio a Diagon Alley, ignorando il mento srotolato fino alle ginocchia di Harry e Ronald, lo scetticismo di Molly e di tutti gli altri e accettando di buon grado il “batti cinque” di incoraggiamento della sua amica Ginevra: l’unica che avesse compreso e approvato davvero.
Ed ora eccola qui, combattiva e pronta: l’ufficio era accogliente, i suoi attestati erano appesi al muro e lei era...beh, era Hermione.
Gettò un ultimo sguardo allo specchio del bagno e capì che non avrebbe attirato clienti per il suo bell’aspetto ma, del resto, a chi importava?
Lei voleva solo mettere in pratica tutto quello per cui aveva studiato e tutte le sue infinite conoscenze.
E aiutare il prossimo, senza diventare una crocerossina; ah, voleva anche guadagnare, ovvio. Ma desiderava davvero aiutare le persone in difficoltà, chiunque esse fossero: non aveva pregiudizi lei! Era pronta ad aiutare chiunque!
Il campanello sopra la porta d’ingresso tintinnò e Hermione assunse un’aria molto professionale: stava per accogliere il suo primo cliente.
Si schiarì la voce, respirò piano e...la sua maschera da consulente si infranse in un secondo.
-Maccheccavolo, Malfoy!- urlò in un modo che di professionale aveva ben poco.
Draco Malfoy non poteva essere il suo primo cliente ergo: era passato di la per romperle le scatole e prenderla in giro, non c’erano dubbi.
Lui non era cambiato molto dall’ultima volta che si erano visti: era mediamente alto, vestito elegante, viso aguzzo, occhi chiarissimi e quasi pallidi.
Insomma, un perfetto purosangue fintamente altero e pienamente slavatino.
Ah si, una cosa di diversa ce l’aveva: indossava uno stupido cappello da Lord che gli regalava dieci anni in più; sembrava un bambino che si era travestito da adulto.
Lui la fissò con aria torva e aspettò che lei si ricomponesse.
- Granger, sei sempre una signora a quanto vedo!- l’apostrofò con la sua voce talmente strascicata che sembrava la marcia di un esercito di lumache.
Hermione contò fino a dieci e, per perderci più tempo, contò in gaelico antico.
- Ok, ti chiedo scusa.- la bocca era arsa da quanto le bruciava pronunciare quelle parole. - Benvenuto, in cosa posso aiutarti?- unì la punta delle dita e attese, dondolando le gambe accavallate.
Le gambe erano il suo punto di forza, in effetti, e Draco le fissò qualche secondo sovrappensiero.
Ecco, non era lo sguardo ammaliato che ci si sarebbe potuto aspettare da un uomo ammirato, gliele fissava come un botanico osserva un paio di sedani rapa ma vabbè...smise di dondolare le gambe e si schiarì di nuovo la voce per richiamare la sua attenzione.
- Tu risolvi tutti i problemi, Granger?- la voce era scettica eppure...conteneva un pizzico di speranza. O no?
- Ehm...ovvio, altrimenti non sarebbe scritto sull’insegna, non pensi?- lo osservò più guardinga: il ragazzo aveva un’aria strana e leggermente alienata; Hermione si assicurò di avere la sua bacchetta a portata di mano.
- Allora vediamo se sai risolvere il mio di problema ma…- si bloccò e la fissò con i suoi occhi pallidi - Sei obbligata a mantenere il segreto, vero? Esiste una specie di segreto professionale?-
Hermione si agitò leggermente, cominciando a preoccuparsi sul serio: era forse impazzito? Alla fine il cervello gli era andato effettivamente in pappa? Era una Candid Camera? Mah, considerato il senso dell’umorismo degno di un anacardo che di solito i Malfoy, o i purosangue in generale, possedevano era da escludersi.
- Ma certo, non posso rivelare ad alcuno ciò che un cliente mi confida.- gli assicurò e, a questo punto, moriva dalla curiosità e anche dall’ansia, inutile negarlo.
Quando lui andò a chiudere la porta e tirò giù le veneziane, per impedire che dalla strada si notasse qualcosa, l’ansia e la curiosità battevano la paura dieci a zero.
“Oddio...Oh Merlino, non sarà mica qualcosa di...sessuale??” e l’idea che Draco si calasse i pantaloni e le mostrasse qualcosa di...beh, qualsiasi cosa, l’atterrì.
- Senti Granger, è difficile per me almeno quanto lo sarà per te ma, per una volta, dimostrami che sei meglio dello Sfregiato e di Lenticchia…- aveva un’aria contrita e lievemente disperata ma riuscì a darsi un contegno, più di lei poco ma sicuro, che si ritrovò a fissarlo con gli occhi sgranati proprio malgrado.
- Santo Salazar, Granger! Non fissarmi con l’occhio pallato di un piccione sulle rotaie dell’Espresso di Hogwarts!-
- Ops, scusa...vai, spara...cioè parla, insomma spiegami qualcosa!- a questo punto chi se ne fregava della professionalità, era completamente in ambasce e voleva capire.
- Tra quattro settimane mi sposo. - la voce di Draco non trasudava esattamente gioia prematrimoniale - E Astoria, la mia futura moglie, desidera che tutto sia perfetto e…-
- Malfoy! Non vorrai consigli per la prima notte??!- appariva più sconvolta di quando la cara zia Bellatrix aveva deciso allegramente di torturarla.
Lui chiuse un attimo gli occhi, combattuto tra la voglia di lanciarle una Fattura Orcovolante o strapparle quella lingua grifonica in modo squisitamente sadico e molto serpeverdesco...se così si poteva dire.
- Granger...spero di essere io la causa della tua agitazione, mi dicevano tu fossi una donna intelligente ma ora vedo solo un’oca isterica. Ho speranza che tu mi faccia finire un discorso?-
Essere rimessa al proprio posto da Draco Malfoy aveva un suo peso per Hermione Granger: diamine, allora lui non era un idiota globale come aveva sempre ritenuto.
- Ok, ti chiedo nuovamente scusa.- lo guardò e considerò che, a ventidue anni, poteva anche sopportare discorsi di tutti i tipi: genitali purosangue compresi.
- Bene…- lui serrò la labbra e proseguì - Dicevo, la mia fidanzata ci tiene a che quel giorno sia perfetto. Specialmente le foto, perché ama l’idea di avere dei ricordi ineccepibili. Solo che, negli ultimi mesi...è successo qualcosa che nessuno aveva previsto…- e, con un ultimo sospiro, si tolse in fretta il cappello e mise in mostra una stupenda e lucida pelata.
Beh, se si fosse messo a sventolarle il suo gingillo davanti agli occhi non avrebbe potuto sorprenderla di più e anche sconvolgerla, a dirla tutta.
Draco Malfoy aveva perso i capelli.
Un piccolo verso acuto sfuggì dalle labbra sigillate di Hermione.
Lui la fissò torvo e anche un pochino rassegnato.
- Puoi anche ridere, se ti fa stare bene, ma quello che mi devi dire è se puoi aiutarmi a farli ricrescere.- il tono era rigido e la ragazza comprese quanto gli fosse costato interpellarla per quel particolare problema.
Si passò una mano davanti alla bocca che mimetizzare la gran voglia che aveva di scoppiare a ridere sguaiatamente.
- O-ok.- deglutì - Se io avessi una cura per la calvizie o l’alopecia sarei proprietaria della Gringott, di Diagon Alley e anche del Ministero, Malfoy.-
Lui sembrò afflosciarsi per la delusione e Hermione perse la voglia di ridere: il suo primo incarico era un fiasco e il suo primo cliente stava per andarsene insoddisfatto.
“Eh, no!” si disse con una nuova energia combattiva “Hai messo su questo ufficio per cosa? Per fallire?”
- Aspetta, ho detto che non ho una cura...non ancora...e, in realtà, è un problema sul quale non mi sono mai soffermata. Non posso garantirti risultati ma, se vuoi, possiamo lavorarci su.-
Lui le rivolse quasi un sorriso e lei cercò di non fissargli il cranio lucente.
- Per prima cosa mettiamoci d’accordo su quando vederci: che ne dici di cominciare domani pomeriggio? Io intanto mi documenterò.-
- D’accordo, per le sei e non prima, così sarò libero e nessuno sospetterà nulla.-
- Ehi!Il mio orario sarebbe fino alle cinque! E poi non facciamo mica nulla di male!-
- Certo, facciamo pubblicità a questa cosa! Immagino che correrai a dirlo al duo Pottericchia non appena me ne andrò da qui, vero? Pensi di invitarli alla prima seduta?- era davvero arrabbiato.
Hermione non ci aveva minimamente pensato e si sentì molto offesa.
- Ti ho detto che esiste un segreto professionale!- si passò una mano tra i capelli crespi, che ora erano pure elettrici, e sbuffò forte: quel ragazzo le aveva sempre tolto qualsiasi goccia di pazienza possedesse.
- Ottimo, allora conto sul tuo nauseante senso dell’onore e della disciplina!- concluse Draco con la sua inarrivabile spocchia purosangue.
Hermione strinse gli occhi - Occhio Malfoy, se ti sei rivolto a me significa che sei disperato e che sono la tua ultima spiaggia e io, fossi in te, non sputerei addosso all’unica occasione che hai di essere presentabile!-
- Bene! Adesso che non hai più le zanne la tua lingua biforcuta è ancora più libera di saettare qua e la, vedo!- il tono era lo stesso che avrebbe avuto dieci anni prima: capriccioso e insolente.
- Non ho più le zann...gli incisivi grandi da anni, Malfoy!E domani vedi di essere puntuale!- sibilò, seppur colpita positivamente dal linguaggio piuttosto ricco di lui: non era del tutto un troglodita, alla fine.
Lui si infilò di nuovo in testa il suo ridicolo cappello e, spingendo in alto il mento, la salutò - Granger…-
- Malfoy…- si mise la mani sui fianchi e poi si fissarono cupamente per qualche secondo, infine lui lasciò l’ufficio e lei rilassò le spalle chiedendosi perché mai fosse così sfortunata.
“Saranno le onde negative che mi hanno mandato un po’ tutti per scoraggiarmi in questa attività!”
Ma un senso di ribellione la prese: volevano vederla fallire? Eh no, fallimento non era un vocabolo che facesse parte del suo linguaggio o della sua filosofia.
Inforcò i suoi occhiali da lettura e andò sul retro del suo ufficio, dove teneva tutti i suoi preziosi libri e anche un pc babbano.
La sfida era interessante, lievemente esilarante a dire il vero, ma molto stimolante e lei non si sarebbe tirata indietro: cascasse il Mondo avrebbe trasformato Draco Malfoy in una Veela entro quattro settimane!

   
 
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