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Autore: Robigna88    13/06/2016    1 recensioni
Elijah Mikaelson ha deciso di rimanere a New Orleans per occuparsi di quella che per lui è da sempre una missione: la redenzione di suo fratello Niklaus. E anche perchè presto Klaus avrà una figlia.
Una figlia da quella lupa che lui trova estremamente affascinante e che in qualche modo gli fa venire voglia di aprire il suo cuore come non gli era mai successo prima.
Mai, eccetto una volta.
Quando quella volta torna nella sua vita, questo tuffo nel passato cambia tutto e lo cambia in un modo che lo sconvolgerà nel profondo.
DAL PRIMO CAPITOLO:
-"Ti chiederei che cosa ci fai qui, ad aiutare quel fratello che speri ardentemente di poter cambiare anche se è ovvio che Klaus non vuole essere aiutato, ma conosco già la risposta."
"E quale sarebbe?"
"Smetterai di cercare la sua redenzione solo quando crederai che non sia rimasto nulla da trovare. Giusto?"-
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Ben arrivati al capolinea di questa storia, grazie per il viaggio e grazie per la compagnia. Un grazie speciale a Wyrd_ e a presto con nuove avventure.

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-CAPITOLO 20-

 

 

 

 

 

Davina era stata chiara; bisognava portare Allison a casa perché lì non poteva aiutarla e sembrava che lei fosse l’unica capace di farlo. Dopo quella specie di crisi non aveva più ripreso conoscenza e da tre giorni se ne stava addormentata in quel letto d’ospedale. I segni vitali stabili rendevano la situazione confusa per i medici ma per chi con le cose strane ci aveva a che fare da sempre era chiaro che non si trattava di una questione fisica.

C’era qualcosa che non andava nella cacciatrice e facendo due calcoli era certo che avesse a che fare con quella esperienza in mano alla strega da cui Marcel l’aveva salvata giusto in tempo.

Solo che nessuno di loro sapeva cosa fosse esattamente.

Davina aveva provato a mettersi in contatto con lei tramite una sorta di incantesimo ma i medici che continuavano ad entrare ed uscire interrompendola continuamente non le avevano permesso di finire e quindi si erano presentate due possibilità. Invece di chiudersi nella stanza a chiave e soggiogare metà dell’ospedale avevano deciso di portare Allison a casa dove potevano aiutarla senza dover dare spiegazioni.

Ora infatti la donna se ne stava adagiata sul letto di Elijah, circondata dalla famiglia Mikaelson e da alcuni altri vampiri e l’Originale elegante non le aveva lasciato la mano neppure per un attimo.

“Sono pronta” esclamò la strega accendendo l’ultima candela. “Ma avrò bisogno di un po’ di spazio.”

“Io non mi muovo neppure di un millimetro” le fece sapere Elijah senza neppure guardarla. E così fu Klaus a cederle il posto per farla sedere accanto al corpo addormentato della sua amica.

“Coraggio Allison” mormorò la ragazza prendendole una mano. “Mi devi ancora un gelato” sospirò e poi parlò. “Destruccive glas stav enfala. Destruccive glas stav enfala anima.”

Chiuse gli occhi per un attimo e quando li riaprì si ritrovò in un posto buio. C’era odore di sangue e alcuni sussurri rompevano il silenzio. Non vide subito Allison ma poi finalmente le poggiò gli occhi addosso. Era in un angolo, le ginocchia al petto e canticchiava una specie di canzone dondolandosi avanti e indietro.

“Allison” la chiamò avvicinandosi piano. “Allison, hey!”

La donna smise di canticchiare e alzò gli occhi. Le ci volle qualche secondo per mettere a fuoco o forse per capire se stava realmente succedendo e poi fece sgranò gli occhi. “Davina…” sussurrò. “Cosa ci fai qui?”

“Sono venuta ad aiutarti.”

“Non puoi aiutarmi, nessuno può. Persino io ho smesso di lottare” Allison si guardò intorno. “Devi andartene via prima che prenda anche te.”

“Chi?”

“Non chi, cosa. Questa… oscurità ti cambia Davina, ti afferra come con delle mani e ti trascina via fin quando tutto ciò che riesci a sentire è paura e niente di più. Vattene via, ora.”

“No” Davina scosse il capo. “Non senza di te. Un frammento della tua anima è bloccato qui da qualche parte ma posso aiutarti, fidati di me ti prego.”

L’altra sembrò rifletterci un istante, poi afferrò la mano che Davina le porgeva e si mise in piedi.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Allison gemette, chiuse gli occhi mentre il respiro diventava affannoso sotto le spinte decise ma gentili dell’Originale. Quelle labbra che le baciavano il collo, l’incavo tra i seni, la bocca… lasciavano il fuoco al loro passaggio. I gemiti si rincorrevano nel silenzio della stanza, il freddo che aveva sentito camminando scalza fino al piano di sotto era sparito, lasciando il posto ad un caldo innaturale che le aveva avvampato le guance.

Lui le strinse di più le mani poggiando le labbra sulle sue in un bacio forte, intenso, appassionato. Incontrò la sua lingua e si perse in quella danza calda e umida di cui non avrebbe più saputo fare a meno.

Le mani si spostarono sui fianchi, poi scesero giù lungo le gambe e ne piegarono una quel tanto che bastava per unire di più i loro corpi.

Allison si inarcò, poi le sue mani si persero tra i capelli di Elijah. Stringevano di più ad ogni spinta, seguendo quel violento piacere che sentiva nascerle dentro.

“Elijah” sussurrò, un attimo prima che l’orgasmo la scuotesse facendola gemere profondamente.

Elijah la seguì dopo pochi secondi; le dita strette sul suo corpo morbido, il viso perso tra i suoi capelli. Si sentì felice, come non si sentiva da secoli, mentre le dita della donna gli accarezzavano la nuca.

Con decisione la tirò su e la baciò con dolcezza senza staccarsi da lei.

Sapeva che quella felicità che sentiva, quella gioia, quel sollievo… quella leggerezza, avevano un nome. Sapeva anche qual era e sapeva che gli faceva paura, perché era pieno di attesa, di aspettative.

Le passò una mano tra i capelli, poi i loro occhi si posarono gli uni dentro gli altri per un tempo che sembrò infinito.

“Io ti amo” fu Allison a rompere il silenzio pronunciando tre semplici parole che furono capaci di scaldargli il cuore. Gli occhi le si riempirono di lacrime. “Mi dispiace ma non ce la faccio più a tenermelo dentro.”

“Non devi farlo” la rassicurò lui sorridendole. Con un movimento lento la sdraiò sul letto sistemandosi sopra di lei e coprendo entrambi con il fresco lenzuolo. “Mi scaldi il cuore ogni volta che lo dici.”

“Ma il mio si spezza ogni volta che non rispondi” replicò lei. “Cosa stiamo facendo Elijah? Voglio più di questo, io voglio te e ti voglio tutto.”

L’Originale la baciò di nuovo, poi le prese una mano e se la poggiò sul cuore. “Puoi averlo” le sussurrò poggiando la fronte sulla sua.

 

 

Allison aprì gli occhi di improvviso, con un respiro talmente profondo da sembrare un gemito e si mise a sedere sul letto con espressione confusa. Una mano poggiata sul petto, l’altra ancora stretta dentro la mano di Elijah. Davina, di fronte a lei si alzò e barcollando raggiunse una sedia poco distante e vi si lasciò cadere sopra, stremata.

“Allison” sussurrò Elijah voltandosi per guardarla meglio negli occhi. “Stai bene?”

Lei annuì deglutendo a vuoto, si sforzò di sorridergli e poi si alzò e raggiunse Davina. Con una mano le accarezzò i capelli mentre si piegava sulle sue ginocchia per guardarla negli occhi. Tremava e anche la giovane strega, ma stavano bene. E insieme avevano vinto l’oscurità.

“Stai bene?” le chiese con gli occhi lucidi di lacrime.

“Sì” la ragazza annuì stringendole le mani. “Tu stai bene?”

“Ho solo un po’ di freddo” replicò Allison. “Ma sono pronta per quel gelato quando lo sei anche tu.”

Le due si guardarono per qualche istante, poi scoppiarono a ridere mentre Elijah poggiava una coperta prima sulle spalle di Davina, poi un’altra su quelle della donna che amava.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

UN MESE DOPO

 

 

Allison rotolò sulla sua parte di letto e si mise supina a fissare il soffitto. Con il fiato ancora corto e il piacere lì a solleticarle lo stomaco si girò poco di lato e guardò Elijah. Il petto del suo bell’Originale andava su e giù ad un ritmo veloce, ancora scosso dallo stesso piacere che scuoteva anche lei.

Con la punta di due dita gli accarezzò l’addome cercando rifugio tra le sue braccia e lui fu lieto di stringersela addosso. Le diede un bacio sui capelli, poi uno sulla fronte e infine strinse la sua mano piccola e calda. Era incredibile, si disse, il senso di totale appagamento che provava in quel momento. Una felicità che credeva impossibile, almeno per lui.

“Allison” la chiamò dolcemente. “Sei felice?”

Lei alzò la testa e la sostenne con una mano, gli baciò la bocca quando lui si girò a guardarla, in attesa di una risposta. “Sì lo sono” gli rispose staccando le labbra dalle sue. “Tu lo sei?”

Elijah le passò una mano tra i capelli. “Sì lo sono. Credo che non potrei esserlo di più di quanto lo sono in questo momento.”

Allison sorrise, i suoi occhi nocciola si colorarono di malizia e con le labbra lasciò una scia di baci lungo tutto l’addome dell’Originale mentre si distendeva sopra di lui. “Sicuro?” gli chiese con tono divertito.

Lui si sentì rabbrividire mentre le labbra di Allison gli baciavano il collo, le mani intrecciate alle sue. “Okay” ammise quando lei avvicinò la bocca alla sua. “Forse posso esserlo un po’ di più.” Le diede un bacio dolce e con uno scatto deciso la posizionò sotto il suo corpo. “Ti amo Allison, ti amo davvero.”

“Lo so” lei abbozzò un sorriso. “Ti amo anche io. Davvero.”

 

   
 
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