Ogni insetto sceglie un fiore per il suo colore, o per la sua particolare fragranza.

Si potrebbe dire che ogni insetto è destinato ad un determinato fiore.

C’è persino chi azzarda il termine “anime gemelle”.

Come dite?

Non siete d’accordo?

Lasciate che vi racconti una storia, allora…

Il suo passo aggraziato sembrava quasi non piegare l’erba su cui il suo piede si posava.

O forse era proprio il prato che, riconoscendola, schiudeva reverente le sue ali verdi per farla passare.

Konan procedeva sicura, con la grazia di uno stelo carezzato dal vento, ammirando con i suoi zaffiri i delicati fiori che puntellavano l’immensità smeraldo su cui camminava.

Fu proprio mentre osservava quella distesa verde che qualcosa di diverso dai fiori e dai fili d’erba catturò la sua attenzione.

-Cosa stai facendo?- domandò, accostandosi al giovane che, supino e immobile, fissava all’apice della concentrazione un punto davanti a sé.

Il ragazzo si portò imperioso un dito alle labbra e le fece un cenno nervoso di allontanarsi.

Ignorando il suo ammonimento, Konan si accucciò al suo fianco.

-Cosa stai facendo?- ripeté, con una punta di stizza nella voce: detestava ripetere le cose due volte.

-Smetti di urlare- sibilò Shino, sistemandosi adirato gli occhiali scuri sul naso. –Lo spaventerai-

-Chi?- chiese Konan.

Il ragazzo le indicò un punto di fronte a loro.

La giovane socchiuse gli occhi, e finalmente riuscì a metterlo a fuoco.

-Un coleottero blu?- si stupì.

-E’ una nuova specie- bisbigliò Shino, focalizzando tutta la sua attenzione sull’insetto. –Non si è ancora scoperto nulla su di loro…-

-E tu speri di diventare l’insettologo che svelerà tutti gli affascinanti segreti della vita di un… coso a sei zampe?- lo canzonò lei, fissandolo come se dubitasse seriamente della sua sanità mentale. –Ti lascio al tuo eccitante lavoro, genio- si congedò, alzandosi.

Quasi volesse trattenerla, l’insetto spalancò le sue ali trasparenti e volò ronzando sul fiore che la ragazza portava tra i capelli.

-Curioso- valutò Shino, soppesando l’insolito fenomeno. –Quel fiore è finto, giusto? Fatto con l’origami… non dovrebbe essere attirato da un fiore senza colore e senza profumo…-

-Levami questo schifo di dosso!- soffiò fuori Konan, contraendo ogni muscolo del suo corpo per il ribrezzo.

Shino si avvicinò alla ragazza e afferrò delicatamente lo straordinario coleottero con due dita.

Fu mentre si avvicinava a lei che una sottile fragranza gli solleticò le narici: un aroma floreale con qualche nota più accentuata e cristallina, come se qualcuno avesse mischiato il profumo del sole, di un giardino fiorito e dell’acqua di montagna.

Si scostò nascondendo la sua sorpresa dietro gli occhiali scuri.

Era la prima volta che un profumo lo colpiva così tanto.

E la prima che una fragranza risvegliava un suo ricordo.

-Qual è il tuo colore preferito, Shino?- gli aveva domandato un giorno sua mamma.

-Il blu- aveva risposto telegrafico lui.

Blu come i capelli di Konan, tra i quali la ragazza stava risistemando il fiore di origami borbottando maledizioni del tipo: “portatori di germi alla stregua dei ratti”.

Shino lasciò che l’insetto volasse via mentre, ben nascosto dalle lenti onice, fissava il fiore di carta appuntato in quella cascata turchina.

Forse quel fiore non avrebbe attirato gli insetti…

… ma sicuramente attirava gli uomini.

Pensate ancora che sia sbagliato parlare di “anime gemelle”?