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Autore: cin75    13/06/2016    9 recensioni
Cosa potrebbe accadere all'inizio della dodicesima stagione!!!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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N.d.A.: Ok! Note all’inizio della storia.
Allora, prima che iniziasse la decima postai una shot intitolata I primi undici minuti in cui immaginavo quello che sarebbe accaduto nel primo episodio dell’undicesima.
Ora, ho avuto lo stesso sclero ( e poca fantasia dato che al vecchio titolo ho aggiunto solo un super inflazionato 2.0)
Questo breve racconto è quello che mi immagino accada nei primi momenti del primo episodio della dodicesima stagione ( e chi ci arriva ad ottobre??!!)
Fatemi sapere che ne pensate e se avete domande, dubbi, perplessità…..chiedete e vi sarà risposto.
 
Baci, Cin!
 
 
 
Quando Dean entra nel bunker, dopo essere riuscito a trovare una macchina, o meglio dopo aver avuto la sfacciataggine di rubarne una davanti a lei, la scena che si trova davanti agli occhi, lo manda nel panico.
Sam riverso a terra. Privo di sensi, una vistosa ferita alla tempia destra.
E quella donna, decisamente sconosciuta, che ancora puntava la pistola verso Sam.
“Ehi!!” grida con un ringhio furioso.
“Tu?...tu dovevi essere morto!” esclama lei, colta di sorpresa.
“Tu invece lo sarai molto presto!!” ribatte mentre tira fuori , velocemente, la sua fidata pistola e fa fuoco contro l’intrusa.
Ma non spara per uccidere. No!
Punta alla spalla, il che basta per far balzare la donna all’indietro e vederla finire  a terra , anche lei priva di sensi.
Punta alla spalla, sì!
Perché se Sam è morto , Dean la farà soffrire e tanto , prima di ucciderla. E anche se Sam è solo ferito, Dean ha intenzione di prendersi la sua vendetta.
 
Il maggiore scende di fretta le scale, quasi volando verso dove Sam è svenuto. Lei , dietro di lui, lo segue affannata, ma senza dire una sola parola. Nemmeno in macchina hanno parlato.
Entrambi troppo confusi. Entrambi scombussolati dal trovarsi insieme. Vicini. Vivi , uno accanto all’altra. Entrambi con la paura di farsi la stessa domanda: Quanto durerà?
 
Dean si piega accanto a Sam e tira un sospiro di sollievo quando lo sente respirare e si accorge che la ferita alla testa è una ferita di striscio.
Si getta le braccia del fratello dietro la schiena e lo alza di peso, issandoselo sulle spalle e inveendo contro di lui per la sua altezza spropositata nonché per il suo peso, porta il minore fino alla sua stanza, dove lo poggia su letto.
Recupera da uno stipetto attaccato al muro, la cassetta del pronto soccorso. Quella che Sam tiene sempre organizzata alla perfezione e che porta con lui quando escono per una caccia.
Ne tira fuori disinfettante, garze, un bel cerotto che possa andare bene per quel testone del suo fratellino. Guarda ancora la ferita, guarda lei poco distante da letto di Sam.
Decide che non è il caso di mettere alcun punto. Sam ha la pelle dura. Ci metterà un po’ di più a sanarsi, ma andrà tutto bene.
E poi non vuole che la prima immagine di Sam che  lei avrà, sia di Sam che viene ricucito.
 
Oddio!, pensa però subito dopo. Non è che averlo visto disteso a terra mezzo morto sia comunque un bel ricordo!!
 
Passa qualche ora da quando ha rimesso a posto Sam e sorprendendosi della sua inaspettata freddezza e calma, ha rimesso a posto anche l’altra, lasciandola, però, rinchiusa nella segreta anti demoni.
 
Quando torna nella stanza di Sam, il fratello ha la testa lievemente girata verso la porta di ingresso. Ancora gli occhi chiusi. Lei seduta alla sedia , alle spalle del minore.
Dean le sorride. È quasi intimidito.
E ha ancora paura di affrontare l’argomento. Come lei d’altronde.
“Hai…hai bisogno di qualcosa ?” azzarda lui.
Lei lo guarda e poi guarda se stessa. Arrossisce appena, rendendosi conto che è in camicia da notte.
“Non potresti trovare qualcosa da mettermi?!” e questa volta è lei ad azzardare.
I suoi figli sono due…giganti. Ci si perderà nei loro vestiti. Ma Dean la sorprende e quasi la rassicura, quando legge sul volto della madre un certo imbarazzo.
“Oh!! Sì, che stupido. Certo!!” balbetta, però. “Qualche tempo fa abbiamo ospitato una nostra amica e…” si ferma quando la vede alzare le sopracciglia per la sorpresa. “No..no..no… non è…Charlie è…” e poi si corregge amareggiato. “Era..” dice vedendo sul volto di lei un’espressione che vuol dire che ha già capito che non conoscerà mai Charlie. “..una nostra cara amica che ci ha tirato fuori dai guai più di una volta. Forse riesco e recuperare qualcosa di suo nel magazzino.”
“Grazie!” sussurra.
“Torno immediatamente!” e quasi corre verso la stanza in cui sa di aver conservato quelle poche cose della coraggiosa ragazza.
 
Quando Sam lentamente riapre gli occhi, la luce della sua stanza , anche se non forte, gli dà comunque fastidio. Stringe le palpebre, contrae la mascella e deglutisce. Riapre gli occhi. Di nuovo.
Si guarda appena in giro, ma solo davanti a sé. Poi lo vede.
Mette a fuoco quei due occhi verdi che lo fissano con un espressione mista tra il sollievo e lo sfottò.
“Sono morto e sono in Paradiso!?” mormora confuso.
Certo!! Perché per come si sono lasciati e per come dovevano finire le cose e dato che quello stramaledetto sole brillava ancora, Dean dovrebbe essere morto. Quindi non c’era domanda più lecita.
“Non rubarmi le battute , fratellino!” lo rassicura Dean, facendosi più vicino a letto e quindi a lui.
“Tu sei…vivo?!” chiede ancora, con forse più confusione.
“Sì. Sono vivo, Sammy e ti ho appena salvato il culo.” lo rimprovera bonariamente. “Ancora!!” ribadisce soddisfatto.
“Ma cosa…come…” biascica Sam, cercando di mettersi in una posizione più comoda, ignorando la presenza alle sue spalle.
“Amara e Chuck hanno fatto pace. Faranno terapia di coppia e ora sono in giro da qualche parte.  Ma non chiedermi se sono ai piani alti o chissà dove perché non ne ho la più pallida idea!” gli spiega in breve , il maggiore.
Poi un lampo di panico assale Sam, che punta gli occhi giusto al centro del petto del fratello.
“Un attimo!!! Ma tu…tu avevi…tu eri…”
“Tranquillo. È tutto a posto, sul serio.” lo tranquillizza. “Chuck ha avuto la cortesia di….disinnescarmi ….prima di volatilizzarsi, letteralmente.”
“Dio ti ringrazio!” esala Sam, sprofondando con la testa nel cuscino.
“Sì. Per la prima volta credo che sia davvero il caso di dirlo!” conviene convinto Dean. “Ora ascolta, Sammy. C’è un'altra cosa che è, come dire, successa dopo che i Gemelli Diversi hanno preso il volo!”
“Ti prego…ti prego …non dirmi che il mondo sta ancora per finire o che la dannata apocalisse sta tornando o…” inizia ad elencare il più giovane che, esasperato, si mette le mani in faccia.
“No…no…niente di tutto questo, almeno per il momento.” lo ferma Dean. “Senti …io non so come spiegarlo. Ma l’unica cosa che posso dirti è che Amara prima di andare via mi ha detto che mi avrebbe dato ciò di cui avevo più bisogno perché era quello che io avevo dato a lei.” dice ancora mentre Sam riprendeva a fissarlo incuriosito.
“Io…non capisco.”
 
Dean non riferisce altro, ma si limita a spostare lo sguardo dagli occhi incerti di suo fratello e posarlo appena dietro le sue spalle e poi di nuovo negli occhi del minore.
Sam si rende conto di quel passaggio di sguardo appena accennato e con fare incerto decide di seguire anche lui, lo sguardo di Dean.
Volta lentamente il capo verso la parete alle sue spalle e quando la vede, il suo respiro si ferma per un attimo. Il cuore prima si blocca, poi riprende a battere furiosamente.
Istintivamente il giovane si issa sui gomiti come per volersi avvicinare di più a quella presenza che era e sembra decisamente …reale. Fisica.
 
“Vorrei dire… “Ciao, mio piccolo Sammy!”..come facevo quando eri appena nato. Ma guardandoti adesso, come sei diventato, quanto sei cresciuto…credo che del mio piccolo Sammy ci sia rimasto ben poco!” è il saluto atipico di Mary che sorride amabilmente ad un Sam decisamente sconvolto da quel saluto e da chi lo ha pronunciato.
“Mam…..mamma?!” balbetta incredulo.
“Ciao, Sammy!” dice questa volta Mary.
“Mamma??!” ripete Sam cercando di mettersi in piedi e quando fa per alzarsi, per rendersi conto che lei fosse davvero lì e che gli sta parlando, un leggero capogiro dovuto al suo stato lo fa quasi crollare di nuovo sul letto. Ed è solo grazie a Dean, pronto a sorreggerlo per le spalle, che non ricade sul materasso.
“Sì, Sammy. Sì. È lei. È davvero lei!” lo rassicura il maggiore.
“Ma come è possibile?!” esclama il giovane guardandola ancora e non avendo il coraggio di sottrarsi dalla presa di Dean.
O forse non avendo ancora il coraggio di toccare lei. Rendersi conto che lei è davvero lì con loro e che avrebbe potuta abbracciarla.
“Non lo so, fratellino. Davvero non lo so. Ma è lei!” gli risponde il maggiore che scioglie da solo l’abbraccio con cui sostiene Sam.
Solo allora , Mary, allunga una mano verso suo figlio minore.
“Sammy…tesoro mio.”
“Mamma!”
“Ti va di … abbracciarmi?!”
Sam, a quel punto, a quell’invito, trova il suo equilibrio sulle gambe, anche se le sente ancora mal ferme. Guarda suo fratello, costantemente al suo fianco, che gli sorride incoraggiandolo e poi ferma il suo sguardo prima su quella piccola mano tesa e poi sul volto della donna.
Di sua madre.
Una sua mano, benché ancora timorosa, raggiunge quella di lei, sorprendentemente più ferma. La sfiora, come per assicurarsi che non sparisca. Poi, piano ne stringe prima la punta delle dita, poi fino a metà del palmo, fino a tenerla tutta nella sua mano, decisamente grande il doppio.
 
È un attimo. Un legame ritrovato. Una sensazione di calore che la mente ritrova nei pochi ricordi di bambino felice. È un attimo.
 
E Sam si ritrova ad aggrapparsi a sua madre che se lo stringe forte come più può. Come meglio può, dato che la stazza del ragazzo, appena, le consentiva di poterlo abbracciare completamente.
“Amore mio!!”
“Mamma!”
“Amore mio!!, piccolo mio!!”
“Mamma!!”
Queste furono le uniche parole che per quei momenti incredibilmente toccanti risuonano nella camera del giovane cacciatore.
 
Dean appena poco distante da loro, lascia che i due godano appieno di quel momento. Infondo è la prima volta che Sam ha la possibilità di abbracciare loro madre e vuole, lo vuole sul serio con tutto il cuore, che il suo prezioso fratellino abbia tutto il tempo che gli serve per recuperare o meglio , avere, ciò che lui ha avuto solo per quei pochi brevi 4 anni.
Sente gli occhi bruciare appena fissando quel meraviglioso abbraccio che sa di dolce disperazione. Si allontana lentamente, silenziosamente, dai due e quando è fuori dalla stanza , chiude piano la porta, lasciando loro tutto il tempo di cui avranno bisogno.
Ma non va subito via. Per un attimo resta appoggiato alla parete subito accanto alla porta della camera. La testa premuta contro il muro. Lo sguardo puntato al cielo. In un punto indefinito.
“Quanto durerà!?” ripete a se stesso o forse chiede a chiunque possa sentire quella sua silenziosa richiesta.
Poi si allontana.
*****
Sam poggia con decisione la tazza di caffè sul legno del grande tavolo della sala principale del rifugio dei letterati e questo fa scattare come una molla il povero Dean che stava dormendo con la testa appoggiata su quello stesso tavolo.
Lo sguardo del maggiore è confuso, assonnato, spaesato. Sam lo guarda e dubita che Dean , per almeno quei pochi secondi, sappia chi è e dove si trova. E sorride di quella confusione.
“Cos’è?....dopo tutto quello che è successo in questi giorni non eri abbastanza stanco per dormire in camera tua?!” lo stuzzica.
Dean lo guarda e cerca di darsi un contegno e di rimettere a fuoco chi è, dove si trova, in che epoca sta vivendo….
“Al contrario!” lo sorprende, invece. “Ero talmente sfinito che non ho avuto nemmeno la forza di arrivarci in camera mia!!” e poi fissa la tazza di caffè fumante. “E’ per me?!”
“Nero e bollente, come piace a te!” lo invita il minore.
“Grandioso!” esclama grato. “Come stai? Come va la testa?!” si premura di sapere.
Sam gli sorride e si siede di fronte a lui. Si passa una mano sul cerotto che ancora gli copre la ferita e piega le labbra in basso come uno che non vuole dar perso alla cosa.
“Fa un po’ male , ma niente di ingestibile.” lo rassicura.
“Ok! Mi fa piacere. E a chi dobbiamo questo tuo mal di testa?!” riferendosi alla loro poco gradita ospite nella suite dei demoni.
“Non è ho idea. Ha detto di chiamarsi Toni Bevell e che fa parte degli Uomini di Lettere di Londra. Era venuta per arrestarci.”
“Arrestarci?!” gli fa eco, sorpreso, Dean.
“Già. A quanto pare quello che abbiamo fatto per salvare il mondo in questi anni ha fatto arrabbiare il …vecchio!” gli dice ancora , riferendo le parole di Toni.
“Il vecchio?!” ripetè perplesso ma anche curioso.
“Non so altro, dato che un attimo dopo mi ha sparato.” conclude ironico Sam.
“D’accordo. Ce lo faremo dire da lei!” conclude anche Dean e poi Sam lo vede guardarsi intorno.
“Che c’è, Dean?!”
“Lei….dov’è?!” chiede incerto.
“La….mamma?!”
“Già!! è…così strano!” ammette.
“Cavolo, se lo è!” conferma Sam. “Comunque….l’ho accompagnata in una stanza. Era decisamente stanca e si vedeva che aveva bisogno di riposare.”
“Sì..sì…hai fatto bene. Anche per lei deve essere una situazione decisamente….” e si ferma in cerca della parola giusta.
“..soprannaturale?” conclude per lui, Sam e Dean gli sorride , annuendo.
 
Poi, per alcuni momenti, restano in silenzio. Forse non pensano a niente, forse pensano a tutto. Forse pensano a tutti quelli che in quei pochi giorni sono passati per il bunker: nuovi profeti, Lucifero, il Re dell’Inferno, una delle streghe più potenti,  Amara, Dio stesso e poi….
E poi, lei. Mary Winchester. E non in sogno o in una visione o un’allucinazione.
No! Mary Winchester in carne e ossa. E ora era in una stanza di quel rifugio, che riposava in quella stanza giusto a metà corridoio tra quella di Dean e quella di Sam.
“Dean?!” lo richiama infine Sam.
“Lo so. Lo so, Sammy!” lo anticipa il maggiore. “So cosa ti stai chiedendo ed è la stessa dannatissima domanda che non faccio altro che farmi da quando l’ho trovata!”
 
Quanto durerà?
 
Sì, perché è questo che i due cacciatori si stanno chiedendo. E come possono non farlo?
Mary Winchester è morta. La sua morte ha fatto di John un cacciatore. John ha fatto dei suoi due figli dei cacciatori. Il destino di due ragazzi si è delineato da quella morte.
E quella morte non può essere cancellata. Troppe cose sono legata ad essa.
E i due sanno perfettamente che cambiare ciò che è successo, che avere tra i vivi qualcuno che dovrebbe essere morto, non può che far tremare come i più potenti terremoti quella sottile linea che divide il naturale dal soprannaturale.
Per questo si chiedono per quanto tempo avranno con loro, Mary? Per quanto tempo potranno ancora vederla, abbracciarla e tenerla con loro ?
Sanno, per semplice esperienza, che le cose belle, ai cacciatori come loro, difficilmente accadono e quando capitano, sono come fuoco fatuo.
Ti acceca, ti riscalda e poi sparisce lasciandoti al gelo più doloroso.
Loro ora sono accecati, si sentono al caldo.
Ma sanno che prima o poi dovranno aspettarsi il gelo!

 
 
 
   
 
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