Il miglior nemico
C'era freddo a Parigi quel giorno e le nuvole plumbee minacciavano pioggia. Arthur non ne era particolarmente toccato: era troppo abituato alla pioggia per esserne realmente infastidito, ma per una volta che non si trovava a Londra preferiva evitare l'acqua.
Si coprì di più con il colletto della giacca, mentre le prime gocce scendevano dal cielo, correndo a ripararsi a Hotel de Invalides, lì vicino.
Osservò la pioggia cadere a secchi, cercando di concentrarsi su quel rumore ritmico che colpiva il cemento, piuttosto che sulla presenza alle proprie spalle che pareva scrutarlo con occhi inesistenti: come un'ombra che soffiava insospettita il proprio fiato freddo sul collo di Inghilterra; che lo invitava a voltarsi e a farsi sfidare ancora.
L'orgoglio inglese non resse a quella silenziosa provocazione. Si voltò di scatto, pronto ad affrontarlo, restando comunque intimorito per alcuni secondi: il lucido legno bruno della tomba del generale francese rifulgeva di un colore più fioco per la luce grigia delle nubi.
Arthur serrò la mascella e distolse lo sguardo, dandosi poi mentalmente dello stupido per non riuscire a sostenere l'imponenza di una tomba. Una tomba particolarmente massiccia per un uomo così basso.
La realtà era che, pur nella sua piccola statura, gli era sempre sembrato fin troppo grande.
Fece una smorfia.
Caduto come tutti gli altri che hanno tentato di sottometterlo, ma pur sempre un grande rivale.
Angolo autrice:
ringrazio chi ha messo la storia nelle seguite e chi la legge in silenzio, ma un parere vostro mi farebbe piacere ^^'
General_Winter.