Una sera come tante altre al palazzo di Asgore, lui non faceva altro che pensare a Toriel.
L'aveva persa in ogni modo, non c'era più niente da fare.
Aveva sempre cercato di riconquistarla, ma senza alcun risultato.
Ora i suoi giorni erano sempre più vuoti, e solo Alphys e Undyne erano rimaste a far compagnia con lui oltre che svolgere i loro lavori.
Quella sera Asgore era vicino al camino nella sua stanza, tutto era in silenzio, tutto era tranquillo ma dentro di sè si lacerava l'anima per le sue scelte che avevano fatto allontanare Toriel.
Il fuoco scoppiettava nel camino, l'aria calda lo proteggeva dal freddo invernale.
Ma dentro di sè non c'era nessuno che potesse scaldarlo dal freddo pungente.
Accanto al camino c'era la foto di lui e Toriel su un tavolino, tutto sembrava così perfetto finché lui non aveva rovinato tutto.
Mentre Asgore era immerso nei suoi pensieri, la porta si aprì lentamente e Alphys entrò nella stanza.
"Hai una visita."
Alphys era stranamente molto felice e Asgore scese nella sala principale del palazzo e ad aspettarlo c'era Toriel.
La sua Toriel.
Era allibito e senza parole, non pensava che l'avrebbe rivista.
Lei non disse nulla inizialmente ma poi subito gli corse incontro e lo abbracciò con tutte le sue forze.
Lei voleva parlare tutto il tempo, voleva sfogarsi, voleva gridare che era stata una sciocca a non comprendere subito i sentimenti di Asgore che non l'hanno mai dimenticata e che l'avranno per sempre amata, era stata una sciocca a non comprendere subito che il suo pentimento era sincero ma sopratutto lei voleva gridare che non poteva smettere di amarlo qualsiasi cosa sarebbe successa e che non provava le stesse sensazioni meravigliose con Sans, per quanto si sforzasse, lei non c'era mai riuscita nemmeno volendo.
Il suo cuore apparteneva e sarebbe per sempre appartenuto solo ad Asgore, lui era l'unico amore della sua vita era inutile anche solo negarlo e anche per lui era lo stesso, esisteva solo lei e nessun'altra.
C'erano un sacco di cose che voleva dire ma il suo pianto tra le braccia di Asgore, rivelò più di un fiume di parole.
Asgore aveva capito e non potè far altro che stringersi a lei con tutte le sue forze.
"Ti perdono!" sibilò Toriel.
"Sono stato uno sciocco."
"No, sono stata io la sciocca! Non avevo capito per tutto questo tempo che non avevo mai smesso di amarti, io non potrò mai smettere di amarti perché tu sei il mio unico e vero amore."
Asgore disse nulla, mentre una lacrima scorreva lungo la guancia.
Prima che lei potesse nuovamente parlare, lui la baciò profondamente e lei si lasciò andare, trasformando quel salone enorme in un luogo senza tempo e senza spazio ora che loro erano finalmente riuniti.