E ora ci ritroviamo a ridere
di noi, delle telefonate stanche
nei nostri pleniluni ancorati al vento,
di cavi di rame e stazioni affollate,
di mani vogliose di te, di me;
ridiamo, ridiamo ancora e
in questo giorno uguale a tutti gli altri,
la quotidianità disgela braccata
dal tuo semplice sguardo, e
vallate assolate e sconfinate praterie,
sussulti di oceani e corazze di calcare,
aneliti arborei, specchi lacustri, dune di sogno
si stendono ovunque intorno a me,
intorno a te,
intorno a noi soli.