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Autore: Atchoo    14/06/2016    0 recensioni
Un addio che li ha resi vuoti e pieni.
Un addio che li ha separati nel corpo e uniti nell'anima.
Un addio che li ha colmati di rammarico e speranza.
Un addio che sa di arrivederci.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Smith, Pocahontas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era della razionalità in lei che non tutti coglievano.
Era sempre stata la combinaguai della tribù, la folle ragazzina che non seguiva le regole, addirittura la diversa. Quella che si estraniava da tutti, quella che amava allontanarsi ed esplorare il territorio, quella che desiderava ardentemente conoscere di più. La definivano il "riflesso di sua madre", ma a volte si chiedeva se qualcuno si rendesse davvero conto delle sue qualità. Non era un popolo mentalmente chiuso, uno di quelli che ti impongono leggi e doveri, che non ti accettano se non sei come devi essere, che ti etichettano fino a farti diventare un misero oggetto. 
No. 
Il suo popolo era molto aperto ad ogni tipo di essenza. Anche a quella di Pocahontas, così insolita e misteriosa, così particolare e positivamente irrazionale, così incline alla voglia di vivere ogni cosa senza mai sottovalutare niente. Ed in fin dei conti, era evidente da parte di tutti l'affetto che nutrivano verso la giovane principessa. Non potevano farne a meno: era il fiore raro di quella tribù, quello che nasce una sola volta e mai più, che per questa ragione va coltivato e accudito fino alla sua fine, e custodito per sempre nei ricordi di tutti quando non ci sarebbe stato più. 
Quella era la sua tribù.
Quella era la sua casa.
Ma era davvero strano che a casa sua, ogni tanto, si sentisse...come dire? Incompresa. Anche se ogni sua azione, positiva o negativa che fosse, restava nella memoria di tutti, quasi sempre non si sentiva totalmente apprezzata per ciò che era. 
Ad esempio, le capitava di ricordare quella volta in cui accidentalmente aveva disturbato il sonno di un grizzly e questi, inferocito, le si era piombato addosso. Era stato un miracolo se era riuscita a salvarsi quella volta. L'inseguimento era perdurato fino a quando lei non aveva raggiunto inconsciamente il wigwam ove le anziane avevano riposto le provviste per l'inverno, finendo così con l'attirare l'orso in una reggia fatta di pesce e carne essiccata, miele ed ortaggi di vario tipo. Quella volta nessuno ferì nessuno, ma l'assenza di tutto quel cibo per un intero inverno ebbe un così grave impatto nella tribù che per tanto, troppo tempo le sincere scuse della principessa non vennero accettate. Perlomeno, fu felice di aver sistemato le cose con l'orso, che se n'era andato tutto felice e contento con un bel salmone in bocca, risparmiando così la sua vita. 
Ah, delle volte erano così...così rigidi. E quando lo credeva, si sentiva terribilmente sola. Soltanto sua madre era sempre stata l'unica in grado di capirla in quei momenti di sconforto. Almeno, fino a quando non aveva conosciuto John Smith. Era entrata subito in sintonia con quell'uomo. In lui aveva rivisto se stessa, e tutti i momenti in cui nessuno l'aveva capita, tutti i rimproveri, i rimorsi, i desideri di ribellione e rivalsa, la voglia di affermare la propria essenza che mai aveva ripudiato. Ed era magnifica la sensazione che aveva provato quando, ad ogni parola confessata, si era resa conto di essergli tanto simile quanto diversa.
Ecco cosa le era sfuggito sino ad allora.
La diversità non era affatto un difetto, bensì un pregio. Uno dei più belli, addirittura. Era ciò che li aveva uniti, del resto. Era ciò che aveva fatto battere i loro cuori, ciò che li aveva spinti a commettere follie pur di unire uguaglianza e diversità in una sola cosa. Lui, che si era innamorato di lei, le aveva permesso di essere irrazionale, di seguire il proprio cuore, di essere quella che era sempre stata; lei, che si era innamorata di lui, gli aveva permesso di gettare la maschera indossata per una vita, di seguire il proprio cuore, di essere quello che avrebbe voluto essere. Non c'era niente di più giusto in tutto quello che avevano costruito in così poco tempo. Tutto era stato mirato alla perfezione, erano stati certi di averla toccata e che, in quell'unione degli spiriti, avrebbero anche potuto superarla.
Ma c'era della razionalità in lei che non tutti coglievano, e che veniva a galla quando meno la si aspettava. A rigor di logica, avrebbe dovuto seguire John Smith quando, in seguito alla ferita riportata al fianco, le aveva implorato di seguirlo. In quel modo, avrebbe finalmente coronato il sogno di vivere con lui quell'eterno amore, di camminare su una via illuminata dai suoi passi e viceversa, di raggiungere la piena felicità con quello che sarebbe potuto essere l'uomo della sua vita. Eppure, in certi casi, le sue azioni venivano guidate da una razionale follia. 
Era una donna molto matura, nonostante la sua giovane età, ed il suo naturale infantilismo veniva sempre meno nel momento in cui andava rigorosamente messo da parte. Quando si era ritrovata in quel bivio, la scelta era stata la più dolorosa della sua esistenza. In quel clima di guerra aveva fortemente temuto l'incolumità del suo popolo. I visi pallidi si erano dimostrati disponibili alla pace grazie al suo intervento in extremis, ed addirittura uno di loro aveva conquistato il suo cuore. Ma quanta fiducia avrebbe dovuto porre in essi? A giudicare anche dagli avvertimenti del capitano, non era stata descritta come gente del tutto affidabile. Al contrario, aveva avuto l'aria di essere quel tipo di gente che prima ti attrae nella trappola con blandizie e delizie, e poi, all'improvviso, ti pugnala alle spalle. 
I suoi non erano stati pregiudizi nei confronti dello straniero. Era stata semplicemente una scomoda consapevolezza, giacché era certa che, un giorno o l'altro, l'arrivo di quelle strane nuvole avrebbe sconvolto le vite di ognuno. 
Era il caso di sacrificare il proprio popolo ed inseguire la propria felicità? 
No, decisamente no. Avrebbe sacrificato se stessa, piuttosto. 
E così aveva fatto.
D'altra parte, per quanto avesse potuto amare l'inglese, era certa di essere legata alla sua terra e alla sua gente da un legame nato non dal dovere, ma dal sentimento. Lei era innamorata di tutto ciò che l'aveva circondata per diciotto anni, e nonostante le incomprensioni, era proprio lì e soltanto lì che sentiva d'essere quel fiore raro e rigoglioso, e vivo soprattutto. 
Quell'addio era stato terribile. Non si sarebbe mai voluta trovare in un bivio come quello: il suo cuore era stato letteralmente diviso in due. Era stata profondamente innamorata di lui, mai lo avrebbe lasciato se le circostanze fossero state diverse: un ultimo bacio ed un'ultima promessa erano state le sue uniche soluzioni per tenerlo sempre nel proprio cuore, e rimanerne allo stesso modo nel suo.
Aveva avuto un sapore amaro, quel saluto, un sapore di un dolore lancinante che nessuno dei due avrebbe guarito totalmente.
Promettere il reciproco ricordo era l'unico modo per riuscire a guardare avanti, e sperare.
Non avrebbe mai dimenticato John Smith.
Non avrebbe mai dimenticato i suoi occhi e la sua pelle chiara e i suoi capelli e la sua voce.
Non avrebbe mai dimenticato i suoi baci, le sue parole.
Non avrebbe mai dimenticato la sua follia che lo aveva spinto a tutto pur di difendere la Vita.
E non avrebbe mai dimenticato la sua bellezza interiore, che per anni ed anni aveva nascosto agli occhi di tutti, ma che lei aveva riscoperto.
Guardarlo andarsene via per sempre con quel vascello possente l'aveva spinta a provare un turbinio di emozioni che andavano dalla collera alla gioia, dal rammarico alla sfrenata soddisfazione di aver vissuto un amore unico, libero, indimenticabile, sincero; di averne scoperto la bellezza, e di aver avuto la consapevolezza di poter vincere qualsiasi cosa, quando due cuori innamorati sono disposti a tutto pur di farcela. 𝘐𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦. 
Eppure, avevano entrambi sorriso.
Ed anche se avevano lottato fino alla fine per far trionfare quell'amore e la sorte aveva separato le loro vite così come l'odio aveva tentato di fare, in loro si era accesa una piccola fiammella di speranza. Ma per quanto l'oceano li avrebbe divisi per un tempo indeterminato, per quanto l'odio avrebbe continuato ad intralciare ogni cosa, e per quanto il tempo avrebbe potuto cambiare, quella che viveva nei loro cuori, alimentati dall'eterno ricordo, era la fiducia che, un giorno o l'altro, le loro strade si sarebbero incrociate di nuovo.
E forse quello non era stato un amaro addio, 
ma un dolce arrivederci.


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