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Autore: fedetojen    15/06/2016    0 recensioni
Chicago, 11 Novembre
Un nuovo giorno, un nuovo caso, un nuovo dipartimento
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Debra Parker, Michael 'Mike' Emerson Weston, Ryan Hardy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FEED THE KILLER
 
1- Primi omicidi
 
Chicago, 11 Novembre
 
Sono arrivata al quartier generale in anticipo di un’ora, quindi la mia presenza destò parecchia sorpresa. Subito mi venne incontro un ragazzo, sul biondo cenere occhi blu e barba.

- Weston, piacere- disse allungando la mano verso di me, sorridendomi cordialmente. Sorrisi debolmente, con un accenno del capo.

- Ashley Davis- dissi guardandomi attorno.

- Mi segua, la prego- disse catturando la mia attenzione. Ci recammo in uno studio, dove alle pareti erano attaccate le foto delle scene del crimine più recenti.

- Ryan, Debra: lei è Ashley Davis- disse Weston, presentandoci. Strinsi la mano ad entrambi, annuendo in segno di rispetto.

- Allora, agente, come mai è stata raccomandata e trasferita qui da noi?- chiese Debra, la donna dai capelli ondulati mentre continuava ad osservare le immagini sul muro, a braccia conserte.

- Sono in questo campo ormai da 5 anni, diciamo che ho una certa predisposizione per questi casi e il mio sesto senso non sbaglia mai- dissi avvicinandomi al muro, esaminando cosa avevano riscontrato dalle precedenti scene del crimine.

- Potresti dirci cosa ne pensi?- chiese Ryan, indicandomi le immagini difronte a me. Lo guardai negli occhi, celesti anche i suoi, per poi osservare le immagini.

- Il serial killer, non è molto esperto, si può dire più alle prime armi: si può notare dalle impronte di piedi insanguinate a terra o da come trascina in maniera disordinata la sua vittima, o ancora dai tagli poco precisi. Una cosa è sicura: non è esperto in questo campo- dissi voltandomi a braccia conserte verso Ryan che annuiva soddisfatto. Weston, rimase appoggiato allo stipite alla porta, con le mani nelle tasche ad ascoltare, sentendo il suo sguardo vagare per la stanza e su di me.

- Weston, lei ha qualcosa da dire, visto che non la smette di osservarmi?- chiesi voltandomi verso di lui, che appena sentì la mia domanda si scostò dalla porta e scosse il capo, taciturno.

- Bene, ora se volete scusarmi, vorrei vedere il mio ufficio- dissi guardando Ryan e Debra.

- Weston, fa vedere l’ufficio ad Ashley- disse Ryan voltandosi verso di lui, che annuì e con un cenno della mano mi disse di seguirlo. Appena entrai in ufficio, mi sedetti riordinando qualche carta sulla scrivania appoggiata disordinatamente, notando il ragazzo fissarmi ancora: indossava un jeans blu, una maglia bianca con una giacca di pelle sul marroncino, mentre al collo aveva appeso il suo distintivo.

- Weston, vuole una foto per caso?- chiesi divertita, alzando un sopracciglio. Continuò a fissarmi, mentre vidi apparire un sorriso sul suo volto. Posai subito la mia pistola nera sulla scrivania insieme al mio distintivo, togliendomi la giacca e appoggiandola vicino alla porta e quindi vicino a Weston. Vidi che posò una mano affianco alla sua pistola, abbassando lo sguardo continuando a sorridere.

- Mi scusi, è solo che non vengono molte persone nuove qui, quindi…-

- Quindi se qualcuno viene, inizi a fissarlo come uno psicopatico, capisco- dissi ridendo, contagiando anche lui che si rilassò.

- Chiamami pure Ashley, Mike- dissi poggiando le mani sui fianchi, sorridendogli. Alzò lo sguardò, notando una luce più viva nei suoi occhi, mentre mi sorrideva e mi guardava.

- Va bene, Ashley…- disse un po’ titubante.

- Se ti serve qualsiasi cosa, chiamami pure- disse andando via. Annuii, chiudendo la porta e ritornando alla scrivania, rileggendo le carte riguardanti l’ultimo massacro. Dopo nemmeno due ore dal mio arrivo, la porta si spalancò: alzai subito lo sguardo vedendo Mike osservarmi agitato.

- C’è stato un altro omicidio, andiamo- disse velocemente correndo via. Presi velocemente la mia pistola e il distintivo, correndo fuori alla mia macchina. Vidi raggiungermi Mike, sedendosi al posto del passeggero.

- Vai, vai!- mi apostrofò battendo più volte la mano sul cruscotto.

Sgommai via dal parcheggio della centrale, uscendo in strada e accendendo le sirene.
Seguii la scia delle macchine della polizia dirette alla scena, scansando meticolosamente il traffico.
Appena arrivati alla scena del crimine, mostrai il mio distintivo al poliziotto davanti a noi, che ci fece passare, facendoci entrare così nella casa.
Mike, restò indietro chiedendo informazioni alla scientifica, mentre io entrai in casa: a terra, c’erano le solite strisce di sangue, provenienti dal corpo insieme alle impronte delle scarpe, il corpo lasciato poi sul divano.

Mi avvicinai ad esso, notando sulle braccia e sulle gambe scoperte dei tagli, non troppo profondi.
Scostai di poco la maglietta strappata notando sul petto una croce.

- Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno.- lesse ad alta voce Mike, affiancandomi.

- E’ un passo della bibbia- dissi voltandomi verso di lui, che mi osservò con i suoi occhi celesti, aggrottando le sopracciglia.

- A cosa credi possa essere associato?- mi chiese con le braccia sui fianchi.

- Non è l’unica vittima ad avere una croce incisa sul corpo, le altre due ne avevano di più piccole, ma questa è l’unica più grossa e con una citazione insieme- dissi, vedendo Ryan e Debra raggiungerci.

- Scoperto qualcosa?- chiese Ryan guardandosi intorno.

- Credo che il nostro killer, abbia a che fare con la chiesa o che in passato ne facesse parte. Vedete com’è stata posizionata la vittima? Ha la stessa
posizione di quando Cristo era in croce- dissi indicandola.

- Ha ragione- disse sorpreso Mike, notando la posizione. Sorrisi, fiera di me.

- Iniziamo a fare qualche domanda- disse velocemente Ryan. Quando andai per seguirlo, lui mi fermò.

- Mike, tu vai con Ashley. Andiamo Debra- disse andando via. Un po’ emarginata e sottovalutata, mi diressi verso la macchina.

- Aspetta Ashley!- disse rincorrendomi Mike.

- E’ difficile lavorare con Ryan, ma una volta capito come prenderlo, lavorarci insieme sarà una passeggiata- mi disse una volta in macchina.

- Una passeggiata…come la tua cicatrice sulla fronte?- chiesi inarcando un sopracciglio. A quella domanda, increspò le labbra, guardando altrove.

- Tranquillo, anch’io ho avuto la mia buona dose- dissi alzando la maglia, mostrandogli una cicatrice sul mio addome.

- Come te la sei procurata?- mi chiese osservandola con cura. Lasciai cadere la maglia, guardando avanti, stringendo il volante tra le mani.

- Avevo appena scoperto il nascondiglio del serial killer che seguivo da quasi un anno, così scelsi di non aspettare i rinforzi e andare sul luogo, da sola. Entrai, trovando il killer intento a squartare un’altra povera ragazza…mi accoltellò prima che io potessi estrarre la mia pistola. Ma quel bastardo lo uccisi con un colpo in testa, mentre mi lasciò a terra, per continuare il lavoro incompiuto. Non doveva essere quella la sua morte, ma se l’è meritata- dissi stringendo di più il volante, fino a far diventare le mie nocche bianche. Chiusi gli occhi e respirai, rilassandomi e lasciando il volante.

- Alcune notti sogno ancora quel giorno, mentre continua a pugnalarmi, più e più volte, uccidendomi. Poi mi sveglio, in preda alla tachicardia, capendo che era solo un sogno…- dissi appoggiando le mani sulle mie gambe. Appena sentii una mano poggiarsi sulla mia e stringerla, ritornai alla realtà, scacciando quei ricordi dolorosi, voltandomi verso Mike, che mi guardava con sguardo rammaricato.

- Andiamo- dissi fredda, staccando la mano dalla sua, per partire e andare alla centrale.

- Voglio tutti i video di sorveglianza di quel perimetro e quartiere- chiesi velocemente a Mike, appena si sedette alla sua postazione. Iniziò a digitare tasti e una serie di combinazioni a me sconosciute, mentre mi appoggiai con una mano alla sedia e mi sporsi in avanti, avvicinandomi allo schermo per vedere più da vicino i filmati.

- Ce l’abbiamo- mi disse facendo partire il primo filmato, che faceva vedere un piccolo camion nero passare da quella via poco dopo la morte della ragazza.

- Puoi ingrandire la targa e farla nitida?- chiesi, indicandola con il dito sullo schermo.

- Subito- mi disse digitando velocemente sulla tastiera e ingrandendo la targa.

- 2275-RT NEW YORK- disse Mike voltandosi verso di me. Mi voltai anch’io, ritrovandomi a qualche centimetro dalla sua faccia, quasi risucchiata dai suoi occhi e mi allontanai di scatto, sentendo l’aria mancarmi.

- Cercala e fammi sapere- dissi velocemente andando nel mio ufficio, ricontrollando le carte dell’ultimo omicidio: nessun testimone, nessun tipo di effrazione…nada.

- E’ stato avvistato nei pressi di una campagna disabitata a 100 miglia dal luogo dell’omicidio- disse irrompendo nel mio ufficio Mike, facendomi sobbalzare.

- Andiamo- dissi velocemente, chiudendo il fascicolo e andando verso Mike. Cedetti il posto di guida a Mike, visto che eravamo nella sua auto. Dopo circa una mezz’oretta di viaggio, Mike interruppe il silenzio.

- Quanto tempo fa è successo quell’indicente?- mi chiese guadandomi di sfuggita. Di colpo, m’irrigidii a quella domanda inaspettata.

- Quasi 3 anni fa.- dissi guardando davanti a me. Calò ancora il silenzio, così decisi di accendere la radio, ma mi scontrai con la mano di Mike, visto che anche lui come me voleva accendere la radio. Sorrisi, vedendolo ricambiare il sorriso. Accese la radio, ma subito la spensi, già infastidita dalle innumerevoli notizie di morti che venivano dette. Il mio telefono iniziò a vibrare animatamente e cercai di ignorarlo, invano.

- Posso sapere chi è, se non sono troppo invadente?- mi chiese mentre cambiava di marcia.

- Il mio ex- dissi distrattamente, notando un suo cenno del capo, mentre guardava fuori dal finestrino per poi guardare la strada.

- Ti stalkera?- mi chiese. Scoppiai a ridere, cercando di trattenermi ma non ci riuscii. Riuscii a smetterla, voltandomi a guardare Mike, che sorrideva guardando davanti a sé.

- Un uomo non si rassegna mai, dico bene?- chiesi guardandolo a braccia conserte.

- Credo di no…se ne vale la pena- disse voltandomi a sorridermi. Dopo qualche ora, ci fermammo, notando un furgoncino abbandonato nella campagna.

- E’ questo- disse Mike, uscendo dalla macchina. Lo raggiunsi, appena fummo vicini al furgone, cercai di aprire le porte posteriori ma qualcosa iniziò a ticchettare appena toccai la maniglia per aprire il portellone. Mike si piegò guardando sotto il furgone e subito sgranò gli occhi.

- Via da qui!- urlò trascinandomi via dal furgone. Poco dopo un’esplosione fece andare in fiamme il furgone, perdendo così l’unica traccia che avevamo del killer. Mi alzai da terra, vedendo il furgone in fiamme.

- Maledizione!- dissi infuriata. Mike, ricevette una chiamata, così mi voltai a guardarlo.

- Ryan, dimmi…si, okay, arriviamo- disse velocemente chiudendo la chiamata.

- Forse abbiamo una pista- disse velocemente, rientrando in macchina. Più che incazzata, ritornai in macchina, mentre a braccia conserte, cercavo di ragionare.

- Sgombra la mente, Ashley. Ci servi lucida- mi apostrofò Mike, facendomi ritornare in macchina con lui. Appena raggiungemmo Ryan e Debra, ci aggiornarono.

- Allora, abbiamo un testimone, una ragazza che era un’intima amica della vittima: ci ha detto che da qualche giorno si sentiva osservata e pedinata. Ma non le ha mai detto altro. Diceva che succedeva soprattutto quando andava a messa- ci informò Ryan.

- Bingo!- dissi unendo le mani, entusiasta.

- Qual è la chiesa più vicina al luogo dell’omicidio?- chiesi subito.

- La St. Augustine- mi risposero.

- Mike, andiamo- dissi facendomi lanciare le sue chiavi della macchina.

Non ci volle molto ad arrivare alla chiesa e appena scendemmo, notammo un gruppo di persone riunite in preghiera con difronte a loro una foto della vittima. Mi guardai intorno, notando più lontano al gruppo un ragazzo un po’ sospetto. Non ci badai molto e mi avvicinai ad un prete.

- Salve, Agente Davis e Weston. Vorremmo fare qualche domanda- dissi al prete che cordialmente annuì.

- Volevo sapere se per caso c’è stata una persona in particolare che veniva negli stessi orari della giovane ragazza uccisa…- chiesi guardando il prete che ci pensò su un attimo.

- Ashley! Sta scappando!- mi avvisò Mike, indicandomi il ragazzo più lontano al gruppo correre via.

- Vai di là! Lo raggiungiamo e lo chiudiamo!- dissi vedendo Mike annuire e correre dalla parte opposta. Corsi velocemente, scansando i passanti, infilandomi nel vicolo dove vidi correre via il ragazzo. Uscii la pistola e urlai.

- Fermo o sparo!- lo minacciai. Lo vidi fermarsi di colpo appena vide difronte a sé Mike, anche lui con la pistola alla mano, puntata contro di lui. Mi avvicinai a lui, riponendo la pistola a posto. Appena presi le sue mani, gli misi le manette, pronta a portarlo in centrale. Mike mi raggiunse rimettendo la pistola nel fodero e aprendo la macchina aiutandomi con il passeggero. Portato direttamente in centrale, Ryan iniziò l’interrogatorio, senza ricevere alcun indizio sulla sua fuga appena vide me e Mike. Feci segno a Mike di seguirmi, dritti verso il sospettato. Lo presi e ci dirigemmo alla macchina.

- Dove andate?- ci chiese Ryan bloccandoci.

- A fare due passi, prendiamo un po’ d’aria insieme, che dici?- dissi voltandomi verso il ragazzo che guardò altrove.

- Qualsiasi cosa, chiamate- ci apostrofò Ryan, lasciandoci passare.

- Che intenzioni hai?- mi chiese Mike, tenendo d’occhio il passeggero dallo specchietto retrovisore.

- Dobbiamo parlare in un posto tranquillo- dissi soltanto, fermandomi davanti ad una casetta disabitata.

- Allora, vuoi dirmi perché sei scappato appena ci hai visto?- chiesi girando in tondo al ragazzo seduto di ginocchia a terra.

- P-perché dovevo scappare- disse velocemente. Di scatto lo colpii dritto in faccia.

- Ops, scusa mi è scappato. Risposta sbagliata, non mi fido. Ripeto: con chi diavolo lavori?!- urlai, rabbiosa. Notai lo sguardo di Mike, farsi sempre più serio, vedendolo sciogliere le braccia conserte, facendole andare una lungo il fianco e l’altra vicino alla pistola.

- Va bene, va bene! Ve lo dico! Non ero solo quando l’abbiamo uccisa!- disse alzando le mani incatenate, per proteggere la faccia. Guardai velocemente Mike, che mi fece segno di continuare.

- E…?- chiesi incitandolo.

- Io insieme al ragazzo con cui era fidanzata l’abbiamo ammazzata insieme- disse con un sorriso da psicopatico. In preda alla rabbia scattai in avanti,
ma Mike di peso mi allontanò velocemente da lui.

- Basta, Ashley!- mi rimproverò sbattendomi contro il muro, mentre ancora cercavo di divincolarmi dalla sua presa per spaccare la faccia a quella bestia a terra. Respirai a pieni polmoni, cercando di calmarmi. Mike si allontanò portando il complice nella macchina, io rimasi nella casetta, cercando di sbollire. Buttai qualche calcio al legno intorno a me, mettendomi i capelli nelle mani.

- Ashley…tutto bene?- mi chiese Mike, avvicinandosi lentamente a me.

- No, per niente. Quel…quell’uomo, quella bestia ha ucciso quella ragazza, e credo che non ci stia dicendo tutta la verità Mike. Me lo sento e non sbaglio mai- dissi buttando un altro calcio al legno.

- Per ora andiamo, avvisiamo anche Ryan e Debra- mi disse prima di andare alla macchina. Entrai in macchina, guardando dallo specchietto uno dei
due assassini: aveva sul volto quello sguardo inquietante e spaventoso, mentre mi osservava con gli occhi sgranati e un sorriso che avrei volentieri tolto a suon di pugni sui denti.

- Muoviti, Mike. Prima che lo ammazzo in macchina- dissi picchiettando nervosamente il dito sulla portella. Accellerò di scatto, sgommando e raggiungendo velocemente la centrale. Mike entrò con il colpevole, mentre io mi diressi subito da Ryan.

- Ha confessato, non era solo. È stato fin troppo facile Ryan- dissi guardandolo che mi osservava pensieroso.

- Credo ci sia qualcosa di più dietro tutto questo, me lo sento, Ryan- dissi sperando mi credesse sulla parola.

- Ti credo- mi disse a braccia conserte.

- Andiamo a prendere l’altro- mi disse dandomi una pacca sul braccio, per poi uscire dalla stanza.




ANGOLO SCRITTRICE: Salve a tutti! Ho iniziato da poco la seconda stagione di questa serie, però ho apportato alcuni cambiamenti. Spero che la storia vi stia prendendo e che possiate commentare e dirmi cosa ne pensate, cosa vi piace e cosa non vi convince :)

Ashley Davis

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