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Autore: Nene_92    15/06/2016    5 recensioni
PSEUDO-INTERATTIVA [completa]
Alcuni di voi hanno già letto le avventure di Eleonore Grimm e dei suoi amici ad Hogwarts, ma cosa è successo prima?
Come si sono conosciuti ed innamorati Brian Grimm e Talisia Black? Come hanno agito durante e dopo la Seconda Guerra Magica? Come è nato Hansel? ... Entrate per scoprire questo e molto altro! 
(si tratta di una sorta di prequel della storia "Grimm | Jager der Dunkelheit" che a sua volta fa parte della serie "Grimm") 
Genere: Dark, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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14 - Sorpresa!

Buonsalve!


Essendo passato un bel po' di tempo dal mio ultimo aggiornamento - e supponendo che non vi ricordiate un nichts ("nulla" in tedesco): vi faccio un breve riassunto (e anche una piccola premessa).
Allurs: ci eravamo lasciati che era febbraio, con Alice ed Edward tornati in Inghilterra sotto la protezione di Gretel Grimm e con Talisia e Brian che... hanno finalmente consumato.
Visto che non mi veniva in mente assolutamente nulla per coprire questi buchi (come ho detto più volte, questa è una storia molto più semplice della principale, perciò di salti temporali ce ne potrebbero essere parecchi) ho deciso di passare direttamente a giugno (tanto sarebbero stati tutti capitoli molto zuccherosi e melensi, alquanto diabetici... e non è il mio genere).

Sperando che la cosa vi aggrada comunque, vi auguro buona lettura! ;)



- Sorpresa! -

Fine maggio/ inizio giugno 1998, Accademia di Salem

Althea Pagano Image and video hosting by TinyPic   Jamie Anderson Image and video hosting by TinyPic

Talisia Black 
Image and video hosting by TinyPic Image and video hosting by TinyPic Brian Grimm 




Esami di fine anno. Quanto erano odiosi.
Questo fu il pensiero di Althea appena aprì gli occhi quella mattina.
Si era svegliata con quella preoccupazione e dubitava fortemente che sarebbe riuscita a pensare ad altro per il resto della giornata.
In fondo gli esami del sesto anno, che erano iniziati alcuni giorni prima, erano molto importanti.
Alzandosi, gettò un'occhiata verso il letto della sua compagna di stanza e si sorprese nel trovarlo già vuoto. Di solito la ragazza dormiva fino all'ultimo secondo.
Poi sentì dell'acqua scorrere e pochi secondi dopo la porta del bagno si aprì, facendone uscire una Talisia pallida come un fantasma.
"Ehy, tutto ok?" Le chiese leggermente preoccupata.
"Sì, ho solo una forte nausea a causa dello stress." Borbottò la ragazza attraversando barcollando la stanza finchè non raggiunse il letto, nascondendosi sotto alle coperte con un gemito. "Voglio morire!"
"Lis?" Provò di nuovo Althea avvicinandosi e sedendosi sul letto. Okay lo stress, ma quello le sembrava troppo.
"Uhm..." Fu la risposta-grugnito dell'altra.
L'italiana le tirò giù dolcemente le coperte, appoggiandole una mano sulla fronte. Era tiepida, ma la temperatura corporea era nella norma.
Con uno strattone, Talisia le strappò la coperta di mano, tornando a coprirsi. "Lasciami morire in pace... svegliami solo quando sono finiti gli esami. Li odio!" Borbottò contrariata.
La Pagano, con uno sbuffo, si alzò in piedi. "Ho capito, spedisco un messaggio a Brian. Forse lui riuscirà a farti uscire da questo stato comatoso."
Aveva appena finito di dirlo, che vide l'inglese scattare in piedi e scappare di nuovo in bagno, con una mano sulla bocca.
Con un dubbio che iniziava a farle capolino nella testa, Althea liberò dalla gabbia il suo gufo e scrisse velocemente un biglietto per il Grimm.
Alla fine c'era riuscita a trovare altro a cui pensare per il resto della giornata.

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Talisia era piegata su se stessa, in ginocchio, impegnata a rimettere anche l'anima.
Era esausta.
Aveva passato metà della notte a studiare... e l'altra metà a vomitare. Non era riuscita a chiudere occhio per neanche un minuto. 
Forse avrebbe potuto chiedere aiuto ad Althea, ma non aveva avuto il coraggio di svegliarla. Per dirle cosa poi?
All'improvviso, sentì la sua compagna di stanza aprire la porta e comunicare a qualcuno "E' di là." Poi, dopo pochi secondi, due mani forti la sostennero la fronte e le raccolsero i capelli. Non ebbe bisogno di voltarsi per capire chi fosse.
Percepì una presenza leggera invaderle la mente *, espandendosi fino ai muscoli, facendola rilassare e con sollievo si accorse che la nausea le era fortemente diminuita di colpo.
"Meglio?" Chiese dietro di lei la voce pacata di Brian.
Annuendo appena, Talisia si lasciò andare. Aveva solo una gran voglia di farsi abbracciare. E di piangere.
Stava malissimo
. E probabilmente aveva una faccia cadaverica.
Non aveva voglia di farsi vedere da lui in quelle condizioni.
Ripensandoci, non aveva neanche voglia di essere abbracciata. Voleva che lui se ne andasse. Si sarebbero rivisti quando sarebbe stata meglio. Forse.

Sentì il ragazzo alle sue spalle sbuffare divertito e poi, come per rispondere alla sua iniziale richiesta, prenderla tra le braccia.
Pochi secondi dopo era sdraiata di nuovo sul letto, accoccolata a lui, che continuava nel frattempo ad esercitare quella leggera pressione mentale per tenere il malessere sotto controllo.
"Cosa mi stai facendo?" Chiese dopo un po', incuriosita, con voce leggermente impastata dal sonno. Non aveva chiuso occhio fino a quel momento.
Brian tergiversò un momento prima di fornirle una risposta.
La ragazza era consapevole della verità almeno?

Non era molto convenzionale che fosse l'uomo a riferirlo alla donna. Di solito accadeva il contrario.
Alla fine, optò per una via di mezzo. "Il nostro corpo ha dei punti nevralgici. Se uno di questi viene alterato, si crea uno squilibrio. Sto premendo leggermente su alcuni di questi per riequilibrare il tutto." Iniziò a spiegare, accarezzandole dolcemente i capelli. Voleva farla rilassare. Doveva mantenerla rilassata.
"E quali punti del mio corpo non sarebbero in equilibrio?" Domandò a quel punto lei con un filo di voce, mentre un dubbio atroce iniziava a far capolino nella sua mente.
No, non era possibile...
era solo stress. Stress dovuto al troppo studio e all'ansia pre esame. E lui glielo avrebbe confermato.

Il ragazzo rimase qualche secondo in silenzio, mentre sentiva ogni singolo muscolo della schiena della Fenice irrigidirsi. Di quel passo, avrebbe dovuto riniziare da capo. "Black, se ti agiti l'azione di riequilibrio che sto portando avanti sarà completamente inutile." Provò a dirle.
"Brian... quali parti del mio corpo non sono in equilibrio?" Domandò nuovamente lei, con una nota di panico nella voce. No, no, no...
E alla fine lui dovette ammettere "I tuoi ormoni, amore..."

Talisia sbarrò gli occhi, sorpresa, mentre i suoi peggiori dubbi venivano confermati.

Come fai a saperlo, come è successo, come è stato possibile?
Questo era quello che avrebbe voluto esprimere ad alta voce, ma riuscì a malapena ad articolare
"Come..." prima di doversi alzare di scatto e dirigersi alla massima velocità verso il bagno.
Il Grimm roteò gli occhi e si affrettò a raggiungerla nuovamente. Se una qualunque altra donna avesse articolato la domanda "Com'è stato possibile?" avrebbe risposto ironicamente "Vuoi che ti faccia il disegnino?" Ma lei era lei. 
"Black, non ti agitare. Va tutto bene." Provò a calmarla di nuovo, iniziando a massaggiarle la schiena.
Ma la ragazza continuò ad agitarsi, mentre scoppiava in singhiozzi. "Come fai a dire che va tutto bene? Ho sedici anni, sono minorenne, incinta e non ho nessuno!" Strillò isterica.
Brian contò fino a dieci prima di rispondere. Se quello era il risultato degli ormoni dopo neanche due mesi, non avrebbe osato immaginare cosa sarebbe potuto succedere nei successivi. "Amore?" Provò con il tono più dolce che riuscì ad articolare. "Diventerai maggiorenne tra solo due mesi e poi... come fai a dire che non hai nessuno? Io cosa sono, il vicino della porta accanto?" Chiese non riuscendo a non inserire nella frase una piccolissima nota di rabbia.
Possibile che tutte le volte che le aveva detto di amarla, lei non lo avesse ascoltato?
Poi, però, si pentì subito del tono usato e, senza darle tempo di replicare, la attirò verso di lui. Lentamente, iniziò a baciarle diversi angoli del viso, continuando ad accarezzarla e a cullarla come una bambina. "Ti amo Talisia Black e non mi stancherò mai di ripetertelo. Quindi la vera domanda è: lo vuoi anche tu questo bambino? Perchè io sì, ma la decisione spetta a te. In ogni caso ti rimarrò accanto."
Sentì la ragazza calmarsi leggermente, accoccolandosi meglio tra le sue braccia, mentre i singhiozzi diminuivano.
Erano entrambi seduti sul pavimento del bagno, in mezzo al tipico caos regnante in un qualsiasi bagno usato da donne. E a nessuno dei due interessava minimamente.
"Davvero ti va bene diventare padre a diciannove anni?" Gli giunse alla fine alle orecchie la richiesta di Talisia.
"Se la donna è quella giusta, l'età non ha importanza." Dichiarò risoluto lui. "Ma ripeto: la decisione non spetta a me."

A quelle parole, l'ex Serpeverde fece un enorme respiro per calmarsi, mentre nella sua mente cercava di districare una massa ingarbugliata di pensieri.
Era incinta. Lei era incinta. Aveva soltanto sedici anni, non era sposata ed era incinta. Però... si portò lentamente una mano sul ventre. Una nuova vita stava crescendo dentro di lei. Era spaventata, era ovvio. Quale ragazza non lo sarebbe stata al suo posto? Ma più ci pensava più quella paura diminuiva.
Lei avrebbe dovuto comunque affrontare quelle cose, perchè così era stato deciso dalla sua famiglia. Se non avesse conosciuto Brian, si sarebbe ritrovata in quella situazione magari un anno dopo - un anno in più o in meno che differenza faceva? - ma al suo fianco ci sarebbe stato un completo sconosciuto. Anzi, si sarebbe ritrovata ad affrontare tutto da sola.

"Gli uomini purosangue non stanno accanto alle mogli durante la gravidanza. Quello è il compito degli elfi domestici." Le risuonò in testa la voce di suo padre.

Lei amava Brian e lui amava lei. E, dovette ammettere anche a se stessa, lei amava già quel bambino.
"Sì Brian. Voglio questo bambino... ma, per favore, tu restami accanto. Sono terrorizzata."
Lo sentì sorridere. "Te l'ho promesso pochi minuti fa. E lo sai che mantengo sempre la parola."
"Anche in sala parto?" Chiese con una nota di panico nella voce.
"Anche in sala parto." Confermò lui non riuscendo a trattenere una risata. "Sarai libera di rompermi tutte le ossa delle braccia che vorrai, per sfogarti. Consideralo un privilegio concesso solo a te, amore: di solito chi mi spezza anche solo un'unghia finisce con almeno una gamba rotta."

Talisia non potè fare a meno di ridere a sua volta. Sarebbe stato tutto diverso.

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Talisia sapeva di essere incinta. Ormai ne aveva acquisito la consapevolezza e, soprattutto, ne aveva accettato tutte le conseguenze.
Ma questo non la lasciò indifferente quella mattina.
Stava attraversando un corridoio per dirigersi in biblioteca - Brian le forniva giornalmente delle pozioni per fare in modo che la nausea non prendesse su di lei il sopravvento, perciò era tornata a vivere la sua solita vita - quando Jamie Anderson le passò accanto.
E la Fenice si spostò di lato per fermarla. Non se n'era resa neanche conto, ma tre secondi prima stava camminando e tre secondi dopo era immobile, con le mani sulle spalle della draghessa e la teneva bloccata lì. Osservandola attentamente.
Jamie, a quel gesto, spalancò gli occhi. Occhi nei quali la Black lesse paura.
"Anche tu?" Le domandò la prima, con voce terrorizzata. "Avevo visto... lui... ma tu eri normale... fino a poco tempo fa!"
Ma Talisia capì a malapena quello che la ragazza le aveva appena chiesto. Era concentrata su tutt'altro.
Per la prima volta lo vedeva chiaramente.
Brian, quella volta in mensa - le sembrava una vita fa ormai - aveva provato a farle percepire un'aura. Ma adesso che riusciva a vederla in maniera così nitida, la Fenice capì che quello che aveva visto era nulla in confronto.

Jamie Anderson era circondata da un alone rosa chiaro, talmente chiaro che si confondeva quasi con l'aria. Quell'alone vibrava dolcemente intorno a lei, crepitava quasi quando sfiorava la sua - perchè all'improvviso Talisia riusciva a vedere anche la propria aurea - e si espandeva e restringeva ritmicamente, seguendo esattamente il respiro della sua proprietaria.

Poi, di punto in bianco, la Fenice tornò alla realtà. E si accorse che si trovava ancora nel corridoio pieno di gente, dove in molti avevano iniziato a fissarle. Perciò la lasciò andare. "Scusami!" Poi, girandosi, lanciò un'occhiataccia a tutti. "Devo dire che mi erano proprio mancati i vostri sguardi addosso, gente! Che dite? Volete anche i pop-corn?" Chiese in tono ironico.
Lentamente, la folla iniziò a disperdersi.
Talisia si girò di nuovo verso Jamie, rispondendo finalmente alla sua domanda. "Sì, anch'io... in un certo senso."
Poi riprese la sua strada, non potendo evitare di sorridere.
Lasciando dietro di sè una Jamie leggermente confusa.

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* spiego questo punto perchè secondo me potrebbe non essere chiaro a tutti: qualche capitolo fa, Brian aveva detto a Talisia che mai e poi mai avrebbe sfruttato con lei i poteri di legimens, perchè altrimenti la ragazza avrebbe potuto dubitare della genuinità del loro innamoramento.
In questa circostanza però, "invadendole" direttamente il corpo riceve per forza un eco dei suoi pensieri, per quanto cerchi di essere discreto. Quindi molte delle reazioni che ha sono solo la diretta risposta a quello che in quel momento pensa Talisia.


  
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