Non avrebbe mai potuto minimamente immaginare chi celasse quel mantello...
Sawada Tsunayoshi rimase per un attimo impietrito con il cuore in gola e gli occhi fissi dinanzi a se.
“non può essere….è…è impossibile!” pensò ancora incredulo.
Se non ne avesse vissute di cose assurde, gli sarebbe venuto un infarto, li, seduta stante.
- P-primo?
Un viso giovane, dai lineamenti delicati, due iridi azzurro cielo, grandi, da un taglio dolce ma deciso. Una zazzera biondo grano scompigliata, con una frangia lunga e ribelle…..
Somigliava molto a Vongola Primo, ma con lineamenti decisamente più infantili.
Ricordava bene il suo predecessore, era più alto, con una postura regale, gli occhi dalle sfumature arancioni decisi ma gentili…
- Non so di chi tu stia parlando. Il mio nome non è di certo Primo.
- Mi chiamo Sean…a presto…
- Quel ragazzo…
- Tsuna, torniamo a casa…è stata una lunga giornata, domani dobbiamo essere al massimo delle forze
Durante la notte non riuscì a chiudere occhio, la testa gli scoppiava, aveva troppe cose in mente. Nonostante i dubbi gli attanagliassero il cuore però, Tsuna ancora sentiva la necessità di aiutare quel ragazzo…..Sean, così aveva detto di chiamarsi. Un nome molto diffuso in America….che venisse proprio da li?
Ma parlava il giapponese in un modo così fluido che gli sembrava quasi impossibile.
Si rigirò più volte sul morbido materasso, scostando appena le coperte e portandosi un braccio piegato sulla fronte sospirando pesantemente. Socchiuse lievemente gli occhi tenendo sospeso in alto, con la mano libera, il ciondolo donatogli da Sean, lasciandolo oscillare lievemente da destra a sinistra. Un’immagine repentina gli passò davanti agli occhi nocciola, un ragazzo dai capelli corti biondo miele con ciuffi più lunghi ad incorniciargli il viso, con un caloroso sorriso stampato sulle labbra. Sentì una dolorosa fitta alla testa, una così forte da fargli stringere i denti. Si tirò a sedere e, preso un profondo respiro, tento di calmarsi, portando il battito furioso del proprio cuore che, quasi sembrava voler saltargli fuori dal petto, alla normalità.
Cos’era quell’immagine? Scosse la testa sospirando ancora, la stanchezza gli stava giocando brutti scherzi.
Decise, dopo varie esitazioni, di tornare a riposare, sperando che
il dolore, dopo una bella dormita, passasse.
Chiuse gli occhi assonnati e dopo poco tempo sprofondò in un sonno non proprio tranquillo.
*******
Camminava nervoso, a passo svelto, tra gli scuri corridoi di quell’immensa dimora, ormai tutti dormivano, immersi in chissà quali fantasiosi sogni. Aumentò maggiormente il passo, giungendo finalmente a destinazione. Si trovò dinanzi una porta in mogano scuro, finemente decorata con foglie dorate in stile barocco. Afferrò con decisione lo sfavillante pomello girandolo verso sinistra, osservando l’interno della stanza elegantemente decorato. Pareti ricoperte da un parato ocra damascato, quadri di natura morta e vasi appesi un po’ ovunque, comodini lignei di una lucentezza unica, con alcune abajures dorate poggiate sulla loro marmorea superficie, accompagnati poi da un tavolino circolare con alcuni liquori ancora chiusi. Una moquette rosso scuro copriva il pavimento ligneo e il pesante tendaggio, del medesimo colore, che copriva il grande finestrone, era attraversato da alcuni raggi lunari che illuminavano lievemente quello che dove essere uno studio. Poggiato di schiena ad una fine scrivania in ciliegio, con vari documenti, penne stilografiche e altri oggetti vari sulla superficie vitrea, v’era un giovane, dai capelli color miele, vestito con una semplice camicia bianca dalle maniche risvoltate, in modo da avere più libertà nei movimenti, una cravatta nera allentata morbidamente, un paio di pantaloni scuri tenuti fermi da una cinta del medesimo colore e scarpe eleganti grigio scuro, che teneva una grande agenda dalla copertina in cuoio tra le mani, immerso in chissà quali riflessioni. Attirò la sua attenzione con un leggero colpo di tosse entrando nella stanza, chiudendosi poi la porta alle spalle. Il ragazzo volse appena il capo nella sua direzione e gli regalò un caldo sorriso, per poi chiudere l’agenda e posarla sulla scrivania.
- Buona sera, cosa ti porta a quest’ora qui, nella mia umile dimora?
- Cos’è quello sguardo? Sei arrabbiato forse?
Per prendere successivamente la parola:
- Sono solo preoccupato per te…avrebbe potuto ucciderti…
Stava per ricevere una bella ramanzina….
- Come chiunque del resto. Siamo sotto al cielo dopotutto….
Sotto i tuoi occhi
Aggrottò appena le sopracciglia contrariato e strinse la presa sulla sua spalla. Non voleva nemmeno pensarci…
- Non guardarmi così…sai che è possibile, non puoi impedirlo…
Un sospiro di frustrazione lasciò le sue labbra, affranto guardò ancora
l’amico dinanzi a se abbracciandolo delicatamente, in un gesto di affetto, di tenerezza…qualcosa che non era consono mostrare in pubblico, non più almeno, non con i tempi che correvano.
- Non preoccuparti per me….sto bene, pensa alla tua famiglia
Doveva essere il contrario, ma finiva sempre in quel modo, era l’altro a consolarlo, a spronarlo in ogni momento. Si comportava da fratello maggiore in un certo senso, anche se incarnava lui stesso un po’ quella figura essendo il più grande tra i due.
- La mia famiglia è forte, ormai ci stiamo espandendo più di quanto
- Ma?
- Ma…alcuni elementi vorrebbero che aumentasse anche la potenza
a sorridere divertito.
- Ma voi siete più per il dialogo e non volete scatenare una guerra…giusto?
Davvero non sapeva come placare gli animi di quelle persone così assetate di potere.
- Ehi non abbatterti, sono sicuro che troverai una soluzione Ti conosco, so che ne sei capace.
Era così spontaneo, così ingenuo forse….dal suo sguardo traspariva unicamente una profonda bontà, ormai rara da trovare.
Magari tutti potessero essere così, si trovò a pensare. Ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
- Grazie di cuore amico mio….sono felice di averti accanto
- Lo stesso vale per me…Primo
*********
Si svegliò d’improvviso che era già mattina, trovandosi accanto Reborn che, probabilmente stava per svegliarlo lui stesso.
- Ehi Tsuna, da quando parli nel sonno?
- Perché che ho detto?
- Hai mormorato qualcosa su di un possibile delitto….sembravi
- EH!?
- Forza sbrigati, dobbiamo incontrare gli altri
Il brunetto prese dal proprio armadio una maglia color ocra leggera con sopra una giacca verdognola a maniche lunghe, pantaloni grigio scuro e, abbinate, un paio di converse arancio.
Una volta indossato il tutto e sistemato i capelli come meglio poteva, scese le scale, chiudendosi alle spalle la porta, raggiungendo l’allegra famigliola in cucina.
- Lambo! Ridammi quell’onigiri!
- Gyahahahah! Nooo questi sono di Lambo-san!
Il brunetto sospirò appena, erano sempre i soliti. Ma la casa senza di loro sarebbe stata decisamente troppo silenziosa.
Fuuta sorrise in sua direzione salutandolo allegramente, invitandolo
Ad unirsi a loro.
Il brunetto, tra varie chiacchiere e risate fece velocemente colazione, immergendosi per un attimo nei suoi pensieri.
Alcune immagini della notte precedente gli tornarono, vivide, alla mente. Quel ragazzo…..Vongola Primo…perché gli erano apparsi in sogno? E poi chi era l’altro biondo? Era la prima volta che lo sognava….
Si ritrovò a fissare un punto indefinito della stanza, finché lo sguardo non gli cadde sulla mano destra di Lambo…..il guardiano del fulmine
teneva stretta in un pugno la catena argentata del ciondolo donatogli
da Sean. Scattò sugli attenti e subito si alzò rivolgendosi a Lambo.
- Ohi Lambo! Quante volte ti ho detto di non prendere
Il bambino vestito da mucca in risposta gli fece una linguaccia correndo fuori casa sventolando all’aria il prezioso monile.
- Lambo!
rischiando di inciampare facendo una pessima figura, fu poi inseguito, come se non bastasse, dal chiwawa dei suoi vicini che, liberatosi dal guinzaglio era determinato ad acciuffare Tsuna per una gamba dei pantaloni. Non gliene andava mai bene una.
- La-Lambo! Dannazione fermati!
La corsa continuò ancora per qualche metro, finché Lambo non saltò su di un muretto gridando ad alta voce:
- Questo ora è di Lambo-san!!!
- Ehi Lambo, se me lo ridai ti do tutte le caramelle che vuoi, ok?
- Parlerò più tardi con la mamma, però per favore, ora ridammelo. È importante….
Sceso dal muretto ridiede il ciondolo a Tsuna già pregustando la dolcezza di quelle leccornie.
- Tsuna! Non scordarti delle caramelle di Lambo-san eh!
Il brunetto decise di avviarsi verso l’edificio scolastico, dove avrebbe dovuto incontrare gli altri, ma un ringhio rabbioso lo costrinse a bloccarsi.
Il cane che prima lo stava inseguendo era ancora li e meno amichevole del solito.
- Ehm….s-sta buono cuccioletto….
Il brunetto, ormai senza fiato si nascose in un vicolo attendendo
che il cagnolino continuasse la sua corsa, dandogli così un po’ di tregua.
Ripreso fiato, attraversò di striscio un viottolo stretto, ritrovandosi nel centro della città, dove, però, non vi era anima viva.
Ok che era ancora mattina presto, ma la cosa gli parve strana dato che Namori era molto attiva anche se piccola.
Vagò un po’ di qua e di là, ma non vi era ancora nessuno in vista.
Iniziava davvero a preoccuparsi. Ovunque andasse poi, sembrava tutto uguale, non importava dove girasse, c’erano sempre le stesse piante, gli stessi edifici….inizialmente pensava fosse un’impressione, ma ben presto si rese conto che così non era.
D’improvviso sentì una presenza alle sue spalle e immediatamente si voltò, trovandosi davanti il proprio riflesso in una vetrina.
Che fosse uno specchio? No….non poteva essere.
In quel momento gli tornò alla mente la tecnica utilizzata dal primo guardiano della nebbia, Daemon Spade, ma subito scosse la testa. Non centrava lui. Se ne sarebbe accorto.
Sulle labbra della figura riflessa apparve un sorriso poco rassicurante, pareva quasi un ghigno.
Tsuna, saggiamente, si allontanò indietreggiando ma servì a poco.
Il riflesso assunse fattezze reali, avvicinandosi pericolosamente al brunetto che, presa la fiaschetta contenenti le pasticche che gli consentivano di entrare in Hyper mode, ne mandò giù una facendo così nascere una purissima fiamma dalle sfumature arancioni.
Immediatamente si scagliò contro il “nemico” sferrandogli un poderoso pugno che, però, fu prontamente parato da questo, bloccandogli con forza la mano. Facendo leva sulle gambe il decimo boss dei Vongola balzò indietro riflettendo sul da farsi.
Quella creatura aveva una forza pari alla sua, quindi attaccarlo fisicamente non sarebbe servito. Si spostò in aria usando le fiamme come propulsore, pronto ad utilizzare l’X-burner, ma non gli fu possibile.
Il riflesso, quasi come se avesse capitò le intenzioni del ragazzo, portò un braccio teso davanti a se, creando delle liane violacee che, rapidamente, gli bloccarono le gambe trascinandolo verso il basso e spingendolo con forza contro un edificio.
- Dannazione…..come fa a prevedere ogni mia mossa…
- Ohh, non è difficile come pensi~
- Tu….puoi leggere nel pensiero!?
- Sei nel mio regno Vongola Decimo, qui posso farti tutto ciò che
La morsa sui suoi polsi si fece sempre più ferrea procurandogli un profondo gemito di dolore.
Le piante si moltiplicarono cingendogli anche la vita e il petto, facendogli mancare il respiro.
Si dimenò più volte nel disperato tentativo di liberarsi da quell’abbraccio mortale, ma le forze iniziavano ad abbandonarlo.
Annaspò in cerca d’aria ansimando poi pesantemente, chiudendo un occhio per l’estrema fatica a cui il suo intero corpo era sottoposto.
- È inutile. Sprechi solo energie….siamo su due livelli differenti….
Altri detentori di quella fiamma.
Questa era densa, asfissiante….quasi “impura”.
Da quella profonda coltre emerse una figura femminile, snella, alta, dai lunghi capelli verde petrolio, raccolti in un’elegante coda.
Era fasciata in un abito rosso lungo fino alle ginocchia, allacciato al collo da un fiocco sottile e le spalle, come le braccia, lasciate scoperte.
L’abbigliamento era completato poi da un paio di stivali corti, anch’essi rossi.
Alla mano destra portava un anello dalle sfumature grigiognole con su raffigurato un serpente marino nero e indaco…..
Tsuna spalancò gli occhi riconoscendo in quel monile lo stesso stemma dell’anello che portava quell’inquietante individuo
incontrato in precedenza.
La misteriosa donna si avvicinò pericolosamente al giovane Vongola prendendogli il mento tra l’indice e il pollice, sollevandogli così il viso in modo che il ragazzo potesse specchiarsi nei suoi profondi zaffiri d’oriente che celavano, dietro tutta quella grazia, un’inquietudine che sarebbe stata capace di turbare i cuori più impavidi.
Avvicinò il viso al suo orecchio sussurrandogli malignamente taglienti parole:
- Potrai piangere e gridare quanto vorrai….ma nessuno potrà aiutarti, la tua voce riecheggerà in eterno tra queste mura invisibili che ho appositamente creato in tuo onore…..questo luogo infernale, Sawada Tsunayoshi, diverrà la tua tomba…..
- Mi sono sempre chiesta….se la leggenda fosse vera….se questo “Peccato” che ti scorre copioso nelle vene….abbia davvero tutto quel potere di cui quel vecchio parlava…..
come ancora si avvicinasse, poteva sentire il suo fiato
caldo sul collo, una mano passare dai suoi capelli scompigliati, lentamente alla sua schiena, facendo aderire il suo petto a quello dell’altra.
Non si scompose, rimase impassibile a quelle movenze.
Doveva mantenere la calma ed escogitare un modo per liberarsi dagli artigli di quell’ arpia.
- Di che stai parlando?
- Non lo sai dunque, non ti è stato raccontato? Aaah povero caro~ ti hanno tenuto all’oscuro di fatti così importanti per tutto questo tempo…..ma d’altronde… sei solo un ragazzino
Aveva ormai intuito avesse qualche riferimento ad essa…..
- Beh, magari possiamo scoprire insieme se ciò che è scritto…sia vero o meno….dopotutto tu…sei diretto discendente di quell’uomo….
Il brunetto spalancò gli occhi incredulo. I vampiri non esistevano!
Erano solo personaggi inventati per spaventare i bambini, non poteva essere vero!
Pensò quasi di essere finito in un film dell’orrore. Tentò di fare qualche passo indietro dimenandosi, nonostante le liane lo tenessero prigioniero, doveva liberarsi, non voleva di certo finire “mangiato” da una pazza!
Ma ormai era tardi…..la donna lo strinse maggiormente, avventandosi sul suo collo. D’istinto strinse gli occhi, attendendo l’inevitabile, ma invece, non sentì alcun dolore, nessun movimento. Nulla di nulla.
Aprì allora lentamente gli occhi, notando che la donna fissava sconvolta il ciondolo che il brunetto portava al collo.
Questo cominciò ad emanare una lieve luce arancio corallo, oscillando lievemente. D’improvvisò lo Sky ring, come per richiamo, iniziò a brillare, emettendo una leggera fiammella che, unita al bagliore del ciondolo, provocarono una potente onda d’urto, spingendo lontana
la donna, procurandole diverse scottature sulle braccia, che, prontamente, aveva portato davanti al volto per proteggersi.
- Dannazione! Perché adesso!? Cos’è cambiato!?
sue illusioni.
Il brunetto allora con una contrazione delle braccia spezzò le liane e velocemente si spostò dietro il nemico, non dandole Il tempo di reagire.
La bloccò per le spalle e, quando gli X-gloves del ragazzo si illuminarono, la donna venne completamente ghiacciata dallo zero point breakthrough.
L’illusione finalmente si dissolse e Tsuna poté momentaneamente rilassarsi tornando alla normalità. Immediatamente corse via dirigendosi nel luogo d’incontro prestabilito con i suoi compagni.
********
Il ragazzo dal bianco cappuccio se ne stava poggiato alla ringhiera che circondava tutto il terrazzo dell’edificio scolastico, attendendo i guardiani dei Vongola con aria paziente. Alzò lo sguardo al cielo pensoso, era davvero la cosa giusta rivelare ogni cosa? Se poi la situazione fosse degenerata?
Questo Sean non lo sapeva, ma non poteva fare altro, ormai aveva dato la sua parola, sarebbe stato indubbiamente difficile, ma dopotutto la sua vita non era mai stata una passeggiata….
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’aprirsi della porta, fecero il loro ingresso un’esuberante guardiano del sole che praticamente trascinava uno scocciato e furioso guardiano della tempesta e una timida guardiana della nebbia. Al seguito arrivarono poi il boss degli Simon e il guardiano della pioggia sorridente e allegro come non mai, con un piccolo guardiano del fulmine sulla spalla destra che strepitava gioioso irritando profondamente la tempesta. Del guardiano della nuvola non vi era traccia, ma andava bene così…..
- Ben arrivati….
- Buon giorno!...ehm….non ci hai ancora detto il tuo nome…
Il ragazzo attese qualche istante per poi prendere la parola:
- Chiamatemi pure Sean
- Dov’è il vostro amico…..il castano….Sawada, giusto?
Era un’abitudine di Tsuna essere in ritardo, ma non in situazioni importanti come quella.
- Forse si è svegliato tardi, starà arrivando
- Dobbiamo andare a cercarlo! E se gli fosse successo qualcosa!? Non me lo perdonerei….che razza di braccio destro sarei se….
- Calmati Gokudera, vedrai che avrà avuto solo un contrattempo!
- Stamani Tsuna è corso appresso a Lambo e non è rientrato, credevamo stesse venendo qui
- Reborn-san! Dobbiamo fare qualcosa! Juudaime potrebbe essere nei guai!
- SAWADA! Ma dov’eri finito!?
- Ci stavamo preoccupando Tsuna!
- Juuudaime! Sta bene!?
- C’è…..c’è un’illusionista in città, non l’ho mai vista prima, ma…ha un anello come quello che portava l’uomo che ti inseguiva….Sean…
- Probabilmente è parte del mio problema…
- Non probabilmente, sicuramente….meglio che inizi a parlare
- È una lunga storia….ciò che posso dirvi….ciò che so per certo….è che una famiglia mafiosa mi sta inseguendo, mi da la caccia quasi fossi una gazzella e loro le tigri. Hanno preso tutti i miei amici, i miei cari e ne sono responsabile, è a causa mia….non desidero il male di altri per questo ho preferito non chiedere aiuto a nessuno, d’altronde….chi vorrebbe mai mettersi contro un’organizzazione temibile come quella? I membri che ne fanno parte sono forti, agguerriti, pronti a tutto pur di soddisfare il loro leader….non hanno pietà per nessuno….
Tsuna continuava a tenere gli occhi puntati sul giovane, quasi volesse scorgere una scintilla, una singola emozione in quelle profonde pozze celesti celate dal pesante cappuccio che ancora il ragazzo non aveva abbandonato, forse per paura….forse per abitudine.
Si avvicinò appena all’altro sotto lo sguardo attento di Enma e quello ansioso di Chrome e lo incitò a continuare poggiandogli una mano sulla spalla.
- Sono divisi in squadroni, partendo da quelli più deboli a quelli più forti. Lo stemma della famiglia raffigura un serpente. Ogni squadrone ha come simbolo un serpente diverso. Quella più potente è formata da sei membri ed è quella più vicina al boss….come simbolo ha un serpente marino. Ogni portatore ha un anello con quella creatura, ma di colore diverso
- Un po’ come i nostri quindi?
- In un certo senso…si, potremmo definirli “simili”
- Ma?
- Ma quegli anelli possiedono un’aura maligna. Totalmente opposta a quella dei vostri che sembrano brillare di luce propria. Prendono forza dalle emozioni negative dei loro portatori. Più sono iracondi, delusi, irritati, più vittime fanno….più forti diventano
- Perché ti danno la caccia? Cos’è li hai fatti arrabbiare?
- Magari li avessi fatti arrabbiare…..io non sapevo nemmeno della loro esistenza fino a qualche anno fa. Ma poi, il capo di questa famiglia ha cominciato ad intromettersi negli affari di altre famiglie, anche le più potenti, affermando con estrema sicurezza che “qualcuno” avesse “qualcosa” che lui desiderava
- E…..
- Questo “qualcuno”….sei tu?
- A quanto pare….si. Ma non ho idea di cosa effettivamente voglia da me, pensavo desiderasse il ciondolo che ti ho dato, o il mio bracciale, ma così non è stato….ho provato a capire in tutti modi e non ci sono riuscito
Le parole della donna rimbombavano nella mente del brunetto….parlava dei Vongola, allora cosa centrava quel ragazzo? Era tutto fin troppo complicato. O Sean sapeva più di quanto dicesse o nascondeva qualcosa di potente e probabilmente pericoloso che un folle, pazzo, psicopatico voleva adoperare per chissà quale scopo malvagio….sembrava quasi la trama di un film….
- Dobbiamo tenere gli occhi aperti. Potrebbero spuntare fuori in qualunque momento
Le sue movenze, le parole taglienti…..i suoi tocchi che poco avevano di sensuale, li avrebbe definiti lascivi, si decisamente lascivi.
- Quella donna adesso è in città, non dovrebbe poter muoversi però….
Gokudera rivolse uno sguardo determinato al giovane boss, accompagnato dall’aura infuocata di Ryohei e dall’energico sorriso di Yamamoto.
Sapeva che lo avrebbero sostenuto e accompagnato anche in questa difficile avventura, qualunque ostacolo avessero incontrato lo avrebbero superato insieme, come ogni volta, ce l’avrebbero fatta.
- Stia tranquillo Juudaime, se dovesse farsi viva non gli daremo vita facile! Non sa co chi ha a che fare!
-boss…..anche noi terremo gli occhi aperti….
Il timido sorriso di Chrome fece intenerire appena Tsuna che la ringraziò dal profondo del cuore. Enma riferì che avrebbe parlato anche con i suoi compagni e sarebbero stati in allerta per qualunque evenienza.
- Per favore….non li sottovalutate….i generali sono pericolosi….
- Ci siamo trovati in situazioni ESTREMAMENTE pericolose più volte, li sconfiggeremo vedrai!
Una volta congedati tutti si ritirarono per le proprie faccende personali.
Ryohei avrebbe portato lambo da Kyoko e Haru, sapeva che al bambino piaceva stare con le due ragazze, Chrome, un po’ timidamente, si unì al sole, rivedere le due amiche non le sarebbe dispiaciuto. Yamamoto e Gokudera erano intenzionati ad allenarsi, non si sarebbero di certo fatti trovare impreparati, Enma buttò ancora una lieve occhiata sul ragazzo incappucciato per poi salutare educatamente e correre casa, dopotutto doveva informare accuratamente gli altri.
Rimasero unicamente Tsuna e Sean, Reborn si era dileguato come suo solito senza una parola, a volte quel “bambino” era davvero spaventoso.
- Sawada- san, penso che ora sia meglio andare, nei paraggi potrebbe esserci il ragazzo con i tonfa, sai, non vorrei essere nuovamente strapazzato….
Uscirono frettolosamente, facendo attenzione nel chiudere porte e cancelli per poi avviarsi silenziosamente per i piccoli viottoli della città.
- Mi spiace Sawada-san, non era mia intenzione farti finire nei guai….è la seconda volta….
- Non è colpa tua Sean-kun…..ah, puoi chiamarmi anche Tsuna, non c’è bisogno di essere così formali
- Ma….
- Per favore…
- Se ti fa piacere….
- Sean-kun….posso chiederti una cosa?
- Ogni volta che un nemico, o qualcuno con intenzioni poco amichevoli si avvicina a chi porta il tuo bracciale, o il ciondolo che mi hai dato…..questi reagiscono….perché?
- Perché possiedono un’ anima
- Eh!?
- Si, hai capito bene, il mio bracciale è fatto con la polvere di una stella, appartiene alla mia famiglia da molto tempo, è un cimelio, diciamo. Le stelle sono molto suscettibili al cambiamento se prima c’è un’aria serena e d’improvviso avvertono inquietudine, allora c’è una scintilla e giocano a “nascondino”
- Per quanto riguarda questo….
- Era di una persona a me cara, purtroppo non c’è più…me l’ha donato quando ancora ero un bambino e mi ha sempre detto che mi avrebbe protetto quando l’oscurità si fosse avvicinata. Si è attivato con te, vero?
- Si, mi ha aiutato
- È perché Tsuna-san ha un cuore buono
- Sean-kun, ascolta….so che per te è difficile fidarti delle persone, ma….volevo chiederti…cioè…se te la senti….
- Vieni a stare da me per un po’, così sarai più al sicuro e non solo….poi mia madre non ha problemi, anzi, le fa piacere quando porto qualche amico a casa…..
- Tsuna-san, già ti ho creato abbastanza problemi, poi non….
- Insisto!
- Va bene….
Tsuna allungò le mani al volto dell’altro calandogli lentamente il cappuccio.
L’altro lo lasciò fare, anche se, notò il brunetto, trattenne comunque per un attimo il respiro.
Poté così nuovamente vedere quei tratti a lui così familiari e sorrise, quando il biondo portò le sue iridi cerulee sulle proprie di un intenso nocciola.
- Non hai più bisogno di nasconderti Sean-kun…andrà bene!