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Autore: bilo99    15/06/2016    0 recensioni
Finalmente, dopo innumerevoli battaglie, la pace è tornata nella piccola città di Namimori, dove, Sawada Tsunayoshi e i suoi compagni possono finalmente tornare alla normalità......o forse no?
Un nuovo pericolo sta per coinvolgere il giovane boss dei Vongola e la sua famiglia, qualcosa legato al passato...presente....futuro.....
Un'antica promessa dimenticata......un cuore infranto ricolmo di rancore......
Il tempo continua a scorrere inesorabilmente....ma quelle ore sono incise,indimenticabili nella storia....
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non avrebbe mai potuto minimamente immaginare chi celasse quel mantello...
Sawada Tsunayoshi rimase per un attimo impietrito con il cuore in gola e gli occhi fissi dinanzi a se.
non può essere….è…è impossibile!” pensò ancora incredulo.
Se non ne avesse vissute di cose assurde, gli sarebbe venuto un infarto, li, seduta stante.
  • P-primo?
Chiese titubante in un sussurro, mordendosi subito dopo la lingua nella paura di aver detto qualcosa di sbagliato….
Un viso giovane, dai lineamenti delicati, due iridi azzurro cielo, grandi, da un taglio dolce ma deciso. Una zazzera biondo grano scompigliata, con una frangia lunga e ribelle…..
Somigliava molto a Vongola Primo, ma con lineamenti decisamente più infantili.
Ricordava bene il suo predecessore, era più alto, con una postura regale, gli occhi dalle sfumature arancioni decisi ma gentili…
  • Non so  di chi tu stia parlando. Il mio nome non è di certo Primo.
Il ragazzo alzò un sopracciglio confuso e guardò di sottecchi il brunetto che, ancora con espressione stupita, non riuscì a spiccicar parola.
  •  Mi chiamo Sean…a presto…
Non diede il tempo a nessuno dei due di aggiungere altro che corse via rapidamente, coprendosi nuovamente il volto con il bianco cappuccio.
  • Quel ragazzo…
Tsuna fissò per un attimo l’arcobaleno. Reborn era immerso nei suoi pensieri, sicuramente anche lui aveva ben notato la somiglianza con il primo boss….questo sembrava turbarlo e non poco, ma, sicuramente, non lo avrebbe mai ammesso.
  • Tsuna, torniamo a casa…è stata una lunga giornata, domani dobbiamo essere al massimo delle forze
Detto questo, il piccolo killer si avviò verso casa Sawada, seguito  dal proprio allievo che annuì distrattamente.
Durante la notte non riuscì a chiudere occhio, la testa gli scoppiava, aveva troppe cose in mente. Nonostante i dubbi gli attanagliassero il cuore però, Tsuna ancora sentiva la necessità di aiutare quel ragazzo…..Sean, così aveva detto di chiamarsi. Un nome molto diffuso in America….che venisse proprio da li?
Ma parlava il giapponese in un modo così fluido che gli sembrava quasi impossibile.
Si rigirò più volte sul morbido materasso, scostando appena le coperte e portandosi un braccio piegato sulla fronte sospirando pesantemente. Socchiuse lievemente gli occhi tenendo sospeso in alto, con la mano libera, il ciondolo donatogli da Sean, lasciandolo oscillare lievemente da destra a sinistra. Un’immagine repentina gli passò davanti agli occhi nocciola, un ragazzo dai capelli corti biondo miele con ciuffi più lunghi ad incorniciargli il viso, con un caloroso sorriso stampato sulle labbra. Sentì una dolorosa fitta alla testa, una così forte da fargli stringere i denti. Si tirò a sedere e, preso un profondo respiro, tento di calmarsi, portando il battito furioso del proprio cuore che, quasi sembrava voler saltargli fuori dal petto, alla normalità.
Cos’era quell’immagine? Scosse la testa sospirando ancora, la stanchezza gli stava giocando brutti scherzi.
 Decise, dopo varie esitazioni, di tornare a riposare, sperando che
il dolore, dopo una bella dormita, passasse.
Chiuse gli occhi assonnati e dopo poco tempo sprofondò in un sonno non proprio tranquillo.
 
 
                                           *******
 
Camminava nervoso, a passo svelto, tra gli scuri corridoi di quell’immensa dimora, ormai tutti dormivano, immersi in chissà quali fantasiosi sogni. Aumentò maggiormente il passo, giungendo finalmente a destinazione. Si trovò dinanzi una porta in mogano scuro, finemente decorata con foglie dorate in stile barocco. Afferrò con decisione lo sfavillante pomello girandolo verso sinistra, osservando l’interno della stanza elegantemente decorato. Pareti ricoperte da un parato ocra damascato, quadri di natura morta e vasi appesi un po’ ovunque, comodini lignei di una lucentezza unica, con alcune abajures dorate poggiate sulla loro marmorea superficie, accompagnati poi da un tavolino circolare con alcuni liquori ancora chiusi. Una moquette rosso scuro copriva il pavimento ligneo e il pesante tendaggio, del medesimo colore, che copriva il grande finestrone, era attraversato da alcuni raggi lunari che illuminavano lievemente quello che dove essere uno studio. Poggiato di schiena ad una fine scrivania in ciliegio, con vari documenti, penne stilografiche e altri oggetti vari sulla superficie vitrea, v’era un giovane, dai capelli color miele, vestito con una semplice camicia bianca dalle maniche risvoltate, in modo da avere più libertà nei movimenti, una cravatta nera allentata morbidamente, un paio di pantaloni scuri tenuti fermi da una cinta del medesimo colore e scarpe eleganti grigio scuro, che teneva una grande agenda dalla copertina in cuoio tra le mani, immerso in chissà quali riflessioni. Attirò la sua attenzione con un leggero colpo di tosse entrando nella stanza, chiudendosi poi la porta alle spalle. Il ragazzo volse appena il capo nella sua direzione e gli regalò un caldo sorriso, per poi chiudere l’agenda e posarla sulla scrivania.
  • Buona sera, cosa ti porta a quest’ora qui, nella mia umile dimora?
Si avvicinò maggiormente al ragazzo con aria seria e lo fissò dritto negli occhi; due profonde pozze color mare.
  • Cos’è quello sguardo? Sei arrabbiato forse?
Sospirò lievemente scuotendo la testa e gli posò una mano sulla spalla
Per prendere successivamente la parola:
  • Sono solo preoccupato per te…avrebbe potuto ucciderti…
Il ragazzo sorrise per poi scrollare le spalle rassegnato.
Stava per ricevere una bella ramanzina….
  • Come chiunque del resto. Siamo sotto al cielo dopotutto….
Se è destino potrei morire anche in casa, adesso, qui…
Sotto i tuoi occhi
Aggrottò appena le sopracciglia contrariato e strinse la presa sulla sua spalla. Non voleva nemmeno pensarci…
  • Non guardarmi così…sai che è possibile, non puoi impedirlo…
È destino. È scritto…
Un sospiro di frustrazione lasciò le sue labbra, affranto guardò ancora
l’amico dinanzi a se abbracciandolo delicatamente, in un gesto di affetto, di tenerezza…qualcosa che non era consono mostrare in pubblico, non più almeno, non con i tempi che correvano.
  • Non preoccuparti per me….sto bene, pensa alla tua famiglia
Il ragazzo dagli occhi blu profondo ricambiò la stretta in modo rassicurante facendogli coraggio.
Doveva essere il contrario, ma finiva sempre in quel modo, era l’altro a consolarlo, a spronarlo in ogni momento. Si comportava da fratello maggiore in un certo senso, anche se incarnava lui stesso un po’ quella figura essendo il più grande tra i due.
  • La mia famiglia è forte, ormai ci stiamo espandendo più di quanto
io stesso potessi immaginare…
  • Ma?
Aggiunse l’altro sciogliendo l’abbraccio e guardandolo negli occhi
  • Ma…alcuni elementi vorrebbero che aumentasse anche la potenza
Il più piccolo sospirò appena chiudendo gli occhi e incrociando le braccia pensieroso. Aveva un’espressione quasi bambinesca e si trovò
a sorridere divertito.
  • Ma voi siete più per il dialogo e non volete scatenare una guerra…giusto?
Si trovò ad annuire piano alle parole del ragazzo sospirando nuovamente.

Davvero non sapeva come placare gli animi di quelle persone così assetate di potere.
  • Ehi non abbatterti, sono sicuro che troverai una soluzione Ti conosco, so che ne sei capace.
Si trovò a sorridere dolcemente alle parole dell’amico.
Era così spontaneo, così ingenuo forse….dal suo sguardo traspariva unicamente una profonda bontà, ormai rara da trovare.
Magari tutti potessero essere così, si trovò a pensare. Ma sapeva che sarebbe stato impossibile.
  • Grazie di cuore amico mio….sono felice di averti accanto
Gli porse la mano con un sorriso sincero e l’altro la strinse con decisione sorridendogli di rimando.
  • Lo stesso vale per me…Primo
 
 
 
 
                                                      *********
 
 
Si svegliò d’improvviso  che era già mattina, trovandosi accanto Reborn che, probabilmente stava per svegliarlo lui stesso.
  • Ehi Tsuna, da quando parli nel sonno?
Il brunetto alzò un sopracciglio confuso, non se n’era nemmeno accorto e poi non gli era nemmeno mai successo…..ma forse era per quel sogno non molto normale….
  • Perché che ho detto?
Il tutor sorrise appena sistemandosi il cappello per poi saltare giù dal letto e dirigersi alla porta
  • Hai mormorato qualcosa su di un possibile delitto….sembravi
preoccupato
  • EH!?
Urlò il brunetto sorpreso. Non esagerava un po’ Reborn?
  • Forza sbrigati, dobbiamo incontrare gli altri
Detto questo lasciò solo Tsuna, uscendo dalla stanza, dandogli così modo di cambiarsi.
Il brunetto  prese dal proprio armadio una maglia color ocra leggera con sopra una giacca verdognola a maniche lunghe, pantaloni grigio scuro e, abbinate, un paio di converse arancio.
Una volta indossato il tutto e sistemato i capelli come meglio poteva, scese le scale, chiudendosi alle spalle la porta, raggiungendo l’allegra famigliola in cucina.
  • Lambo! Ridammi quell’onigiri!
  • Gyahahahah! Nooo questi sono di Lambo-san!
I-pin e Lambo stavano praticamente girando ripetutamente attorno al tavolo, facendo sorridere la mamma e Bianchi, intenta a coccolare affettuosamente Reborn.
Il brunetto sospirò appena, erano sempre i soliti. Ma la casa senza di loro sarebbe stata decisamente troppo silenziosa.
 Fuuta sorrise in sua direzione salutandolo allegramente, invitandolo
Ad unirsi a loro.
Il brunetto, tra varie chiacchiere e risate fece velocemente colazione, immergendosi per un attimo nei suoi pensieri.
Alcune immagini della notte precedente gli tornarono, vivide, alla mente. Quel ragazzo…..Vongola Primo…perché gli erano apparsi in sogno? E poi chi era l’altro biondo? Era la prima volta che lo sognava….
Si ritrovò a fissare un punto indefinito della stanza, finché lo sguardo  non gli cadde sulla mano destra di Lambo…..il guardiano del fulmine
teneva stretta in un pugno la catena argentata del ciondolo donatogli
da Sean. Scattò sugli attenti e subito si alzò rivolgendosi a Lambo.
  • Ohi Lambo! Quante volte ti ho detto di non prendere
le cose senza permesso! Forza ridammi quel ciondolo!
Il bambino vestito da mucca in risposta gli fece una linguaccia correndo fuori casa sventolando all’aria il prezioso monile.
  • Lambo!
Tsuna corse velocemente seguendo il piccolo guardiano andando a sbattere contro una povera ragazza scusandosi rapidamente e
rischiando di inciampare facendo una pessima figura, fu poi inseguito, come se non bastasse, dal chiwawa dei suoi vicini che, liberatosi dal guinzaglio era determinato ad acciuffare Tsuna per una gamba dei pantaloni. Non gliene andava mai bene una.
  • La-Lambo! Dannazione fermati!
Il bambino sghignazzando divertito svoltò un angolo seguito a ruota dal brunetto.
La corsa continuò ancora per qualche metro, finché Lambo non saltò su di un muretto gridando ad alta voce:
  • Questo ora è di Lambo-san!!!
Tsuna sospirò pesantemente, l’unico modo per convincere Lambo era dargli qualcosa in cambio, dopotutto era un bambino.
  • Ehi Lambo, se me lo ridai ti do tutte le caramelle che vuoi, ok?
Gli occhi del bambino si illuminarono a quelle parole.
  • Parlerò più tardi con la mamma, però per favore, ora ridammelo. È importante….
Il guardiano gonfiò le guance contrariato, ma per i dolci avrebbe fatto qualunque cosa.
Sceso dal muretto ridiede il ciondolo a Tsuna già pregustando la dolcezza di quelle leccornie.
  • Tsuna! Non scordarti delle caramelle di Lambo-san eh!
Detto questo il bambino corse via senza dare il tempo all’altro di dire alcun che…..era incorreggibile….
Il brunetto decise di avviarsi verso l’edificio scolastico, dove avrebbe dovuto incontrare gli altri, ma un ringhio rabbioso lo costrinse a bloccarsi.
Il cane che prima lo stava inseguendo era ancora li e meno amichevole del solito.
  • Ehm….s-sta buono cuccioletto….
Come se poi lo avrebbe ascoltato! Dopo un abbaio dell’animaletto Tsuna corse via a gambe levate. Anche se piccolo, un morso era sempre un morso dopotutto e lui di certo non ci teneva!
Il brunetto, ormai senza fiato si nascose in un vicolo attendendo
che il cagnolino continuasse la sua corsa, dandogli così un po’ di tregua.
Ripreso fiato, attraversò di striscio un viottolo stretto, ritrovandosi nel centro della città, dove, però, non vi era anima viva.
Ok che era ancora mattina presto, ma la cosa gli parve strana dato che Namori era molto attiva anche se piccola.
Vagò un po’ di qua e di là, ma non vi era ancora nessuno in vista.
Iniziava davvero a preoccuparsi. Ovunque andasse poi, sembrava tutto uguale, non importava dove girasse, c’erano sempre le stesse piante, gli stessi edifici….inizialmente pensava fosse un’impressione, ma ben presto si rese conto che così non era.
D’improvviso sentì una presenza alle sue spalle e immediatamente si voltò, trovandosi davanti il proprio riflesso in una vetrina.
Che fosse uno specchio? No….non poteva essere.
In quel momento gli tornò alla mente la tecnica utilizzata dal primo guardiano della nebbia, Daemon Spade, ma subito scosse la testa. Non centrava lui. Se ne sarebbe accorto.
Sulle labbra della figura riflessa apparve un sorriso poco rassicurante, pareva quasi un ghigno.
Tsuna, saggiamente, si allontanò indietreggiando ma servì a poco.
Il riflesso assunse fattezze reali, avvicinandosi pericolosamente al brunetto che, presa la fiaschetta contenenti le pasticche che gli consentivano di entrare in Hyper mode, ne mandò giù una facendo così nascere una purissima fiamma dalle sfumature arancioni.
Immediatamente si scagliò contro il “nemico” sferrandogli un poderoso pugno che, però, fu prontamente parato da questo, bloccandogli con forza la mano. Facendo leva sulle gambe il decimo boss dei Vongola balzò indietro riflettendo sul da farsi.
Quella creatura aveva una forza pari alla sua, quindi attaccarlo fisicamente non sarebbe servito. Si spostò in aria usando le fiamme come propulsore, pronto ad utilizzare l’X-burner, ma non gli fu possibile.
Il riflesso, quasi come se avesse capitò le intenzioni del ragazzo, portò un braccio teso davanti a se, creando delle liane violacee che, rapidamente, gli bloccarono le gambe trascinandolo verso il basso e spingendolo con forza contro un edificio.
  • Dannazione…..come fa a prevedere ogni mia mossa…
  • Ohh, non è difficile come pensi~
Il brunetto sussultò volgendo gli occhi, divenuti arancioni per la pasticca ingerita, alla figura. Aveva sentito una voce nella sua testa….
  • Tu….puoi leggere nel pensiero!?
La figura parve divertita e subito scrollò le spalle.
  • Sei nel mio regno Vongola Decimo, qui posso farti tutto ciò che
  •  
Detto ciò gli bloccò le braccia con le stese liane utilizzate precedentemente, tirandolo in piedi. Tsuna tentò di utilizzare le sue fiamme per arderle, ma ogni tentativo fu vano, sembrava quasi che ne bloccassero il flusso.
La morsa sui suoi polsi si fece sempre più ferrea procurandogli un profondo gemito di dolore.
Le piante si moltiplicarono cingendogli anche la vita  e il petto, facendogli mancare il respiro.
Si dimenò più volte nel disperato tentativo di liberarsi da quell’abbraccio mortale, ma le forze iniziavano ad abbandonarlo.
Annaspò in cerca d’aria ansimando poi pesantemente, chiudendo un occhio per l’estrema fatica a cui il suo intero corpo era sottoposto.
  • È inutile. Sprechi solo energie….siamo su due livelli differenti….
La figura ben presto iniziò a sfocare in una nebbiolina oscura, blu violacea, molto diversa da quella di Mukuro Rokudo, Chrome o
Altri detentori di quella fiamma.
Questa era densa, asfissiante….quasi “impura”.
Da quella profonda coltre emerse una figura femminile, snella, alta, dai lunghi capelli verde petrolio, raccolti in un’elegante coda.
Era fasciata in un abito rosso lungo fino alle ginocchia, allacciato al collo da un fiocco sottile e le spalle, come le braccia, lasciate scoperte.
L’abbigliamento era completato poi da un paio di stivali corti, anch’essi rossi.
Alla mano destra portava un anello dalle sfumature grigiognole con su raffigurato un serpente marino nero e indaco…..
Tsuna spalancò gli occhi riconoscendo in quel monile lo stesso stemma dell’anello che portava quell’inquietante individuo
incontrato in precedenza.
La misteriosa donna si avvicinò pericolosamente al giovane Vongola prendendogli il mento tra l’indice e il pollice, sollevandogli così il viso in modo che il ragazzo potesse specchiarsi nei suoi profondi zaffiri d’oriente che celavano, dietro tutta quella grazia, un’inquietudine che sarebbe stata capace di turbare i cuori più impavidi.
Avvicinò il viso al suo orecchio sussurrandogli malignamente taglienti parole:
  • Potrai piangere e gridare quanto vorrai….ma nessuno potrà aiutarti, la tua voce riecheggerà in eterno tra queste mura invisibili che ho appositamente creato in tuo onore…..questo luogo infernale, Sawada Tsunayoshi, diverrà la tua tomba…..
Gli si gelò il sangue nelle vene e un brivido gli percorse tutto il corpo come una scarica elettrica. D’istinto tentò nuovamente di liberarsi strattonando i polsi, non si sarebbe mai arreso, avrebbe lottato fino al suo ultimo respiro…..fin quando il tempo glielo avrebbe concesso….
  • Mi sono sempre chiesta….se la leggenda fosse vera….se questo “Peccato” che ti scorre copioso nelle vene….abbia davvero tutto quel potere di cui quel vecchio parlava…..
Tsuna non capiva a cosa la stramba donna si riferisse, notava solo
come ancora si avvicinasse, poteva sentire il suo fiato
caldo sul collo, una mano passare dai suoi capelli scompigliati, lentamente alla sua schiena, facendo aderire il suo petto a quello dell’altra.
Non si scompose, rimase impassibile a quelle movenze.
Doveva mantenere la calma ed escogitare un modo per liberarsi dagli artigli di quell’ arpia.
  • Di che stai parlando?
Allora chiese, attirando così l’attenzione della donna che, con un sorriso falso, portò nuovamente lo sguardo sul suo viso.
  • Non lo sai dunque, non ti è stato raccontato? Aaah povero caro~ ti hanno tenuto all’oscuro di fatti così importanti per tutto questo tempo…..ma d’altronde… sei solo un ragazzino
Tsuna sentiva il nervosismo aumentare, perché ci girava intorno? Poteva benissimo rivelargli cosa ancora non sapeva sulla storia dei Vongola.
Aveva ormai intuito avesse qualche riferimento ad essa…..
  • Beh, magari possiamo scoprire insieme se ciò che è scritto…sia vero o meno….dopotutto tu…sei diretto discendente di quell’uomo….
Detto ciò la donna gli scoprì il collo, scostando lievemente il  bordo della maglia dischiudendo appena le labbra mostrando due lunghi e affilati canini, pronti ad affondare nella tenera carne.
Il brunetto spalancò gli occhi incredulo. I vampiri non esistevano!
Erano solo personaggi inventati per spaventare i bambini, non poteva essere vero!
Pensò quasi di essere finito in un film dell’orrore. Tentò di fare qualche passo indietro dimenandosi, nonostante le liane lo tenessero prigioniero, doveva liberarsi, non voleva di certo finire “mangiato” da una pazza!
Ma ormai era tardi…..la donna lo strinse maggiormente, avventandosi sul suo collo. D’istinto strinse gli occhi, attendendo l’inevitabile, ma invece, non sentì alcun dolore, nessun movimento. Nulla di nulla.
Aprì allora lentamente gli occhi, notando che la donna fissava sconvolta il ciondolo che il brunetto portava  al collo.
Questo cominciò ad emanare una lieve luce arancio corallo, oscillando lievemente. D’improvvisò lo Sky ring, come per richiamo, iniziò a brillare, emettendo una leggera fiammella che, unita al bagliore del ciondolo, provocarono una potente onda d’urto, spingendo lontana
la donna, procurandole diverse scottature sulle braccia, che, prontamente, aveva portato davanti al volto per proteggersi.
  • Dannazione! Perché adesso!? Cos’è cambiato!?
Tsuna aggrottò le sopracciglia confuso, ma non si curò oltre delle sue parole. Il bagliore aveva deconcentrato la donna indebolendo così le
sue illusioni.
Il brunetto allora con una contrazione delle braccia spezzò le liane e  velocemente si spostò dietro il nemico, non dandole Il tempo di reagire.
La bloccò per le spalle e, quando gli X-gloves del ragazzo si illuminarono, la donna venne completamente ghiacciata dallo zero point breakthrough.
L’illusione finalmente si dissolse e Tsuna poté momentaneamente rilassarsi tornando alla normalità. Immediatamente corse via dirigendosi nel luogo d’incontro prestabilito con i suoi compagni.
 
                                        
 
                                             ********
 
Il ragazzo dal bianco cappuccio se ne stava poggiato alla ringhiera che circondava tutto il terrazzo dell’edificio scolastico, attendendo i guardiani dei Vongola con aria paziente. Alzò lo sguardo al cielo pensoso, era davvero la cosa giusta rivelare ogni cosa? Se poi la situazione fosse degenerata?
Questo Sean non lo sapeva, ma non poteva fare altro, ormai aveva dato la sua parola, sarebbe stato indubbiamente difficile, ma dopotutto la sua vita non era mai stata una passeggiata….
Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’aprirsi della porta, fecero il loro ingresso un’esuberante guardiano del sole che praticamente trascinava uno scocciato e furioso guardiano della tempesta e una timida guardiana della nebbia. Al seguito arrivarono poi il boss degli Simon e il guardiano della pioggia sorridente e allegro come non mai, con un piccolo guardiano del fulmine sulla spalla destra che strepitava gioioso irritando profondamente la tempesta. Del guardiano della nuvola non vi era traccia, ma andava bene così…..
  • Ben arrivati….
Fu silenzioso e debole, un sussurro il suo saluto, ma fu lo stesso udito dai presenti che posarono lo sguardo sull’incappucciato, in una postura rigida e dalle braccia conserte che sembrava scrutarli con attenzione da sotto la falda del cappuccio.
  • Buon giorno!...ehm….non ci  hai ancora detto il tuo nome…
Disse Yamamoto con il suo solito sorriso sulle labbra, portandosi una mano dietro la nuca.
 Il ragazzo attese qualche istante per poi prendere la parola:
  • Chiamatemi pure Sean
Gokudera continuava a fissarlo con sospetto e il ragazzo lo capiva, dopotutto non lo conosceva, era spuntato dal nulla ed era entrato d’improvviso nelle loro vite, sconvolgendone l’equilibrio. Ne era consapevole e profondamente dispiaciuto…
  • Dov’è il vostro amico…..il castano….Sawada, giusto?
Tutti si bloccarono, Gokudera stava andando dal Juudaime, ma, avendo incontrato Ryohei gli era stato impossibile.
Era un’abitudine di  Tsuna essere in ritardo, ma non in situazioni importanti come quella.
  • Forse si è svegliato tardi, starà arrivando
Sentenziò non molto convinto Enma, ma Gokudera ancora una volta perse la calma.
  • Dobbiamo andare a cercarlo! E se gli fosse successo qualcosa!? Non me lo perdonerei….che razza di braccio destro sarei se….
  • Calmati Gokudera, vedrai che avrà avuto solo un contrattempo!
Affermò sorridente Yamamoto che d’improvviso si trovò anche Reborn su di una spalla.
  • Stamani Tsuna è corso appresso a Lambo e non è rientrato, credevamo stesse venendo qui
  • Reborn-san! Dobbiamo fare qualcosa! Juudaime potrebbe essere nei guai!
Quando poi Ryohei era sul punto di intervenire, ecco che la porta fu spalancata con forza dal brunetto che con il fiatone si piegò leggermente in avanti reggendosi con le mani strette sulle ginocchia. Aveva corso, le gambe ancora gli tremavano e il petto si alzava e abbassava in modo irregolare.
  • SAWADA! Ma dov’eri finito!?
  • Ci stavamo preoccupando Tsuna!
  • Juuudaime! Sta bene!?
La miriade di domande che gli furono poste lo scombussolarono alquanto, portò una mano in avanti per intimare silenzio, doveva fare mente locale. Enma e Chrome lo aiutarono a rimettersi dritto e, calmatosi iniziò a parlare.
  • C’è…..c’è un’illusionista in città, non l’ho mai vista prima, ma…ha un anello come quello che portava l’uomo che ti inseguiva….Sean…
Alzò lo sguardo preoccupato sul ragazzo che non parve perdere la calma, o così ritenevano  i presenti.
  • Probabilmente è parte del mio problema…
Reborn lo fissò appena per poi guardare Tsuna
  • Non probabilmente,  sicuramente….meglio che inizi a parlare
Il ragazzo annuì per poi rivolgersi ai presenti prendendo un profondo respiro:
  • È una lunga storia….ciò che posso dirvi….ciò che so per certo….è che una famiglia mafiosa mi sta inseguendo, mi da la caccia quasi fossi una gazzella e loro le tigri. Hanno preso tutti i miei amici, i miei cari e ne sono responsabile, è a causa mia….non desidero il male di altri per questo ho preferito non chiedere aiuto a nessuno, d’altronde….chi vorrebbe mai mettersi contro un’organizzazione temibile come quella? I membri che ne fanno parte sono forti, agguerriti, pronti a tutto pur di soddisfare il loro leader….non hanno pietà per nessuno….
Tutti ascoltavano in religioso silenzio; chi pensieroso, chi preoccupato, chi curioso, chi interessato.
Tsuna continuava a tenere gli occhi puntati sul giovane, quasi volesse scorgere una scintilla, una singola emozione in quelle profonde pozze celesti celate dal pesante cappuccio che ancora il ragazzo non aveva abbandonato, forse per paura….forse per abitudine.
Si avvicinò appena all’altro sotto lo sguardo attento di Enma e quello ansioso di Chrome  e lo incitò a continuare poggiandogli una mano sulla spalla.
  • Sono divisi in squadroni, partendo da quelli più deboli a quelli più forti. Lo stemma della famiglia raffigura un serpente. Ogni squadrone ha come simbolo un serpente diverso. Quella più potente è formata da sei membri ed è quella più vicina al boss….come simbolo ha un serpente marino. Ogni portatore ha un anello con quella creatura, ma di colore diverso
Yamamoto sbatté un paio di volte le palpebre per poi guardare il proprio Vongola ring
  • Un po’ come i nostri quindi?
Tutti si trovarono d’istinto a guardare i propri e il ragazzo annuì. Tutti conoscevano i Vongola.
  • In un certo senso…si, potremmo definirli “simili”
  • Ma?
Aggiunse Enma un po’ titubante posando lo sguardò sul ragazzo che per la prima volta parve esitare. Era forse Enma a fargli quell’effetto? Era la seconda volta che gli succedeva, ricordò Tsuna. Quando Hibari-san lo aveva tramortito…anche in quell’istante si era gelato sul posto…
  • Ma quegli anelli possiedono un’aura maligna. Totalmente opposta a quella dei vostri che sembrano brillare di luce propria. Prendono forza dalle emozioni negative dei loro portatori. Più sono iracondi, delusi, irritati, più vittime fanno….più forti diventano
Calò per interminabili minuti il silenzio tra i ragazzi, quando Reborn porse la domanda che nessuno aveva il coraggio di fare
  • Perché ti danno la caccia? Cos’è li hai fatti arrabbiare?
Il ragazzo si fece scappare un risolino per poi accennare un mesto sorriso
  • Magari li avessi fatti arrabbiare…..io non sapevo nemmeno della loro esistenza fino a qualche anno fa. Ma poi, il capo di questa famiglia ha cominciato ad intromettersi negli affari di altre famiglie, anche le più potenti, affermando con estrema sicurezza che “qualcuno” avesse “qualcosa” che lui desiderava
  • E…..
Esitò un attimo Tsuna posando nuovamente lo sguardo sull’altro
  • Questo “qualcuno”….sei tu?
Il ragazzo sospirò pesantemente, non sapendo nemmeno cosa di preciso dire, rifletté attentamente, per poi affermare rassegnato:
  • A quanto pare….si. Ma non ho idea di cosa effettivamente voglia da me, pensavo desiderasse il ciondolo che ti ho dato, o il mio bracciale, ma così non è stato….ho provato a capire in tutti modi e non ci sono riuscito
Reborn, a braccia conserte, parve perso nei suoi pensieri, capire effettivamente cosa quel ragazzo avesse di particolare era difficile, a parte il suo aspetto….che fosse legato proprio a quello?
Le parole della donna rimbombavano nella mente del brunetto….parlava dei Vongola, allora cosa centrava quel ragazzo? Era tutto fin troppo complicato. O Sean sapeva più di quanto dicesse o nascondeva qualcosa di potente e probabilmente pericoloso che un folle, pazzo, psicopatico voleva adoperare per chissà quale scopo malvagio….sembrava quasi la trama di un film….
  • Dobbiamo tenere gli occhi aperti. Potrebbero spuntare fuori in qualunque momento
Disse Reborn osservando i presenti e in particolar modo il brunetto, che parve preoccupato più del dovuto, dopotutto aveva incontrato quella folle “maniaca”? si, avrebbe potuto definirla tale.
Le sue movenze, le parole taglienti…..i suoi tocchi che poco avevano di sensuale, li avrebbe definiti lascivi, si decisamente lascivi.
  • Quella donna adesso è in città, non dovrebbe poter muoversi però….
I ragazzi intuirono cosa Tsuna avesse fatto, non era la prima volta che succedeva dopotutto.
Gokudera rivolse uno sguardo determinato al giovane boss, accompagnato dall’aura infuocata di Ryohei e dall’energico sorriso di Yamamoto.
Sapeva che lo avrebbero sostenuto e accompagnato anche in questa difficile avventura, qualunque ostacolo avessero incontrato lo avrebbero superato insieme, come ogni volta, ce l’avrebbero fatta.
  • Stia tranquillo Juudaime, se dovesse farsi viva non gli daremo vita facile! Non sa co chi ha a che fare!
Ryohei alzò un pugno al cielo già eccitato per un prossimo scontro, mentre Yamamoto scoppiò a ridere vedendo come Lambo aveva iniziato ad inveire contro Reborn, senza apparente motivo, ma questo lo ignorava bellamente.
-boss…..anche noi terremo gli occhi aperti….
Il timido sorriso di Chrome fece intenerire appena Tsuna che la ringraziò dal profondo del cuore. Enma riferì che avrebbe parlato anche con i suoi compagni e sarebbero stati in allerta per qualunque evenienza.
  • Per favore….non li sottovalutate….i generali sono pericolosi….
Ryohei gli rivolse un sorriso brillante proprio come il sole e gli diede una pacca sulla schiena per rassicurarlo, come avrebbe fatto in effetti un fratello maggiore.
  • Ci siamo trovati in situazioni ESTREMAMENTE pericolose più volte, li sconfiggeremo vedrai!
Il ragazzo abbozzò un sorriso gentile sussurrando un lieve grazie.
Una volta congedati tutti si ritirarono per le proprie faccende personali.
Ryohei avrebbe portato lambo da Kyoko e Haru, sapeva che al bambino piaceva stare con le due ragazze, Chrome, un po’ timidamente, si unì al sole, rivedere le due amiche non le sarebbe dispiaciuto. Yamamoto e Gokudera erano intenzionati ad allenarsi, non si sarebbero di certo fatti trovare impreparati, Enma buttò ancora una lieve occhiata sul ragazzo incappucciato per poi salutare educatamente e correre  casa, dopotutto doveva informare accuratamente gli altri.
Rimasero unicamente Tsuna e Sean, Reborn si era dileguato come suo solito senza una parola, a volte quel “bambino” era davvero spaventoso.
  • Sawada- san, penso che ora sia meglio andare, nei paraggi potrebbe esserci il ragazzo con i tonfa, sai, non vorrei essere nuovamente strapazzato….
Tsuna accenno un lieve sorriso nervoso, in effetti aveva ragione, il disciplinare avrebbe potuto colpire in qualunque momento, sembrava quasi avere occhi e orecchie ovunque.
Uscirono frettolosamente, facendo attenzione nel chiudere porte e cancelli per poi avviarsi silenziosamente per i piccoli viottoli della città.
  • Mi spiace Sawada-san, non era mia intenzione farti finire nei guai….è la seconda volta….
Tsuna scosse la testa sorridendo poi rassicurante, non voleva che il ragazzo si sentisse responsabile, avrebbe dovuto essere più attento lui, ascoltare il suo intuito, conosceva la situazione dopotutto.
  • Non è colpa tua Sean-kun…..ah, puoi chiamarmi anche Tsuna, non c’è bisogno di essere così formali
  • Ma….
Provò a ribattere l’altro, il brunetto però lo interruppe immediatamente
  • Per favore…
Il ragazzo sospirò, ma poi annuì con un cenno del capo.
  • Se ti fa piacere….
Nuovamente il silenzio calò fra i due, ma durò poco, infatti il brunetto riprese nuovamente la parola.
  • Sean-kun….posso chiederti una cosa?
Il ragazzo voltò appena lo sguardo verso l’altro e annuì, in attesa delle parole del boss
  • Ogni volta che un nemico, o qualcuno con intenzioni poco amichevoli si avvicina a chi porta il tuo bracciale, o  il ciondolo che mi hai dato…..questi reagiscono….perché?
Il ragazzo sorrise a quella domanda, se l’aspettava, era lecita, chissà da quanto il giovane Vongola se la portava dentro
  • Perché possiedono un’ anima
  • Eh!?
Tsuna sgranò gli occhi incredulo, ok che i Vongola rings portavano la volontà della prima generazione, ma l’altro parlava di…anima….com’era possibile?
  • Si, hai capito bene, il mio bracciale è fatto con la polvere di una stella, appartiene alla mia famiglia da molto tempo, è un cimelio, diciamo. Le stelle sono molto suscettibili al cambiamento se prima c’è un’aria serena e d’improvviso avvertono inquietudine, allora c’è una scintilla e giocano a “nascondino”
Tsuna aggrottò le sopracciglia confuso, lo stava forse prendendo in giro? In che senso “giocavano a nascondino”?
  • Per quanto riguarda questo….
Proseguì il ragazzo indicando il ciondolo che l brunetto portava al collo
  • Era di una persona a me cara, purtroppo non c’è più…me l’ha donato quando ancora ero un bambino e mi ha sempre detto che mi avrebbe protetto quando l’oscurità si fosse avvicinata. Si è attivato con te, vero?
Tsuna ricordò quell’istante, il bagliore, la donna sbalzata via con delle ustioni….ma anche il suo Sky ring aveva reagito….
  • Si, mi ha aiutato
  • È perché Tsuna-san ha un cuore buono
Il brunetto arrossì lievemente portandosi una mano a grattare la nuca e abbassò lo sguardo qualche istante, quando gli venne un’idea
  • Sean-kun, ascolta….so che per te è difficile fidarti delle persone, ma….volevo chiederti…cioè…se te la senti….
Il ragazzo lo fissò appena e alzò un sopracciglio per capire dove l’altro volesse arrivare
  • Vieni a stare da me per un po’, così sarai più al sicuro e non solo….poi mia madre non ha problemi, anzi, le fa piacere quando porto qualche amico a casa…..
Già, sua madre non aveva mai detto nulla per tutte le stranezze passate, si limitava a sorridere, rivolgendogli sempre il suo dolce sguardo.
  • Tsuna-san, già ti ho creato abbastanza problemi, poi  non….
  • Insisto!
E si sorprese del suo stesso tono sicuro, della stretta sul braccio dell’altro ragazzo forte e salda, come ad impedirgli di scappare di nuovo. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma sentiva che fosse giusto….
  • Va bene….
Il ragazzo non parve molto convinto, ma andava bene così, un passo alla volta, dopotutto era sempre guardingo e diffidente, aveva bisogno dei suoi tempi, lo capiva.
Tsuna allungò le mani al volto dell’altro calandogli lentamente il cappuccio.
L’altro lo lasciò fare, anche se, notò il brunetto, trattenne comunque per un attimo il respiro.
Poté così nuovamente vedere quei tratti a lui così familiari e sorrise, quando il biondo portò le sue iridi cerulee sulle proprie di un intenso nocciola.
  • Non hai più bisogno di nasconderti Sean-kun…andrà bene!
E per la prima volta Sawada Tsunayoshi poté vedere le labbra dell’altro incurvarsi i un radioso, sincero, dolce sorriso……
 
 
 




 
  
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