Jongin
è in
fuga.
Lui e
Joonmyun, il suo gemello, sono abituati a quella vita raminga. I
vampiri devono
tutelarsi, evitare di farsi scoprire dai mortali e possibilmente anche
dai
cacciatori. Non è gente che va tanto per il sottile, quella.
Non conoscono scrupoli,
nemmeno con i vampiri che si nutrono per loro scelta unicamente di
criminali e
scarti della società.
C’è
stato tuttavia
un tempo, un’altra vita, in cui Jongin ha creduto di potersi
fermare almeno per
un po’. Sehun gli aveva concesso di illudersi. Appariva
davvero innamorato, e
tale si proclamava. Non gli importava della vera natura di Jongin,
sussurrava
nell’intimità del nido di lenzuola in cui si
avviluppavano durante il giorno,
dopo l’amore e in attesa della notte. Poi però era
saltato fuori che il
ragazzo, innocuo e amabile solo in apparenza, era un cacciatore. Tra i
più
feroci ed esperti, addirittura. Jongin era scivolato fuori dalla sua
vita senza
una parola, mano nella mano con Joonmyun. Di nuovo fuggitivi e con un
nuovo
inseguitore alle calcagna. Non si sono più fermati.
Sono
trascorsi tanti anni da allora, e Jongin quasi non ci pensa
più. Ma la domanda
ancora lo perseguita: perché? Perché Sehun non lo
aveva ucciso subito? Perché
mentirgli?
La risposta
arriva per mezzo di un messaggero decisamente sui generis. Kyungsoo
è un
giovane cacciatore di vampiri, allievo di Sehun. Come il suo maestro,
sembra
attratto dalle creature che dovrebbe sterminare; l’interesse
che nutre nei
confronti di Joonmyun è diventato la barzelletta preferita
del popolo della
notte. Non si fa scrupoli a corteggiare un suo nemico naturale,
incurante
dell’abissale differenza d’età che li
separa. Joonmyun, se interrogato
sull’argomento, si acciglia e mantiene il riserbo.
Una sera lo
incontrano -o meglio, subiscono un agguato- nei bassifondi di
Tokyo, dove
alloggiano da qualche mese. Kyungsoo li aspetta appoggiato al pilone di
un
cavalcavia, un paio di occhiali scuri in bilico sul naso nonostante la
scarsità
di luce. Il sorriso che rivolge a Joonmyun non ha nulla di angelico.
Contrariamente alle volte precedenti, però, la sua
attenzione si focalizza su
Jongin.
“Sehun
mi
chiede sempre tue notizie” lo scruta con aria di rimprovero,
quasi. “Non posso
dire lo stesso di te”.
Il vampiro
ha un sussulto. Se il sangue che gli scorre nelle vene fosse vivo, lo
sentirebbe agghiacciarsi. Ma il suo cuore è fermo e lui ha
perso la capacità di
arrossire, figurarsi impallidire. Dubita che il cacciatore gli stia
dicendo la
verità, ma la curiosità sulla sorte del suo
antico amore ha la meglio.
“Come
sta?”
domanda -gracchia- infine.
“E’
invecchiato” lo informa Kyungsoo. “Ha compiuto da
poco quarant’anni, che per
voi vampiri equivalgono ad un battito di ciglia” sorride,
amaro.
Per Jongin
è
difficile immaginare come possa essere Sehun con i primi capelli
bianchi, e
rughe sottili che segnano la pelle un tempo liscia. Forse anche la sua
vista si
è indebolita. Deve odiarlo ancora tanto, di questo ne
è sicuro, altrimenti non
avrebbe persistito nel braccare lui ed il fratello in tutti questi
anni. Li ha
sempre mancati per un soffio.
“Ha
detto
che vuole rivederti”, aggiunge Kyungsoo, “e che
sino a quando non ci riuscirà
continuerà a cercarti”.
“Rivedermi,
certo” il sarcasmo subentra alla sorpresa. “Mi
considera la sua preda. Non avrà
pace finché non mi avrà piantato un paletto nel
cuore”. Gli pesa ammetterlo.
“Ti
sbagli”
arriva meditabonda e pacata la replica. “Sehun è
uno dei migliori cacciatori
della congrega e voi non siete gli unici vampiri al mondo. Se avesse
voluto
uccidervi avrebbe già sbrigato la pratica, non
credi?”
“Cosa
intendi?”
interviene Joonmyun.
“Non
temere,
pasticcino, garantisco io per la tua incolumità”
ammicca l’altro. “Quanto al
tuo fratellino…” si rivolge a Jongin.
“Prova a chiederti perché, negli ultimi
vent’anni, nessuno dei miei colleghi vi ha infastidito;
soltanto Sehun, e senza
neppure impegnarsi sul serio. Un motivo
c’è”.
Ma non
è
quello a cui Kyungsoo evidentemente pensa. Solo Jongin conosce la
verità.
“E’
un uomo
molto solo, sai” insiste il cacciatore. “Lavoro con
lui da più di quanto riesca
a ricordare, e mai che l’abbia visto in compagnia di
qualcuno”.
“Che
c’entra, nemmeno io ho-” la frase si blocca a
metà.
“Già”,
ribadisce Kyungsoo con segreto divertimento, “nemmeno
tu”.
“Non
mi
interessa. Non ne ho il tempo” ribatte, ostinato.
“Libero
di
crederci” fa spallucce. “Sehun ti
troverà comunque, che tu lo voglia o meno.
Scappare è inutile”.
“Questo
lascialo decidere a me, se permetti” mugugna a denti stretti.
“Desideravo
soltanto avvisarti” si aggiusta gli occhiali. “E
salutare Joonmyun, ovviamente.
Buona serata a entrambi” volta loro le spalle e in un attimo,
simile ad un
alito di vento, è sparito.
“In
circostanze normali tenderei ad evitare di dare ragione ad un
cacciatore, ma
ritengo che ci sia del vero nelle parole di Kyungsoo”
Joonmyun rompe il
silenzio alcuni istanti dopo.
Jongin
scuote la testa, le braccia conserte. “Che sia effettivamente
così o no,
cambiare il passato è impossibile. Quel che è
stato è stato”.
“Magari
hai
frainteso le intenzioni di Sehun. Hai sempre dato per scontato che ti
avesse
ingannato e-”
“Lo ha
fatto” taglia corto. “In ogni caso, sarebbe troppo
tardi per rimediare. Abbiamo
avuto la nostra occasione, non ha funzionato. Basta
così”.
Però
in cuor
suo, in un angolino remoto e palpitante, spera che Sehun lo venga a
cercare.
Lui sarà lì ad aspettarlo.
Ben oltre le
idee di
giusto e sbagliato
c’è
un campo.
Ti
aspetterò laggiù.
(J. Rumi)
Tsubasa
Reservoir Chronicle!AU in cui
Kyungsoo è Fuuma, Joonmyun
è Kamui, Sehun è Seishirou e Jongin è
Subaru. Gli stessi personaggi, partoriti
dalla mente sadica e malata delle CLAMP, sono i protagonisti -a coppie-
rispettivamente di X e Tokyo Babylon. Non ci crederete ma sono
cresciuta a pane (demenza) e angst.
Una
cliccatina è sempre gradita: https://www.facebook.com/Il-Genio-del-Male-EFP-152349598213950/.
Au revoir.