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Autore: AwkwardArtist    15/06/2016    0 recensioni
Attenzione! contiene spoiler e speculazioni sulla quarta stagione di Orphan Black.
Canon ma non troppo.
La storia si vive dal punto di vista di Rachel e va idealmente a completare la parte "Stanotte e per il resto della mia vita".
I titoli dei capitoli e dell'intero lavoro sono presi in prestito da canzoni.
Genere: Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri, Rachel Duncan, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Lost and Found

 

Se questo deve essere una sorta di viaggio è bene che tenga a mente le varie tappe,
le direzioni giuste e quelle sbagliate.
Le situazioni che possono far perdere la bussola e deviare la rotta.

La prima volta che mi sono risvegliata in questa stanza dalle pareti di cemento armato,
per qualche istante ho davvero creduto che la mia prigione interna si fosse materializzata attorno a me
e che non avrei avuto scampo.

Il periodo precedente, caratterizzato dalla lenta ripresa del mio cervello annebbiato dall'incidente.
L'aver dovuto imparare a dissimulare e non ne avevo mai avuto bisogno prima.
Nascondere i progressi, minimizzarli poiché non potevo sapere chi o cosa fosse realmente un pericolo.
La doppia linea dei progetti Leda e Castore. Un coacervo di interessi, di doppiogiochisti e multiple verità.
Difficile discernere i particolari con un occhio solo. E' come se un interruttore fosse stato spento.
Non avevo intenzione di riaccenderlo. Eppure è quello che tutti si aspettavano, amici e nemici.

Stranamente avevo trovato conforto nello strano gioco che Scott Smith aveva pensato per me.
Nonostante fosse teso ad ottenere qualcosa, era comunque il primo momento ludico della mia vita.
Ho desiderato per un momento di poterlo fare.
Di poter giocare una semplice partita e non con la vita degli altri.
E non con la mia.

Avere di nuovo quel libro tra le mani,
ha risvegliato ricordi e sensazioni che non credevo di poter provare.
Non più almeno.
E invece l'incidente con le mie sorelle aveva riportato alla luce,
quella parte di me che avevo segregato nel buio.

Mi faceva paura, confesso che mi fa paura anche adesso.
Così nuda e così esposta,

Ma sono anche consapevole che è l'unica parte di me che vuole veramente sopravvivere.

Lo rigiro tra le mani ora, quel libro così prezioso per la vita dei cloni.
Per me e per le mie sorelle.
Mi chiedo come sia arrivato fino a quì.
Che giro abbia fatto prima di finire di nuovo tra le mie mani.

Cosa si aspetta che faccia, mia madre, con queste informazioni in codice.
Non devo mentire a me stessa. Lo so che cosa vuole che faccia.
Che le consegni la formula perfetta.
Contro ogni logica conta ancora di ottenere il genoma originale.

Scoprire di avere di nuovo due occhi.
Sentire questo impianto perfetto come un'imperfezione.
Come si dice... occhio per occhio.
Me ne è stato reimpiantanto uno,
perché posassi il mio sguardo sulle pagine che Ethan Duncan mi leggeva,
per svelare anche agli occhi di Susan il segreto così a lungo custodito.
Il controllo dell'evoluzione umana, senza più difetti.
Un esercito di cloni geneticamente perfezionati.

Non so come io abbia fatto a non rendermene conto prima.
L'idea folle che non poteva essere realizzata.
Le varianti così imprevedibili da vanificare centinaia, migliaia di tentativi.

Mi passo le mani sul viso e provo a leggerne i lineamenti come se contenessero una risposta.

'Perché' mi chiedo. Questa faccia, questo corpo. 'Perché'

Ognuno di loro ne ha voluto un pezzo. Un prototipo.
Aldous Leekie mi ha cresciuta e lo ha fatto in tutti i sensi.
Togliendomi ogni illusione sulla purezza dei rapporti umani.

Mia madre, la mia creatrice mi ha isolata, senza liberarmi mai del tutto della sua presenza.
Ethan Duncan, mio padre, ha capito di non essere abbastanza forte per contrastarla.
Ha preferito andarsene piuttosto che restare e lottare per me.

'Povera Rachel'.
Sì, povera Rachel.

Per la prima volta avrei voglia di piangere per me e lo faccio.
In silenzio senza muovere un muscolo.
Non voglio esprimere emozioni che queste telecamere possano trasmettere.
Mi stupisco che mi scendano lacrime anche dall'occhio bionico.
Se davvero è così perfetto da adattarsi al corpo a cui è stato destinato,
si starà adattando alla nuova me.
Ancora in bozzo e ancora con molta strada da fare. Ma comunque più viva e reale di prima.

E' necessario non distrarsi. Non cedere. Non indietreggiare.
Non pensare che qualcosa possa veramente cambiare fino a che non cambi te stesso.

Mi pettino con attenzione, guardando il mio riflesso nello specchio.
Tra poco uscirò dalla stanza e mi sottoporrò ad una estenuante seduta di fisioterapia.
Il fisico è ancora debole ma la volontà è ancora più forte.

Riconsegnarmi il libro è stato il secondo errore di mia madre.
P
erché il primo, il più grande, è stato consegnarmi Charlotte.

 

 

 

 

 

   
 
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