Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: Toujours Pur    15/06/2016    3 recensioni
Ci sono amori destinati a durare per sempre, nonostante gli errori.
Tratto dal primo capitolo
"Se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso."
"Ma c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                                                                            Monaco, Germania 2015



Era una piovosa serata di fine ottobre, le nuvole diventavano sempre più grandi e minacciose, insomma il classico scenario tedesco a cui lui nonostante gli anni, non era mai riuscito ad abituarsi. Benji guardava il temporale avvicinarsi, e impotente fu sommerso da un dolore ormai conosciuto e amaro. Infatti la pioggia, gli ricordava lei e il momento in cui tutto era inevitabilmente cambiato. Quella sera di ritorno dagli allenamenti la trovò seduta in salotto, lo stava aspettando e dal suo sguardo capì che lei aveva qualcosa di importante da dirgli, in fondo la conosceva da tutta una vita, eppure questo non lo aveva preparato alle parole che di lì a poco lo avrebbero travolto e annientato. “Vado via” gli disse senza giri di parole, diretta come solo lei sapeva essere, “Ho bisogno di capire chi voglio essere da grande, cosa voglio diventare. Tu hai trovato la tua strada, e devo farlo anche io.”  Il giorno dopo era già andata via e con lei era sparita la felicità, un buco nero aveva risucchiato i colori, gli odori, i sapori. L’aveva odiata, Dio se l’aveva odiata, anche in quel momento, con la fronte appoggiata al vetro freddo della finestra poteva sentirne il sapore, bruciante e spiazzante come una sconfitta alla quale non si è preparati. Proprio lui, che nella vita era considerato il miglior portiere, non era riuscito a parare il tiro basso che il destino gli aveva riservato.  Mentre la sua mente rincorreva sentimenti ed emozioni, che a fatica aveva sepolto, sentì la porta di casa aprirsi e poco dopo una figura femminile lo raggiunse.
“Ciao Amore” lo salutò Julia dandogli un delicato bacio, riportandolo alla realtà, dove Charlotte Grant non era nient’altro che un ricordo lontano di una vita passata, che gli stava procurando l’emicrania. Benji l’abbracciò con delicatezza, grato di aver avuto la fortuna di averla incontrata. Julia, con dolcezza e perseveranza, lo aveva riportato alla vita, gli aveva insegnato che esistono tanti modi di amare ed essere amati. La prima volta che l’aveva vista era stato durante una di quelle interminabili sedute di riabilitazione, si era nuovamente infortunato la caviglia e in lui si era radicata la convinzione che, il mondo gli remasse contro. Il calcio era il suo unico modo per arginare la sofferenza, si allenava fino a non sentire neanche più i muscoli tendersi, con la stupida convinzione che il dolore e la fatica fisica potessero lenire i tormenti dell’anima, ma lui non aveva fatto i conti con Charlotte. Quella ragazza sapeva essere ostinata anche come ricordo. Julia lo aveva conquistato a poco a poco con la sua amabilità e il suo buonumore, lo aveva reso meno musone e più aperto alla vita.
“Domani devo andare negli uffici del Bayern, il presidente vuole presentare alla squadra il nuovo amministratore delegato” le disse Benji. L’incontro non lo entusiasmava granché, ma purtroppo non poteva sottrarsi, anche se l’idea gli procurava non poca noia. Si voltò verso la ragazza che annuì e le propose di vedersi per il pranzo.

Il mattino dopo si svegliò alle prime luci dell’alba, la luce biancastra illuminava la città ancora assopita che brillava dopo una nottata di pioggia torrenziale. Amava correre di mattina presto, gli dava da sempre una sensazione di libertà, come se il ritmo cadenzato dei suoi passi lo potesse portare lontano ma allo stesso tempo ancorarlo alla realtà. Tornato a casa, si preparò indossando la divisa ufficiale del club e si recò negli uffici della società. Fu accolto da un’atmosfera febbricitante e euforica, che aveva coinvolto anche il posato Kaiser. Intanto che si guardava intorno, sopraggiunse il presidente che sollecitò i giocatori a raggiungere la sala riunioni. Una volta accomodati i ragazzi, il presidente iniziò a parlare.
“Ragazzi, come sapete a causa di qualche problema economico, sono stato costretto a vendere una quota delle azioni societarie ad una terza parte. La società che ha effettuato l’acquisto ha posto come clausola dell’accordo, che un membro della famiglia occupasse il ruolo di amministratore nel Consiglio. È con grande piacere che vi presento Charlotte Grant, da oggi sarà il nuovo CEO.”
E per Benji il mondo si fermò per poi ricominciare a girare ad una velocità impressionante.  Nel momento stesso in cui il suo incubo aveva messo piede in quella stanza, il suo stesso corpo stava reagendo ai ricordi. Lei, bambina che gli teneva compagnia in quella grande e immensa casa, che era villa Price. Lei che poco più che ragazzina lo incoraggiava a non abbattersi, avrebbe giocato la finale del torneo, perché Holly glielo aveva promesso. Il loro primo bacio, sotto il gazebo del suo giardino, la loro prima volta durante una calda sera d’estate. Lì, seduto su quella sedia poteva avvertire il martellante battito del suo cuore, voleva urlare e uscire da quel posto, eppure neanche fosse un sadico, se ne stava là a guardarla, come un viandante guarda una fonte d’acqua fresca nel deserto. E la trovava bella, ancora di più dell’ultima volta che l’aveva vista. E si disprezzava. La persona che più gli aveva fatto male era a pochi metri da lui e sembrava che nulla l’avesse nemmeno sfiorata, che l’essere nella medesima stanza con lui, dopo quattro lunghi anni, non le procurasse nessuna emozione, e lui non riusciva a non riempirsi di lei. Era così immerso nei suoi tormenti, da non accorgersi che la riunione era terminata, finché Karl non gli agitò una mano davanti al volto.
“Amico tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” e Benji un fantasma l’aveva visto per davvero. Senza degnare di attenzione a quello che negli anni era diventato un amico prezioso, scattò verso la porta e iniziò a percorrere il corridoio a grandi falcate. In mente solo una cosa, attaccare prima di rischiare di perire. Non bussò neanche la porta, la spalancò con foga per poi richiudersela dietro con una calma che non gli apparteneva. Charlotte lo guardava con tranquillità, come se sapesse esattamente quale sarebbe stata la sua reazione. La cosa lo spiazzò, ma la sorpresa venne sostituita dalla cieca consapevolezza che lei lo conoscesse ancora come le sue tasche, mentre lui non aveva la certezza che la ragazza che aveva di fronte, fosse la stessa.
“Cosa ci fai qui?” disse con mal celata rabbia. Parlare in quel momento era davvero difficile, perché una parte di lui, quella meno orgogliosa e ancora perdutamente innamorata, voleva correre da lei e dimenticare i quattro anni trascorsi. Lei lo guardò per poi rivolgergli un mezzo sorriso.
“Davvero Benji, dopo quattro anni di silenzio è questo ciò che vuoi sapere?” rispose con calma. Notando il silenzio ostinato di lui, continuò “A quanto pare si. Le spiegazioni vi sono state date prima, non c’è nulla da aggiungere” terminò andandosi a sedere dietro la scrivania. Ma Benji ne aveva di cose da dire, solo scelse quelle sbagliate.
“Tu sei un’egoista, Charlotte! Lo sei sempre stata, peccato che io l’abbia capito troppo tardi. Non so perché tra le tante persone della tua famiglia, che potevano ricoprire questo ruolo sia stata mandata tu. E forse date le circostanze non dovrebbe neanche importarmi, ma lascia che ti dica una cosa, tu non puoi fare il bello e il cattivo tempo” e una volta riacquistata la calma, prima di uscire proseguì “Tu semini tempesta, ma questa volta non mi lascio distruggere da te.” 

Appena si fu chiuso la porta alle spalle, su Charlotte crollò tutto il peso della discussione avuta con Benji. Sapeva che quella situazione non sarebbe stata facile per lui, ma anche lei, dopo averlo lasciato si era trovata a dover fare i conti con la sua decisione. Non era stato semplice scegliere tra i suoi sogni e l’amore che provava per lui, ma non poteva fare altrimenti. Se avesse scelto lui avrebbe finito per odiarlo, certo adesso era lui ad odiare lei, ma era il prezzo da pagare per avergli spezzato il cuore.  Aveva ragione lui, non era un caso che tra tutti fosse andata lei. Egoisticamente voleva rivederlo, era consapevole che da circa un anno, lui frequentava una ragazza, durante tutti questi anni si era tenuta aggiornata sulla sua vita. Avida cercava informazioni e seguiva ogni sua partita. Molte volte in quegli anni aveva pensato di tornare indietro, da lui, una storia a distanza era sempre meglio di vivere in quell’eterno dolore. In fondo Patty e Holly se l’erano cavata più che bene. Ma loro due non erano come i loro amici, purtroppo, volevano tutto e subito, nessuno dei due si sarebbe accontentato di una storia a metà. In quel istante comprese quanto l’orgoglio fosse il suo peggior nemico, infatti se solo fosse stata meno orgogliosa lo avrebbe rincorso, fermato e detto con quanto fiato aveva, che era stata una ragazzina stupida e viziata, che non aveva mai smesso di amarlo. Ma d’altra parte c’era l’orgoglio di Benji, lui non l’avrebbe mai perdonata, lo aveva talmente ferito da essere in grado di farlo arrabbiare senza neanche dire una parola. Così, seduta alla sua scrivania, si rese conto, che si, aveva trovato il suo posto nel mondo, ma aveva perso lui e, mai come in quel preciso istante le fu chiaro che aveva sbagliato tutto. E per la prima volta da quando lo aveva lasciato, pianse lacrime di vero dolore.

Angolo Autrice
Buonasera a chi leggerà questo primo capitolo del mio primo tentativo di scrivere in questo fandom. Spero di non aver fatto un pasticcio.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: Toujours Pur