Ascoltavo le onde ,seduta sulla sabbia a gambe incrociate, appoggiata leggermente ad un gran ramo, ormai usurato dal tempo, avevo gli occhi chiusi e scrivevo su un piccolo quadernetto tutte le sensazioni che mi scorrevano dentro, mi sentivo leggera ogni volta che la matita scriveva lungo quei fogli lontana dallo spazio e dal tempo.D'un tratto percepì un piccolo movimento d'aria alla mia sinistra. Qualcuno mi stava osservando,aprì lentamente le palpebre e scorsi un faccino di un bambino non aveva più di due o tre anni,il suo sguardo era indicatore e il suo viso teso. Mi accorsi di questo e subito gli feci un sorriso inclinai la testa verso di lui e lo salutai. << Ciao >> cercai di fare la voce più dolce che potessi fare e sembrò funzionare, lui sorrise a sua volta e il suo viso si rilasso. Tolse un attimo il suo sguardo dal mio e lo posò verso la palla che era finita tra il mio piede e il mio ginocchio. Non mi ero accorta di niente . << Posso, prendere palla? >> chiese incerto << Certo, piccolino >> I suoi occhi brillavano. In lontananza ,una ragazza correndo si avvicinava sempre più , chiamando << Henry, Henry >> . Si fermò ad un metro circa da me, da noi. Mise le sue mani sulle ginocchia e respiro affannosamente per alcuni secondi. Ha dovuto fare un lungo scatto pensai. Poi, inclinò la sua testa verso il piccolo, che ormai aveva raccolto la sua palla. << Henry, quante volte ti ho detto di non scappare e aspettarmi? di non parlare con gli estranei e di non disturbare le persone? >>. Il tono della sua voce era alto, preoccupato e di rimprovero e al tempo stesso delicato. Henry a quelle parole, abbasso lo sguardo sulla sabbia e poi mi guardò un attimo, era triste consapevole di non aver seguito le raccomandazioni che la giovane donna gli aveva dato, gli sorrisi e poi lui tornò con lo sguardo basso. Mi girai verso la ragazza, adesso era in ginocchio sulla sabbia, era bellissima, i suoi capelli biondi lunghi appena sopra il seno, le sue labbra fini e rosse e i suoi occhi ,si, i suoi occhi, sfumature di onde azzurro,verde mare, che cambiavano secondo la luce che si rifletteva, persa dentro quegli occhi ,la sensazione di poterci leggerci la sua anima ,la sensazione di conoscerla da sempre, é solo un istante, ma mi sembra eterno.Mi guarda anche lei, sento le mie gote rosse distolgo lo sguardo, riprendo il respiro, riprendo il mio battito, riprendo me stessa. << Beh, esordisco un po' incerta, per quanto riguarda la questione estranei si può rimediare subito mi chiamo Regina Mills >> sorrido, un occhiata ad Henry e poi a lei .Le porgo la mano << piacere >> i suoi occhi si posano su di essa ,un movimento leggero e la sua mano stringe la mia un brivido mi attraversa. Che cavolo mi sta succedendo? << Emma,Emma Swan >> sorride ,non posso fare a meno di notare le sue fossette , sorrido di rimando. Mai provato sensazioni simili con nessuno tanto meno al primo incontro e per una ragazza , mi stranizzo . Rifletto qualche istante. No, non é perché é una ragazza, é perché lei é Emma,Emma Swan.