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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    16/06/2016    0 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

25/01/2014

Facciamo un gioco: ci chiudiamo in un abbraccio e buttiamo la chiave.
(fairyfrat, Twitter)

Pallida in viso, Alesha si stese a letto, solo l'accappatoio addosso, era troppo stanca anche solo per indossare una maglietta.

Sapeva che sarebbe stata più male del normale a causa del piccolo problema fisico.

Lo aveva da anni, Selena pensava di averlo risolto, ma non era stato così.

-Ei, tesoro, ti ho portato la colazione.- Justin posò il vassoio sopra al comodino, sedendosi sul letto vicino a lei.-Stai meglio?- Appoggiò la mano sopra la sua fronte, era ancora calda.

-Non mi toccare.- Borbottò scansandosi dalla sua presa.

Si sentiva nervosa, molto strana e nervosa, non voleva alcun tocco su di lei.

-Smettila di fare così, lo so che sei arrabbiata, ma...- Justin si sentiva ancora troppo in colpa per averla lasciata da sola con Ryan.

-Non sono arrabbiata, non sai niente, vattene.- Alzò le coperte, in maniera da non poterlo più vedere, infastidita dalla sua presenza.

-Non mi piace essere trattato così, io ti sto aiutando.-

-Non voglio il tuo aiuto.-

-Sei davvero insopportabile, almeno mangia, ti ho preparato una spremuta d'arancia e dei biscotti.-

-No grazie.-

-Devi mangiare.-

-No.-

-Alesha, per favore.-

-Ho detto di no, diamine, lasciami stare e va via con la tua ragazza.-

-Non sarai mica gelosa vero?-

-No.- Mentì chiudendo gli occhi.

-Te li infilo in bocca uno ad uno, giuro.-

-Non ho fame, ho lo stomaco chiuso e non voglio vomitare di nuovo, ho la nausea.-

-Non vomiterai.-

-Justin non voglio mangiare nulla!- Iniziò ad arrabbiarsi seriamente, non ne poteva più.

-Va bene, lascio qui il vassoio, ma se non mangerai prima del mio ritorno te li faccio ingoiare a forza.- E se ne andò, arrabbiato, innervosito ed offeso, perché a volte si comportava così con lui? Come se non lo sopportasse?

 

 

 

-Guarda qua che bel nasino rosso.- Rise Ryan toccandole il naso.

-Ti sei dimenticato di me.- Si lamentò appoggiando la testa contro il suo petto.

-Non mi sono dimenticato, mi sono solo addormentato, scusami.- La strinse contro di lei, passandole la mano tra i capelli.

-Non ti perdono.- Disse cominciando a tossire.

-Dov'è Justin?- Chiese dopo un po', stranito dal fatto che li avesse lasciati di nuovo soli, dopo avergli dato dietro per mezz'ora.

-Con la sua ragazza.- Gracchiò con voce roca a causa della malattia.-Ci hai parlato?-

-No, rideva quando tuo padre mi ha fatto credere che fossi ancora nascosta, però non ho avuto modo di conoscerla.-

-E' carina...troppo carina.- Starnutì direttamente sulla sua maglia lasciando del muco.

-Ewh, sei disgustosa.-

-Dobbiamo intacare su di lei.- Disse pulendosi il naso sempre sulla sua maglia.

-Intacare?- Rise divertito dalla sua voce nasale.-Per me va bene.- Si sarebbe divertito a 'intacare' con Alesha, loro erano complici.

C'erano parole e parole e poi la complicità, la quale può concedersi il lusso di tacere.

-Perché non sei a letto? Ti avevo chiesto di non alzarti.- Justin appese la giacca sull'appendi panni e tolse le scarpe.

-Voglio vedere la televisione con Ryan.- Sussurrò sistemandosi meglio sulle sue gambe.

-La televisione c'è pure di sopra, avanti, a letto.-

-Ma io voglio stare qui.- Brontolò abbassando lo sguardo.

-Va bene, ma alle dieci e mezza a letto okay?-

-Sì.-

-La febbre c'è ancora?- Appoggiò le labbra sulla sua fronte, rimanendoci qualche secondo in più del previsto.-Non sembra essere scesa, mi cambio e torno subito.-

-Lo avevi detto anche due ore fa.- Commentò Ryan rubando le parole di bocca ad Alesha.

-Sono stato bloccato dall'amica di Erika e sua sorellina, una mia fan sfegatata, non volevo fare tardi. Avete cenato?.-

-Sì.- Lei non aveva mangiato, ma Ryan sì.

Andò di sopra, indossò il pigiama -il quale consisteva in pantaloni della tuta più maglietta- e si chiuse in bagno, osservandosi allo specchio.

Era un disastro, come genitore, come uomo...

Sbuffò, aprì l'armadietto dei medicinali e prese il flaconcino blu, quello che cercava di evitare da sette anni, aveva iniziato a prenderlo un anno dopo la scomparsa della sua famiglia, gli serviva quando aveva bisogno di dimenticare in qualche modo ed esso funzionava.

Si era ripromesso di non prenderle più col ritorno di Alesha, ma non era semplice smetterla.

In fretta ingoiò la pillola, sobbalzando nel sentire un forte tonfo fuori dalla porta. Aggrottò la fronte ed uscì, ritrovandosi Ryan con la figlia profondamente addormentata tra le braccia.

-Non volevo fare cadere il vaso, ma le sue gambe sembravano più corte.- Si giustificò tentando di sistemarla meglio, causando però un altro danno simile al primo.

-Ryan...lascia, la porto io a letto.- Balbettò iniziando a vedere tutto sfocato.

-Okay, te la lascio qui, ora io devo tornare a casa.-

Justin la trascinò come riuscì nella sua stanza, intenzionato a farla dormire con lui.

-Alesha russa.- Ridacchiò come uno stupido, divertito dal suo russare, consapevole del fatto che non lo faceva spesso, solo quando aveva il naso tappato.

-Sei pesante.- Disse lasciandola sopra il letto, sdraiandosi accanto a lei.

-Svegliati, mi annoio da solo.- Brontolò scuotendola.

Lei sbadigliò, girandosi dall'altra parte.

-No..- Appoggiò il viso sulla sua spalla, infilando furtivamente la mano sotto la sua maglietta, immaginando fosse la sua ragazza e carezzandole dolcemente il ventre

-Smettila....- Mugolò provando a liberarsi dalla presa.-Lasciami dormire.-

-No, voglio giocare con te.- La spinse di più verso di lui, strusciando le labbra contro il suo collo.

-No, taci.- Sibilò socchiudendo gli occhi, non le andava proprio di svegliarsi del tutto, era ancora in tempo per dormire.

-Alesha è la mia bambina...- Iniziò a cantare parole a caso, per attirare la sua attenzione.-La mia bambina piccolina come una cretina, ho imparato il freestyle, come un live.- Le strinse più forte il fianco, scoppiando a ridere rumorosamente.

-Justin ma cosa ti prende!?- Stavolta sgranò gli occhi e se lo ritrovò a cavalcioni sopra di lei.-Spostati.- Ordinò con voce ferma, arrabbiata con lui.

Non amava essere svegliata per quei motivi inutili.

-No.- Abbassò il viso sul suo collo, tirò fuori la lingua e la trascinò sul suo collo, proprio come un cagnolino.

Alesha tirò un piccolo urlo, tentando di spingerlo via dal petto, inutilmente.

-Mi stai molestando.- Provò a fermarlo in quel modo

-Come il comando.- Trovò una rima e si mise di nuovo a leccarla.

-Justin non è divertente, sei disgustoso, smettila.- Nel divincolarsi così tanto sentì qualcosa che non avrebbe dovuto sentire.-Per favore, non risponderei delle mie fottutissime azioni, spostati, dormi, fai quello che vuoi, ma non provocarmi.- Si conosceva abbastanza da sapere quanto sarebbe riuscita a resistergli, era lei.

-Provocarti?- Le tirò su la maglia, scoprendo del tutto il ventre piatto, sentiva il suo calore, percepiva il suo buon profumo e gli piaceva.-Io non ti sto provocando.- Inclinò la testa e in maniera confusa giocò a farci ''camminare'' sopra le dita.

-Justin...- Mugolò con le guance arrossate non solo per la malattia.

Lo avrebbe fermato o l'avrebbe lasciato fare?

**.**

26/01/2014

Alesha gemette, toccandosi la fronte, scottava e non capiva come mai la febbre sembrava non passarle più.

-Justin!?- La voce di Pattie fece eco in tutta la casa, stava cercando urgentemente il figlio, felice di avergli rubato qualche giorno prima il codice d'ingresso.

-Justin cosa è successo alla tua voce?- Gracchiò Lesha con voce roca a causa del sonno, non ricordava cos'era successo da quando si era addormentata in braccio a Ryan, ma in quel momento il biondo stava sdraiato con la testa appoggiata sulla sua pancia.

-Non sono io... penso sia mia madre.- Lentamente si tirò su, stampò un veloce bacio sulle labbra della figlia come buongiorno e rotolò giù dal letto, per capire cosa volesse Pattie. Sentiva la testa pulsare a causa del medicinale della sera prima, si pentiva di averla presa, non ricordava nemmeno cosa avesse fatto dopo.

-Devo...devo vomitare.- Provò ad alzarsi, ma ricadde immediatamente sul materasso, stremata ed era solo mattina.

-Aspetta.- Con vari movimenti riuscì a mettere le braccia attorno al suo corpo e a tirarla su. I suoi capelli biondi sparpagliati finirono sul volto di Alesha, mentre cercava di scendere dal letto, le coperte si erano attorcigliate ai piedi ed era una cosa complicata risolverla per loro la mattina.

-Justin! Per tutti i santi santissimi del cielo, cosa state facendo?- Esclamò dopo aver spalancato la porta della stanza.

Beh, a guardare la scena da quel punto di vista chiunque avrebbe potuto pensare male, lei era rossa in viso aggrappata con gambe e braccia su Justin, il quale stava perdendo pian piano i pantaloni a causa di quelle 'acrobazie'.

-Non stiamo facendo niente mamma ed evita di entrare senza permesso.- Finalmente riuscì a scendere dal letto senza far cadere la figlia.

-Ma Alesha non ha i pantaloni! Tu sei quasi in boxer, avete i capelli da post coito e riesco a vedere il tuo pacco da qui!- Strillò affondando le mani tra i capelli stringendo così forte da farsi del male da sola.

Non poteva sapere che Alesha li toglieva da sola la notte i pantaloni del pigiama.

-Esci, ci vediamo di sotto tra un po'.- Ignorò le sue parole ed entrò in bagno, dando una mano ad Alesha a sedersi di fronte al gabinetto per rimettere.

-Ma non hai ancora mangiato nulla, cosa vomiterai?- Sospirò preparando la vasca, non voleva assistere alla scena, odiava vederla star male.

-Justin mi fa male il petto.- Le salirono le lacrime agli occhi però non voleva piangere.

-Il petto?- Aggrottò la fronte, insospettito.-Togli la maglietta.-

La tolse, rimanendo in reggiseno.

-Non capisco...qui non c'è nulla.- Posò il palmo della mano appena sotto al suo seno sinistro, non era un medico, ma il battito gli sembrava regolare.

Da bambina aveva avuto qualche problema di cuore, però tutto era passato, quindi cosa non andava?

A causa del vomito?

-Fallo smettere.- Quando fece per appoggiarsi a lui, Pattie entrò di nuovo, ancora scossa da prima.

-Oh gesù!- Gridò prima di cadere a terra svenuta.

  
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