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Autore: Njki    17/06/2016    1 recensioni
Questo spazio e dedicato alle cose che non si dicono, che si ha paura di raccontare a persone alla quale teniamo a causa delle conseguenze che potrebbero scaturire.
Quindi le deposito qui, nella speranza che un giorno, per caso, queste persone riescano a leggerle.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera a una persona lontana, ma vicina.
Mi manchi.

 

L’ho sempre saputo.
Ho sempre saputo che le cose con te potevano andare solamente in due direzioni: meravigliosamente, oppure disastrosamente.
Ho sempre avuto paura di buttarmi per questo motivo, la classica e abusata paura del fallimento.
Avevo qualcosa da perdere. Oppure no?
Mi domando una cosa alla quale non so tuttora dar risposta.
Se capissi veramente da cosa è scatenato questo sentimento confuso nei tuoi confronti, non avrei problemi a superarlo; insomma, mi è capitato più volte di avere delle cotte per dei ragazzi e duravano qualche mese, nulla di più.
Ma tu rimani sempre lì. È come se il pensiero di te fosse dello zucchero depositato sul fondo di una tazzina di caffè. Finché non lo rimesto, rimani una vaga consapevolezza che aleggia nella mia mente di quanto in quanto. Ma, soprattutto nei periodi bui, agitandomi agito pure il pensiero di te, e la spirale mi avvolge.
Non può essere amore, si può amare una persona che si conosce così poco?
Ho dubbi a riguardo, so solamente che mi sarebbe piaciuto viverti.
Mi sarebbe piaciuto essere la tua persona speciale, quella alla quale fai vedere anche le più deboli parti di te, fidandoti di lei.
Avrei voluto fare lo stesso con te, abbandonare le mie più grandi debolezze e paure a te, ma d’altronde io l’avevo già fatto.
L’ho fatto ripetutamente, e tu rimanevi ad ascoltarmi e non dicevi nulla.
Ma, credo, di aver visto le tue risposte nello sguardo, e sotto le tue frasi secche e anonime, come se uscissero dalla bocca di qualcun altro.

Sto cercando di essere sincera e concisa, ma mi risulta difficile, perché è come se le parole viaggiassero a velocità impressionante nella mia testa.
Faccio fatica a mettere ordine.

Ci siamo avvicinati e allontanati a vicenda spesso, quando il sentimento diventava troppo presente facevamo dei passi indietro.
Ma cosa ci fermava veramente?
La paura ad entrambi, forse.
Tu mi dissi che non c’era speranza per noi, che non ci sarebbe stato futuro, ma sai, a me non ha mai fatto veramente del male questa cosa.
La sola voglia di provarci mitigava ogni dubbio e restava soltanto la voglia di lanciarmi a capofitto nella tua vita.
Volevo baciarti, abbracciarti, sorriderti, fare tutte queste cose e goderle appieno, senza quella sensazione di commettere un errore che abbiamo provato fino ad ora.


Le mie intenzioni sono umili.
Non pretendevo una vita assieme, non pretendevo nulla di speciale.
Volevo solo darci un’occasione, per non vivere con il rimpianto di non averci provato.
E sai, con il tuo supporto, avrei superato quelle barriere che mi tenevano legata al luogo, al tempo.
Avrei sconfinato me stessa.
Ma hai preferito scappare, proteggermi dal subbuglio che ti circonda.
Non condivido la tua scelta, ma non posso oppormi.
Devo solamente rimanere qui, aspettando che tu ti accorga che cosa volessi veramente e aspettare il tuo ritorno, se mai ci sarà.
Ti basterebbe prendermi la mano, creare un contatto, quel gesto, che mi farebbe capire che ci stai, con me, a lanciarti in questa avventura.
A tuffarti nelle mie avversioni e i giorni neri.
Credo che tu saresti riuscito a capirmi più di chiunque altro a questo mondo.
L’ho capito dalla prima volta che mi hai guardato, che mi hai difesa, aiutata, senza che io avessi chiesto nulla.
Tu vedevi.

Guardami ancora, guarda meglio.
Aiutami ancora.
  
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