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Autore: _Sherazade_    17/06/2016    0 recensioni
Cathelyn Turner è un'archeologa con un grande sogno: portare a termine le ricerche di un suo collega.
Tali ricerche la porteranno in Sud America, e col suo team riuscirà a trovare proprio quello che stava cercando.
Tutto sembrava andare per il meglio quando...
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salvation
 
15 Giugno 2345


Dopo un mese di scavi, a me sembra di non aver trovato ancora quel qualcosa che cercavo.
Questa è la prima spedizione che posso dirigere, e ancora non abbiamo trovato nulla di veramente eccezionale.
Che sia stato trovato già tutto ciò che di speciale e unico il mondo antico aveva da offrire?
Noi archeologi abbiamo un lavoro meraviglioso, è una scoperta continua... o almeno lo dovrebbe essere.
Io però vorrei di più.
Ho sempre lavorato con amore e dedizione, servendo prima gli altri.
Ora che però ho finalmente raggiunto il punto in cui volevo arrivare... sembra che il mondo non abbia più niente da mostrare.
Salvo qualche terracotta, ossa, e qualche dipinto sui muri... tutto quello che potevamo scoprire del mondo antico, è già stato scoperto.
Che ingiustizia...


- Cathelyn, capo! Venite tutti, presto! - la voce di Santos mi destò dai miei tristi pensieri.
Ci trovavamo nella foresta amazzonica e stavamo ispezionando un'antica piramide.
Sembrava che non ci fosse nulla di nuovo, eppure le mie ricerche dicevano il contrario.
Io e la mia squadra raggiungemmo il giovane studente che mi aveva chiamata. Santos stava vivendo il suo primo scavo, ed era molto elettrizzato. Io ero come lui, la mia prima volta ero tutta felice e non vedevo l'ora di riportare alla luce qualche antico manufatto.
- L'abbiamo trovata, Cathelyn. Io e George l'abbiamo trovata!
- La stanza segreta! - lo sapevo, lo sapevo che c'era qualcosa là sotto! Affrettai il passo, mentre Santos ci faceva strada.
Se non avessimo trovato nulla, saremmo dovuti tornare a casa l'indomani, e questo non lo voleva nessuno. Poteva essere la più grande scoperta del secolo.
Più grande di tutte le scoperte fatte nei grandi anni dell'archeologia, quattrocento anni prima.
Sentivo fremere il mio corpo al solo pensiero.
Dodici anni fa, durante uno dei miei primi scavi, trovai un diario di un mio collega.
Anche lui si era trovato a prendere informazioni sulle antiche popolazioni del sud America, e aveva capito che in una piramide, era stata nascosta una stanza, con dentro degli oggetti preziosi, e un sapere infinito.
Aveva speso tutta la sua vita cercando altre informazioni. Era stato deriso, ma sperava che un giorno, qualcun altro, potesse portare avanti le sue ricerche.
Io avevo accolto quel suo desiderio. Non avevo mai conosciuto John Randolph, ma avevo preso a cuore il suo lavoro.
Avevo lavorato tanto, e per anni avevo continuato a fare ricerche tra una spedizione e l'altra.
La mia vita era votata al completamento di quelle ricerche. Avevo anche cominciato a tenere un diario per annotare tutte le novità.
Dopo tutto quel tempo, dopo tutti quegli anni...
Ce l'abbiamo fatta, John”


Santos ci portò nell'angolo più remoto della piramide, l'avevamo ispezionata a lungo, ma non eravamo mai riusciti a trovare l'entrata della stanza segreta.
Fu un colpo di fortuna, ci disse lui, e ci mostrò la strada per la stanza dove George stava lavorando.
- Ti brilleranno gli occhi non appena lo vedrai. - mi disse Santos. - È... è... oh, se non lo vedi non puoi capire!
Avevo il cuore che mi batteva all'impazzata.
La stanza segreta non era grande, la solita stanza quadrata, ma era ciò che vi era stato racchiuso il vero tesoro. Il vero mistero.
Al centro c'era una piccola colonna, e sospeso sopra di esso, vi era una sfera.
- Come fa a rimanere per aria? C'è qualcosa che... - chiesi avvicinandomi per esaminarla.
- No, capo. - mi rispose George che stava analizzando una parete. Sopra di esse c'erano incisioni strane. In lingue sconosciute. Non avevo mai visto caratteri di quel tipo.
Non conoscevo tutte le lingue antiche, ma riconoscevo i caratteri delle civiltà precolombiane.
Quelle sembravano antichissime.
- Non abbiamo toccato la sfera, abbiamo aspettato il vostro arrivo.
- Avete fatto bene. Siete stati davvero eccezionali. Il vostro lavoro merita un grande riconoscimento. - dissi allungando le mani verso la sfera.
Non appena la sfiorai sentii una strana morsa allo stomaco.
Mi girava la testa, ed ebbi un cedimento. Per fortuna che Dolores mi era accanto e mi sorresse.
- Sarà l'emozione. - dissi io. La squadra rise.
Eravamo tutti lì e tutti eravamo in preda all'estasi.
Quella sfera, dopo un'attenta analisi, non poteva essere appartenuta alle civiltà che noi conoscevamo. Il materiale con la quale era stato costruito, non era noto.
Non era un materiale terrestre.
Quella sfera sembrava essere stata creata da una civiltà con un intelletto e delle conoscenze di gran lunga superiori.
Quella sfera sembrava provenire da una civiltà con conoscenze tecnologiche addirittura superiori alle nostre.
- Dici che... - cominciò Philip con una strana luce negli occhi, - potrebbe essere un reperto alieno? - lui era l'appassionato di ufologia del nostro team.
Da quasi due secoli erano cominciati i primi scambi con le creature aliene, e da lì scoprimmo di altri contatti che la loro gente aveva avuto secoli prima con i nostri antenati.
- Potrebbe anche essere uno di quei manufatti di cui parlavano, - continuò Philip, - uno di quei congegni che salvano il mondo.
Non fece a tempo a finire la frase, che la porta dalla quale entrammo si richiuse.
- Avete ragione, e grazie a voi, la Terra vivrà ancora. - la voce proveniva dalla sfera che tenevo fra le mani. Vibrò, io ero spaventata, ma non riuscivo a lasciare la sfera.
Si illuminò tutto d'un tratto, e infine, la luce si propagò.
Io chiusi gli occhi, era così abbagliante che temevo di rimanere accecata.
La terrà tremò, e il pavimento si mosse, si spaccò, ed io caddi nel vuoto.
I miei compagni erano spariti, e io mi ritrovai da sola, sopra un mucchio di macerie.
Mi mossi, come se sapessi dove andare, e seguii un sentiero, come guidata.
Camminai, e mi ritrovai di fronte a un lago di lava.
Proseguii, perché le mie gambe si muovevano da sole, e arrivai al centro del lago, su un ponte sospeso.
La sfera brillò ancora, e la stessa voce di prima parlò: - Non cercare i tuoi amici, la loro vita è servita allo scopo.
- Chi parla?
- Io. Sono lo sciamano Negys, vissuto... beh, molto tempo prima degli uomini che hanno eretto la piramide. La nostra civiltà è scomparsa da millenni, ma una parte della mia anima è stata rinchiusa in questa sfera. Io, come altri, ho accettato questo ruolo.
- Ma perché? - chiesi incredula alla sfera lucente.
- Vedi, l'uomo è una creatura stupida. Non importa quanto evolva, certi errori li commetterà sempre.
- Io... non capisco.
- La mia civiltà era molto più evoluta della tua, eppure abbiamo finito con il distruggere noi stessi... e anche il pianeta, quasi. Abbiamo dovuto creare queste sfere per impedire che il cuore della Terra morisse.
- Ma come? Come siete riusciti a portare il mondo sul collasso?
- Avidità, mia cara. L'uomo non si accontenta mai di ciò che ha, e noi abbiamo spremuto fino all'osso il pianeta. Portandolo all'esaurimento. Con la nostra conoscenza, abbiamo capito cosa fare. Voi eravate il numero perfetto.
- Perfetto? Il numero? Non capisco.
- Il loro sacrificio è necessario per far ripartire il pianeta. Le altre volte, il sacrificio non era bastato, e l'umanità era stata rasa al suolo. Il mondo era morto, e si era rigenerato. La vita si era estinta, ma poi è ritornata, e una nuova razza umana ha ripreso a camminare su questo mondo.
- Siamo noi quella razza?
- No, voi siete venuti dopo di loro. Anche loro hanno commesso sbagli simili ai nostri.
Erano rimasti pochi superstiti dopo una terribile guerra, e il mondo era ancora sull'orlo del collasso. Riuscirono a trovare la sfera, e col loro sacrificio, riuscimmo a far ripartire il cuore del pianeta, prima che esso esplodesse. Ed è giunto ancora il tempo.
Tremavo. Il mondo stava per finire... Non dubitai delle sue parole. Come potevo? Mi trovavo sotto la crosta terrestre, sospesa sopra un fiume di lava.
Era strana, non faceva così caldo come invece avrebbe dovuto fare.
- Ma non ci sono state avvisaglie. Non ci sono guerre da secoli...
- Ma avete esaurito buona parte delle risorse.
- È vero, ma stiamo cambiando...
- Lo so, infatti non sarà necessario ripartire da zero. I tuoi amici, anche se inconsapevolmente, hanno dato la vita per tutti. - non riuscivo a parlare.
- P-perché io sono ancora viva?
- Perché devi restituire la sfera, e l'energia in essa contenuta, alla Terra. Anche tu servi per riattivare il cuore.
- Come? - chiesi con voce tremula.
- Non lo sai? - mi sporsi e guardai il fiume rosso.
Le mie gambe tremavano, e le lacrime scendevano copiose.
- Non sentirai nulla, scomparirai prima di toccarla.
Non potevo sottrarmi, i miei compagni se ne erano andati, e la vita sulla Terra, se io mi fossi rifiutata, sarebbe presto scomparsa.
- Un giorno, altri dovranno fare ancora quello che tu stai per fare.
- Non è detto, l'umanità può ancora cambiare.
Presi un profondo respiro e mi lanciai nel vuoto, la sfera si illuminò, e tutto scomparve.


Furono inviate delle squadre a cercare i membri della spedizione di Cathelyn Turner, ma nessuno rivide più né lei né la sua squadra.
L'ingresso della porta fu sigillato per sempre.
Le uniche cose che furono trovate furono i reperti riportati alla luce dalla squadra, e un diario, le cui ricerche portavano in Egitto.
A una stanza segreta, e a preziosi manufatti di un epoca antica e lontana.


 
 

L'angolo di Shera ♥

Salve a tutti, eccomi di nuovo qui, sto recuperando il tempo perduto ^o^.
Siccome lunedì mattina parto, e per cinque giorni il pc non lo vedrò manco di striscio, mi son portata avanti col lavoro.
La prima revisione del prossimo capitolo di "In bilico" è stata fatta, devo sistemare ancora qualcosina e poi lo metterò online. credo che per domenica dovrei esserci ;)

Come per il racconto dedicato a Prometeo, anche questo racconto è frutto di una "sfida", lanciatami dal mio fidanzato.
In questo caso, il fulcro della storia, doveva essere un oggetto antico, che però poteva anche appartenere a un lontano futuro.
Io ho deciso di coniugare le due cose sfruttando alcune interessanti teorie e storie che avevo sentito.
La mia idea iniziale era di rendere il finale tragico, con la povera Cathelyn che veniva obbligata a gettarsi nella lava, con le sue grida disperata... poi ho cambiato rotta XD.

Spero che la storia vi sia piaciuta, se avete commenti, pareri o critiche, sarò ben lieta di accoglierle.
Alla prossima
Shera ♥
  
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