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Autore: GoldorRoxBDiz    17/06/2016    0 recensioni
Seguito di Karate Boys. La storia è leggibile anche senza aver letto la fanfiction originale. Zero e Hyorin si sono allenati e hanno combattuto insieme per due anni, diventando buoni amici. Ma non tutto è andato per il verso giusto in questo periodo di tempo e per Hyorin è quasi diventato impossibile fare karate. Come reagiranno i due davanti all'esame di cintura nera, tappa finale del loro lungo percorso?
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Finalmente. E chi se lo sarebbe mai aspettato? Arrivare fino a questo punto! E' Hyorin?". Zero e Hyorin erano all'entrata della palestra. Come al solito pioveva , quel tipo di pioggia fredda e sottile che ti penetra nella pelle fino ad arrivare alle ossa, ghiacciandole. Tra poco avrebbero aperto le porte e l'esame per cintura nera sarebbe iniziato. I due ragazzi non stavano più nella pelle. Avevano aspettato quel momento da una vita, e quella che doveva essere stata inizialmente naturale preoccupazione era diventata in poco tempo eccitazione. "Io non avevo mai dubitato che ce l'avresti fatta, anche se, devo ammetterlo, la prima volta che ti incontrai non eri un granché!" rispose Hyorin ridendo. "Ah! Intendi dire quella volta quando mi hai infilzato con la punta del dito rischiando di ammazzarmi?". "Esattamente. Al tempo non ci conoscevamo bene, è per questo che ci sono andato pesante!". "Bei tempi! Pensavamo allora di essere invincibili, invece avevamo ancora tanto da imparare!" commentò Zero. Ci fu un lungo momento di silenzio. L'unico rumore che si percepiva erano le gocce di pioggia che si infrangevano sul terreno e il tenue fragore del vento. Entrambi stavano rivivendo quei momenti ed era bellissimo. Fare un tuffo nel passato fino a quei tempi. E' incredibile come le persone ripensino al passato quando sono sul punto di vivere un nuovo inizio. Zero, come era solito fare mentre pensava, si passava costantemente la mano fra i capelli biondi, mentre Hyorin torturava i propri continuando ad arricciandoli. "Senti ..." disse finalmente Zero " non eri costretto a venire se non volevi. Lo so come ti senti adesso ...". Il suo sguardo cadde inevitabilmente sulla carrozina dell'amico. "Non devi farti troppi problemi, mi fa piacere venirti a vedere. Ci siamo allenati insieme per così tanto tempo, non potevo non venire" rispose non curante Hyorin "E poi non posso farmi frenare da questa cosa. Devo reagire prima o poi. Ciò che è successo quel giorno non interferirà con quello che voglio fare, mai.". Già, quel giorno. I due amici non ne avevano mai parlato e forse mai lo avrebbero fatto. Nessuno dei due voleva ricordare quella brutta storia. "Non pensarci, davvero. Concentrati solamente sull'esame e non permetterti di fallirlo, altrimenti ti uccido con le mie stesse mani!" rassicurò Hyorin, dando una pacca sul braccio a Zero. Questo gli sorrise e lui ricambiò. "Non lo farò. E' una promessa.". "Bene, così ti voglio!". Per qualche motivo i due iniziarono a ridere come mai avevano fatto, senza motivo apparente. Non era una risata istericao utilizzata per deviare certi argomenti, ma una vera e propria risata di gusto. E andarono avanti così per diversi minuti, sotto la pioggia, senza preoccuparsi di bagnarsi. Vennero però interrotti da una voce alle loro spalle. "Ehi! Voi due!". Quella voce era impossibile da non riconoscere. Hyorin aveva capito di chi si trattava anche senza voltarsi. Hisu, la sorella di Hyorin, stava correndo nella loro direzione. In meno di minuto aveva percorso tutto il lungo vialetto d'accesso, corso intorno alla palestra e aveva raggiunto loro sull'entrata posteriore, da dove, solitamente, accedevano all'edificio. "Ciao Hisu!" esclamò Zero. I due si abbracciarono, cosa che Hyorin non sopportava, e iniziarono a chiacchierare del più e del meno. Quando ebbero finito, Hyorin commentò "Vi prego, non fate più cose del genere in mia presenza. Mi da i brividi!". "Eddai, fratellino! Come al solito sei troppo gelido!" commentò esuberante la sorella, scompigliandogli i capelli. "Io non sono gelido. E' colpa vostra, che siete degli scostumati!" si lamentò il ragazzino. Questa strana accoppiata tra il suo migliore amico e sua sorella non gli era mai andata giù, ma dopo una lunga lotta si era arreso e aveva cercato di accettarlo. Hisu, per tutta risposta, gli diede una pacca sulla testa. "Dove sono i vostri amici? Non li ho visti in giro ... Se non si sbrigano, rischiano di arrivare in ritardo" chiese la ragazza. "Arrivano più tardi, non preoccuparti. Tengono all'esame quanto noi due, non tarderanno, fidati". "I vostri maestri, invece?". "Loro non potevano venire. Sono troppo impegnati con la loro bambina. L'esame verrà tenuto da altri karateka della nostra federazione" rispose Hyorin. "Ah! Che peccato, volevo salutarli! E' da tanto che non li vedo! E poi la loro figlia è troppo carina! Ha degli occhioni!". "Avrai occasione di salutarli un'altra volta, sorella". "Uffa!". "Non fare la bambina!". "Io non faccio la bambina!". Da li iniziò una delle classiche liti tra fratelli e sorelle. Zero era ormai abituato a questo spettacolo. Sia Hisu che Hyorin erano incredibilmente caparbi e con una volontà di ferro. Nessuno dei due avrebbe ceduto. Quei due erano praticamente identici, caratterialmente. Le prime volte, Zero tentava di calmarli con un comportamento diplomatico, ma, dopo aver fatto un bel po' di esperienza, aveva capito che l'unico modo per farli smettere, era lasciarli fare. Prima poi, una incombenza li avrebbe costretti a fermarsi. Infatti, dopo appena qualche minuto ecco che la porta della palestra si aprì di colpo. Dietro vi si era piazzato un uomo corpulento, dalla lunga barba bianca che gli arrivava praticamente fino alla vita. Il kimono era incredibilmente logoro e consumato, come la cintura, su cui si poteva comunque leggere in caratteri giapponesi il suo grado di maestro. Sia Zero che Hyorin dovettero trattenere un urlo eccitato, come fossero due bambini, davanti alla scritta "Decimo Dan". "Bene, bene. Quindi tu sei il karateka di cui tanto mi hanno parlato. Zero, giusto?" chiese. Il biondo si mise come sull'attenti, e disse balbettando "Es ... esa ... esatto!" "Bene, tu puoi entrare subito, se ti va ...". L'uomo lanciò un'occhiata severa a fratello e sorella e, non vedendoli in kimono disse bruscamente "Gli spettatori devono accomodarsi sugli spalti ...". I due annuirono. "Bene, allora io ti aspetto dentro, Zero!" disse infine, prima di sparire dentro alla palestra non dando il tempo a Zero di rispondere. In quel momento, gli venne la tremarella. Non pensava che sarebbe stato così difficile rimanere calmi e concentrati. Hisu lo notò, così gli si avvicinò e disse "Stai calmo e non farti prendere dall'agitazione! So benissimo che puoi farcela, ne sono certa!". "E se mi dimentico le tecniche fondamentali? Oppure se sbaglio completamente il kata?!". "Non succederà. Ti sei allenato tanto ed ora sei pronto. Imbocca al lupo!" disse Hisu prima di baciarlo. Hyorin si voltò schifato. La sorella poi si rivolse a lui "Io ti aspetto all'inizio delle scale. Non rubargli troppo tempo,mi raccomando!". Poi gli lasciò da soli. Era un momento molto imbarazzante per entrambi. Anche se quello non era affatto un addio, l'esame rappresentava un traguardo che, nonostante l'infermità di Hyorin, avevano raggiunto insieme. Un traguardo è come un punto finale, talvolta, e non è sempre facile affrontarlo. "Zero, scusami per quella volta. Quando ho rischiato di ucciderti, intendo" iniziò il moro. Il biondo si passò una mano sul petto, toccando la cicatrice che in tutti quegl'anni lo aveva accompagnato. "Non scusarti. Se non fosse stato per quel nostro scontro, sarei rimasto per sempre cintura blu". " E io, probabilmente, non ti avrei mai conosciuto. Quindi, dobbiamo entrambi molto a quel nostro scambio di opinioni" "Direi proprio di sì". Ancora una volta nessuno dei due parlò, ma fu soltanto per qualche secondo che parve però un'eternità. Hyorin fece segno a Zero di inginocchiarsi, così da essere faccia a faccia. "Io non sono bravo con le parole e non sono nemmeno un tipo troppo sentimentale, Zero ..." "Lo so". "Però ci tenevo ad augurarti buona fortuna, anche se tu non ne hai bisogno ...". "Ti ringrazio". "E' stato bello conoscerti, amico". "Lo stesso vale per me, amico". Zero porse la mano a Hyorin. Questo, con aria soddisfatto gliela strinse. A quel punto, il biondo si alzò e voltandogli le spalle, entrò nella palestra. Hyorin rimase fuori. "Già. E' stato molto bello conoscerti ..." commentò ancora una volta.

 

Scusate tutti se ho fatto un salto temporale gigantesco. Sono BDiz, per inciso. La storia originale non è stata seguita molto, così io e Rox abbiamo preferito lasciarla in sospeso. Mi dispiaceva molto non darle un finale, così dopo due anni, in occasione dell'esame di cintura nera di Rox, ho deciso di mettere insieme questo finale. Non è un granché, l'ho scritto di fretta e furia. Scusate ancora se abbiamo fatto un lavoro un po' sconclusionato ma siamo stati guidati da cause di forza maggiore. Grazie per chi ci ha seguiti nei nostri 3 brevi capitoli.

   
 
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