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Autore: DAlessiana    17/06/2016    4 recensioni
Edward fissava la foto, che conservava nel portafoglio, con sguardo perso e la mente affollata di ricordi.
"Parlami di lei..." la voce di Bella fu una dolce melodia che interruppe il filo di pensieri del ragazzo, che per qualche minuto si era dimenticato della presenza della sua fidanzata.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jasper Hale | Coppie: Alice/Jasper, Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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La prima settimana passò senza che nessuno se ne rendesse conto. Bella e Edward non avevano parlato neanche una volta, perché lui era scostante e evitava ogni contatto con lei, tranne nelle ore scolastiche che passavano insieme, ma in quelle occasioni faceva finta di dover concentrarsi sulla lezione e non aveva tempo per lei.
Bella, d'altro canto, non era pronta a raccontare tutto il suo passato ad Edward, nonostante quella freddezza le ferisse continuamente il cuore, pensò che un po' di tempo sarebbe servito ad entrambi e se l'amore che provavano era veramente forte, allora un giorno sarebbero tornati insieme e lei sarebbe stata pronta a raccontargli tutto.
Jasper si sentì continuamente sotto esame da parte di Carlisle, anche perché dopo quella sera, in cui il padre aveva dato libero sfogo alla sua rabbia, non avevano più parlato per chiarirsi e questo gli pesava. Non voleva che il padre fosse ancora arrabbiato con lui, ma, allo stesso tempo, non sapeva che cosa potesse dire che non risultasse banale. In effetti, Edward e Jasper, non avevano mai chiesto davvero scusa al padre, certo, avevano ammesso le loro colpe, ma non erano andati oltre perché erano sicuri che un semplice mi dispiace non avrebbe risolto le cose.
Edward, da quella sera, era cambiato e questo preoccupava, non poco, Jasper perché si ritrovò a fare i conti con un lato del fratello che mai aveva visto prima. Era diventato scontroso, freddo ed eri fortunato se non ti mandava a quel paese almeno una volta al giorno. Era l'opposto di com'era prima, il dolore per la separazione da Bella lo aveva cambiato e, Jasper ne era certo, presto avrebbe fatto i conti con le conseguenze del suo cambiamento radicale.

Anche a Carlisle pesava il fatto di non aver chiarito con Jasper, dopo lo sfogo che aveva avuto, ma continuava a fare il suo lavoro fingendo di stare bene e pensò di essere un bravo attore, fino all'arrivo della signora Blake, che era passata per l'ennesimo controllo.
Carlisle entrò nella stanza e le rivolse un sorriso di circostanza, che non convinse per niente l'anziana donna.
“Qualcosa non va, dottor Cullen?” chiese, con la sua vocina tenera e gentile, prima di inspirare e espirare lentamente, come il medico le aveva detto di fare.
“Nulla, signora. Perché?” domandò, di rimando, Carlisle, non voleva di certo stressare i suoi pazienti con problemi personali.
“Non so, ha la stessa espressione che faceva mio marito quando litigava con i figli” sentendo quelle parole, Carlisle si sentì scoperto davanti gli occhi della donna. Che avesse il dono di leggere nella mente?
“Ho indovinato, vero?” chiese, con fare retorico, sorridendo. L'uomo annuì piano per poi concentrarsi di nuovo sui valori che doveva riportare sulla cartella clinica.
“Senta, qualsiasi cosa abbiano fatto, non dubiti mai del bene che hanno nei suoi confronti. Sono ragazzi e, come tali, commettono un errore dopo l'altro. Diventando genitori è come se ci dimenticassimo di cosa vuol dire essere giovani e delle stupidaggini che si fanno a quell'età” disse la donna e Carlisle si rese conto che aveva la necessità di parlare con qualcuno di ciò che era successo, perché il tenersi tutto dentro lo stava uccidendo.
“Beh, ma capiamo anche il perché i nostri genitori si comportavano in un certo modo” replicò, convincendo se stesso che non c'era niente di male nell'abbandonare il ruolo professionale.
“Certo. Ci ritroviamo dall'altra parte e assaggiamo quell'ansia che prima era il piatto principale nella vita dei nostri genitori, insieme ad un contorno di preoccupazioni, arrabbiature, ma anche come portata finale un dolce ricoperto di amore, gioie, orgoglio. Questo è ciò che mangiamo ogni giorno, dottor Cullen. E questo è ciò che un giorno gusteranno i suoi figli, quando si ritroveranno al suo posto. Ma, qualsiasi cosa succeda, l'amore per un figlio è così grande che anche mille arrabbiature non potranno cancellare. Per un figlio siamo disposti sempre, e per sempre, a dare la nostra vita e questo non potrà mai cambiare.” il discorso della signora Blake fu talmente veritiero che Carlisle si ritrovò con gli occhi lucidi. Capì immediatamente che cosa dovesse fare: parlare con Edward e Jasper.

Jasper tornò a casa da solo e con un pensiero fisso: che cosa diavolo era saltato in mente ad Edward?
Erano ancora in punizione e lui se ne andava passeggiando allegramente per la cittadina invece di ritornare a casa, come Carlisle gli aveva detto di fare subito dopo scuola.
“Sul serio, Ed? Vuoi far incazzare ancora di più papà?” oramai parlava da solo, dando voce ai suoi pensieri, tanto c'era solo lui nella grande casa e nessuno lo avrebbe preso per pazzo, cosa che stava diventando appresso al fratello.
Decise di salire su a farsi una doccia, per rilassarsi, pregando in tutte le lingue del mondo che Edward tornasse prima del padre, altrimenti era certo che non si sarebbe trattenuto dall'urlargli contro, cosa che Carlisle non faceva mai, ma se avesse saputo che Edward aveva totalmente ignorato il fatto di essere in punizione, allora sì che avrebbero assistito ad una scena a cui Jasper avrebbe fatto volentieri a meno di essere spettatore.
Dopo qualche ora, il giovane Cullen sentì la serratura della porta d'ingresso scattare, guardò l'orologio del salone sperando in cuor suo che si trattasse di Edward, nonostante le lancette gli avevano detto il contrario. Purtroppo, le sue ultime speranze svanirono, quando si ritrovò davanti la figura del padre, ma con un espressione nuova sul volto, quasi sorridente.
“Figliolo! Com'è andata a scuola?” esclamò Carlisle, la chiacchierata con la signora Blake gli aveva fatto veramente bene.
“Tutto bene, papà” rispose Jasper, stupendosi ancora di più nel vedere il padre così allegro e maledisse nuovamente Edward e il suo cambiamento.
Fortunatamente per lui, il genitore non indagò oltre e andò a sedersi sul divano, iniziando a leggere un libro che aveva lasciato in sospeso. Così Jasper andò velocemente in camera, pensando ad un modo per avvertire Edward di entrare dalla porta sul retro.

Carlisle non era di certo uno stupido e aveva capito subito, dallo sguardo spaventato di Jasper, che qualcosa non andasse, ma aveva preferito non indagare oltre. Avrebbe aspettato la cena per parlare ad entrambi e chiarire tutto ciò che era successo. Era ovvio che il cambiamento di Edward preoccupava anche lui, magari così il figlio si sarebbe aperto più facilmente, trovando il padre disponibile ad ascoltarlo.
Tutti i suoi buoni propositi svanirono all'istante quando sentì la porta d'ingresso aprirsi e intravide la figura di Edward. Non si mosse di un millimetro, certo che il figlio non sapesse che fosse lì, mentre sentì i passi di Jasper scendere svelti le scale.
“Jazz, ti prego, non sono dell'umore giusto per una predica. Sono tornato prima di papà, visto? Te lo avevo detto che sarebbe andato tutto per il meglio” disse Edward, fermando sul nascere qualsiasi sermone che il fratello gli stesse per fare. Era stanco, si era sfogato con l'unica persona con la quale aveva bisogno di parlare ed ora non voleva far nient'altro che non contemplasse la comodità del suo letto.
Fece per andare verso le scale, ma la figura di suo padre gli bloccò il cammino. Lo fissava severo, a braccia conserte, mentre Jasper si buttò una mano sul viso, con fare disperato.
“Ora tu mi spieghi che cosa ti sta succedendo!” esclamò, sull'orlo di una crisi di nervi e con un tono che i suoi figli non avevano mai sentito prima.
“Che cosa mi succede? Vuoi saperlo? Okay. Succede che l'unica persona con cui voglio parlare non c'è più e la colpa è solo tua. Dicono che sei il miglior medico di tutta la cittadina, ma non sei riuscito a salvare la mamma!” esclamò, senza pensare ad una singola parola, completamente fuori di sé.
Allora Jasper capì, Edward non stava male soltanto per Bella, ma anche per l'assenza della madre e si sentì uno stupido per non esserci arrivato prima. Stava per dire qualcosa, ma lo schiocco sonoro dello schiaffo che aveva colpito la guancia di Edward, lo bloccò. Guardò suo padre e notò una luce che mai aveva visto prima, tremò al solo vederla.
Edward non aveva mai abbassato lo sguardo, fissando il padre negli occhi in segno di sfida, non si massaggiò neanche la parte lesa. Di certo non era quella a fare male. Si era reso conto troppo tardi di aver esagerato, solo quando le cinque dita di suo padre si stamparono sul suo volto, ma, nonostante questo, non vacillò neanche un secondo.
Carlisle era stanco di tutta quella arroganza che aveva avuto Edward in quell'ultima settimana, non voleva arrivare a quello. Si era sempre ripromesso di non alzare mai un dito contro i suoi figli, ma quelle parole lo avevano ferito profondamente e non seppe trattenersi. Senza dire una parola andò nel suo studio, in quel momento era troppo furioso e ferito per parlare, doveva prima calmarsi.



-Chiedo scusa per il ritardo, ma ho queste due settimane sono state piene di impegni!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che ora non odiate Carlisle, capitelo...era completamente esasperato!
In ogni caso, questo capitolo è tipo la goccia che fa traboccare il vaso...
Ringrazio tutti quelli che mi seguono e spero di riuscire a pubblicare presto!
Alla prossima :33
 

  
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