Era da una quindicina di giorni che insieme ad Henry passavamo il pomeriggio in spiaggia. Henry adorava il mare,appena arrivati poggiava o forse e meglio dire lanciava le sue piccole cose sulla sabbia si slacciava le scarpe e subito con i suoi piedini ,andava ad assaggiare l'acqua .Come era facile intuire usciva dall'acqua con i jeans tutti bagnati e non solo.I primi giorni lo sgridai più volte ,ma lui non mi ascoltava era davvero testardo.

«Mamma, perché non posso toccare il mare?» la sua voce era dolcissima piena di curiosità il suo nasino era arricciato e il piccolo muso era triste aveva gonfiato le sue guancette, adoravo immensamente le sue espressioni, lo avrei mangiato di baci in quel momento. I suoi occhi che mi guardavano attendevano una risposta.

«Piccoletto,ancora non fa tanto caldo, caldissimo per bagnarsi tutto, sorrisi e poi c'è anche il vento e com'è il vento?»

«Freddo, uffa! sento caldo però» rispose contrariato , risi , lo abbracciai e lo strinsi forte a me

«Vuoi ,che ti venga di nuovo la febbre e poi dobbiamo fare la puntura?» si girò di scatto aveva lo sguardo impaurito.

«No,puntura no», scattai a ridere lo abbracciai ancora più forte e gli stampai un grosso bacio sulla guancia

« Ecco, bene! Allora niente più piedini a mollo e poi guarda ,indicai con il braccio la spiaggia circostante , nessuno tocca l'acqua».

Nel compiere questo gesto, mi sorpresi ad osservare la figura di una ragazza, era lei, l'avevo vista in spiaggia la prima volta due giorni prima, arrivava sempre una mezz'oretta dopo di noi, col suo zainetto a strisce bianche e blu le sue ballerine nere i suoi jeans scuri la sua camicia bianca e la sua giacca. Ma chi viene vestita così in spiaggia?. Si faceva notare sicuramente,aveva un area elegante e sensuale camminava sinuosamente sguardo fiero e mento in su, ma sono sicura che lei non ne fosse del tutto consapevole. Sembrava sicura di se stessa. Il primo giorno che la vidi mi passo a fianco, il suo profumo alla mela era inebriante, si fermò poco più avanti, posò per pochi istanti gli occhi su di noi ,non si accorse che la stavo guardando,era immersa nei suoi pensieri, sembrava che se la tirasse, ma qualcosa mi diceva che non era così, mi incuriosiva, istintivamente alzai il braccio e la salutai, mi accorsi del mio stesso gesto, dopo che lo feci, mi diedi della cretina anche perché lei non ricambiò, si andò a sedere ad una cinquantina di metri da dove eravamo noi.

«Mamma, mamma » mio figlio mi riportava alla realtà

«giochiamo a calcio?» lo sciolsi dal mio abbraccio e lui prese la palla dalla borsa

«certo,piccoletto» gli accarezzai la testa e gli scompigliai i capelli.

Mentre giocavo con Henry continuai a guardarla ,aveva le gambe incrociata, appoggiata leggermente con la schiena su un vecchio ramo teneva in mano un piccolo quaderno e una matita, guardava il mare di fronte a lei e le onde che si infrangevano sul bagnasciuga, malgrado fossi distante mi accorsi che chiuse gli occhi e subito si mise a scrivere,volevo sapere i suoi pensieri e le sue sensazioni, mi resi conto che la volevo conoscere.

«Mammaaaa!» mi rimprovero Henry

«Non gioco più con te, non sai tirare palla» aveva ragione sbagliai il passaggio e la palla arrivo vicino a quella ragazza non feci in tempo a fermare il piccoletto che lui era già là, si fermo era intimorito, non credo che lei si fosse accorta di ciò che stava accadendo, apri gli occhi, durò solo un attimo ma per un riflesso incondizionato le si alzo il sopracciglio per la sorpresa, gli rivolse la parola con uno sguardo dolce, inclinando la testa verso di lui. Rimasi imbambolata a guardare la scena e mi resi conto che era il caso di raggiungere mio figlio, feci uno scatto fulmineo chiedendo forse un pò troppo al mio corpo .Ok Emma da domani in palestra. Chiamai Henry. Arrivata a destinazione, appoggiai le mie braccia sulle ginocchia e ripresi fiato, lei mi guardò con poca attenzione avevo i capelli che mi coprivano il viso e con la coda del occhio mentre sgridavo Henry la guardavo e lei guardava lui era dispiaciuta per il mio piccoletto e gli sorrise per rassicurarlo. Mi inginocchiai sulla sabbia ,finalmente riusci ammirare tutti i particolari che non ero riuscita a cogliere da lontano ,le sue labbra carnose coperte da un rossetto rosso avrei voluto baciarle, la sua cicatrice sopra il labbro,chissà qual'era la sua storia, i suoi occhi marroni erano profondi, erano dolci erano sensuali, il suo ciuffo ribelle, mi guarda, è la prima volta ,arrossisce, perdo un battito perdo il respiro ,perdo il controllo , voglio presentarmi provo a farfugliare qualcosa ma non esce niente. Ci pensa lei per fortuna la sua voce è incerta lo percepisco «...Regina Mills» ascolto solo il suo nome tutto il resto il mio cervello non lo registra, guarda prima Henry poi me, con uno scatto mi porge la sua mano «piacere» la stringo una sensazione di leggerezza, purezza,unicità,libertà ,mi sento completa.
Non so chi, che cosa quando, perchè, ma il mio cuore, la mia anima, non so, qualcosa mi dice che è lei.

«Emma,Emma Swan» mi presento, sorrido con le fossette a seguito. Bene il il mio sorriso da ebete uff..!

Regina accenna ad un leggero sorriso,quasi non me ne accorgo, ma contemporaneamente si pizzica il labbro inferiore sinistro.

ok...!il mio cuore corre,corre non lo fermo.







Grazie mille a tutti coloro ,che leggeranno anche questo racconto! non era programmato ...spero che sia di vostro gradimento e ancora grazie a chi ha recensito e messo tra le preferite e seguite la prima One shot!
P.S :scusate eventuali errori e buone vacanze a tutti! un bacio :) :) :)