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Autore: Elena_Elizabeth    17/06/2016    2 recensioni
"Quindi non mi hai mai odiato davvero? Cioè, non hai mai desiderato davvero ignorarmi?" La sua domanda così spontanea mi fa sorridere. Pensava davvero che avrei potuto odiarla? Cioè, non si rendeva conto che nessun essere umano maschio degno di questo nome avrebbe potuto farlo senza un buon motivo?
"Lo trovi divertente?" esclama un po' stizzita.
"Scusami, solo mi chiedevo se davvero pensavi che avrei potuto odiarti... voglio dire, credevo che avessi capito che, anche volendo, non ci sarei riuscito. E ignorarti è stato molto più difficile di quanto tu possa immaginare... e anche di quanto potessi immaginare io stesso quando mi sono prefissato quest'obbiettivo." Lei arrossisce nuovamente. È ancora più bella quando mostra questi sentimenti... ancor di più se so che li mostra per qualcosa che ho detto io.
"Beh allora... immagino che il minimo che io possa fare sia dirti che mi dispiace... per tutto." Sembra che voglia aggiungere altro così la incoraggio a proseguire. "Non abbiamo iniziato di certo con il piede giusto ma... ti va se ricominciamo da zero?"
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Scolastico
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E dopo il vuoto, il dolore


POV Francesca

 

Ancora non riesco a crederci. Ci siamo lasciati, e questa volta sul serio.
Pian piano il vuoto si fa strada dentro di me. E dopo il vuoto, il dolore.

Flashback

Entro nel vialetto a me ormai così familiare. Io e Davide eravamo d’accordo di trovarci alle 17 ma avevo pensato di fargli una sorpresa, così eccomi qui, venti minuti prima, davanti a casa sua.
Il cancelletto è aperto, come anche la porta di casa.
Mi faccio avanti un po’ titubante. Decido di suonare ma, dopo un paio tentativi andati a vuoto, mi risolvo ad entrare. Salgo le scale, diretta in camera sua. La porta è socchiusa, entro silenziosamente per evitare che si accorga di me, ma la scena che mi si presenta davanti agli occhi  mi resterà impressa nella memoria per il resto dei miei giorni. È voltato di spalle, ma riesco a vedere l’avambraccio piegato verso l’esterno e quel punto rosso impresso su quella pelle così pallida, la siringa sollevata sopra ad esso, gli occhi febbrili di chi ormai non è più padrone del proprio corpo, ma schiavo dell’illusorio abbraccio di quel veleno.

Il mio ragazzo si droga.
Appena me ne rendo conto mi sento come se fossi stata pugnalata dritta al cuore. Quella siringa è riuscita a ferire sia me sia Davide.
Grido e mi lancio su di essa strappandogliela dalle mani.
Davide sobbalza e si gira verso di me guardandomi in tralice: nel momento in cui realizza la mia presenza nella stanza i suoi occhi si spalancano. Le pupille, già dilatate per effetto della droga, scuriscono i suoi begli occhi castani, gli occhi di cui mi ero innamorata.
Un silenzio angosciante si crea tra di noi. Cerco di dire qualcosa, ma nessun suono esce dalla mia bocca. Dopo essersi ripreso dallo shock, è lui a spezzare il silenzio: “Sei in anticipo” mi dice in  tono piatto.
“È tutto quello che riesci a dirmi?”. La mia voce trema più di quanto vorrei.
“Avrei voluto dirtelo…”
Lo fermo prima che pronunci patetiche scuse: “Dammi solo una risposta… Perché?”
“Perché mi fa sentire bene” sussurra, più a convincere sé stesso che me.
“Io non ti basto più?” chiedo, mentre lo sgomento si trasforma in rabbia.
Lui non risponde. Mi guarda intensamente negli occhi in cerca di qualcosa da dire, ma entrambi sappiamo non  ci sono parole che potrebbero lenire il dolore, che quello che c’era tra noi se n’è andato per sempre.
“Non starò qui a guardarti morire.” Raccolgo le mie forze, mi volto e me ne vado.

Fine flashback

Il mio ragazzo si droga.

Mi raggomitolo sul letto, come faccio ogni volta che il dolore si impossessa di me da quando Sofia se n’è andata, lasciandomi sola ad affrontare la dura realtà.

Flashback

Avevo otto anni, mia sorella solo sei. Quella mattina la salutai svogliatamente, non sapendo che sarebbe stata l'ultima volta che avrei potuto farlo. La mattinata a scuola si svolse come tutti i giorni. Fu quando arrivai a casa che qualcosa in me si spezzò per sempre.
Quando entrai vidi miei genitori in piedi davanti al tavolo della cucina. Mia madre, i lineamenti del viso tesi, mi invitò a sedermi con un cenno della mano.
“Tesoro, io e papà dobbiamo darti una notizia...”
Li interruppi: “E Sofia? Non la date anche a lei questa notizia?”
Mia madre si coprì il volto con le mani, ma non abbastanza in fretta da impedirmi di vedere la lacrima che, lenta e solitaria, rigava il suo pallido volto.
Iniziai ad avere un brutto presentimento.
Mi voltai verso mio padre in cerca di una spiegazione, ma lui non resse il mio sguardo. Si voltò, e i suoi occhi si fissarono ad osservare il cielo in tempesta. Fu mia madre a pronunciare le fatidiche parole, in lacrime: “Tua sorella... tua sorella non c'è più... una macchina...”. Da quel momento non disse più nulla. E il mio cuore, per qualche istante, si fermò.

Fine flashback

Mi sveglio nel mio letto. Come sempre, persa tra i miei ricordi, devo essermi addormentata. Guardo la sveglia: sono le 16:58. Mi alzo pigramente dal letto e mi siedo alla mia scrivania. Prendo il dizionario di greco per svolgere la versione per lunedì.

Ma dopo questa felice introduzione alla mia vita, forse è il caso che mi presenti. Sono Francesca, ho diciassette anni e frequento la quarta classico di una cittadina dimenticata da Dio.

Davide è stato per due anni il mio ragazzo. Ora è tornato ad essere soltanto un mio compagno di classe. Questo mi porta alla seconda questione: come affronterò il ritorno a scuola insieme a lui?



Angolo autrici

Ciao a tutti/e, siamo Elena ed Elizabeth. Questa è la nostra prima storia, speriamo che il prologo vi abbia coinvolto. Naturalmente, in quanto prologo, questo capitolo è abbastanza breve, ma poi i successivi saranno più lunghi, entreranno più personaggi e la storia si farà più movimentata ;) Aggiorneremo circa ogni due settimane. A presto.

Ele ed Lizzie





 

   
 
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