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Autore: koopafreak    17/06/2016    4 recensioni
Breve long-fic incentrata sulla commedia contorta tra il sovrano delle ombre e l'impacciato acchiappafantasmi del reame.
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Luigi, Re Boo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Personaggi: Luigi, Daisy (menzionata), Altri personaggi.
Genere: Drammatico, Sentimentale.
Pairing: Het.
Note: Nessuna.





Assolo scordato





La furia era stata il primo elemento che aveva permesso a Luigi di scalare verso la vittoria: la furia di difendere la sua più splendente ragione di esistere gli aveva dato la forza di riconquistare il palazzo reale dal basso verso l'alto, risalendolo piano per piano fino alla cima e disinfestandolo dall'invasione nemica. Il secondo era stato l'amore. Persino la paura di un game over precoce e con ingenti probabilità di agonia non aveva intaccato la sua determinazione, rimanendo invece oscurata dal desiderio ardente di ricongiungersi a colei che più gli era cara al mondo.

Per l'idraulico, la parte più ardua di tutta l'estenuante impresa non si era rivelata tanto arrivarci, al castello, nel cuore rigoglioso della terra di Chai, circondata da vaste lande sabbiose dove di giorno l'arsura infernale riduceva il corpo quasi al limite della disidratazione e di notte la temperatura calava a picco fino a far gelare quel poco rimasto nelle vene. No. Non era stato superare la fauna ostile delle quattro regioni del regno, tra cui spiccavano per letalità i Gao, sfingi dotate dell'abilità di sputare vampate di fuoco, purtroppo non proni agli indovinelli e filosoficamente favorevoli all'incenerimento senza preamboli intellettuali. Non era stato nemmeno sbaragliare gli accampamenti dei mercenari d'oltre spazio, smaniosi di scuoiarlo vivo per recapitare in pompa magna il macabro trofeo al loro principale dietro chissà quale favolosa promessa di compenso. Neanche questo. E men che meno era stato il duello finale contro il famigerato e bellicoso Tatanga, con tanto di armatura cromata ultimo modello e rifornitura invidiabile di artiglieria laser, che lo aveva minacciato allegramente di far del suo teschio la coppa con la quale avrebbe brindato al matrimonio con la bella principessa, inaugurando al contempo la nuova base di conquista militare. Nulla di tutto ciò.

La parte più difficile per il prode cavaliere dalla divisa in verde era stata esattamente al compimento della missione di salvataggio, trionfante e sfinito, sulla terrazza più alta dove si era consumato lo scontro col boss di fine livello, obbligatosi a resistere con tutta la sua volontà alla tentazione struggente di correre a cercare Daisy. La consapevolezza di averla così vicina, nello stesso palazzo, era sia un conforto che un'ossessione e Luigi avrebbe sacrificato l'ultimo fungo curativo rimastogli in saccoccia in cambio di un solo sorriso da lei, un tonico per i suoi occhi stremati dal lungo cammino e dalle battaglie, ma la prova decisiva attendeva ancora il giovane.

Un'altra sfinge uscì allo scoperto d'improvviso, grande abbastanza da potersi comodamente sedere sul dorso ed esponenzialmente più micidiale delle colleghe già affrontate, e fece per avvicinarglisi oscillando la coda leonina. L'idraulico brandì di nuovo il suo martello, ma la fiera lo spiazzò con insospettabile eloquenza, presentandosi solenne come Totomesu, comandante dei Gao e generale della guardia reale, e comunicandogli che il re stesse per raggiungerli. Luigi si rimembrò della belva col nemeś a celare la criniera fluente, domata personalmente da Daisy che le riservava un posto di rilievo tra i suoi affetti, e inquisì con garbo se il monarca fosse accompagnato dalla principessa. Totomesu non parve gradire l'interesse verso la graziosa rampolla, squadrandolo coi selvaggi occhi ambrati prima di replicare con freddo contegno che, nossignore, Sua Maestà la Principessa Daisy si trovava al sicuro nei propri alloggi e con lui avrebbe conferito soltanto Sua Altezza Reale Richard Amenofi V, Sovrano di tutte le terre di Sarasaland.

Non fu esattamente l'esternazione di gratitudine che l'eroe si era aspettato, ma di sicuro al micione era saltata la mosca al naso per essere stato battuto sul tempo dall'ultimo arrivato che aveva appena risolto il problema dell'invasione tutto da solo. Naturalmente il padre della fanciulla si sarebbe dimostrato assai più ragionevole, per cui Luigi non si curò dell'atteggiamento scostante del Gao. Tra una peripezia e l'altra l'idraulico aveva pure trovato il tempo di lavorare sul discorso da pronunciare dinanzi al re, così da ufficiare infine l'unione con la sua amata, dopo di che nulla avrebbe impedito loro di stare insieme come avevano sognato negli anni costretti a vivere i sentimenti reciproci in segreto.

Tuttavia, le parole di Totomesu gli avevano instillato un tarlo in testa. « La principessa sta bene? » Forse stava solo aspettando che lui sistemasse prima la questione col genitore che tanto aveva ripudiato il loro legame, come una sorta di dodicesima fatica: molto romantico, ma non certo tipico della Daisy che lui conosceva e che non avrebbe esitato a dargli man forte per difendere ciò in cui entrambi credevano.

La sfinge evase lo sguardo del giovane, piegando una zampa possente per pulirsi gli artigli. Sarebbe stata capace di staccargli il capo con una sola granfiata. « Tatanga doveva impagliarmi per sperare di riuscire a sfiorarla » rispose omettendo i dettagli. Sul manto ramato erano evidenti le piaghe delle catene che l'avevano tenuta imprigionata fino a poco fa. La lealtà verso la fanciulla compensò la carenza di simpatia. « Lei sta bene, e mi ha affidato questa da consegnarvi. » Estrasse una lettera da sotto il cappuccio striato e gliela porse tra le unghie ricurve. « Non apritela adesso » ammonì l'eroe in salopette più confuso che mai.

Luigi moriva dalla voglia di chiedere spiegazioni, ma si vide obbligato a trattenersi non appena Re Richard fece il suo ingresso sulla terrazza profondamente segnata dalla ferocia dello scontro, con altri due Gao del corpo di guardia al seguito. Intascata in fretta la busta e flesso un ginocchio a terra, l'eroe si abbassò in un inchino di riverenza. « Vostra Altezza. » L'ombra del sovrano lo coprì, portatoglisi proprio di fronte con la lunga tunica bianca a nascondere i calzari.

« Vi ascolto. » Uno sguardo critico gli giunse dall'alto.

Per infondersi coraggio l'idraulico poggiò una mano sull'elsa preziosa della spada, la sola compagna presente accanto e pervasa di una lucentezza seducente che nemmeno la polvere ostinata del deserto aveva potuto spegnere: l'unico oggetto che conferiva una qualche aria di nobiltà al suo aspetto umile e reduce dalle numerose avversità. Sebbene non l'avesse mai sguainata, Luigi l'aveva tenuta alla cintura per tutta la durata dell'impresa e non se ne era separato un secondo. Quella lama esercitava un fascino curioso su di lui. « Ho combattuto e sconfitto le orde armate di Tatanga per amore di vostra figlia e desidero proteggerla sino alla fine dei miei giorni. Sono pronto ad affrontare qualsiasi prova per poter restare al suo fianco, a donarle il mio ultimo respiro pur di renderla felice. Dal Regno dei Funghi sono giunto sin qui a battermi in suo nome, per l'incolumità sua e del suo popolo. La mia devozione alla principessa Daisy è sincera e più forte di qualsiasi esercito. La mia anima e la mia spada appartengono a lei, solo a lei e a lei soltanto. » Tecnicamente l'arma citata non era nemmeno la sua, ma Luigi si sarebbe premurato di farsene forgiare una nuova di zecca appena possibile. « Giuro di amarla e onorarla ogni giorno che la sorte mi riserverà in questa vita e vi chiedo umilmente di concedermi l'onore della sua mano. »

« No. »

« Grazie, è un vero... Perdonatemi? » Il giovane sollevò disorientato il mento.

« No. » La stretta sull'Hekat si serrò. Re Richard aveva gli stessi occhi della principessa, ma non vi era traccia di benevolenza per lui.

« Maestà, io ho salvato il regno... »

« Con rischi indicibili e traversie innumerevoli. Encomiabile, figliolo, siete valoroso, ma mia figlia è tutta un'altra faccenda. »

« Sì, ma... »

« No significa no, giovanotto. Non temete, sarete lautamente ricompensato per il disturbo. »

« Non sono... »

« So già chi siete e so anche che avete fatto il Casanova approfittando della mia lontananza da Daisy e della sua pudica inesperienza. Ciò mi basta. Grazie a voi la reputazione di mia figlia è stata compromessa a sufficienza e, se l'avete veramente a cuore come affermate, farete meglio ad astenervi dall'interferire ancora nel suo percorso. » La voce dell'uomo divenne marmorea.

« Non è come... »

« Vi chiedo di partire dal mio castello e dal regno oggi stesso, prima che si sparga notizia della vostra presenza qui. Riceverete la somma che meritate per la vostra audacia, perché non si dica che il sovrano di Sarasaland non sa sdebitarsi. »

« Vi imploro di... »

« Non siete il partito giusto per Daisy. Col vostro comportamento avete rischiato di cagionare un danno di cui nemmeno comprendete l'entità. Avete messo a repentaglio la sua posizione, la sua credibilità agli occhi del mondo intero ed essendo io il re, e nientemeno il padre, spetta a me salvaguardare gli interessi della mia unica erede da qualunque condizione possa nuocerle, compresa la cecità del giudizio che ella ancora deve maturare. Daisy proverà qualcosa per voi, ma non posso permettere che quella che è nulla più di un'infatuazione mandi a monte il suo futuro. »

« Temo che... »

« Non credete che non mi addolori spezzarle il cuore, ma non vi è posto per il cuore dove necessariamente serve la testa. Voi mi avete costretto a rammentarglielo, con la vostra superficialità e il vostro ego tipico dei giovini ambiziosi in cerca di fama e avventure. Pensate forse che il mestiere di reggente sia un gioco o, perdonate il gergo poco elegante, una pacchia? Il corpo e la persona di colui designato al trono non appartengono più solo a se stesso, bensì allo Stato che egli dovrà degnamente rappresentare con orgoglio e impeccabilità. Suppongo riusciate a concepire vagamente il peso di una tale missione da cui nessuno della dinastia reale può esentarsi. Se per disgrazia si venisse a sapere che una principessa è incapace di governare persino i propri sentimenti, potrà mai ella essere reputata adatta a governare un regno? Non viviamo nelle favole, ragazzo mio » continuò implacabile Re Richard.

« Vi giuro... » Luigi tentò nuovamente di intromettersi nel monologo, ma venne tagliato fuori senza pietà.

« La mia decisione potrà non piacervi, ma sintanto che avrò respiro mi opporrò con tutte le forze che ancora mi restano perché mia figlia non finisca in pasto agli sciacalli dello scandalo e alla mercé del pubblico ludibrio. Sarebbe un sacrificio troppo grande per lei, così giovane e promettente. La amo troppo per sopravvivere all'idea di vederla precipitare in una simile rovina. Daisy è destinata a sbocciare in una delle regine più brillanti della storia del nostro regno e voi le costereste la sua ascesa ancor prima di averla intrapresa, così come costereste al popolo di Sarasaland uno dei suoi sovrani più capaci. Altri pretendenti alla corona non esiteranno a scagliarsi contro di lei per spodestarla se fiuteranno un solo errore da parte sua e voi, mi rincresce, costituite un errore troppo pericoloso da lasciar correre. Vorreste davvero tarparle le ali per la vostra vanità? »

La colpa investì l'idraulico, come densa bile nera, occludendogli lo stomaco. « Non le farei mai... »

« Siete senza ombra di dubbio un cavaliere di eccezionale capacità, Sir Luigi, e mi pare di riconoscere assenza di malizia nei vostri occhi, ma li avete puntati sulla damigella sbagliata. » Il tono si ammorbidì leggermente, tuttavia la fermezza nelle parole rimase inflessibile. « Non fate soffrire Daisy oltre e riprendete la vostra strada con la mia benedizione per aver reso un immenso servizio a tutti noi. Troverete altri reami che gioverebbero certamente della vostra inclinazione all'eroismo e forse principesse con genitori più accomodanti. » L'eco dell'Hekat che batté sul piastrellato di roccia calcarea decretò la fine della discussione. I Gao impettiti ai lati del sovrano si rialzarono al segnale.

Luigi si sentiva stordito, sconvolto e nauseato al pensiero di essere stato così vicino dal trasformarsi nell'origine di tanta disgrazia per Daisy, smarrendo lo sguardo sul reticolato di crepe incise nel pavimento. Come aveva potuto essere così cieco? Come aveva potuto illudersi, e soprattutto illudere lei, che sarebbe stato possibile un futuro per loro due? Comprese che la principessa non si fosse mostrata perché rivederlo sarebbe stato troppo doloroso e si portò una mano al petto, sulla tasca che custodiva la lettera con le ultime righe dedicategli. Impulsivamente l'altra si serrò sull'impugnatura della spada.

« Mi duole non potermi trattenere ulteriormente, ma il popolo ha bisogno di essere tranquillizzato ora che Tatanga è stato scacciato e confido che, grazie a voi, quella canaglia ci penserà due volte prima di imporre la sua presenza in casa nostra. » Re Richard si accomiatò con un cenno del capo incoronato e diede disposizioni al fedele Totomesu di provvedere al compenso dell'ospite in partenza, prima di ricondurlo ai cancelli e di affiancargli una scorta per affrontare il viaggio di ritorno in comodità (e con discrezione).


Nota d'autrice:

Sebbene nella Sarasaland del videogioco (Super Mario Land) soltanto una delle quattro terre che compongono il regno si rifaccia all'immagine dell'antico Egitto, ho scelto di attribuire alla società sarasiana caratteristiche di quella faraonica, dipingendoli come diretti discendenti. “Sovrano di tutte le terre” è l'appellativo tradizionale usato per i faraoni sia uomini che donne.
L'Hekat è il bastone ad uso del faraone, dalla forma a gancio e simile all'odierno pastorale vescovile; rappresenta l'azione, la semenza e il fermento. Il simbolismo è evidente: il faraone è il pastore del suo popolo. Da questa forma originaria deriva quella più recente dello scettro più corto e più ricurvo, decorato a bande blu. Col tempo la carica faraonica, tradizionalmente riservata solo ai reggenti maschi, è divenuta accessibile anche alle donne e sono pervenute diverse raffigurazioni di regine-faraone che impugnano l'Hekat.
Il nemeś è il copricapo reale, ossia una specie di cappuccio con due appendici che scendono sul petto e decorato a strisce alternativamente blu e oro.
E per concludere queste note tediose, Richard è il nome usato da una fetta del fandom di Super Mario per riferirsi al padre di Daisy. I own nothing here :]

  
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