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Autore: Caarlk    18/06/2016    1 recensioni
Alex e Adam fanno parte di due categorie di persone completamente diverse.
Alex è una giovane ragazza che crede nell'amore, che aspetta il suo 'Mr Darcy' e che grazie alle sue ambizioni spera di diventare un'apprezzata e famosa giornalista.
Adam è un giovane affascinante che ha milioni di ragazze ai suoi piedi, non vuole storie serie preferisce divertirsi una notte per poi tornare alla realtà: giocare nella squadra della nazionale e diventare il più grande giocatore di basket.
Due mondi diversi, due strade differenti che si incontrano e si intrecciano, ma alla fine niente è come i libri che Alex legge: il lieto fine non si aspetta, si crea.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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La casa vicino il fiume era il mio posto preferito da sempre. Ogni anno in estate la mia famiglia decideva di trasferirsi in quel posto magico che tanto amavo. Quell'anno ai miei occhi sembrava tutto diverso, gli alberi sembravano più alti, le rocce più grandi, i grilli più rumorosi e le lucciole quasi inesistenti. 
La mia camera qui è molto diversa da quella della casa di città; i muri sono bianchi con una sola parete colorata di giallo, il letto rigorosamente ad una piazza e mezzo è ricoperto solo da un leggero lenzuolo azzurro di lino, il piccolo balconcino che si affaccia sul fiume che brilla grazie ai raggi che il sole regala, tutto ciò fra gli alberi e gli arbusti che vi sono intorno.   

 «Alex, posso entrare?» la voce di mia madre rimbomba dietro la porta della mia camera. 

 «Entra» rispondo mentre continuo a disfare la valigia.

 «Tesoro» inizia mentre si accomanda sul letto e si guarda intorno  «Non dirmi che anche questa volta hai riempito la valigia di libri..» sospira quasi rassegnata

 «Ne ho portati pochi... Il minimo indispensabile mamma» dico mentre estraggo dalla valigia i primi due. 

 «Passerai tutta l'estate a leggere? Sono questi i tuoi programmi?» domanda anche se sa già benissimo la risposta. Da quello che riesco a ricordare le mie estati sono sempre state uguali, accamparmi il pomeriggio sotto la grande quercia al fianco del fiume con un libro fra le mani e un bicchiere di limonata, restare lì fino il calar del sole e riprendere la lettura sul balconcino della mia camera dopo cena. 
Il periodo estivo e quello che adoro di più, non per il caldo, l'abbronzatura o le vacanze ma per il tempo che riesco a dedicare alla lettura.

 «Si.. Il piano é quello» rispondo con un po' di strafottenza mentre sistemo i libri nelle mensole. 
Dal thriller al romantico, dal giallo al paranormale, dal fantasy alla letteratura, una vasta e infinita scelta di tutti i generi, forse mamma aveva ragione: avevo portato un mucchio di libri. 

«Sai hanno finalmente venduto la casa dei signori Roberts, i nuovi proprietari verranno a cena qui stasera, hanno dei figli più o meno della tua età, potresti fare conoscenza e magari uscire con loro qualche volta..» dice speranzosa 

 «Mamma sai che al college mi impegno tutto l'anno e non ho mai due minuti per leggere un libro!» Sospira, questa volta rassegnata, e si alza per andare via  «Ma potrei anche fare amicizia... Magari potrei alternare le due cose..» é sulla soglia della porta e si gira di scatto sorridendomi. 

 «Grazie Alex»dice continuando a sorridere mentre esce dalla camera chiudendo la porta dietro di se, sbuffo e continuo a sistemare i libri. 

Dopo svariate suppliche da parte di mia madre e qualche "per favore Alex" di mio padre ho accettato la proposta di indossare un vestito. 
Tutto ciò non fa proprio per me, preferisco un jeans e una semplice maglia larga, questa formalità dovuta a cosa poi? Ad una cena con dei vicini che vedremo tutti i giorni per i prossimi tre mesi e che probabilmente verranno qui altre volte e di sicuro non vestiti in modo cosi elegante e formale.

 «Sei davvero bella con questo vestito» fa mio padre entrando in salotto. La prima cosa che noto é che indossa dei semplici jeans con una polo blu e il colletto bianco.

 «Non essere ridicolo papà.. Sembro un'infermiera della marina militare... Vorrei sapere dove ha trovato questo vestito..» commento disgustata mentre, davanti lo specchio, fisso il vestito blu con delle strisce bianche e rosse all'altezza della vita.

 «Non sei male Alex.. Io mi farei curare da te!»

 «Eh no Joseph, con me non attacca!» mi giro bruscamente verso di lui puntandogli un dito contro mentre lui inizia a ridere di gusto.

 «Mia cara e dolce Alexadra tu sei la più bella fra tutte le muse. Il tuo viso m'illumina gli occhi, il tuo sorriso mi riscalda il cuore, la tua presenza migliora la mia vita ed io non potrei MAI fare a meno di te. Oh mia dolce e bella Alexandra sei tutto per me! » recitava quelle parole a memoria ormai. Quando avevo undici anni scrissi questa mini lettera che avrebbe dovuto leggermi il mio futuro ragazzo un giorno, qualche anno fa mio padre trovo quella lettera indirizzata a mio marito, l'aprì e rise davanti quelle parole; da quel giorno mi prende costantemente in giro.

 «Stupido padre!» urlai lanciandogli una spazzola poggiata sul mobile al mio fianco.

 «TI AMO ALEX!»disse in modo teatrale poggiando una mano sul cuore. 

 «Joseph!!!!» urlai ancora più forte prima di iniziare ad inseguirlo.

 «SEI TUTTO PER ME!» grida mentre inizia a correre per la casa.

 «Papà!!» urlai esasperata 

 «Cos'è tutto questo baccano?» mamma fece il suo ingrasso in salotto e rimase sbigottita per la scena che le si parava davanti: mio padre sul lato sinistro del divano con un cuscino in mano da usare come scudo mentre io dall'altra parte pronta ad attaccare con una spazzola nella mano destra e una delle mie scarpe nella mano sinistra. 

 «Ok, caliamo le armi» dice avanzando verso la mia direzione  «Alex dammi quella spazzola e rimetti la scarpa!» aggiunge con aria seria mentre mi porge la mano aspettando che le dia la spazzola.  «E tu» dice a mio padre dopo che ho depositato 'l'arma'  «Non la puoi lasciare in pace?» sospira  «Io non ho una figlia, ne ho due! Ho due bambini che litigano, fanno i capricci e la lotta in casa!!! Joseph, posa quel cuscino e riordina il divano prima che arrivino gli ospiti. Ora!» dice autoritaria lasciando la stanza. Mio padre esegue gli ordini senza dire una parola con uno sguardo divertito e mentre lascio il salotto lo sento sussurrare  «Avrò la mia rivincita».

Dopo mezz'ora dalla lotta con mio padre il campanello suona e mia madre, prima di andare ad aprire la porta e fare accomodare gli ospiti, ci raccomanda di fare i bravi e di non litigare, proprio come se fossimo due bambini. 

 «Non vedo l'ora di togliermi questo stupido vestito» sussurro mentre aspetto l'entrata degli ospiti accanto mio padre che annuisce. 

 «Joseph» lo chiamo  «Ricordami perché ho accettato di indossare questo schifo»

 «Ti ha promesso almeno due nuovi libri» risponde mentre guarda con attenzione la porta d'entrata evidentemente curioso di vedere e conoscere i vicini. 

Finalmente sbucano dalla porta la bionda testa di mia madre seguita da una donna castana, sulla quarantina molto bella e affascinante.
Dietro di loro un uomo, dell'età di mio padre presumo; indossa dei pantaloni neri con una maglia bianca e chiacchiera con un ragazzo.
Il giovane deve avere la mia età, porta i capelli corti con una cresta non troppo esagerata, indossa dei jeans e una camicia bianca come le scarpe che porta ai piedi. La prima cosa che noto sono le spalle grande, larghe e robuste che fasciate da quella camicia sembrano davvero possenti, magari più di quello che sono veramente.

 «Ecco Theresa, lui è mio marito Joseph» dice mia madre fermandosi davanti a noi facendo calare il silenzio nella stanza  «Lei invece è mia figlia Alexandra» la signora davanti a me sorrise e mi porge la mano  

«Che piacere conoscerti Alexandra» dice mentre sorride.

Dopo svariate presentazioni e un veloce giro della casa ci sediamo a tavola. Mia madre ha superato se stessa, ha cucinato per un intero esercito, diverse leccornie si posano davanti i nostri occhi e guardando i visi delle persone sedute al tavolo si può capire quanto siano sorpresi e nel contempo desiderosi di iniziare a mangiare.

 «Allora Alexandra, raccontami un po' di te!» esordisce Theresa rompendo il silenzio 

«Signora Theresa non mi chiami Alexandra, va benissimo Alex» dico sorridendo e provando ad essere il più gentile possibile.

«Beh Alex, raccontami un po' di te» continua la donna seduta davanti a me. Gli uomini sono assopiti in una conversazione rigorosamente da maschi: football, basket e baseball. 

«Beh, frequento il secondo anno di college e studio letteratura» dico soddisfatta e orgogliosa.

«Davvero notevole. Quindi cosa pensi di fare in futuro finito il college?» domanda curiosa e veramente interessata

 «Spero di entrare in una casa editrice o magari di lavorare per qualche giornale» spiego fra un sorso e l'altro d'acqua.

«E tu caro?» domanda mia madre al ragazzo che scopro ci stava già fissando, probabilmente stava già ascoltando la conversazione fra me e la madre lasciando stare gli uomini 

«Io sono al terzo anno di college, ho vinto una borsa di studio al liceo per giocare a basket, il mio obiettivo sarebbe arrivare in alto e giocare nella nazionale» risponde anche lui con un certo orgoglio visibilmente soddisfatto per dov'è riuscito ad arrivare. 

«Oh Adam, sarebbe davvero fantastico se tu riuscissi ad arrivare a giocare nella nazionale» aggiunge mia madre adorante 

«Potremmo avere i biglietti gratis in prima fila!» aggiunge Robert, padre del giovane fenomeno di basket «Joseph potremmo conoscere tanti giocatori famosi» continua ancora dando qualche pacca sulla spalla a mio padre, diventato già suo amico. 

La cena va avanti tranquilla, senza nessun intoppo, niente domande imbarazzanti né da parte dei signori Lucas né da parte dei miei genitori, cosa che ho davvero apprezzato molto da questi ultimi: la loro specialità era mettermi in imbarazzo in qualsiasi situazione ci trovassimo.

«Alex verresti con me a prendere il dolce?» chiede gentile mia madre dopo avermi costretta ad aiutarla a togliere i piatti sporchi e portare il secondo a tavola. Sorrido falsamente, mia madre si sta approfittando di me, mi alzo facendo strisciare la sedia e mi avvio verso la cucina seguita a ruota da lei. 

«Hai visto che bel ragazzo che è Adam?» domanda emozionata mentre prende il gelato dal congelatore 

«Mamma, non cominciare» 

«Perché? Alex, lui è davvero un bel ragazzo ed è anche gentile ed educato; ha pure un futuro molto promittente!» continua mentre prende le coppette del gelato e me le porge 

«Mamma» sussurro «Non voglio distrazioni durante il college,dopo si vedrà; ne ho tempo per conoscere nuove persone!» dico mentre prendo i cucchiai dal cassetto.

Lascio la cucina e torno al tavolo poggiano delicatamente i cucchiaini e le coppette per il gelato. La serata continua tranquilla, dopo aver mangiato il gelato il signor Lucas e mio padre hanno lasciato la stanza e sono andati a guardare una qualche partita football in televisione. La signora Theresa è ancora seduta a tavola con mia madre che conversano del più e del meno, adesso l'argomento è come piantare e far crescere bene una piantina. 

Adam il fenomeno del basket, come lo definisce il padre, è rimasto seduto a tavola facendo compagnia alla madre, non prestando però molta attenzione a quello che viene detto per via del cellulare, magari gioca o magari parla con qualcuno di importante, magari legge un libro... Dopo un leggero e sussurrato «Scusatemi» mi alzo e corro in camera mia ad indossare qualcosa di più comodo e togliere, magari buttare, questo stupido vestito. 

Dopo aver indossato dei jeans con una maglia leggera, prendo un libro a caso dalla mensola e scendo giù tornando dagli ospiti. 

«Mamma, vado un po' al fiume. Signora Lucas è stato un piacere conoscerla» sorrido guardando la donna che mi guarda sognante «Ciao Adam» aggiungo prima di uscire e lasciare la casa. 

A pochi metri dalla mia abitazione, il fiume risplende sotto il chiarore della luna. Essendo troppo buio non posso leggere quindi inizio a passeggiare. Il vento e leggero, le foglie degli alberi si sfregano fra loro e i grilli cantano. Stringo il libro fra le mani e prendo una boccata d'aria che mi riempie i polmoni. 

«Sei un tipo solitario?» una voce alle mie spalle mi fa sobbalzare, quasi cadevo nel fiume.

«Oddio» dico mentre mi porto una mano sul petto «Sei impazzito? Mi hai spaventato!» 

«Non l'ho mica fatto apposta..» aggiunge mentre avanza 

«Ti piace questo posto?» 

«A te no?» chiedo sedendomi sotto la grande quercia 

«Tua madre ha detto che vieni sempre qui a leggere.. Dice che passi l'estate così» spiega mentre si siede al mio fianco 

«Si, mia madre vorrebbe vedermi più tempo in giro che qui a leggere..»

«Perché non esci allora?»

«Per quasi tutto l'anno sono in città chiusa nella mia camera a studiare.. Stare qui è molto più rilassante»

«Prima non ho avuto la possibilità di presentarmi come si deve..» di volta verso di me e mi porge la mano «Sono Adam» dice sorridendo.

«Sono Alex» rispondo stringendo la sua mano che scopro essere morbida e calda.

«Alexandra» sussurra 

«Non mi piace Alexandra, molto meglio Alex!»

«Va bene Alexandra» dice con un ghigno divertito sulle labbra 

«Bene fenomeno del basket»

«E questa da dove esce?» domanda corrucciando la fronte 

«Se fossi stato più attento invece di giocare con il telefono avresti sentito tua madre che raccontava alla mia che tuo padre ti definisce tale: fenomeno del basket.» 

«Mio padre esagera»

«Ho sentito pure che diceva qualcosa tipo: Adam Lucas sarà il nuovo Michael Jordan!»

«Mio padre esagera sempre!!» dice facendomi scoppiare a ridere 

«Ti stava bene quel vestito» esordisce dopo un momento di silenzio facendo arrossire «Hai delle belle gambe»

«Questa è la tua tattica per rimorchiare?»

«Non sta funzionando?»

«Direi proprio di no»

«Di solito funziona.. A dire il vero non c'è nemmeno bisogno che dica qualcosa perché di solito sono le ragazze che mi si buttano addosso» 

«Io non mi butto su nessuno, mi dispiace» dico alzandomi e andando verso casa

«Ehi, ehi, aspetta!» mentre corre verso me «Ti sei offesa?» 

«No, sono solo stanca. Ci vediamo in giro Adam, buonanotte» rispondo guardandolo negli occhi prima di entrare in casa.
  
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