Prologo.
Non so cosa diavolo mi stia spingendo a scrivere, ora.
Scelgo sempre i momenti più adatti. Sono un genio.
E ho un pessimo sarcasmo. Davvero pessimo.
Non so nemmeno cosa diavolo scrivere! Ma che mi prende oggi…
Ehi aspetta… ma da quando sono diventata una ragazza maleducata? Non mi sono nemmeno presentata – ehi! Sono anche eccentrica! Sto davvero sperando che qualcuno legga queste frasette senza senso?! Patetico.
Beh, tanto ormai “patetico” è diventato l’aggettivo che può descrivere al meglio la mia vita. Un giorno più patetico dell’altro. C’è da chiedersi perché io sia ancora qui.
Ve lo state chiedendo? Ebbene, non pretendete da me la risposta. Se la sapessi non starei ancora qui a cercarla. Forse sto scrivendo proprio per cercarla, chissà.
Strano. Non sono mai stato il tipo che ha bisogno di questi mezzucci da bimbette alle prese con il loro primo diario segreto. Mmh, sì, patetico. Avete indovinato, ma bravi.
Il mio nome è Seila. Beh, non esattamente, ma voi chiamatemi così.
Venticinque anni fa, nasceva una bambina.
Quella bambina ero io.