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Autore: Robigna88    19/06/2016    0 recensioni
Tutto è pronto per la notte del sacrificio a Mystic Falls. Elena ha fatto la sua scelta, Stefan ha detto il suo addio, Damon ha mandato tutti al diavolo ed Elijah Mikaelson ha fatto le sue promesse. L'arrivo di qualcuno dal passato dei Salvatore però metterà in dubbio ogni decisione e "manderà in crisi" l'Originale in completo.
Mia personale versione di una parte della puntata 2x10.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Elijah, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NDA:  Ciao a tutti quelli che leggeranno questa one shot. A voi dico buona lettura e vi racconto una cosa; qualche giorno fa ho fatto una pazzia e dopo un libro pubblicato con una casa editrice nel 2014 ho deciso di provare l'esperienza dell'auto-pubblicazione. Elettrizzante e spaventoso sono i due termini che meglio descrivono questo folle esperimento. Elettrizzante perché mi riempie di soddisfazione anche solo sperare che qualcosa a cui ho lavorato e che ho scritto con tanto amore possa essere letta e amata da altri, spaventoso perché il mondo della scrittura è un oceano pieno di squali e io mi sento al massimo un pesce palla... non scrivo quasi mai messaggi pubblicitari qui perché non mi va di annoiarvi, ma oggi vorrei farvi partecipi di questa cosa e lasciarvi un link attraverso il quale è possibile acquistare l'e-book che ho auto-pubblicato. Spero che qualcuno di voi lo acquisterà e spero anche che qualcuno di voi mi aiuterà con un po' di pubblicità sui propri social network e un po' di passaparola. Sarebbe un prezioso supporto.

Grazie tante, scusate le chiacchiere e buona lettura.
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THERE’S NO HONOR IN REVENGE

 

 

 

 

 

Mystic Falls 2011

 

 

Allison non sapeva come era riuscita ad arrivare in Virginia senza andare a sbattere con l’auto eppure ce l’aveva fatta. Era stata dura perché la febbre le annebbiava la vista a tratti e perché la testa le faceva così male che sembrava dover esplodere da un momento all’altro. Ma era arrivata.

La villa dei Salvatore era esattamente come la ricordava; gotica e imponente, un piccolo gioiello di pietra in mezzo ad un verde in un piccolo angolo di paradiso di quella cittadina piccola e bizzarra.

L’ultima volta che c’era stata era troppo tempo prima perché potesse ricordare esattamente quanto. Allora conosceva solo Damon ma né lui né Stefan vivevano lì e il maggiore dei due era stato ben lieto di darle libero accesso alla fornita biblioteca.

Allison aveva usato un vecchio diario di Stefan per cercare informazioni che le avevano permesso di risolvere un caso, poi aveva lasciato quel posto assicurandosi che non rimanesse traccia del suo passaggio.

Ora, a distanza di tanto tempo, la casa era di nuovo abitata e Stefan e Damon avevano bisogno di aiuto.

Non l’avevano chiamata né glielo avevano chiesto in qualche modo, ma lei lo sapeva. Lo sapeva perché aveva un dono che molto spesso somigliava di più ad una maledizione; a volte vedeva le cose prima che accadessero e da quando aveva fatto infuriare quella vecchia strega a Springfield non aveva smesso per un solo istante di vedere immagini confuse e sfocate dei due fratelli in pericolo, di una ragazza dai capelli castani e di un uomo elegante e distinto dotato di un fascino che incuteva timore.

Quando aveva consultato un’altra strega, una di quelle buone, per chiederle come far smettere quelle visioni lei le aveva detto che l’unico modo per far sì che smettessero era di affrontarle e affrontarle significava guidare fino a Mystic Falls e vedere che diavolo stava succedendo.

Quanto all’essere realmente di aiuto, vista la febbre forte che la affliggeva e il freddo innaturale che sentiva, aveva dei dubbi ma valeva la pena tentare.

Parcheggiò sul vialetto e scuotendo il capo per scuotere via un brivido raggiunse la porta e bussò due volte. Passò qualche secondo e poi Stefan aprì.

“Allison?” disse a metà tra la domanda e non. “Che ci fai qui? Stai bene?”

“Ciao Stefan” rispose lei deglutendo a vuoto. “Anche se non sembra sono qui per aiutarvi.”

“Che vuoi dire?”

“Ti spiegherò tutto” gli disse Allison. “Ma dentro perché qui fuori si gela.”

La donna entrò senza aspettare un invito e senza aspettare il padrone di casa raggiunse il soggiorno dove sapeva esserci un grande camino. Lì trovò anche Damon, la ragazza dai capelli castani e l’uomo affascinante della sua visione.

“Allison, che cavolo ci fai qui?” le domandò Damon alzandosi e guardandola passargli accanto come una freccia verso il fuoco acceso. “Hai un aspetto terribile. Stai bene?”

La cacciatrice scosse il capo. “No, una dannata strega mi ha lanciato una specie di incantesimo e da allora continuo a vedere tutti voi nella mia testa” spiegò in modo confuso. “A proposito, sono Allison” si presentò agli unici due che non conosceva.

“Io sono Elena” rispose la ragazza avvicinandosi per poggiarle una coperta sulle spalle, scoprendo che scottava. “Tu scotti.”

L’altra annuì stringendosi addosso la coperta. “Grazie” sussurrò con un sorriso. “E tu sei?” chiese all’uomo in completo elegante.

“Elijah Mikaelson” rispose lui guardandola intensamente. “E questa è una riunione privata.”

“Oh credimi, Elijah Mikaelson, stare qui non mi diverte affatto ma continuo ad avere delle visioni che mi fanno capire che state correndo un grosso pericolo e se non vi aiuto a risolverlo questo tormento non finirà mai. Quindi aggiornatemi.”

Elijah guardò Elena in cerca di una qualche delucidazione ma lei scosse il capo puntando lo sguardo su Damon.

Quest’ultimo bevve tutto d’un sorso il suo bourbon e sospirò. “Credo che faresti meglio a sederti dolcezza e” disse ad Allison riempiendole un bicchiere. “Avrai bisogno di questo.”

Allison si preparò ad ascoltare.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Un’ora dopo la situazione per Allison era più che chiara; c’era un vampiro pronto a trasformarsi in Ibrido spezzando una maledizione. Per farlo aveva bisogno di uccidere Elena che era una Doppelgänger. L’aspirante Ibrido rispondeva al nome di Klaus Mikaelson ed era il fratello di Elijah.

Elena voleva sacrificarsi per il bene degli altri, Stefan voleva lasciarle fare le sue scelte e Damon voleva che tutti andassero al diavolo perché di sacrificare la bella ragazza non ne voleva sapere.

Allison aveva ascoltato tutto e poi, quando Elijah aveva iniziato ad elencare i motivi per i quali voleva il suo stesso fratello morto, si era messa a sedere sul divano e aveva preso a fissare il fuoco persa nei suoi pensieri.

Quello che il vampiro diceva sembrava giusto, tutte ottime motivazioni, ma c’era qualcosa nella sua voce che Allison conosceva fin troppo bene. Era il tono di chi è combattuto.

“Non c’è onore nella vendetta” mormorò convinta che nessuno l’avrebbe sentita. Elijah invece la sentì.

“Chiedo scusa,” le disse. “Potresti ripetere?”

Allison fece un grosso respiro, lo guardò per un istante, poi tornò a guardare il fuoco scoppiettare nel camino. “Dal modo in cui mi guardi e mi parli ho la sensazione di non piacerti molto ma voglio comunque dirti una cosa, Elijah” iniziò. “So che pensi che uccidere tuo fratello e avere la tua vendetta in nome del resto della famiglia che lui ha sterminato, ti farà sentire meglio… E la verità è che ti sentirai meglio, per più o meno cinque minuti. Poi realizzerai che uccidendolo non solo sei diventato come lui ma hai anche ucciso l’unica famiglia che ti rimaneva, e il senso di colpa ti travolgerà” fece un grosso respiro prima di continuare, la sua voce l’unico rumore nella stanza. “Proverai a convincerti che hai fatto la cosa giusta, che se lo meritava e non c’era speranza per lui, ma non riuscirai a toglierti dalla testa il pensiero che forse c’era. E a quel punto ti renderai conto che non c’è onore nella vendetta. Ti accorgerai che è un sentimento per vigliacchi e per deboli; per i primi che non hanno il coraggio di provare a cambiare le cose anche quando sembra impossibile e per i secondi che non hanno la forza di perdonare.”

Elijah mise le mani nelle tasche, sentiva gli occhi di tutti sopra di sé ma non riusciva a staccare i suoi dalla donna febbricitante seduta sul divano.

“Se mentre sei lì pronto a vendicarti, ti accorgi che c’è ancora una scintilla di bontà negli occhi di tuo fratello, fai la cosa giusta e risparmialo” riprese Allison dopo un istante di silenzio. “Poi salvalo e fallo lasciando che sappia che non ti arrenderai con lui, non finché avrai vita. Fagli sapere che non lo odi perché credimi… non importa quanto cattivo sia o quanto si atteggi ad essere invincibile, posso dirti con assoluta certezza che nessuno lo odia più di quanto lui odi se stesso ma forse non ha mai avuto qualcuno per cui valesse la pena provare a cambiare. Sii quel qualcuno per lui Elijah e scoprirai che nel perdono c’è molto più onore che nella vendetta” la donna distolse lo sguardo dal fuoco. “Sembra che tutti pensiate che stanotte sia la notte giusta per uccidere ma forse è la notte giusta per salvare.”

Calò il silenzio nella stanza e silenzio rimase per alcuni lunghi istanti. Poi Damon si alzò e si avvicinò ad Allison. Si piegò sulle ginocchia e le prese le mani sorridendole con gentilezza.

“È ovvio che stai delirando a causa della febbre” le disse sarcastico. “Riposati mentre noi aiutiamo Elijah ad uccidere quel folle di suo fratello.”

Allison diede un rapido sguardo proprio al vampiro Mikaelson. Rimase seduta vicino al fuoco mentre tutti lasciavano la casa.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

TRE ORE DOPO

 

 

Allison sobbalzò quando si ritrovò Elijah davanti, lì in piedi nella camera di cui si era appropriata come ospite. Si sentiva meglio ma tremava ancora di freddo e aveva pensato che forse era il caso di farsi una bella dormita prima di ripartire.

“Che ci fai qui?” chiese al vampiro scuotendo poco il capo.

“Ho seguito il tuo consiglio” rispose lui con calma.

“Lo so. Damon mi ha telefonato in preda all’ira sostenendo che per colpa mia e delle mie commoventi parole sulla famiglia Klaus è ancora vivo e la zia di Elena invece no.”

“Damon è impulsivo, aggressivo, convinto di dire e fare la cosa giusta anche quando invece fa tutto il contrario” le disse Elijah. “È arrogante e anche se ha un fratello non credo abbia ancora davvero capito il senso della famiglia. Tu invece sembri aver capito molto delle dinamiche familiari, così tanto che mi viene da pensare che quando hai detto quelle cose in realtà non era a me che stavi parlando, ma a te stessa.”

Allison abbozzò un sorriso. “Ti racconterò la mia storia un’altra volta, ora vorrei riposare ed è meglio che tu vada.”

Fece qualche passo in avanti, barcollando e per poco non cadde. Le braccia di Elijah la afferrarono con decisione prima che accadesse e il tempo sembrò fermarsi per un istante quando i loro sguardi si incrociarono.

“Hai detto delle cose sagge prima ma hai sbagliato su una cosa” le disse lui a voce bassa. “Non è vero che non mi piaci, tutto il contrario. C’è una luce nei tuoi occhi che mi ricorda cosa amavo dell’essere un umano, una luce che mi ridà speranza in qualche modo. Non perderla mai Allison.”

“Ci proverò” sussurrò lei guardandogli le labbra per un secondo. E senza pensarci troppo avvicinò la sua bocca a quella del vampiro e vi posò sopra un bacio leggero. “Buona fortuna con tuo fratello, Elijah” gli disse quando quel contatto si interruppe.

Lui le accarezzò piano i capelli. “Spero di rivederti un giorno. Prenditi cura di te.”

Sparì lasciando una scia calda a farle compagnia ed Allison sorrise smettendo di tremare.

   
 
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