Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: Caskett_94    19/06/2016    5 recensioni
One shot-Missing moment di “Falling leaves” (capitolo 7 di Break the wall, keep the bricks). Non è necessario aver letto la fanfiction, ancora in corso, alla quale fa riferimento.
Brevissimo estratto da Falling leaves: “Sei tu, di un colore diverso per ogni paura che ti assalirà e ti farà cadere all’improvviso. Io però sarò pronto a prenderti prima che tu possa toccare terra”.
*Per intenderci, è ambientata pochi mesi dopo il Series Finale*
Buona lettura, E.V.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Kate osservava assorta lo scorcio di strada visibile dalla finestra della loro camera da letto. Scrutò il cielo, valutando la situazione meteorologica in tempo reale ed esaminò i passanti, stimando la temperatura esterna in base al loro abbigliamento. Si ritrovò poi ad osservare le vetture che, per ora, circolavano abbastanza scorrevolmente lungo la strada sottostante al loft. Prese addirittura in considerazione l'idea di rimandare la gita fuori porta, dato che il traffico della città sarebbe notevolmente incrementato nel giro di poco. Da quando era divenuta così accorta in ogni minima situazione quotidiana?
 
Attribuì quelle insolite riflessioni al proprio subconscio che iniziava a mandarle i primi segnali di fumo. Prima o poi qualche cambiamento l'avrebbe pur dovuto avvertire, no?  La verità  era che non ne aveva la minima idea, tutto le sembrava così irreale e tutto correva così in fretta.
 
 Aveva già superato la seconda delle nove fermate del treno che percorreva quel tratto denominato "gravidanza"; nel giro di sette mesi sarebbe diventata madre. Proprio lei, che per proteggersi si era imposta di dimenticare cosa volesse dire avere una madre, ora si trovava a dover guardare dalla prospettiva opposta.  Era giunto il momento di fare spazio a nuove lezioni da apprendere, era ora di imparare a prendersi cura di un essere umano indifeso. Avrebbe dovuto imparare insegnando. Si era sempre chiesta se ne sarebbe mai stata veramente in grado, si era posta più e più volte quel quesito, mettendo in dubbio di essere la persona adatta per insegnare ad un bambino cosa volesse dire vivere in quel mondo pieno di pericoli. In che modo le sarebbe risultato possibile esporre il proprio piccolo ai rischi e agli spettri della vita, dopo tutto ciò che aveva vissuto sulla propria pelle?
 
Ogni volta che la sua mente finiva in quel labirinto di pensieri le risultava davvero difficile trovare la via d'uscita, le sue capacità cognitive risultavano inibite ed iniziava a farsi prendere dal panico.
Sembrava che i mattoni del muro che lei e Castle avevano fatto crollare fossero andati a costituire proprio quel labirinto in cui lei spesso si perdeva. Lui, però le aveva sempre tenuto la mano, guidandola perché non andasse a sbattervi contro. Rick lo sapeva benissimo, i mattoni che costituivano le pareti del labirinto erano proprio gli stessi che formavano il maledetto muro delle paure di Kate. Avrebbe fatto di tutto per condurla sana e salva alla fine di quell'intrecciato percorso, disseminato di trappole poste per farla inciampare ed urtarne i mattoni. Rick era la sua barriera, il suo freno per quando lei correva verso un vicolo cieco ed il suo sprone per quando, invece, il sentiero era libero. Era il suo rifugio per i momenti di sosta ed era inoltre il suo traguardo alla fine del labirinto: sapeva sempre essere un passo avanti a lei quando era necessario, ma era anche pronto a fare un passo indietro quando capiva di essersi spinto troppo oltre. Kate aveva i suoi tempi e lui era al suo fianco per rispettarli. Sempre.
 
Kate, sentendosi osservata, smise di trattenere il ruvido tessuto della tenda che aveva mantenuto scostata  fino a quel momento. Con un leggero movimento del capo, condusse i propri occhi verso l'origine della sua distrazione.
 
«Preferisci stare a casa?». Bene, suo marito l'aveva colta nel suo primo momento d'apprensione materna. Katherine Beckett apprensiva? Che gran caduta di stile, non voleva crederci neppure lei.
《No, è solo che... Stavo solo controllando... le condizioni del tempo》 ammise fissandosi le punte dei piedi imbarazzata.
《Qualcosa mi dice che la tua adesione al circolo delle mamme ansiose è imminente》scherzò lui, cercando di toglierla dall'imbarazzo.
《Dimmi che è solo una situazione temporanea. Non voglio diventare una di loro》confessò Kate, che era davvero rimasta spiazzata dai propri pensieri che l'avevano attraversata qualche minuto prima.
《È tutto normale Kate. Sei ancora tu, nessuno si sta impossessando di te e non ti devi vergognare di nulla. Io sono qui per ascoltare qualsiasi cosa ti passi per la mente, anche ciò che ti sembra una sciocchezza. Tanto ci sono abituato alle tue stranezze》concluse la frase avvicinandosi a lei e dandole dei leggerissimi, piccoli calcetti ai piedi. Kate, che teneva ancora lo sguardo abbassato, capì a cosa stesse alludendo suo marito.
《Siamo a fine settembre, non è più estate!》si giustificò lei.
Rick le lasciò un dolce bacio sulla fronte.《Non è più  estate ma non è ancora stagione per le pantofole di lana》puntualizzò lo scrittore.  Kate rise della sua osservazione.  Cosa poteva farci, era sempre stata  freddolosa.
Rick aveva avuto lo stesso pensiero di Kate: ci aveva ormai fatto l'abitudine ad avere una moglie freddolosa. Passino le pantofole di lana, anzi, che le mettesse pure anche in estate. Il vero pericolo erano i dolcevita! Quei maglioni a collo alto non lasciavano mai presagire nulla di buono, erano sempre indice di sventure imminenti. Tra queste, senza dubbio, dominava la sua classifica personale il momento in cui Kate aveva fatto le valigie per occuparsi di Locksat. Sì, anche in quell'occasione lei indossava uno di quei maglioni che a lui sembravano tanto una barricata in cui Kate non vedeva l'ora di ritirarsi. Li aveva sempre visti come una tana in cui lei si sentiva sicura di potersi rifugiare in caso di difficoltà emotiva. Castle interpretava a proprio modo ogni minima, apparentemente insignificante azione di Kate. Da sempre.
Rick allontanò immediatamente quel brutto ricordo della separazione e tutte le tremende vicissitudini ad esso connesse. Tornò a concentrarsi sullo stato d'animo ballerino di sua moglie. Era pronto a prendere parte a questa danza con lei, a ritmo del battito cardiaco accelerato di Kate, originatosi biologicamente a causa del suo stato interessante.
 
Dopo poco meno di un'ora erano pronti per partire, destinazione Bear Mountain State Park. Avevano programmato una tranquilla escursione appena fuori dalla città, nei pressi della valle del fiume Hudson. 《É un luogo incantevole in questo periodo dell'anno》le aveva detto Rick. Il suo scrittore era un esperto di luoghi magici in cui poter ritrovare il giusto equilibrio minacciato da ansie e timori.
Kate ne ebbe la conferma già lungo il tragitto in automobile verso il parco. Dal finestrino aveva potuto ammirare lo spettacolare paesaggio che si estendeva ai lati della carreggiata asfaltata. «È da poco iniziata la stagione del Foliage» la informò Rick alla guida, mentre percorrevano chilometri di strada letteralmente disseminati da coloratissime foglie cadute e cadenti.
Dopo aver parcheggiato, si avviarono verso il punto di partenza del sentiero che conduceva nel bosco. Kate, non essendoci mai stata, si fece guidare da Rick, che aveva intrecciato la propria mano con la sua. Attraversarono il parco che si affacciava direttamente su un laghetto; era abbastanza affollato, essendo domenica e c'era molto brusìo. La situazione la infastidì non poco. Perché non avevano scelto un altro giorno della settimana? Possibile che Rick non ci avesse pensato. Chissà, magari a lui interessava fare bella figura tra la gente, apparire agli occhi di quante più persone possibili come il romantico scrittore che passeggiava con la propria musa in mezzo alla natura. "Complimenti, Castle. Bella gita... Possiamo anche tornare a casa per conto mio" pensò Kate. Sciolse improvvisamente la propria mano da quella di suo marito, che si girò verso di lei con occhi interrogativi. Kate si maledì  improvvisamente. Che diamine le stava accadendo? Si trovavano in un parco, era ovvio che il vociare della gente predominasse sul resto. E, soprattutto, Rick non l'aveva portata lì per starsene tutta la giornata seduti su un prato: quello era il tragitto obbligatorio per addentrarsi nel bosco. Questi sbalzi d'umore erano meno gestibili di quanto pensasse.
《 Scusa Rick...Non volevo》non aggiunse altro, non voleva peggiorare la situazione. Rick, aveva capito perfettamente cosa le era successo. La prese di nuovo per mano, posandole un piccolo bacio sul dorso.
《Tra poco ci sarà un'atmosfera completamente diversa, non preoccuparti. Questi sono tutti clienti della locanda che vedi laggiù, guarda》la rassicurò,  indicando un punto  leggermente fuori dal loro campo visivo. 《Non fa per noi》 concluse Castle.
《Cos'è che fa per noi, Rick?》chiese Kate celando in quella domanda tutto ciò che la stava attanagliando, non solo in quel momento, ma da quando aveva avuto la certezza di aspettare un bambino. Kate non sapeva ancora quale sarebbe stata la vita che voleva vivere. Voleva una vita tranquilla per sè stessa, ma soprattutto per Rick e il bambino. Era un periodo molto particolare per lei, pieno di cambiamenti significativi. Gli attacchi di panico piombavano all'improvviso, mettendola di fronte ad una scelta molto importante per la famiglia che stava per formarsi. Avrebbe continuato a lavorare al distretto? Se così non fosse stato, avrebbe mai trovato un'occupazione che  l'avrebbe motivata abbastanza? Pensava che quel bambino le avrebbe dato la forza necessaria per prendere una decisione, invece si sentiva ancora più vulnerabile.
《 Cos'è che fa per noi? 》dovette ripetersi  Rick ad alta voce per prendere tempo e darle una risposta in grado di tranquillizzarla definitivamente.《 Lo senti questo leggero venticello sulla pelle?》iniziò Rick, posando la mano libera sulla pelle morbida ma increspata da leggeri brividi che scorrevano sulle sottili braccia della sua musa, lungo lo spazio lasciato esposto all’aria aperta dalle maniche della felpa risvoltate fino ai gomiti.《 Sì, penso si noti dalle mie braccia》 rispose lei, ancora un po' acida. Proprio non ce la faceva a controllarsi oggi. Oggi, come no? Magari durassero solo per quel giorno i maledetti sbalzi d'umore. Si morse la lingua per autopunirsi.
Rick se ne accorse e non poté fare a meno di sorridere. Questo un po' la rassicurò, almeno lui riusciva a trovarci un lato comico.
《 Ecco, Kate. Noi abbiamo bisogno di questo, di sentire i brividi che ci attraversano il corpo, che ci fanno sentire vivi. Abbiamo bisogno di sentire i brividi prodotti dalle incantevoli emozioni ed anche quelli causati dal freddo di un momento difficile. Sii te stessa, Kate. Io voglio vivere ogni tuo singolo sentimento in questi sette mesi che ci separano dal parto, belli o brutti che siano. Voglio essere scosso dalle burrasche che sentirai dentro di te, voglio sentire i capelli mossi dal vento dei tuoi sospiri di tensione mentre mi guardi negli occhi in cerca di aiuto, voglio sentire il soffio caldo della tua voce che sussurra sulle mie labbra il mio nome. Voglio sentire tutto questo perché è questo che tu vivrai. E io vivo per svelare i misteri che cela ogni tuo stato d'animo》.
 
Kate si tirò sopra la testa il cappuccio della felpa, stringendo simultaneamente le cordicelle ai lati che andarono a cadere, morbide, sulle spalle assieme ai capelli ondulati e mossi dal vento.
Cercò di nascondere ulteriormente il volto all’interno del tessuto, per celare le lacrime di commozione che le stavano rigando il viso, al riparo dagli sguardi dei passanti curiosi.
«Ci stai già riuscendo, Rick» fece una pausa e, nel mentre, lui la strinse a sé. Sentendola tremare, iniziò a lasciarle piccole carezze lungo la schiena, come a voler catturare la scarica d’emozioni prodotta dai brividi della sua musa.
«Ci stai riuscendo a farmi provare tutti i sentimenti che hai descritto prima. In un giorno soltanto» concluse Kate.
Trascorsero la giornata immersi nel bosco dagli splendidi colori autunnali, tra sbalzi di pressione, dovuti al leggero dislivello dei sentieri  e quelli d’umore di Kate, ormai immancabili.
La gita si concluse con una piccola tappa sulla cima della montagna incantata, che raggiunsero in macchina prima di fare ritorno verso casa.
Ammirarono lo skyline di New York City, visibile ad una distanza di circa 40 miglia dal punto dove si trovavano. Dal panorama che guardava verso nord, invece, poterono  godere dello spettacolo che il fiume Hudson, attraversato dal maestoso ponte, regalava.
Rick, alle spalle di Kate, poggiò le proprie mani sul ventre della sua musa. Avvicinando poi il viso all’orecchio destro della donna iniziò dei dolci sussurri. «La nostra città è ancora più affascinante vista da qui. Racchiude la tua anima, Kate. L’hai protetta per anni, ora tocca a lei fare la sua parte. Lascia che sia lei a restituirti ciò che ti meriti, Kate».
«Ma io il regalo più grande l’ho già ricevuto da lei. Tu, Rick» rispose Kate delicata, ruotando il viso verso lo sguardo di suo marito.
 Occhi contro occhi, il blu penetrante di lui contro il nocciola a lievi sfumature verdi di lei. Il blu intenso del fiume Hudson a contrasto del nocciola della montagna a sfumature verdi del prato. Un connubio immortale, come se fosse già scritto nella natura, a pochi passi dalla città.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: Caskett_94