Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: The_Lock    19/06/2016    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

4.3- Powerless

 

I sette ragazzi si disposero a cerchio e si prepararono all'avvento di quella misteriosa creatura che aveva messo in ginocchio un intero pianeta. Non passò molto, infatti, prima che i ragazzi sentirono dei passi pesanti e graffianti, tanto che dei brividi corsero lungo le loro schiene.

“Eccolo!” disse Vyvyen, lanciando un raggio di luce che, veloce come un proiettile, mandò in frantumi la vetrina di un negozio, senza tutta via colpire la creatura.

“Cosa hai visto?” domandò Dylan.

“Era... una cosa nera!” spiegò Vyvyen, prendendo a tremare.

“Pronti ad attaccare!” disse Tyler, e tutti quanti rimasero in attesa di vedere la creatura, ma non dovettero aspettare molto prima di vederla avanzare verso di loro. Fu Lydia la prima ad accorgersene, e subito prese Kyle per mano perché talmente era spaventoso l'aspetto di quel mostro, che non era comparabile a nient'altro che avesse visto fino a quel momento.

“Scappiamo?” domandò Skylar. La creatura, in effetti, era parecchio mostruosa. Era una specie di uomo nero che camminava a quattro zampe: le braccia straordinariamente lunghe e le gambe più corte del normale; le mani lunghe e con degli artigli al posto delle dita; il volto scavato e nero come il carbone; i denti insolitamente lunghi ed aguzzi; orbite vuote e nere al posto degli occhi ed un naso quasi inesistente. Tutta la pelle del mostro era nera e opaca, mentre il suo corpo era magrissimo, tanto che si riuscivano a distinguere tutte le ossa, da quelle delle braccia a quelle della gabbia toracica, fino alle vertebre appuntite che spuntavano dalla pelle tirata della schiena.

La creatura avanzava, piantando i lunghi artigli dei piedi e delle mani nell'asfalto, e sebbene le sue orbite fossero vuote, tutti i ragazzi potevano giurare di sentirsi osservati da quel mostro terrificante.

“Attacchiamo.” disse Tyler, e subito Vyvyen sparò un altro raggio di luce, ma la creatura si dissolse in una nuvola di polvere nera e scomparve.

“Perché hai attaccato?” domandò Tyler.

“L'hai detto tu!” si difese Vyvyen.

“Intendevo attacchiamo insieme! Altrimenti avrei detto Vyvyen attacca tu!” spiegò, ma prima che il battibecco potesse continuare, la creatura apparve alle loro spalle, ruggendoli contro.

“VIA! VIA! VIA!” urlò Tyler, partendo verso il lato opposto, ma prima che potesse compiere due metri, la creatura gli si palesò davanti e lo colpì con un manrovescio, facendolo andare contro il palo della luce. Il mostro si avvicinò minacciosamente a Tyler, ma prima che potesse attaccarlo ancora, un globo infuocato lo colpì in pieno volto. La creatura scomparve ancora, per ricomparire solo qualche secondo dopo dietro Kyle- il moro unì i polsi, fletté i gomiti e produsse una lunga fiammata che direzionò sul volto della creatura, ma ella non parve sentirsi ferita da tale attacco, anzi, spalancò la bocca e fece come per ingoiare più fuoco possibile. Quando Kyle fu troppo stanco per continuare, però, in suo soccorso arrivarono Vyvyen e Dylan. La bionda colpì la creatura alla spalla, ma anche qui la pelle si dilatò, accogliendo la luce al proprio interno, mentre Dylan prese a produrre una fumata tossica nera come il carbone, che la creatura sembrò gradire come il resto degli altri attacchi.

La creatura scomparve l'ennesima volta e comparve alle spalle dei due fratelli. Colpì Vyvyen con noncuranza, spedendola contro una vetrina, e poi afferrò Dylan per le braccia, spalancando la sua enorme bocca nera. Sydney generò una sfera d'acqua che lanciò al mostro prima che egli potesse compiere quel bizzarro attacco, e successivamente la congelò, ma anche questa volta la pelle del mostro assorbì il ghiaccio e comparve alle spalle del biondo.

“SYDNEY!” urlò Skylar, ed il biondo sentì la presenza del mostro alle proprie spalle. Si voltò lentamente e il mostro lo afferrò per le braccia, ficcando i suoi artigli nei suoi muscoli e poi spalancando la bocca. Gli occhi del mostro da neri iniziarono a brillare di un verde spettrale, quasi ipnotizzando il biondo, e poi prese a risucchiare, spalancando ancora di più la bocca. Quasi subito, Sydney si sentì troppo debole anche per provare a controbattere. Gettò la testa all'indietro, quasi privo di sensi, per poi vedere il proprio corpo generare delle scintille azzurre che andavano a finire nello stomaco del mostro.

Un masso colpì la creatura al fianco, facendola volare via. Skylar e Kyle aiutarono Sydney ad alzarsi, ma il biondo era ormai svenuto e, a sorpresa di tutti, non indossava più la divisa di Kandrakar ma solo i suoi vestiti normali.

“Andiamo via!” disse Lydia, e Tyler aprì un varco che condusse tutti a Bluebeech. Quando la creatura si accorse che erano andati tutti via, allungò il collo e tornò a ululare.

 

I ragazzi ricomparvero nella camera di Sydney del dormitorio. Skylar e Kyle stesero il biondo sul letto, ed il bruno controllò con mani tremanti se il battito del biondo si sentisse, ed infatti così era. Sydney stava bene, stava solo dormendo.

“Che cosa diavolo era?” sbottò Kyle.

“Andiamo a Kandrakar...” seppe dire Tyler.

“Qualcuno farebbe meglio a rimanere con Sydney...” disse Lydia, ed i tre ragazzi volsero lo sguardo verso Kyle, il quale, impassibile, serrò la mascella e non proferì parola.

“Va bene, rimango io.” disse Skylar “Però aggiornatemi.” e gli altri annuirono, mentre Tyler apriva un varco verso Kandrakar.

Al centro dell'infinito, furono accolti nella stanza delle Stille. Taranee, guardiana delle magiche gocce di potere, guardava i globi con aria parecchio preoccupata, mentre anche Hay Lin sembrava turbata.

“Oracolo...” disse Tyler.

“È sparita la Stilla dell'Acqua.” disse Hay Lin con tono secco. Lydia notò altre due Stille che orbitavano insieme alle altre: una gialla con il simbolo della luce ed una viola con il simbolo delle ombre.

“Siamo stati ad Acantha ed un mostro ci ha attaccati. Ha afferrato Sydney e... è come se gli avesse mangiato la magia.” spiegò Tyler, grattandosi la testa. L'Oracolo annuì, meditabonda, e si avvicinò ai guardiani.

“C'è solo una creatura capace di assorbire completamente i poteri di qualcun altro. Si chiama Void. Fu creata dal nulla dall'Alchimista nel lontano 1400, ma qualcosa andò storto e Void iniziò ad assorbire i poteri dell'Alchimista fino a quando non lo divorò completamente. Fu necessaria l'azione dei guardiani dell'epoca, che collaborarono con altre streghe ed altri maghi molto potenti, e riuscirono a rinchiudere Void in un sarcofago e lo condannarono alla solitudine eterna dello spazio sconfinato. Ma evidentemente qualcosa deve essere andato storto e Void è atterrato ad Acantha... Fate attenzione, guardiani! Void è una bestia immune alla magia!” spiegò l'Oracolo, prendendo a passeggiare per la sala “Quando tornerete ad Acantha, non usate la magia: Void può avvertirla a chilometri di distanza. Una volta varcato il confine, allontanatevi immediatamente dal vostro luogo d'arrivo, cosicché la creatura non possa individuarvi subito.”

“E come facciamo ad ucciderlo?” domandò Dylan.

“Bé, sarà immune alla magia... ma non alle armi.” disse Lydia.

 

Sydney si svegliò, era parecchio stanco, ma un bisogno impellente era più forte di tutta quella stanchezza che lo sfiancava. Provò ad alzarsi ma ricadde pesantemente nel letto.

“Ehi, Syd! Come va?” domandò Skylar.

“Acqua...” mormorò, ed il bruno lo aiutò a bere da una bottiglietta d'acqua che il biondo svuotò in un sorso solo.

“Cosa è successo?” domandò.

“Quel mostro ti ha rubato i poteri, credo.” mormorò Skylar, pronto a consolare l'amico. Ma Sydney non fece una piega, mormorò qualcosa e tornò a dormire.

 

“Void? Che razza di nome è Void?” domandò Cordelia, camminando per i corridoi della scuola insieme a Tyler, Kyle, Skylar e Vyvyen.

“Si sarà rivoltato contro l'Alchimista appunto per il nome.” scherzò Skylar, facendo ridere i ragazzi.

“Mi spiace troppo non poter accompagnarvi in questa missione.” guaì Cordelia, abbassando lo sguardo.

“Tranquilla, non ti perdi assolutamente nulla!” disse Tyler.

“Vi siete fatti aiutare da un'encantada?” domandò Vyvyen, squadrando i tre ragazzi con aria di sufficienza, ma prima che qualcuno potesse rispondere, Banquo si avvicinò al gruppo di ragazzi, salutando tutti e soffermandosi su Vyvyen. Anche la bionda guardò con attenzione il ragazzo, sorridendogli a lungo prima di allungare la mano e presentarsi.

Per Kyle fu come guardare un incidente a rallentatore. Quello scambio di sguardi, quei sorrisi accennati...

“Allenamenti! Ci sono gli allenamenti.” disse il moro, non appena la campanella squillò, e prendendo Tyler e Banquo per le braccia, partì insieme a loro alla volta degli spogliatoi.

“Che lezioni avete adesso?” domandò Skylar.

“Io andrò a guardare gli allenamenti” confessò Vyvyen, arrotolandosi una ciocca di capelli.

 

Lydia sbadigliò coprendosi la bocca con la mano, sapendo che avrebbe solo scarabocchiato sulle pagine del quaderno dove, fra qualche minuto, avrebbe dovuto trascrivere le complicate formule di fisica che il professore avrebbe spiegato. Non era riuscita a dormire, perché avevano trascorso praticamente tutta la notte ad Acantha e quando erano tornati sulla Terra era già giorno.

“È libero?” domandò una voce al suo fianco.

“Certo.” disse la rossa, non degnando il suo vicino neanche di uno sguardo.

“Sei nuova?” domandò.

“Sono qui per lo scambio.” spiegò Lydia, facendo spallucce per poi voltarsi a guardare il suo interlocutore. Alto, capelli scuri, occhi verdi.

“Nick?” domandò lei, ma la sua voce si risolse in un filo inudibile ed il ragazzo prese a controllare le notifiche del suo cellulare. Il professore entrò nell'aula costituita come un'arena e tutti gli studenti si alzarono, anche Lydia, ma non il suo vicino.

“Fai il maleducato?” domandò la rossa, quando si risedette, facendolo sorridere.

“Queste lezioni mi annoiano. Sono troppo semplici.” rispose, sorridendole in un modo che le fece tremare le ginocchia. “Non mi hai detto come ti chiami.” sussurrò poco dopo al suo orecchio.

“Lo sai come mi chiamo!” rispose lei.

“Ehm...”
“Ci siamo presentati l'altra sera.” commentò lei, aprendo il quaderno degli appunti sulla prima pagina.

“Allora sarò stato davvero ubriaco.” rispose, facendo spallucce. “Non me lo vuoi ripetere?”
“Nop!” disse, facendo scoccare la P con le sue labbra lucide.

“E tu non vuoi sapere come mi chiamo?” domandò.

“Lo so come ti chiami.” tagliò corto Lydia.

“La mia fama mi precede.” sorrise, facendo spallucce. Lydia sbuffò ed i due rimasero in silenzio per quasi mezz'ora, quando nuovamente il moro prese la parola.

“C'è un errore, qui.” disse, indicandole un punto sul foglio.

“Sei tu l'errore qui.” rispose lei, cancellando con la penna.

“Sono tutte così le ragazze del Bukowski?” domandò il moro, non riuscendo a nascondere il fatto di essere parecchio divertito da quella risposta.

“Ah, ti interessano le ragazze?” domandò lei. Il moro rimase interdetto per un lungo momento, poi la campanella arrivò in soccorso della rossa, allora Lydia mise il suo quaderno degli appunti nella tracolla e sgattaiolò via, cercando un volto amico.

 

Qualcuno bussò alla porta con insistenza. Sydney, camminando come uno zombie, aprì la porta per poi sussultare, vedendosi davanti un bellissimo ragazzo dai capelli neri e dagli occhi verdi.

“Salve.” disse Nick, facendogli l'occhiolino.

“Che ore sono?” domandò il biondo, grattandosi il gomito.

“Mezzogiorno.”
“COSA?” urlò Sydney, afferrando il polso del ragazzo per guardare nel quadrante dell'orologio. “È terribilmente tardi!” mormorò, dirigendosi verso il proprio bagno e spremendo il dentifricio sullo spazzolino.

“Infatti. Saltare il tuo primo giorno di lezione! Ti facevo più serio.” sorrise Nick. “Ti va di uscire, stasera?” domandò.

“Uscire? Tipo... appuntamento?”
“No, uscire tipo fare un giro per il campus e basta. Ovvio che è un appuntamento.” disse Nick. Il biondo sputò il dentifricio nel lavandino, e nel suo cervello si attivò già quel processo che prevede la creazione istantanea di una scusa, quando poi, s'accorse, che non aveva nessun impegno.

“Certo. Non ho nulla da fare.” spiegò, sorridendo alla prospettiva di una vita senza missioni.

 

“Ehi, Alissa.” disse Skylar, avvicinandosi all'armadietto della ragazza con aria disinvolta.

“Ehi, Sky.” rispose lei, continuando a svuotare lo zaino e a riporre i libri nell'armadietto.

“Posso farti una domanda?”

“Basta che non ha a che fare con la nostra storia.” tagliò corto lei.

“Tecnicamente no...” mormorò lui, mordendosi le labbra. Alissa sospirò, sapendo già dove volesse arrivare il bruno, chiuse l'armadietto e incrociò le braccia, aspettando che Skylar facesse la sua domanda.

“Perché mi hai lasciato?” domandò.

“Oddio!” mormorò lei, esasperata.

“No, sto cercando di capire! Voglio migliorarmi!” si giustificò, prendendo a seguirla visto che la ragazza aveva deciso di abbandonare fisicamente la conversazione.

“Sky!” disse, la ragazza, bloccandosi di colpo. “Siamo stati insieme quanto? Parlo di stare insieme in maniera fisica, visto che ho passato un semestre in Svezia!” replicò lei.

“Quindi la distanza?”
“Quindi non puoi competere con i manzi svedesi. Mi spiace.” disse, facendo spallucce, girandosi e andando via. Skylar rimase fermo come una statua di sale per quasi un minuto intero, non riuscendo a capacitarsi della risposta che Alissa gli aveva dato.

Distrutto da quell'insinuazione, Skylar raccolse le sue ultime forze e si diresse con una certa urgenza verso la palestra coperta, in cerca disperata di aiuto.

“Kyle!” urlò, facendo sussultare il moro.

“Che?” domandò, lasciando cadere i pesi e asciugandosi il sudore dalla fronte.

“Pensi che io sia brutto?” domandò il bruno.

“Scusami?”

“Pensi che sia brutto? Lo chiederei a Sydney, ma non ricordo quale sia il loro fuso orario.” spiegò, facendo spallucce.

“Perché non lo chiederesti a me?” domandò il moro, aggrottando la fronte.

“Te lo sto chiedendo.” si difese Skylar, facendo spallucce. Kyle sospirò e tornò a sollevare i pesi, piegando le braccia.

“Me lo chiedi perché sono gay?” domandò il moro.

“Esatto. Tipo, non so, ci proveresti con me?”

“Questa conversazione sta prendendo una piega che non mi piace...” ammise il moro

“Dai! Ti prego!” disse, giungendo le mani.

“Metti su più muscoli e tagliati quel ciuffo.” fu la risposta di Kyle.

“Vedi, ecco perché l'avrei chiesto a Sydney.” abbaiò. “Stasera andiamo a rimorchiare?”

“Non mi va.” tagliò corto.

“Lo so, ti capisco, ma quando ruppi con Alissa... o almeno quando Alissa ruppe con me, volevo solo...”

“Non osare paragonare la mia storia con Sydney alle altre!” ringhiò il moro con così tanto vigore da far sussultare il bruno.

“Ok. Scusami.” fu la risposta del ragazzo.

 

You crossed this line

do you find it hard to stay with me, tonight?

I walked this miles but

I've walked'em in straight line

You'll never know what is like

to be fine...” Cordelia si interruppe, guardando Tyler con sguardo esasperato.

“Ty... mi stai ascoltando?” domandò, leggermente offesa. La mora aveva chiesto al ragazzo un parere sincero su una canzone che aveva deciso di comporre in quelle settimane dopo Natale.

“Sì, sì. What is like to be fine.” disse Tyler, scrivendo un sms a Lilian.

Cordelia sospirò, ed allora decise di continuare:

I'm wasting my young years,

it doesn't matter if

I'm chasing wrong ideas,

it doesn't matter if... TY!” urlò, alzando gli occhi al cielo.

“Scusa scusa. È che la distanza rende tutto più romantico.” sorrise Tyler. “Giuro, lo metto a posto!” spiegò, finendo di pigiare gli ultimi tasti per poi mettere il cellulare in tasca e prestare attenzione alla canzone di Cordelia.

“...Maybe

we are, we are

maybe I'm wasting my young years,

maybe...

we are, we are

maybe I'm wasting my youn...” un piccolo squillo tuttavia tale da interrompere Cordelia al climax della canzone. Tyler si morse le labbra, sapendo che era di Lilian quel messaggio, ma era davvero deciso a non offendere Cordelia. D'altro canto, la morsa sospirò ancora e guardò attentamente il piano, poi ancora Tyler e poi lo spartito, per poi arrivare ad una conclusione.

“E va bene, leggi il messaggio.” sospirò, sapendo di non potere nulla contro il romanticismo.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: The_Lock