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Autore: Rinalamisteriosa    19/06/2016    2 recensioni
[Piccolo seguito post-anime (Hakuouki Hekketsuroku) | Chizuru-centric]
- “Questa è una lunga storia, Haru-chan. Una storia indimenticabile, intensa, dolorosa... ma lunga”.
- “Un giorno me la racconterai?”.

*Presenza di un OC funzionale alla trama*
{Partecipa alla Challenge “Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo” indetta dal forum Torre di Carta}
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chizuru Yukimura, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Una settimana dopo l’inaspettata quanto drammatica vicenda che mi ha vista spettatrice impotente, l’esercito della Repubblica di Ezo, assediato dalle truppe imperiali mentre si trovava all’interno della fortezza di Goryōkaku, fu costretto a dichiarare la sua resa definitiva.
Era il 27 giugno del 1869 quando terminò ufficialmente la guerra civile avviata dai sostenitori del deposto shogun Tokugawa; l’anno precedente, l’imperatore Mutsuhito, un giovane di sedici anni, aveva recuperato così la pienezza del potere, per poi imporre quali sarebbero stati i cambiamenti da apportare a tutto il Giappone in modo rapido e progressivo. Iniziò così la Restaurazione Meiji… mentre una parte di me – quella piena d’amore, di affetto e di riconoscenza – era morta insieme a loro”.






*1872 – Aprile del 5°anno dell'Era Meiji – in una casa di Kyoto*




Okaasan dice che sei stata al servizio degli eroi della Shinsengumi. È vero, Chizuru-san?” domandò all’improvviso la sua interlocutrice.
“Cosa? S-sì. Per cinque anni”.
Lei ebbe un attimo di smarrimento, e dita tremanti a cui l’altra non sembrò far caso.
“Questa è una lunga storia, Haru-chan. Una storia indimenticabile, intensa, dolorosa... ma lunga”.
Sentì l’armatura interna, che la proteggeva dai ricordi e dal dolore, allentarsi un po’.
“Un giorno me la racconterai?”.
Doveva ammettere che non se l’aspettava: loro due erano partite da una tranquilla conversazione sul cambio di stagione e sul mese della fioritura dei ciliegi, prima di toccare proprio quell’argomento.
Yukimura Chizuru non si era mai più mostrata come una persona nostalgica e fragile, eppure, di fronte alla genuina curiosità di un’adorabile ragazzina mora che aveva aiutato e conosciuto dopo essersi lasciata alle spalle un periodo deprimente e impegnativo, non era nella sua natura evitare certi pensieri, specie se sinceri. Però doveva averla stuzzicata parecchio, perché la piccola amica cominciò a insistere per farsela raccontare.
“Certo... sì, te la racconterò. Adesso però finisci il tuo origami”.
La giovane donna chinò il capo, sperando in primo luogo di non essere stata scortese con la curiosa Haru, e poi pensando che in fondo raccontare era un modo come un altro per dimostrare a se stessa che, malgrado tutto, ce l’aveva fatta sul serio.
Non si era lasciata piegare e annientare da un dolore incommensurabile – in poco tempo aveva perso tutti gli uomini della sua vita.
Aveva sopportato questa grande sofferenza tenacemente, rimettendosi in piedi e tornando a fare il possibile per occuparsi di ogni sopravvissuto alla guerra civile che avesse avuto bisogno di cure, di parole confortanti, di sorrisi rassicuranti.
Mascherare la tristezza l’aveva fatta maturare nel suo scopo, imparando frattanto a guardarsi le spalle e a difendersi meglio, se necessario.
Era andata avanti per la propria strada senza rinnegare mai la memoria di ciò che era stato e che sempre sarà, fedele a suo modo a ricordi ancora così vividi e a incorruttibili ideali che le erano stati trasmessi: sarebbero rimasti per sempre scolpiti nel suo cuore pulsante di vita, questo era certo.

“Chizuru-san, tutto bene?”.
Rivolse subito un sorriso pacato ed eloquente alla sua interlocutrice bramosa di sapere, prima di risponderle:
“Sì, Haru-chan. Non preoccuparti, ti prometto che presto saprai ogni cosa”.
Lei annuì entusiasta e la ringraziò, sedendo sulle proprie gambe, sistemando le pieghe del kimono verde oliva e prestando tutta la sua attenzione all’origami da finire.
Anche Chizuru indossava una veste simile, ma color malva, poiché era ospite presso una famiglia di Kyoto che non si era ancora abituata con gli abiti occidentali; i capelli castani, lisci e scuri, si erano allungati fino a metà schiena.
La osservò pensosa: anche Haru-chan, undici anni e carattere più estroverso e frizzante se paragonato al suo, aveva una buona memoria, di sicuro non avrebbe scordato tanto facilmente questa promessa.
Spostò lo sguardo verso l’esterno. Lo shoji, aperto per far circolare aria nella stanza, rivelava un giardino modesto e ben curato, sovrastato da un cielo sereno e privo di nuvole.
E oltre le assi di legno che recintavano la casa, vi erano tre bellissimi alberi di ciliegio in piena fioritura.
Fiori di ciliegio, così eterei e rilassanti, cadevano quando tutto ebbe inizio e quando tutto finì in tragedia.
Fiori di ciliegio, che l’avevano accompagnata in una sorta di rinascita, che avevano rinforzato l’apparente maschera apatica e comunque cordiale mostrata agli esseri umani.

Alcuni petali di ciliegio, sospinti dal vento, si poggiarono delicatamente vicino all’entrata.
Vicini a lei.
E allora, chiudendo gli occhi lucidi e non più spenti, li vide nella sua mente. Ancora una volta, tutti insieme.
La Makoto, gli haori azzurri, le katana assicurate ai fianchi e una lancia con la punta rivolta verso l’alto.



“Quando sarà il momento, Haru-chan.
Non sono ancora pronta a lasciarli andare”.







___
Note: Qui ho immaginato un piccolo seguito del finale di Hakuouki. Il fatto di non riuscire a raccontare può forse sembrare banale, ma non tutti riescono a metabolizzare subito la perdita di una persona cara – o in questo caso, le perdite. Si preferisce tenersi impegnati, mettere da parte i ricordi per un po’, ma poi ci si rende conto che il vuoto rimane, che la ferita non cicatrizza completamente.
È umano, e Chizuru si è sempre considerata un’umana più che un’oni. E vuole confondersi tra le persone comuni, in questo caso rappresentate da una ragazzina qualunque.
Nel progetto iniziale avevo pensato anche a un secondo capitolo in cui lei riceve una proposta di matrimonio e quindi deve davvero prendere una decisione, ma se poi non interessa a nessuno io non mi sento motivata a riprenderlo, perciò meglio chiuderla qui xD

Dedicata alla mia cara gemellina shurei, una breve one-shot di qualche anno fa che soltanto oggi ho completato, aggiungendo il piccolo riassunto narrato dalla protagonista e riportante nozioni storiche dedotte dalla lettura su wikipedia.
Gli anni dell’imperatore Mutsuhito invece erano nel mio libro di storia, sotto una figura xD
Inoltre, ho modificato qualcosa in modo da farla partecipare alla challenge sui fiori, interpretandone il significato più come una rinascita che come una nascita. In fondo, l’albero di ciliegio fiorisce sempre in primavera, e questa stagione ritorna ogni anno, secondo il ciclo naturale ovviamente ^^
Poi, se non ricordo male, il ciliegio è importantissimo per i giapponesi, non solo per la festa chiamata Hanami, ma anche a livello spirituale ed è il simbolo dei samurai.
Oltre ad essere ricorrente nello stesso anime per ovvi motivi, vabbe’ xD per chi lo conosce è chiaro, altrimenti informatevi ^^ spero vi piaccia!
Ah, un’ultima cosa: la scelta di non nominare nessuno e di vederli al plurale per me si sposa bene con Chizuru, alla fine li considera tutti importanti, chi più chi meno ^^




{Partecipa alla Challenge “Il fiore si nasconde nell’erba, ma il vento sparge il suo profumo” indetta dal forum Torre di Carta}




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