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Autore: Story_of_a_Joke    19/06/2016    2 recensioni
Dolce mia, temo di sì. Sei assolutamente svitata. Ma ti rivelo un segreto: TUTTI I MIGLIORI SONO MATTI!
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia la vorrei dedicare a LadyJulia, visto che grazie al suo fantastico modo di scrivere e a una sua meravigliosa fanfiction (che vi consiglio di andare a leggere, se non l'avete ancora fatto: "Un Cappellaio Matto a Londra". Rimarrete affascinati.), ha tirato fuori quella pazzia che c'era in me, cambiandomi anche un po' la vita.
Ho fatto un piccolo seguel della sua storia, basandomi su un sogno che ho fatto dopo aver letto la sua storia.
Detto questo vi lascio alla storia, chiedendo scusa per eventuali errori. E grazie Julia <3 Spero ti piaccia <3

 

Erano passate già tre settimane dalla morte di Alice e del Cappellaio.
Helen Kingsleigh, la madre di Alice, aveva informato dell'accaduto anche le due amiche più care della figlia, che vivevano in Cornovaglia...

Helen era seduta in salotto. Guardava fuori dalla finestra, lo sguardo spento e gli occhi lucidi.
Era la prima volta, da quando era morta la sua Alice, che riusciva a trovare un po' di tempo per riflettere, senza nessuno intorno.
Era sicura che non avrebbe ricevuto visite, quel giorno. Ma si sbagliava...
-Ma chi mai potrebbe essere?- si domandò Lady Kingsleigh, quando sentì bussare alla porta.
Andò ad aprire.
-Oh... Ciao Julia, ciao Valentina... Che ci fate qui?- erano loro, le amiche di sua figlia.
La prima, Julia Whiterabbit, aveva i capelli ondulati, color castano bruciato. Un cappello bianco avorio le ornava il capo. Aveva un'aria seria, ma allo stesso tempo addolorata.
L'altra, Valentina Madhatter, aveva i capelli castani corti e ricci, e indossava un grazioso cappello nero. La ragazza, visibilmente molto più giovane della sua amica, era distrutta: viso pallido, occhi gonfi e rossi. Un po' del suo leggero trucco era colato.
-Siamo venute a farle visita, signora Kingsleigh.- annunciò la più grande -Le nostre più sentite condoglianze.- si scambiarono una stretta di mano.
-Grazie ragazze...- disse Helen, accennando un sorriso. Poi guardò verso l'altra ragazza -Valentina, è tutto apposto?-
-Sì... sì signora Kingsleigh- balbettò Valentina -Grazie.-
Helen le sorrise, spostandosi di un poco.
-Prego, entrate.- le accolse Helen con la sua voce calorosa -Gradite del tè?-
-No, la ringraz...- stava per rispondere Valentina, ma Julia la fulminò con lo sguardo.
-Volentieri, grazie.- sorrise Julia, poi si giro verso la sua amica -Ne hai bisogno. Vedrai, starai un po' meglio.-
Valentina annuì, anche se sapeva benissimo che non le avrebbe fatto niente. L'unica cosa che l'avrebbe fatta stare meglio, l'unica cosa di cui aveva bisogno era rivedere Alice e il signor Hightopp...

-Alice era una ragazza meravigliosa.- affermò Julia, mentre era intenta a prendere il tè con Valentina e Lady Kingsleigh -E anche il signor Hightopp! Non si meritavano tutto questo...-
Valentina conosceva bene il Cappellaio. Ne aveva sentito parlare nel posto in cui abitava, per quello un giorno che doveva recarsi a Londra con Julia, decise di andare a vedere i meravigliosi cappelli della Hightopp’s Mad Hats. Era lì che aveva comprato quel meraviglioso cappello nero...
-E'... è meraviglioso...-
-Le sta d'incanto, signorina!-”

Se solo, già che si trovava lì, fosse passata a salutare la sua amica Alice...
Si sentì gli occhi bruciare.
-Con il vostro permesso, signora,- disse Valentina -avrei bisogno di una boccata d'aria...-
Helen annuì e Valentina uscì per recarsi nel giardino di casa Kingsleigh.
Appena raggiunse la sua meta, non riuscì più a trattenere le lacrime.
Si era affezionata al Cappellaio, quel giorno, e adesso lui non c'era più.
Aveva paura. Pensava che non sarebbe mai riuscita a tenersi strette le persone. Dopo tutto quello che è successo, dopo tutte le persone che ha perso, adesso anche Alice. No, non può essere...
-Dannazione!- gridò. Le lacrime le uscirono più forti che mai.
Subito dopo, la raggiunse Julia, preoccupata per l'urlo che aveva sentito.
-Valentina, va tutto bene...?- chiese.
Valentina continuava ad urlare, preoccupando la signora Kingsleigh che nel frattempo si era affacciata alla finestra.
-Valentina...- la richiamò Julia -Valentina!-
Quest'ultima si bloccò.
-Vale, che hai?- le chiese l'amica
-Non... non potrò più rivederla... anzi, rivederli...- singhiozzò la più giovane.
-Mia cara Valentina...- disse dolcemente Julia -Nei giardini della memoria, nel palazzo dei sogni: ecco dove li rivedremo!- le sorrise.
Valentina rimase un attimo lì, poi sorrise. Si asciugò una lacrima e abbracciò l'amica.
Tornarono in casa, chiedendo scusa a Lady Kingsleigh.
-Abbiamo creato già abbastanza disturbo, signora- disse Valentina -Torniamo a casa..-
-Ma no, ragazze- replicò Helen -Abitate troppo lontano, e ormai sta venendo sera... C'è la camera per gli ospiti, potete stare qui per sta notte.- sorrise.
-Non so cosa dire, signora...- Julia era onorata -Grazie di cuore!
Helen mostrò alle due ragazze la loro camera...

----

-Che buffo, che buffissimo...- sussurrò Valentina, camminando lungo quel tetro, strano bosco. Camminava, anche se non sapeva dove andare.
-Valentina!- si girò di scatto, sentendo qualcuno che la chiamava.
Una ragazza dai capelli biondi le stava sorridendo.
Perse un battito.
-ALICE!- Valentina le corse in contro, tuffandosi tra le sue braccia -Sei tu, sei di nuovo tu!-
Alice sorrise.
-Vieni, ti devo far vedere una persona...-
Alice la condusse alla fine del bosco, dove si trovava un lungo tavolo.
Sulla sedia posta alla fine del tavolo, c'era seduta una persona che Valentina conosceva...
-Signor Hightopp!- chiamò, ma lui non sentì -Cappellaio!-
Lui alzò la testa. Le venne incontro.
-Ma che piacere rivederla, signorina Madhatter!- disse lui, facendo un inchino.
-Mi chiami Valentina, signor Hightopp- disse lei, sorridendo.
-E allora tu chiamami Tarrant, e dammi del tu, per favore.- a Valentina scappò da ridere, tanto era felice di rincontrare i suoi amici.
-Non so se Alice te l'ha già detto...- disse il Cappellaio, tirando la sua amata a sé e sorridendo.
-Io e Tarrant,- disse Alice, guardando l'amore della sua vita -aspettiamo una bambina!-
-Complimenti!- disse Valentina, abbracciandoli-Sono molto felice per voi!-
-Vogliamo chiamarla Julia, nascerà tra un mese!-
-Wow!- Valentina sorrise -Quando Julia lo saprà ne sarà felicissima!-
Alice e il Cappellaio sorrisero.
-Salutacela, mi raccomando!-
-Lo farò di sicuro!- disse Valentina.
-Oh, Valentina...- disse improvvisamente il Cappellaio, accarezzando la pancia di Alice -C'è una canzoncina che vorrei cantare alla mia bambina...-
Tarrant iniziò a cantare.
-Quando in volo te ne vai, pipistrello cosa fai? Hai portato insieme a te, la teiera ed il tè! Guarda su e guarda giù...- poi si fermò, sorridendo.
-Che te ne pare?- chiese, con gli occhi speranzosi.
-E' meravigliosa!- disse emozionata Valentina -Sarete dei splendidi genitori!-
Tutti e tre sorrisero.
-Mi sa che adesso devo andare...- disse Valentina, tristemente.
-Già...- disse Alice.
-Valentina,- la chiamò Tarrant -tu hai idea del perché un corvo assomigli ad una scrivania?-
-Bhe, una volta mi era venuta in mente una possibile soluzione.- pensò Valentina -Perché c'è una “B” in tutte e due e una “N” in nessuno...- sorrise -Immagino non abbia molto senso...-
-Ha perfettamente senso per me, Valentina!- rise il Cappellaio.
Una farfalla bianca si posò sulla spalla di Valentina.
-Oh,- si stupì Tarrant -penso che questo si un simbolo della nostra amicizia!-
Valentina sorrise.
-Vi voglio bene...- una lacrima le uscì dall'occhio destro.
-E' una lacrima di gioia.- disse Tarrant -E' uscita dall'occhio destro...- sorrise, contagiando Valentina.
-Grazie, Valentina...- Alice l'abbracciò.
-Magari ci potrai rivedere, quando sognerai...- disse il Cappellaio.
-Sì, me l'hanno già detto...- Valentina pensò a Julia -Ma un sogno non può essere reale!-
-Chi dice cos'è e cosa non è?- le chiese il Cappellaio, chiudendo leggermente gli occhi.
Dopo che lei gli ebbe sorriso, le si avvicinò, sussurrando...
-Buon viaggio a vederci, Valentina...-

Valentina si svegliò di soprassalto.
Era da sola in camera.
Li aveva sognati.
“Nei giardini della memoria, nel palazzo dei sogni: ecco dove li rivedremo!”
Julia aveva ragione!
Scese dal letto e si vestì di corsa. Scese giù per le scale, cercando di fare meno rumore possibile, visto che era in casa d'altri.
Julia era in salotto con la signora Kingsleigh.
-Oh, Valentina!- Julia si alzò dalla poltrona -Ti stavo aspettando. Stavo ringraziando la signora Kingsleigh per averci ospitato.-
-Oh...- Valentina strinse la mano ad Helen -Sì, la ringrazio, non doveva!-
-Questo ed altro per le migliori amiche di mia figlia.- disse amorevolmente Helen.
Mentre parlavano, si diressero verso la porta, dove le due ragazze salutarono e ringraziarono ancora Lady Kingsleigh per averle ospitate.
Appena si furono allontanate da casa Kingsleigh, Valentina iniziò a parlare.
-Julia, avevi ragione!- quest'ultima la guardo con aria interrogativa -Li ho sognati! Loro stanno bene, aspettano una bambina! La vogliono chiamare Julia, proprio come te!- a quelle parole, Julia sorrise. -Non avrei mai immaginato di rivederli, anche se solo in sogno! Sono così felice non so che...-
-Valentina!- Julia la fermò -Calmati! Io te l'avevo detto che non li avevamo persi per sempre! -
Valentina, però, era molto confusa.
-Tu hai idea del perché un corvo assomigli ad una scrivania?- guardò negli occhi dell'amica -Ho paura, Julia. La mia testa è così incredibilmente affollata! Sto diventando matta?-
Julia prese delicatamente le mani dell'amica.
-Dolce mia,- disse amorevolmente -temo di sì. Sei assolutamente svitata. Ma ti rivelo un segreto: tutti i migliori sono matti!-
Valentina aveva ripreso a sorridere.
-Dai,- Julia l'abbracciò -andiamo adesso. Dobbiamo tornare a casa!-

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Valentina stava passeggiando lungo un fiume, a pochi isolati da casa sua.
C'era molto vento, ma non le importava.
Aveva bisogno di fare due passi per conto suo.
Ormai era passato un mese da quando aveva fatto quel sogno. Quel folle, pazzo, meraviglioso sogno.
E non aveva la minima intenzione di dimenticarlo.
Stava cantando la canzoncina del Cappellaio.
-Quando in volo te ne vai, pipistrello cosa fai? Hai portato insieme a te, la teiera ed il tè... Guarda su e guarda giù...-
All'improvviso, una farfalla bianca si posò cautamente sulla spalla di Valentina.
“Penso che questo si un simbolo della nostra amicizia!”.
Alice, Cappellaio!
Chi lo sa, magari, in quel momento, una dolce creatura di nome Julia stava nascendo, a Sottomondo.
Valentina pensava alla sua amica.
Che dire, cara Julia? Avevi ragione, tutto si sarebbe sistemato. D'altronde, se vogliamo vedere l'arcobaleno, o dopo intere giornate di sole, dobbiamo, a volte, affrontare un temporale!
La farfalla volò via, lentamente, e Valentina la seguì con lo sguardo, sorridendo.
-Buon viaggio a vederci...-

   
 
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