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Autore: _Alexis J Frost_    19/06/2016    2 recensioni
«Credo che l'oro sia un colore che ti doni» aveva detto Magnus, con quel mezzo sorriso vago che lasciava trapelare dei significati nascosti. «Ed ho atteso così tanto per vedertelo indosso, mio Alexander. Sebbene il blu sia assolutamente il tuo unico colore.»
Lì per lì, era certo di non aver compreso. Per un momento aveva persino avuto il timore che nel vino avessero messo una qualsiasi sostanza in grado di far impazzire uno stregone, peggiorando l'attuale situazione di pazzo che ben lo caratterizzava. Aveva inarcato le sopracciglia, ricordava di averlo fissato in silenzio scaturendo una risata divertita, subito messa a tacere dallo stesso Magnus che lo aveva baciato con dolcezza.
Fu allora che lo stregone sussurrò, ad un soffio dalle sue labbra, incrociando i loro sguardi.
«Sei ancora deciso a volermi sposare, Alexander Lightwood?»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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He gave him twelve roses,
eleven real,
one fake
then said
«I'll love you until the last rose dies»


Vi era un gran daffare all'istituto. Dovunque ci si girasse, era possibile notare persone che correvano da una stanza all'altra estasiati ed ansiosi.
I preparativi, oramai, erano in atto già da mesi; volendo esser più precisi lo erano  da quando due ragazzi con un bimbo tra le braccia avevano sorpreso la loro famiglia con il lieto annuncio di un matrimonio da tutti sperato ed accolto con gioia.
Alexander faticava ancora ad elaborare gli accaduti di quegli ultimi mesi a partire dalla sera antecedente alla notizia ed, il ricordo di due occhi felini pronti a fargli una tanto attesa proposta, apparivano nella sua mente come un sogno ad occhi aperti da cui non voleva destarsi.
«Credo che l'oro sia un colore che ti doni» aveva detto Magnus, con quel mezzo sorriso vago che lasciava trapelare dei significati nascosti. «Ed ho atteso così tanto per vedertelo indosso, mio Alexander. Sebbene il blu sia assolutamente il tuo unico colore.»
Lì per lì, era certo di non aver compreso. Per un momento aveva persino avuto il timore che nel vino avessero messo una qualsiasi sostanza in grado di far impazzire uno stregone, peggiorando l'attuale situazione di pazzo che ben lo caratterizzava. Aveva inarcato le sopracciglia, ricordava di averlo fissato in silenzio scaturendo una risata divertita, subito messa a tacere dallo stesso Magnus che lo aveva baciato con dolcezza.
Fu allora che lo stregone sussurrò, ad un soffio dalle sue labbra, incrociando i loro sguardi.
«Sei ancora deciso a volermi sposare, Alexander Lightwood?», erano state le parole pronunciate, facendogli battere il cuore come solo Magnus riusciva a fare, martellando la cassa toracica intimorendolo sulla possibilità che potesse far esplodere il suo petto tanta la gioia e l'emozioni erano immensi.
«Certo, certo che lo voglio Magnus. Non desidero altro.»
Max si era addormentato tra le sue braccia, beato nella stretta del papà che osservava attento come gli altri stavano allestendo la sala curando i minimi particolari.
Alexander non potè che rivolgergli un sorriso dolce,curvando teneramente le labbra e cullando il piccolo così da rendergli più piacevole il sonno. Gli occhi, però, sembravano esprimere anche una nota di simpatico divertimento nel chiedersi come riuscisse a dormire in mezzo a tutto quell'andirivieni che causava un ammasso di voci confuse e vari richiami, a loro volta accompagnati da suoni di passi ed oggetti spostati e sistemati.
Solo un bambino, si disse infine, poteva permettersi un simile lusso.
I gemelli blu abbandonarono la piccola figura sono nell'istante in cui andarono alla ricerca di altro; per la precisione una figura alta, avvolta da stravaganti vesti ed una brillantezza perfettamente nota a lui. Ed eccolo lì, non molto distante da lui, con i capelli sparati in aria da quantità indefinita di gel ed un colore differente odiernamente deciso dal proprietario a cui , per quel giorno, ispirava il viola, lo stesso delle violette.
Lo vide chino a leggere una brochure, con le gambe accavallate l'una sull'altra ed una mano a sorreggere il mento. Una posizione che sembrava dargli un'aria pittoresca, inducendolo a contemplarlo prima di avvicinarglisi e poggiare la mano sulla sua spalla.
«Ecco dov'eri.» Gli disse, sporgendosi per vedere cosa Magnus stesse leggendo così attentamente. Si trattava di un catalogo di fiori e data l'aria dello stregone, Alec era certo che qualcosa non lo convincesse.
Magnus aveva subito alzato lo sguardo nell'udire l'amata voce, sospirando appena ma rivolgendo comunque un accennato sorriso ad Alexander. Gli fece cenno di sedersi accano a lui,non mancando di dargli il solito bacio a fior di labbra, seguito da un secondo, dato al piccolo dormiente a cui carezzò anche il piccolo capo.
Alexander aveva sorriso per quella scena, sebbene fosse normale per loro rivolgere a Max tutte quelle attenzioni. Tuttavia, l'idea di avere una famiglia lo rendeva assai felice, oltreché incredulo di quella stessa gioia che gli riempiva il cuore e gli riscaldava l'animo. «Tutto bene?» Chiese, non potendo ignorare lo sguardo di Magnus che aveva ripreso ad osservare il catalogo in quel modo che lasciava trapelare la sua evidente disapprovazione.
«No, non va niente bene. Questi fiori non vanno affatto bene!»
Alec si accigliò, osservando le varietà di petali blu, protagonisti indiscussi di quella brochure. Erano presenti ogni tipologia di fiore con tonalità differenti che andavano dal azzurrino al blu intenso, riempivano le pagine in modo piacevole ed impossibile era dire quale tra quei fiori fosse il più bello.
 «A me piacciono tutti, invece. Hanno belle tonalità, non saprei neanche quale scegliere. Cos'hanno che non va?»
Magnus sospirò. «Sì, sono belli ma nessuno ha la tua stessa bellissima tonalità di blu! Se tutto deve essere perfetto, i fiori devono avere il colore dei tuoi occhi.»
«Ma cosa stai...» Sbattè le palpebre, il nephilim, incredulo per la risposta ricevuta talmente assurda da risultare più che buffa. Trattenere una risata, in quel momento, era per lui stata un'impresa. «Magnus, non puoi perderti in simili sciocchezze.»
«Non sono sciocchezze. Si tratta del nostro matrimonio che, ci tengo a ricordare, sarà solo tra qualche giorno e ancora non abbiamo trovato i fiori giusti. Voglio che tutto sia curato in ogni minimo dettaglio.» Precisò lo stregone, incrociando le braccia al petto ed annuendo, convinto delle sue parole e deciso a non voler cambiare idea. Appariva quasi bambinesco con quel broncio appena accennato.
A lavar la testa all'asino si perde acqua, tempo e sapone, tuttavia, valeva la pena tentare. Perlomeno, questi furono i pensieri di Alexander quando un sospiro abbandonò le sue labbra. «Non saranno dei fiori a rendere perfetto o meno il nostro matrimonio. Lo sarebbe anche se lo facessimo in uno scantinato senza luce, purché io possa giurarti il mio amore davanti a tutti. Non intestardirti sulle piccolezze.»
 Il tono utilizzato era degno di un marito, pacato, gentile, sincero. Il tono che tanto amava Magnus e che riusciva a metterlo sotto scacco, non dandogli la possibilità di controbattere dinnanzi ad una totale sincerità, una dolcezza unica appartenente solo al suo Alexander.
«Sì, ma...»
«Nessun ma, nè se e nemmeno forse. Scegli dei fiori, non importa. Insomma, chi è che di un matrimonio si ricorda i fiori?»
Magnus scosse la testa. E stava quasi per rispondere nel momento in cui Isabelle era corsa incontro ad Alexander, ricercando il suo aiuto.
Un  bacio fu quel che ricevette lo stregone, a questo venne accompagnato una raccomandazione a cui si limitò ad annuire e quando la figura del futuro marito sparì, il catalogo era già stato messo via. Lì, poggiato su un tavolino e pronto a non esser più un oggetto di frustrazione per il sommo stregone di Brooklyn.
«Hai ragione, mio Alexander.» Aveva detto lo stregone, alzando lo sguardo verso il soffitto. «Non sono i fiori a rendere un matrimonio perfetto. A questo ci penserai tu.»



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Angolo dell'autrice.

Risalve a tutti! Finalmente e sottolineo il  FINALMENTE        sono riuscita a scrivere una fic sulla mia adorata Malec. Ho promesso alla mia senpai di scriverla già da qualche mese e dopo tanto tempo, l'ho fatto. Difatti è a lei che dedico questa fic, dato che l'idea le piaceva così tanto. Peccato che non ho idea di come si tagghi su efp. x°
Ammetto, però, di aver preso spunto da un post trovato su tumblr. Peccato che non sono riuscita a ritrovarlo, sennò lo avrei citato. Non vorrei sembrasse una mia totale idea di cui mi prendo i meriti quando non è così.
In ogni caso, spero davvero che la fic vi sia piaciuta. <3





 
  
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