Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Luna d Inverno    20/06/2016    1 recensioni
"-Promettimi solo che non morirai anche tu...- la mente del capitano volò a sua madre, Farlan e Isabel.
In risposta ricevette un sorriso smagliante
-Lo prometto-"
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi, Ackerman, Petra, Ral
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un lieve bussare alla porta del suo ufficio lo distrasse dalle scartoffie su cui era ricurvo da ore, ormai.
Con un mugugno sommesso invitò lo scocciatore ad entrare, rimanendo concentrato sulla scrivania senza alzare lo sguardo.
-Capitano, le ho portato il suo caffè- fece Petra, chinandosi per poggiargli di fronte una tazza fumante.
I suoi capelli ramati gli sfiorarono leggermente il viso, permettendogli di inspirare l'aroma di vaniglia che la ragazza emanava.
La soldatessa si rimise in posizione eretta, facendo il saluto militare attendendo di essere congedata dal suo superiore.
L'uomo prese un sorso della calda bevanda, crogiolandosi appena nel tepore che gli si irradiava nel petto e gustando il sapore amaro che tanto gli piaceva.
Lanciò un'occhiata di sottecchi alla sua subordinata, mantenendo tramite i polpastrelli la ceramica sospesa a mezz'aria, ritrovandosi a pensare che Petra fosse veramente bella: la sua figura minuta non sembrava quella di una soldatessa, se non fosse stato per le cicatrici che si potevano intravedere dal colletto e dai polsini della camicia sarebbe potuta tranquillamente parere una giovane nobile, le labbra erano leggermente rivolte all'insù nel suo solito sorriso e gli occhi color miele riuscivano a conservare un'innocenza disarmante nonostante tutte le vite che aveva visto spegnersi senza poter fare nulla e dispensavano una dolcezza enorme.
Trovò quei pozzi ambrati impegnati a seguire ogni suo minimo movimento e lasciò che l'ombra di un ghigno gli increspasse le labbra
-Fissi spesso la gente mentre beve?-
La ragazza arrossì all'inverosimile, balbettando qualche scusa sommessa che Levi non si prese nemmeno la briga di ascoltare, tornando a sorseggiare il suo caffè in tutta tranquillità, scandagliando attentamente i fogli che aveva davanti.
La stanza ripiombò nel silenzio, ed il capitano pensò di essere rimasto solo, finché il profumo di vaniglia gli inondò nuovamente le narici.
Perplesso ruotò appena il capo, trovandosi il viso di Petra pericolosamente vicino al suo, le labbra leggermente increspate e gli occhi vacanti sulla sua scrivania
-Cosa stai facendo esattamente?- la voce gli uscì con un tono meno seccato e più perplesso del previsto.
La ragazza si voltò nella sua direzione, realizzando solo in quel momento la loro vicinanza e arrossendo tentò di allontanarsi bruscamente, con il solo risultato di urtare la scrivania facendo precipitare a terra metà di ciò che vi era appoggiato sopra, e sarebbe caduta anche lei se non fosse stato per il tempestivo intervento del moro che le aveva artigliato il polso appena in tempo
-Insomma, si può sapere che diavolo ti prende oggi?!-
-I-io... M-mi scusi capitano- fece mogia la ramata, poi prendendo un bel respiro incatenò i propri occhi a quelli del suo superiore e la scintilla di determinazione nel suo sguardo confuse ancora di più Levi, che ora la guardava leggermente preoccupato -La prego non mi uccida...- mormorò
-Ma che stai dic- la sua domanda venne smorzata da due labbra tiepide poggiate delicatamente sulle sue. Rimase immobile troppo sconcertato per poter fare qualcosa e, quando Petra si allontanò da lui tenendo lo sguardo incollato al pavimento per l'imbarazzo, non riuscì ad emettere una parola.
Sospettava che la sua sottoposta potesse provare qualcosa per lui, ma, conoscendo il suo carattere timido, di certo non immaginava che si sarebbe fatta avanti in quel modo.
La ragazza si torturò le mani e, tirando fuori tutto il suo coraggio, si rituffò in quei due pozzi di argento liquido, pronta ad accogliere tutto il dispresso ed il biasimo che era sicura di ricevere, ma che, con sua grande sorpresa, non trovò.
-Sai che siamo soldati e che le relazioni non sono contemplate in questo ambiente, vero?- le chiese
Gli occhi della ramata si riempirono di lacrime agli angoli, ma annuì mestamente
-Lo so bene, capitano, potremmo morire da un giorno all'altro e rischieremmo di indebolire chi dei due è ancora in vita, però... I-io non riesco proprio ad ignorare quello che sento...-
Una lacrima solitaria le rigò la guancia candida e Levi provò l'irrefrenabile impulso di asciugargliela, carezzandole il viso
-E io non sono mai stato avvezzo a rispettare le regole...- mormorò avvicinandosi per baciarla nuovamente, incurante dello stupore presente nei suoi occhi ambrati -Promettimi solo che non morirai anche tu...- la mente del capitano volò a sua madre, Farlan e Isabel.
In risposta ricevette un sorriso smagliante
-Lo prometto-
   
 
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