"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi"
Cesare Pavese

SOFFIO DI VITA

Il terreno scorre veloce sotto i miei piedi mentre percorro gli ultimi metri che mi separano dalla scogliera.
Sento i nemici avvicinarsi, ma invece di esserne spaventata ne sono contenta. È quello che volevo.
Il fagottino rosa che stringo tra le braccia non è Kushina, come credono loro, ma una bambola.
La piccola è al sicuro e la mia missione è compiuta.
Quando giungo in cima al burrone, sono ormai circondata.
"Consegnaci la bambina!" urla uno degli uomini, certo ormai della vittoria.
In risposta gli sorrido soddisfatta, poi mi lancio nel vuoto, abbandonandomi alla forza del vento che mi avvolge come le braccia amorevoli di un amante.

§

Il volo sembra durare in eterno, mi sembra di non avere peso, poi il contatto con la schiuma bianca del mare, mi toglie il fiato già corto per la corsa folle.
Immersa nell'acqua salata cerco di resistere e non respirare, ma dopo un minuto circa non ce la faccio più e il liquido trasparente comincia a riempirmi i polmoni.
L'iniziale agitazione si tramuta in torpore, fatico a muovermi e vado a fondo.
Di fronte a me ho l'impressione di vedere gli occhi di Neji che attende il momento per portarmi via.
Sapevo che la morte avrebbe avuto i suoi occhi.
L'ultimo soffio di vita mi abbandona e finalmente le nostre mani si ricongiungono.

Note dell’Autore:

Fin da quando ho letto il titolo non mi è venuto in mente altro che questa storia, il soffio di vita è spesso assimilato al vento, allo spirito, quindi ho cercato di utilizzare questi elementi.
Da una piccola ricerca ho scoperto che l'annegamento in acqua dolce e quello in acqua salata sono differenti, ovviamente qui ho riportato i sintomi del secondo caso.
La prima drabble è di 101 parole, la seconda è di 110. Contatore utilizzato Utelio.