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Autore: Gaia_dc    20/06/2016    3 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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FATAL ERROR



Erano trascorsi diversi giorni dal loro ritorno a Washington. Ziva ancora non poteva credere che Tony le aveva confessato il suo amore, ed ancora meno che lei stessa lo avesse corrisposto!
 
D’altro canto, un pensiero aveva iniziato a martellarle in testa. Cosa avrebbe detto sua madre quando l’avrebbe scoperto? E suo padre? Cosa avrebbe pensato? Dopo la sua ultima storia d’amore, non le avrebbe più permesso di frequentare un ragazzo che lui non aveva mai conosciuto… Neanche a suo fratello andava a genio il legame che si era creato con Tony, ed ora che erano finalmente una coppia, cos’avrebbe pensato? Ma un attimo… Ari… Come stava Ari? Non aveva più chiamato… In realtà Ziva sapeva che vivo o morto non avrebbe chiamato lo stesso, ma era davvero in ansia e aveva paura di perderlo.
 
Troppi pensieri per la testa… Ai quali si aggiungeva anche Tali, la sua topina. Avrebbe voluto dirglielo e regalarle un sorriso, ma se le fosse sfuggito davanti alla madre, prima che Ziva ne parlasse sarebbe stato un grosso guaio.
 
Tony invece non aveva di questi problemi. Si era riavvicinato molto al padre, questo è certo… Ma non fino al punto di parlargli della sua vita sentimentale…
 
A scuola intanto le voci giravano velocemente, ed ovviamente anche le due vipere sarebbero venute a saperlo presto, e l’avrebbero raccontato a Ray, ancora sospeso.
 
Anche la storia tra Abby e McGee aveva fatto un po’ di scalpore… Se da un lato avevamo il ragazzo noto per le sue innumerevoli storie da una notte con la ragazza nuova, israeliana che è stata in grado di tirare fuori il vero Tony, dall’altra c’erano Abby, la studentessa più simpatica e conosciuta dell’istituto con il Nerd che tutti prendevano in giro prima che Ziva arrivasse…
 
E così, camminavano tutti e quattro per i corridoi dell’Anacostia, non curanti degli sguardi che avevano addosso, e di quello che si sarebbe potuto scatenare quando tutta la scuola l’avrebbe saputo.
 
Prima ora: Spagnolo.
 
Abby e Ziva erano sedute ai banchi e discutevano su quello che avrebbero fatto nel weekend dato che sarebbe stato il compleanno di Abby… Per la precisone, lei sarebbe diventata maggiorenne. Il diciottesimo di McGee era stata una cosa molto intima, ma d’altronde Tim non aveva mai amato le feste, e l’unica cosa che desiderava era semplicemente trascorrere una serata con i suoi amici più cari.
 
“Pensavo di festeggiare alla vecchia casa abbandonata… Però devi venire con me per aiutarmi ad addobbare… Allora ci servono rose nere, palloncini rossi… E poi il punch! Il punch… Magari lo possiamo anche mettere sui teschi e sugli scheletri che ho già comprato così sembreranno ancora più realistici!”
 
“Abby… Abby… Halloween era a Ottobre… Siamo a Marzo!”
Ziva provò a farla tornare alla realtà, nonostante anche lei trovasse quelle idee geniali… Relativamente!
 
“Quindi niente rose nere?”
 
Ziva scoppiò in una sonora risata che attirò Tony e McGee.
 
“Abby… Più che le rose nere, per me, dovresti togliere gli scheletri imbevuti di punch!”
Le fece notare McGee, mentre Tony abbracciava Ziva da dietro all’improvviso.
 
“In realtà a me non dispiacerebbe una casa della paura… Tranquilla Ziva, ti proteggerò io!”
Le sussurrò all’orecchio.
 
Ziva fece un sorriso affettuoso prima di avvicinarsi di più a lui e ricordargli che molto probabilmente sarebbe stato il contrario.
 
“Penso che sarai tu a non staccarti mai da me per la fifa!”
 
“Hai ragione… Non mi allontanerò neanche per un secondo… Ma per altri motivi!”
Disse questa volta a voce ben più altra perché anche Abby e McGee potessero sentire e prendere esempio. Era seduto sul banco e dava le spalle alla cattedra, quando il professor Franks lo riprese.
 
“DiNozzo anche io sarei attratto da questi argomenti ma per il momento tieniteli per te…”
 
 
 
Durante tutta la lezione, Tony non faceva altro che provare a distrarre Ziva, e quando il professore le fece una domanda, Tony piegò la testa sul banco parlandole a bassa voce mentre lei tentava di rispondere.
 
“Te quiero mucho…”
 
Ziva arrossì istantaneamente, ma non distolse l’attenzione e continuò il suo discorso in spagnolo.
 
“Adoro quando arrossisci, guanciotte dolci!”
Sghignazzò.
 
Ziva si schiarì la voce e riprese a parlare.
 
“Che concentrazione da Ninja… E se hai anche il sesto senso Ninja, allora saprai cosa sta per succedere: Non la smetterò finché…”
 
“DiNozzo! Il sesto senso Ninja io non lo avrò, ma so benissimo quello che sta per succedere se non la smetti di importunare Ziva! Està claro?”
Lo riprese ancora Mike con un chiaro sorriso in volto.
 
“Clarissimos capos!”
Esclamò immediatamente il ragazzo, reinventando lo spagnolo e facendo ridere l’intera classe.
 
 
 
 
Al termine della lezione, Ziva e i suoi compagni si diressero in sala mensa, ma ovviamente, all’Anacostia, c’era sempre qualcuno che aveva il desiderio di mettere tutto in subbuglio.
 
“Ciao Ziva!”
Jeanne la colse di sorpresa.
 
“Jeanne… Cosa c’è oggi? Hai voglia di chiudermi in uno sgabuzzino o…”
Provò a ribatter fredda, ma venne subito interrotta.
 
“E dai… Erano solo degli scherzi… Volevo solo parlare un po’ con te… Ad esempio come va la tua storia con Tony?”
Arrivò subito al sodo, con la chiara idea in mente di farle sorgere dei dubbi.
 
“Non credo siano affari che ti riguardano!”
Rispose lei voltandosi.
 
“Volevo solo darti dei consigli!”
La fermò ancora una volta.
“Ad esempio da quanto andate a letto insieme?”
 
“Cosa?! Noi non siamo mai andati a letto insieme… E come ti ho già detto non sono cose che ti riguardano!”
 
“Come no?!”
Si finse meravigliata, afferrandole un braccio.
“Tony vuole solo quello! Non crederai mica che a 17 anni, quasi 18, stia cercando delle relazioni serie… Vero?! Ti conviene sbrigarti a dargliela, o andrà in giro in cerca di altro!”
 
“Ma come ti viene in mente di dire cose simili?!”
 
“Andiamo Ziva… Se ancora non ti ha mollata è solo perché lui è convinto che in Israele tu abbia fatto molta esperienza, quindi si aspetta molto da te!”

Senza aggiungere una parola, Ziva strattonò il braccio, e tornò dai suoi amici.
Le parole di Jeanne non l’avevano colpita affatto. Lei era convinta che Tony l’amasse a prescindere da tutto, e questo era ciò che per lei contava di più…

O almeno così credeva, finché trascorso il weekend, la domenica dopo la festa, Abby si era precipitata a casa di Ziva, con tante notizie da darle, aveva detto, e per iniziare a pensare al ballo studentesco.
 
“Ziva! Ziva! Ziva! Non puoi immaginare cosa sia successo dopo la festa!”
Iniziò a strillare esaltata non appena mise piede dentro casa.
 
“Buongiorno anche a te, Abby”
Rise lei.
 
“Forza saliamo in camera che ti devo raccontare!”
 
Tali dormiva ancora, e la madre di Ziva era uscita per fare colazione.
 
“Avanti… Racconta”
 
“L’abbiamo fatto!”
Disse tutto d’un fiato.
 
“Fatto cosa?”
Chiese lei ingenuamente…
 
“Buongiorno Ziva… Cosa possono mai aver fatto due ragazzi ormai maggiorenni in preda agli ormoni in una casa completamente vuota, di notte, dopo una festa da sballo?”
 
“Abby… Mi stai… Mi stai dicendo che…”
Ziva era un misto di contentezza e sconcerto, uniti all’ansia data dalle parole di Jeanne che le riaffioravano nella mente.
 
“Si Ziva! Non sono più vergine!”
Esultò alla fine quasi urlando.
 
“Oh Abby sono felicissima per te!”
Rispose abbracciandola.
 
“Ciao Abby! Ciao Zee…”
Sulla porta comparve improvvisamente Tali.
 
“Ciao topina!”
La salutò Ziva con un po’ di imbarazzo, pregando che non avesse sentito i discorsi precedenti.
 
“Ciao Tali… Hai dormito bene?”
Chiese la ragazza, muovendo i suoi codini.
 
“Mhmh”
Rispose la piccola strofinandosi l’occhio, mentre Ziva le dava un bacino sul naso.
 
“Dai, vai a lavarti così poi usciamo!”
La incitò la sorella.
 
Una volta rimaste sole, Abby e Ziva tornarono al loro discorso.
 
“Allora? Com’è stato?”
 
“Fantastico è dire poco!”
Abby aveva ancora le stelline negli occhi.
“E tu invece? Con Tony?”
Aggiunse con aria complice.
 
“Ancora no…”
Tagliò corto, mentre le sue paure riaffioravano.
 
Abby la guardò cercando di capire cosa le stesse passando per la testa. Considerava Ziva la migliore amica che avesse, e come aveva sempre fatto lei da quando si erano conosciute, capiva che adesso era il momento della ragazza tutta teschi e umorismo di aiutare quella di ghiaccio all’esterno e con un cuore forse troppo tenero dentro.
 
“Tutto bene, principessa del silenzio?”
Chiese sedendosi accanto a lei sul letto, che guardava fuori dalla finestra.
“Ehi… A me puoi dire tutto, lo sai… Riguarda quello che ci hai raccontato di quel tipo orrendo che spero di non conoscere mai perché potrei finire in galera per quello che gli farei?”
Domandò ancora, riuscendo a strapparle una piccola risata.
 
“No Abby… È solo che…”
La guardò negli occhi, incerta se dirle davvero tutto quello che le stava passando per la mente.
“Niente…”
 
“Ziva… Avanti, sono la tua migliore amica… E lo so che magari preferiresti che al mio posto ci fosse Tony… Ma al momento ci sono io e ti devi accontentare… Non sarò il massimo come amica, sono strana per la gente, e magari hai anche paura che con il mio essere un pochino eccentrica, potrei lasciarmi scappare i tuoi segreti e le tue paure, ma credimi, non lo permetterei mai!”
 
“Abby… Come puoi pensare cose del genere… Sei la mia migliore amica, e se non ti dico qualcosa è solo perché… Perché… È strano per me…”
 
“Tranquilla… Questi codini accettano qualsiasi tipo di stranezza!”
Affermò facendoli oscillare.
 
“È che… Io sono vergine… E non avevo mai pensato a quando l’avrei fatto, fino a quando Jeanne non mi ha detto delle cose stamattina…”
Abbassò lo sguardo… Si sentiva in colpa ma non sapeva per cosa.
 
“Ehi… Non le devi permettere di rovinare la tua storia d’amore! Cosa ti ha detto?”
Abby provò a nascondere il suo istinto omicida nei confronti della capo-cheerleader ma diventava un’impresa sempre più difficile…
 
“Solo che… Che Tony non vuole una storia seria perché ha solo 17 anni… Vuole solo divertirsi… E beh, lei lo conosce certamente meglio di me… Specialmente in quel senso! Dice che lui non mi ha ancora lasciata solo perché pensa che in Israele io abbia avuto una certa… Esperienza…”
 
“Stai scherzando, vero Ziva?! Okay ascoltami…”
Abby si sistemò meglio sul letto, sperando vivamente di non dover arrivare al punto di andare sotto casa di quella… Quella poco di buono, e farle capire come stanno le cose.
“Prima di tutto: Tony ti ama… E a lui non importa di quello che gli offri o no… Lui ti ama e basta! E non è vero che quella lo conosce meglio di te… Specialmente se pensa queste cose!”
 
“Si Abby, ma io ho paura di farlo! Ho paura che mentre lo stiamo per fare, mi torni in mente il ricordo di Avraham, e rovino tutto…”
 
Abby non aveva considerato quest’aspetto… E non sapeva bene come rassicurarla…
 
“Ne hai parlato con Tony?”
Non ricevendo risposta, capì.
“Tony saprà aspettare fino a quando tu ti sentirai pronta!”
Poche parole, ma che riuscirono a calmare quell’animo tormentato.
“Vieni qui”
Aggiunse abbracciandola.
“Andrà tutto bene, vedrai”
 
“Grazie Abby”
Sussurrò.
 
Ed Abby la strinse ancora più forte.
 
 
 
 
Nel frattempo, McGee si era recato da Tony per comunicargli la novità, e chiedere qualche consiglio al re… O meglio… A quello che prima di conoscere Ziva, era il re del sesso.
 
“Ehi pivello che ci fai in casa mia?”
 
“Ti ho chiesto di passare da casa, e tu non sei venuto… Quindi sono venuto io! Devo dirti una cosa…”
 
“Dev’essere davvero importante allora”
Commentò mentre ancora in pigiama, preparava due tazze di caffè.
“Fammi indovinare, tu ed Abby avete fatto cose sconce…”
Scherzò, non immaginando minimamente di aver centrato l’argomento.
 
“Fare l’amore non è una cosa sconcia!”
Ribatté lui con un sorriso malizioso, mentre pregustava la reazione che Tony avrebbe avuto una frazione di secondo dopo.
 
Si voltò di scatto, con lo sguardo perso, la bocca semi-aperta, la tazza che teneva in mano cadde per terra, rompendosi e rovesciando il caffè. Ma ci volle più del rumore della ceramica rotta a riportare Tony alla realtà.
 
“Tony sei ancora qui?”
Domandò Tim, per metà ridendo, e per metà preoccupandosi per l’amico, e sventolandogli la mano davanti mentre lo raggiungeva davanti alla macchinetta del caffè.
 
“Pivello… Ti pare questo il modo più adatto per dirmelo?!”
Disse una volta ripresosi.
 
Poi improvvisamente, un enorme sorriso si dipinse sul suo viso, illuminando quegli occhi verdi.
 
“Bravo fratello!”
Urlò, abbracciandolo forte, senza pensare di averlo chiamato proprio fratello.
 
Perché in fondo loro erano davvero dei fratelli. Ed era assurdo come fossero passati da perfetti estranei ad avere un legame simile in pochi mesi… Ma entrambi sapevano che tutto ciò era dovuto all’arrivo di una piccola ragazzina dal carattere forte, un mare di segreti, ed un cuore enorme che nascondeva dietro le sue mosse da ninja, un coltello nella borsetta, e pistole puntate contro di loro dalla sorellina.
 
“Forza, mi devi raccontare tutto!”
Annunciò.
 
“Eravate andati via tutti, ed io stavo aiutando Abby a mettere ordine… Poi a un certo punto l’ho presa da dietro e le ho dato un bacio… E da lì non ci siamo più fermati… L’ho portata in camera da letto e…”
 
“Frena, frena, frena! Le hai chiesto il consenso prima di farlo?”
Lo bloccò immediatamente.
 
“Certo! Tony sarà stata la mia prima volta, ma non sono mica un imbecille!”
 
“E va bene, va bene, scusa…”
Rise Tony tornando ad ascoltarlo, mentre prendeva un’altra tazza, si versò il caffè, e tornò a sedersi al tavolo.
 
“Dicevo… Prima ho iniziato a baciarle il collo, e man mano l’ho spogliata… E non riuscivo più a fermarmi… E pochi minuti dopo sono entrato in lei…”
Riprese a raccontare ancora sognante… Poi vedendo il viso dell’amico rabbuiarsi, si chiese cosa potesse averlo rattristato.
“Tutto bene Tony? Hai paura che Ziva possa non volerti…?”
 
“No… Voglio dire chi non mi vorrebbe… Ma non so cosa fare con lei… Ho paura di spaventarla, e di sembrarle la versione americana di quel tipo… Come si chiamava? Avraham credo… Poi non so nemmeno se lei l’abbia mai fatto. Jeanne dice di si, ma…”
 
“Scusami?!”
Lo interruppe immediatamente McGee.
“Da quando dai ascolto a Jeanne Benoit?!”
 
“Non le do ascolto… Solo che un giorno l’ho incontrata ad un bar mentre tornavo da casa di Ziva, e lei ha iniziato a fare domande… E ha detto che secondo lei ha avuto esperienza in passato…”
 
“E perché tu vai a chiedere consiglio a lei?”
McGee iniziava ad alterarsi. Ziva era importante per lui.
 
“Non le ho chiesto consiglio! Mi ha solo parlato, poi io me ne sono andato!”
 
“Meglio per te che sia così!”
Lo avvisò.
 
“McGee ma per chi mi hai preso?! Davvero credi che io possa fare qualcosa che potrebbe anche lontanamente offendere Ziva?!”
Iniziò ad alterarsi anche lui.
 
“No… Ma non voglio che accadano stupidi inconvenienti dovuti all’alcool o a piccole incomprensioni!”
 
“Stavo solo cercando un punto di vista femminile su come mi dovrei comportare con lei! Ho paura di sbagliare, perché non ho mai avuto relazioni serie, sebbene fosse da sempre tutto quello che cercavo! Ma a quanto pare nessuna desiderava la stessa cosa, ed ora che invece so di amare profondamente Ziva, e che lei ama me, non voglio fare errori! Non posso perderla perché sono andato troppo veloce con lei da spaventarla, o troppo lento da renderla insicura su quello che provo per lei!”
Disse tutto d’un fiato, senza mai smettere di alzare la voce.
 
Le sue parole colpirono McGee, che notando il grande legame che univa Tony e Ziva non poté fare a meno di sorridere… Ed anche qualcun altro ebbe la stessa reazione. Infatti, nella stanza da letto matrimoniale, al piano di sopra, Senior era stato svegliato dalle urla del figlio. In un primo momento ebbe l’impulso di correre giù, poi però appena si accorse di quello che stava dicendo, preferì restare sopra, e lasciare che suo figlio si aprisse con McGee.
 
“Tony… E sei andato a chiedere aiuto proprio alla stessa persona che ha messo a rischio la vita di Ziva? Seriamente?!”
Disse in tono apprensivo.
“Non le dare ascolto… E te lo dico io… Ziva non l’ha mai fatto!”
 
“E tu come lo sai?”
 
“Mi fido del tuo istinto…”
Rispose facendolo sorridere.
 
“Beh, il mio istinto mi dice che però tu hai ancora una voglia matta di raccontarmi quello che è successo stanotte!”
 
“Eh già… Ma i particolari scordateli! Voglio solo dei consigli… Perché so che tu vuoi bene a Abby e non mi diresti cavolate!”
Sottolineò.
 
“Beh, se vuoi i consigli McGee, in cambio voglio i particolari più piccanti!”
Rise sfregandosi le mani.
“Ad esempio… Te l’ha messo lei?”
Ammiccò.
 
“Messo cosa?”


“Il preservativo Pivello! Te l’ha messo lei?”
Continuò a guardarlo con aria maliziosa, quando tutto d’un tratto…
 
“Cazzo!”
 
“Pivello che cos’è questo linguaggio così scurrile proprio da te che sei il perfet…”
 
“Cazzo, Tony!”
Continuò alzando la testa per guardare l’amico negli occhi, cercando aiuto.
 
“Pivello mi vuoi dire che succede?”
 
“Tony… Oh merda!”
Si mise le mani tra i capelli.
 
“Okay McGee… Di’ un’altra parola del genere e ti mando in psichiatria… Chi sei tu? Il mio pivello non parla cos…”
Iniziò a preoccuparsi, poi però si bloccò di colpo.
“Oh no… Pivello non mi vorrai dire che…”
Sbiancò di colpo anche lui.
 
“Tony ti prego aiutami!”
 
“Pivello… Poi dici che non sei un imbecille!! Ma non dovresti chiedere aiuto a me… Dovresti parlarne con Abby… Esistono delle soluzioni…”
 
“Con Abby?! Mi ucciderà!”
 
“Andiamo a tutti può capitare che non ci sia l’alzabandiera… O che non ti sia piaciuto…”
 
“Tony ma io non parlo di quello!”
Tornò a mettersi le mani tra i capelli.
 
“E di cosa allor… Aspetta… Tim… Ti sei ricordato il preservativo?!”
 
 
 
 
“Cosa?!”
Ziva era fuori di sé.
“E a te non è venuto in mente?!”
 
“Non ci ho pensato fino a un secondo fa! Ziva non so cosa fare!”
Rispose Abby implorante con gli occhi lucidi.
 
“Okay…”
Ziva fece un respiro profondo, e cercò di mettere in ordine tutti i pensieri che le affollavano la testa.
“Vieni con me…”
Esordì prendendola per mano e portandola in bagno.
 
Aprì lo sportello di uno scaffale e prese una scatola lunga e sottile.
 
“Ziva perché hai test di gravidanza in casa?!”
 
“Mia madre…”
Fece cadere subito l’argomento.
 
Era una situazione complicata. Stava cercando di andare un po’ più d’accordo con lei, ma non tutto le risultava proprio facile.
 
Pochi minuti dopo, Abby e Ziva stavano aspettando con ansia il risultato del test. Se c’era una cosa che Ziva aveva imparato grazie a suo fratello, era che ogni dubbio andava trasformato in certezza al più presto possibile.
 
 








NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti. E rieccomi qui (Dopo tanto... Tanto tempo) con un nuovo capitolo dedicato ai McAbby. 
Dunque, spero che abbiate messo da parte l'odio nei miei confronti per il ritardo, e vi siate goduti il capitolo... XD Un po' surreale, ma devo dire che nonostante tutto, e nonostante sia anche un po' più breve del solito, può andare. 
Ma entriamo nel dettaglio: I McAbby hanno consumato, e la paura di una situazione spiacevole si fa sempre più viva. Nel frattempo, Ziva rivela ad Abby la sua paura, e la stessa cosa fa Tony... Una cosa è certa, devono parlarsi prima che sia troppo tardi... Ma avrà mai Tony il coraggio di dire a Ziva che aveva pensato di chiedere aiuto proprio a Jeanne benoit? E Ziva gli rivelerà mai che anche lei, per un momento, si era fatta condizionare dalle sue parole? E soprattutto... Cosa succederà poi con Rivka? Cosa ne pensera Eli? Ed Ari? È ancora vivo?
Troppe domande... Vi aspetto al prossimo capitolo, e vi prometto che risponderò a tutto!

Scusate ancora per i ritardi, ma temo che in questo periodo sarà un po' così...

Baci.
Gaia <3

 
   
 
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