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Autore: Vulpix    20/06/2016    5 recensioni
*Dalla 6x25*
"-Tu vuoi farmi diventare matta, non è così?-
- Devo esserci già riuscito, dato che avremo tre figli-"
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Qualche annetto dopo, tante avventure, molti ricordi e la stessa profezia di un viaggiatore nel tempo...
si sarà avverata?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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"-Tu vuoi farmi diventare matta, non è così?-
- Devo esserci già riuscito, dato che avremo tre figli-"
                                              [6x05]


Era una giornata afosa e lei se ne stava chiusa in casa. Non che ora come ora le dispiaceva, certo sempre meglio di stare seduta su una sedia facendo fatica a respirare a causa della mongolfiera che si ritrovava al posto della sua bella pancia piatta.
Non l'avrebbe mai ammesso con nessuno, nemmeno con suo marito ma già dalla prima gravidanza aveva sviluppato una sorta di adorazione per quella rotondità che proteggeva la cosa più preziosa al mondo.
Era talmente felice che aveva accettato di buon grado di ritirarsi a casa, lasciando le altre mura che le erano così familiari, e starsene tranquilla per quegli ultimi tre mesi.
Certo, lei aveva una sua particolare visione di "tranquilla" che era ben lontana da quella dei dottori e di suo marito.
Fosse stato per loro, avrebbe dovuto starsene buona, sprofondata tra il divano e il letto, per non parlare delle idee di suo marito che le avrebbe evitato anche la "fatica" di masticare e forse ci sarebbe riuscito se non l'avesse minacciato ti prenderlo a morsi.
Lei era pur sempre il Capitano Beckett è ancora scorreva in lei il sangue da detective che non le avrebbe mai permesso di starsene a riposo. Era contro la sua religione!
Infatti aveva acconsentito di restare a casa ma era consapevole che non avrebbe fatto la donnina fragile. Aveva, infatti, subito deciso che si sarebbe occupata della casa, rilassata con dei buoni libri (di uno scrittore a caso) e  avrebbe trascorso del tempo con la loro bambina prima che arrivasse la data del lieto evento. Avrebbe cercato di coinvolgerla il più possibile e di approfittarne del tempo trascorso insieme per ricrearsi quei momenti solo loro che non aveva più da un po' e che presto sarebbero stati contornati anche da piccole pesti urlanti.
Già, era così che continuava a chiamare i suoi bambini, prendendo in giro Castle che da sei mesi non faceva altro che gongolare perché la sua splendida famiglia si sarebbe allargata ancora di più.

Si sedette sul divano, suo fedele compagno, e prese ad accarezzare la sua pancia con la solita ritmata cadenza che ormai anche i suoi piccoli riconoscevano.
Quel gesto non solo calmava i bambini ma le permetteva di vagare con la mente.
Anche quella volta, i suoi pensieri avevano iniziato a girarle e si era ritrovata a ripensare agli anni precedenti.
Nella sua mente stava rivivendo il loro primo incontro, il suo essere indisponente che gli avrebbe piantato una pallottola in testa molto volentieri se il pensare all'azione criminale non l'avesse ricordato di essere un poliziotto.
Ripercorse quei magnifici e tormentati otto anni in cui passo dopo passo da conoscenti avevano iniziato a collaborare e poi erano diventati partner. Quella collaborazione era diventata forte e intima e loro si erano ritrovati ad essere amici, finché qualcosa non aveva valicato le loro barriere (più le sue in realtà) e quel sentimento si era trasformato in amore. Tra le mille prove da affrontare e i vari pericoli erano diventati prima fidanzati e poi finalmente avevano coronato il sogno di diventare marito e moglie.
Come ogni cosa che li riguarda, anche diventare genitori non aveva avuto via semplice.
Dopo aver rischiato la vita per l'ennesima volta, insieme tenendosi la mano e confessandosi con gli occhi il loro amore mentre credevano di essere arrivati al capolinea, erano riusciti a salvarsi per miracolo e oltre ad averla scampata avevano scoperto che di miracoli in atto ce ne erano ben due: erano vivi e dentro di lei anche la piccola vita di cui non sapeva l'esistenza era sopravvissuta.
Ovviamente anche la gravidanza non era stata una passeggiata, non che di solito lo sia, ma la sua era stata quasi un vero tormento. Però la gioia che portava ad entrambi era stata più grande di qualunque sacrificio. L'unica cosa che le era dispiaciuta era stata che durante i 7 mesi avevano vissuto in uno stato totale di ansia oltre al fatto che non le avevano permesso di mettere piede fuori dall'ospedale e con il costante pericolo che la piccola potesse non sopravvivere.
I loro familiari e amici più cari erano stati di estremo aiuto e onnipresenti.
Castle le aveva dato una forza enorme, che non credeva di poter avere e anche la gioia che vedeva nei suoi occhi le aveva riempito il cuore.
Nonostante fosse in ospedale, erano riusciti a far partecipare Alexis a gran parte dei momenti importanti e la cosa che più di tutte le aveva fatto amare Rick era che voleva le sue tre donne vicino e riusciva anche in quella situazione "sterile" a creare il calore del focolare.
Aveva amato il suo essere padre fin dal primo momento in cui l'aveva visto anni addietro con Alexis ma sperimentarlo con la loro bambina (anche quando era ancora nella sua pancia) l'aveva commossa oltre ogni dire.
Era anche arrivata a stupirsi di se stessa e del suo essere materna quando invece credeva di non poterne essere capace.
Aveva subito provato un legame fortissimo e un senso di attaccamento a quel bambino anche prima di averne mai visto anche solo l’ombra sulle immagini delle ecografie.
Ricordava ancora la sensazione del tutto naturale quando aveva poggiato le mani sulla sua pancia la prima volta e anche quando aveva permesso a suo marito di farlo.
Era stata una cosa istintiva e strana allo stesso tempo, era stato un gesto quasi meccanico e un permesso cosi naturale ma non avrebbe mai creduto che un giorno sarebbe stata lei ad acconsentire con voglia, o che desiderasse di sentire il suo tocco in quelle circostanze.
Non era quel genere di persona e ogni volta che lo vedeva accadere su terzi aveva sempre pensato che fosse imbarazzante e credeva che su di se stessa sarebbe stata  ancora più strana e anche che avrebbe potuto indispettirla.
Quando poi ci si era trovata, aveva capito che non ci poteva essere sensazione più bella.
Poi aveva ripensato alla gioia che aveva provato nel vedere gli occhi lucidi di Alexis mentre timidamente poggiava la mano sul suo ventre e si accorgeva che in quel momento la sua sorellina le aveva dato un caloroso saluto, beh essendo un calcio ben assestato forse non troppo caloroso, almeno per lei!
Finalmente era arrivato l’atteso momento del parto, anche se era avvenuto con un po' di anticipo rispetto al previsto e per evitare complicazioni le avevano fatto il cesareo, era stato comunque emozionante assistere alla nascita della sua bambina!
Nessuna anestesia le avrebbe potuto impedire di vedere il primo minuto di vita si sua figlia.
Castle era lì con lei, in maniera del tutto eccezionale ma nessuno era riuscito a tenerlo fuori e lei aveva voluto con tutte le sue forze che vedesse nascere sua figlia anche se credeva che potesse svenire da un momento all'altro, cosa che non era accaduta per fortuna.
Quando finalmente le avevano messo per qualche minuto la sua piccola tra le braccia non aveva potuto trattenere le lacrime di gioia. Era stata una sensazione talmente forte da non saperla nemmeno descrivere, ma quando si era voltata verso di Castle nei suoi occhi aveva letto le sue stesse emozioni. Il bacio che ne era susseguito era stato inevitabile e quando si erano staccati la loro piccola li guardava con un'espressione sorridente così come tutto il resto della equipe che era rimasta incantata ad ammirare il loro amore.
Erano passati poi altri giorni in cui lei era stata finalmente dimesse mentre la piccola Lily era dovuta rimanere in ospedale.
Fortunatamente un paio di settimane dopo erano tutti a casa a festeggiare in compagnia di amici e parenti il primo giorno della famiglia Castle riunita!
A quel primo giorno ne erano susseguiti tanti altri tra poppate e pannolini, colichette e notti insonni, finché Lily era diventata più regolare e loro avevano ripreso i loro ritmi di vita.
Lei era rimasta a casa fino ai tre mesi e poi quando era tornata al 12th, la sua piccola era stata affidata alle cure amorevoli dei nonni e della sorella che facevano a staffetta per stare con lei.
Castle si era diviso tra fare il papà, lo scrittore e l'investigatore oltre a collaborare con lei ma a fine pomeriggio entrambi mollavano i loro impegni per tornare a casa.
Dopo aver fatto il bagnetto e dato da mangiare alla piccola si mettevano sul divano a coccolarla finché non arrivava l'ora di cena e, con l'ovetto tra loro due, si sedevano a mangiare scambiandosi sguardi e raccontandosi la loro giornata mentre guardavano il frutto del loro amore che beatamente dormiva.
Dopo cena c'era l'abitudine di sedersi sul divano con un bicchiere di vino (che Kate aveva ripreso dopo la fine dell'allattamento) e farsi le coccole. Loro due e anche alla piccola.
Fu proprio una sera di tre anni dopo, mentre erano su quel divano guardando Lily sonnecchiare tra le braccia di suo marito che la detective lo stupì.
- Castle - richiamò la sua attenzione.
- Si? - rispose lo scrittore alzando gli occhi dalla figlia per puntarli in quelli risoluti della moglie.
- Facciamo un altro figlio?- chiese con estrema naturalezza.
Quando vide gli occhi increduli di suo marito continuò:
- Ormai Lily è abbastanza grande e vorrei che avesse almeno un fratello o sorella!-
- Abbiamo da poco ripreso il nostro ritmo con gli orari abituali, vuoi già tornare a non dormire la notte?-
- Per quello ci vorrà ancora tempo, dovremmo prima farlo – gli disse con sguardo malizioso - poi ci sarà la gravidanza...-
- Tesoro se vuoi NON dormire la notte, ti posso proporre un modo più piacevole per non farlo- disse ammiccante.
- Amore - rispose con lo stesso tono - una cosa non esclude l'altra!-
A questo punto gli occhi di suo marito erano già usciti fuori dalle orbite.
- Chi sei tu? Dove è finita mia moglie?- chiese Castle.
Scoppiarono a ridere ma ben presto iniziarono a soffocare l'ilarità per non svegliare la piccola.
- Dico sul serio Castle. Lily è arrivata all'improvviso in un modo che non mi sarei mai aspettata e non abbiamo vissuto tutto quello che l'attesa di un figlio può significare.-
- Kate...-
- Non fraintendermi Rick, non me l'aspettavo, non era programmata ma è stata ugualmente voluta e desiderata. Ora vorrei poter trepidare davanti ad un test, provare la gioia di dirti di aspettare un figlio da te, godermi la prima ecografia e il battito di un cuoricino, sentirlo crescere anche se significa vedere la mia pancia lievitare...
Vorrei che Lily non fosse l'unica ma la prima!-
Quando i loro sguardi si incrociarono, capì che non aveva bisogno di dire altro o aspettare che lui formulasse una risposta perché sapeva che era quello che anche lui desiderava.
- Dovremmo impegnarci a fondo!- furono le uniche parole di Castle.
- Questo significa che anche tu vuoi un altro figlio?-
- Certo che sì! Il secondo di una lunga serie!- esclamò entusiasta.
- Vedi di fartelo bastare Castle!! E comunque cerchiamo di fare un maschietto!- disse risoluta.
- Credevo che questa frase spettasse a me... Sono in minoranza con voi!- si lamentò Rick.
- Forse si... – ammise - Ma dici sempre che Lily è la mia fotocopia, anche se secondo me lo è solo fisicamente perché ha molto del tuo carattere, per fortuna...- si sorrisero - adesso sono io a volere in giro per casa la fotocopia di un altro te!-
- Sai che questa  la riuserò contro di te tutte le volte che dirai di non sopportarmi più?-
Quella sera, dopo aver riso del loro divertente scambio di opinione, avevano messo fine alla discussione con un bacio che aveva stordito entrambi.
I due mesi successivi erano stati intensi ma ben presto era arrivata la data in cui aveva finalmente capito di avere un ritardo e un passo alla volta, tutto quello che in quella sera aveva desiderato, finalmente si era avverato.
Beh la realtà aveva superato di gran lunga la loro immaginazione.
Avevano fatto il test insieme, non aveva voluto tenere all’oscuro suo marito perché anche se non ci credeva alla voce che dice “una donna certe cose le sente”, qualcosa in lei le diceva che non avrebbe visto crollare i loro sogni. Nonostante ciò, prima di scoprire il risultato, si era rifugiata in bagno, approfittando di un momento di distrazione di Rick e aveva visto da sola il responso.
Da quella sera sul divano aveva deciso che avrebbe comunicato lei a Rick di diventare padre di nuovo e così era stato. Era uscita dal bagno sfoderando la sua faccia di poker e si era seduta accanto a lui in perfetto silenzio.
Castle le aveva preso la mano e aveva iniziato un discorso che doveva essere consolatore ma lei, si era liberata dalla sua stretta e portando entrambe le mai al viso di suo marito, aveva girato completamente il suo volto e incatenando gli occhi ai suoi, in un sussurro gli aveva detto:
- Sarai papà per la terza volta! Sono Incinta!-
Nei successivi secondi, appena Castle aveva recepito la notizia, si era ritrovata avvinghiata a lui mentre la faceva volteggiare in giro per la stanza, girando su se stesso e suggellando quella notizia con il più bel bacio che si erano mai scambiati.
La sua mente poi, l’aveva catapultata ad un altro momento di gioia misto a ilarità.
La prima ecografia della sua seconda gravidanza.
Era stato un momento particolarmente teso, entrambi si preoccupavano che tutto fosse tranquillo, almeno questa volta ma in cuor suo aveva anche l’aspettativa di potergli dare un maschio finalmente.
Di tutto quello che accadde, il ricordo indelebile di un’immagine la fece sorridere…
Era stesa sul lettino, mentre Rick le teneva la mano e le accarezzava la testa e il dottore era intento a muovere la sonda sul suo addome.
- Congratulazioni Signori Castle, qui è tutto regolare, una splendida gravidanza gemellare.-
Il suo cervello si era fermato ad assimilare la notizia che stesse andando tutto bene ma il suo cuore iniziò a correre quando sentì “gemellare”.
Nel momento esatto in cui ebbe registrato e processato la notizia, si voltò verso suo marito che aveva ancora la mano immobile nella sua ma l’altra era chiusa a pugno e stretta davanti alla bocca. Il suo sguardo era quello di un bambino davanti al più grosso e peno albero di natale, impaziente di scartare i regali.
A quella visione era scoppiata a ridere di gioia e non era riuscita a trattenere le lacrime. Rick invece si era finalmente deciso a rilasciare un’emozione (senza temere più la sua) e con le lacrime ai suoi occhi si era chinato verso di lei asciugandole le guance con i suoi baci per poi coprire la sua bocca.
Inutile dire che dopo i primi momenti di shock erano esultanti alla notizia e distinguendosi nel loro rapporto unico, avevano preso a scherzarci su, battibeccando dinanzi alla faccia sconcertata del ginecologo.
“Wow due gemelli!” “Castle mi sa che ci siamo impegnati un po’ troppo” e altre frasi del genere erano servite per alleggerire la tensione del momento.
Una volta arrivati a casa, la notizia le era piombata addosso con tutto il suo peso ma le parole rassicuranti e speranzose di suo marito l’avevano calmata emesso in se la fiducia che avrebbero potuto superare tutto.
Così era stato!
Ricordò come la gravidanza era andata proprio secondo quanto le aveva sussurrato quella sera suo marito, come insieme avevano affrontato i cambiamenti della casa per accogliere due culle e tutto quello che era necessario per i loro piccoli.
Poi un sorriso le venne spontaneo al ricordo della scoperta di aspettare due giovanotti, come li aveva sempre chiamati Martha.
Rick era stato al settimo cielo e lei finalmente aveva tirato un sospiro di sollievo, era riuscita a realizzare il desiderio di Rick, anche se lui non l’avrebbe mai ammesso.
Da quando avevano saputo che aspettava due maschietti, così come era successo per Lily, quando era sera, si mettevano abbracciati sul divano, con lei tra le sue gambe e poggiata alla schiena del marito, e tra coccole e carezze al pancione, tentavano di decidere i nomi.
Ricordava ancora la prima sera, quando lui aveva tirato fuori il nome di Cosmo e da li era nata una discussine infinita, nella quale erano ancora abbastanza impelagati.
 
 
- Mammina-
La vocina della piccola Lily la distolse dai suoi pensieri.
- Hey tesoro, sei già a casa?-
- Kate, sono le 13 - disse Alexis lasciando lo zainetto della scuola sul divano ed avvicinandosi a darle un bacio.
- Di già?- chiese capendo di essersi persa per parecchio tempo nei suoi ricordi.
- Posso salire?- chiese la piccola.
- Ma certo tesoro.-
Si chinò in avanti e la prese tra le braccia. Lily lasciandosi aiutare dalla sorella maggiore, si posizionò di fianco alla mamma.
- Come stanno i fratellini?-
- Bene - rispose e alzando la maglia - ti va di salutarli?-
La piccola non se lo fece ripetere due volte e poggiando la manina sul pancione, dopo aver dato un bacio, vi avvicinò l'orecchio come aveva visto fare tante volte al suo papà.
- Ciiiaaooo fratellini. Muovetevi ad arrivare io non ce la faccio più ad aspettare!-
Disse con tono solenne che fece scoppiare a ridere le altre due.
Kate alzò la mano fino a sfiorare quella di Alexis e le disse:
- Tu non vuoi salutare i tuoi fratellini?-
- Posso?- chiese sorpresa la ragazza.
Beckett si sistemò un po' meglio sul divano, voltandosi verso di lei.
- Perché non potresti? L'hai già fatto altre volte- le chiese.
- Si...- disse abbassando lo sguardo un po' imbarazzata.
- Ma?- chiese la donna alzando un sopracciglio.
- Ma c'era sempre papà- rispose trovando coraggio - era lui a farmi sentire i calci di Lily o i loro balletti.-
- Al... Loro sono i tuoi fratelli, tutti e tre...
Mi rendo conto che forse avrei dovuto dirtelo prima ma con Lily è stato tutto così particolare e sai… - disse abbassando lo sguardo, distogliendolo dagli occhi della ragazza- io non sono il tipo da grandi discorsi ma credevo di averti fatto capire che anche se io e tuo padre abbiamo creato una nuova famiglia, tu non hai smesso di farne parte... Non solo perché hai lo stesso cognome o perché sei sua figlia come loro tre ma perché  sei parte integrante e un pezzo importante della Mia famiglia!
Non sono tua madre, lo so, e non ho il diritto di pensarlo ma vorrei essere per te quello che ci possa essere di più vicino e anche ora che sei una donna sappi che puoi sempre contare su di me, sui miei consigli se li vorrai o sui segreti che vorrai confidarmi!-
- Kate- furono le uniche parole che tra le lacrime la rossa riuscì a dire, prima di abbassarsi e fari avvolgere tra le braccia della donna.

Fu così che le trovò lo scrittore, quando qualche secondo dopo apri la porta di casa.
Ad essere sinceri era sull'uscio da qualcosa in più di qualche secondo ed era riuscito a sentire, trattenendo il fiato, il discorso tra la prima delle sue figlie e sua moglie.
Fece palesare la sua presenza con un:
- Famiglia sono tornato!-
A quell'affermazione vide la piccola Lily catapultarsi giù dal divano e corrergli incontro.
Mentre si chinava per prendere la piccola tra le braccia, fece in tempo a vedere lo sguardo che si scambiarono le due donne.
Lo interpretò come una via di mezzo tra "siamo una famiglia" e "questa cosa rimarrà tra di noi".
Gli venne da sorridere, le sue due donne avevano entrambe due caratteri forti e farsi vedere da lui in quell'atteggiamento 'strappalacrime' era una cosa inimmaginabile.
Dopo aver sollevato è fatto roteare in aria la piccola, la prese in braccio e si avvicinò alle altre due sue donne facendo finta di non aver notato nulla, anche se il suo cuore stava quasi per scoppiare di gioia.

- Come è andata oggi la giornata?- chiese ad Alexis dopo averle dato un bacio.
Mentre ascoltava sua figlia che faceva il resoconto della sua mattinata e poi di cosa aveva fatto con Lily, si era avvicinato a sua moglie e le stava sfiorando il viso con una mano.
- Come stai?- le chiese appena sua figlia aveva finito il resoconto.
- Bene. Oggi i ragazzi sono stati tranquilli.-
Si chinò per baciare finalmente sua moglie e poi poggiò una mano sul pancione.
I due monelli dovettero aver riconosciuto la mano del loro papà perché si apprestarono a fare un paio di passi di Karate per salutarlo.
- Ahi- disse Kate presa alla sprovvista, iniziando a massaggiarsi la pancia.
- Mammina ti hanno fatto male?- chiese la piccola salendo di nuovo sul divano e abbracciando forte la sua mamma.
- No tesoro, i fratellini hanno solo salutato papà- disse la donna.
- Fate piano fratellini, questa è la mia mamma!- disse la piccola rivolgendosi al pancione.
I tre adulti si guardarono cercando di trattenersi dal ridere per non toccare la suscettibilità della bambina.
Kate però con il sorriso tra le labbra strinse a se forte la piccola riempiendola di baci.

Qualche ora dopo si ritrovarono di nuovo sul divano, finalmente soli.
Avevano cenato e ora la piccola era andata a nanna accompagnata dalla sorella che le stava raccontando la favola della buonanotte.
- Grazie - disse Rick.
- Prego. - rispose sorpresa la donna - per cosa?- chiese subito dopo.
- Per quello che hai detto ad Alexis.-
- Castle! Non si spiano le conversazioni private!-
- Non vi ho spiate, sono solo entrato mentre stavate parlando!-
- ah no eh?-
- Ok ho sentito che parlavate e ho capito che il momento era sentimentale, così sono rimasto un pochino dietro la porta...- ammise.
- Forse sono io che devo ringraziare te,- disse la donna - per non aver detto nulla davanti ad Alexis.-
- Conosco mia figlia e anche te... Non era il caso commentare!-
- Allora perché stai tirando fuori ora il discorso?- gli chiese.
- Perché le tue parole mi hanno colpito. Credevo anche io di aver fatto capire ad Alexis che lei non sarebbe stata esclusa ma a quanto pare si sente ancora al di fuori. Almeno prima di parlare con te!
L'ho notato sai, il suo cambiamento questa sera a cena... Era finalmente a casa e non ha perso un attimo prima di schierarsi con te nei nostri battibecchi scherzosi.- concluse fingendo delusione.
Kate scoppiò a ridere e come se volesse fargli passare il broncio, gli accarezzò la guancia e poggiò un bacio leggero sulle sue labbra.
- Sei un padre fantastico, non dubitarne. Alexis sapeva che siamo una grande famiglia ma è molto insicura e voleva solo qualcuno che glielo dicesse!-
Lui le sorrise.
- Tutta colpa di Meredith- sospirò - e io non sono riuscito a farle capire che questa non è una nuova famiglia ma la nostra famiglia!-
- Rick, Alexis lo ha capito benissimo! Se hai sentito tutto il discorso, lei ha detto chequando ha accarezzato la mia pancia e tutto il resto delle cose che ha fatto, era sempre perché tu eri la...
Credo che avesse solo bisogno di essere rassicurata sul fatto che per me lei non è solo la figlia di mio marito e sorella dei miei figli ma molto di più!-
- Cosa ho fatto di buono io per meritarti?- le chiese avvicinando la sua fronte a quella della moglie, cercando di stringerla in un abbraccio per quanto la pancia permettesse.
- Sinceramente Castle?- rispose lei, quando Rick annuì, proseguì -non hai fatto proprio niente! Mica è merito tuo se stiamo  insieme.-
Castle aveva sgranato gli occhi ed era rimasto a bocca aperta.
- Era destino, no?-
Ridendo sotto i baffi all'espressione del marito, continuò:
- Non eri tu a sostenere che secondo quanto diceva l'uomo del futuro eravamo destinati a stare insieme? Quindi, caro il mio maritino, tu non c'entri niente, non hai nessun merito!-
- Stai bene Kate?-
- Si certo, mai stata meglio, perché?- chiese con fare angelico.
- Tu che dici nella stessa frase “destino” e che credi alle parole del viaggiatore nel tempo... Sei proprio sicura di stare bene?-
Kate non resistette oltre, suo marito aveva una faccia talmente incredula e anche un’espressione un pochino offesa perché credeva veramente che lei pensasse che tutto ciò che aveva fatto per farla innamorare di lui, non era nulla, ma che era solo opera del *destino*.
Scoppiò a ridere di gusto, mentre Rick mise su il broncio capendo che lei lo aveva imbrogliato e lui ci era caduto con tutte le scarpe!
- Ti amo Rick, e non siamo qui solo perché un qualche presunto, ci tengo a precisare, uomo proveniente dal futuro ha detto che sarei diventata senatrice e avremmo avuto tre figli, o per opera di qualcosa superiore che tu chiami destino!-
- Però aveva ragione! Ti hanno proposto di nuovo di diventare senatrice e tu, mia cara mogliettina, hai accettato anche se rinviando al dopo maternità.
Se sono ancora capace di contare, fra un paio di mesi darai alla luce i nostri gemelli è così avremo TRE piccoli Caskett in giro per casa...-
- Stai cercando di dirmi che quell'uomo ci ha preso con la sua folle "profezia"?- disse mimando le virgolette con le mani.
- Si esatto!-
Kate rise ancora.
- Senti Castle, ascoltami bene perché potrebbe essere la tua unica occasione di sentirmi dire queste cose- disse seriamente anche se entrambi sapevano che era solo una copertura - e se me lo rinfaccerai, userò l'attenuante degli ormoni.-
Castle annuì e si sistemò nella classica posizione di ascolto.
- Prima di incontrare te la mia vita era vuota, ero chiusa da anni in un dolore che non ero mai riuscita a superare ma nemmeno ad accettare e farlo mio. Mi ero barricata dentro una fortezza con le mura più alte di quelle della muraglia cinese- sorrise facendo ridere anche lui.
- Ero fermamente convinta che in quel modo avrei avuto una barriera che mi tenesse distante dalle cose della vita e che mi impedisse di soffrire. Non mi accorgevo però che mi impediva di vivere.
Da quel giorno esisteva un’unica emozione che mi consentiva di spostare qualche mattone per far entrare un po’ di luce. Solo chiudendomi nella mia stanza a leggere le avventure di un Agente della CIA potevo strapparmi dalla mia gabbia e provare delle emozioni immedesimandomi in lui.
Questo accadeva fino al giorno in cui sono venuta ad interrompere la presentazione del tuo ultimo libro e mi sono imbattuta in uno scrittore che era anche un bambino capriccioso, che mi indispettiva e mi stregava allo stesso tempo.
Solo alla fine del caso, quando pretendevi ad ogni costo di uscire con me, credendo che non ci saremmo mai più visti, ho sentito un emozione accendersi veloce e farsi strada nel mio petto, mentre mi avvicinavo a te e testarda com’ero rifiutavo la tua proposta anche se non riuscivo a spegnere quella voce…
Durante gli anni della nostra collaborazione ho iniziato a non sentire più quella tensione, il peso del mio dolore riusciva a diradarsi quando ero con te e sentivo qualcosa che mi diceva che c’era ancora vita dentro di me.
Lo so che hai dovuto lottare con tutte le tue forze per riuscire a scalfire quel muro.
Anche io lottavo con me stessa non riuscendo a cambiarmi, anche se ero consapevole che davo meno spazio al mio cuore e più alla mente.
Tu sapevi con chiarezza quello che volevi e lottavi per averlo mentre io ero sempre un passo indietro e con l’anima in allerta…
Finché quel giorno non ho rischiato di perderti e ho capito finalmente che guardavo il mondo da una porta mai completamente aperta... e non da vicino.
Quella sera, Rick ho preso anche io in mano il piccone e ho abbattuto quel maledetto muro!
E’ da un pezzo che non c’è più nessuna divisione tra di noi… E non esiste nulla che possa dividerci.
Quindi smettila di credere alle parole di quell’uomo, perché non è lui che ha predetto quello che sarebbe stato il nostro futuro ma siamo stati noi a lottare contro tutti e anche contro noi stessi.
Quello che ci lega è più forte di muri, delle avversità, siamo una cosa sola e potevamo andare in una sola direzione in questo universo e anche in tutti gli altri!-
Vide Castle sorridere al riferimento alla sua promessa e anche alla sua altra stramba idea di universi paralleli.
- Ti amo Rick, in un modo che non avrei mai pensato di poter amare e non solo per il dolore che ho provato nel perdere mia madre ma anche e soprattutto perchè non credevo potesse esistere qualcosa di così forte, travolgente, sorprendente ed esasperante!-
Gli accarezzò il viso asciugando quell’accenno di lacrima che le sue parole avevano provocato nel marito ma che lui si ostinava a trattenere.
- Forse quel matto aveva ragione, forse diventerò senatrice, forse tu cambierai genere, forse siamo davvero in grado di giocare con il destino e vincere… forse.
Ma di una cosa sono certa, che te, il nostro amore e la nostra famiglia siete la cosa più importanti che ho e se per questo devo ringraziare una qualunque forza soprannaturale, allora Grazie!
Ma l’unica persona che ha davvero i super poteri, quello sei tu… che non ti sei mai arreso e che hai conquistato il mio cuore, nascosto dietro svariati strati di mattoni.-
Sorrise all’espressione di suo marito e senza aggiungere altro, si avvicinò alle sue labbra e sfiorandole con le proprie, in un sussurro disse ancora:
- Ti amo Richard Alexander Rodgers Castle!-
Quello che avvenne dopo, fu il bacio più dolce e passionale nella storia romantica di tutti i tempi, ancora di più di tutti quelli che si erano scambiati anche nei momenti più emozionanti della loro vita.
Quando si separarono, Castle poggiò la fronte sulla sua e guardandola innamorato, incatenando gli occhi ai suoi, disse:
- Tu vuoi farmi diventare matto, non è così?-
- Devo esserci già riuscita, dato che avremo tre figli!-
Entrambi scoppiarono a ridere ricordando le frasi che si erano scambiati alla fine di quella avventura, poco prima di unire, di nuovo, in un dolce e lento bacio le loro labbra.



Angolo by Vulpix
Eccomi di nuovo qui...
Questa shot è nata da sola, nei mei momenti liberi l'ho iniziata a scrivere sulle note del cel, e lì ha preso vita fino a quasi la stesura completa.
Devo fare un enorme ringraziamento alla mia Editor Reb che mi ha supportata e sopportata, nonchè spronata a trovare quel pezzo che mi mancava e mi bloccava... anche lo splendido banner della shot è opera sua!
Grazie Reb :*
Un altro Grazie va a Ross mia sostenitrice anche in queste follie! Benvenuta nel club ;P
E in fine un grazie a Francesca Michelin che con la sua canzone che per più di una settimana non smetteva di ronzarmi in testa (senza un apparente motivo) è riuscita a sbloccare la mia ispirazione e farmi trovare il pezzo mancante!
Ovviamente ora il grazie più grande va a voi che leggete e chi continua a seguirmi!
GRAZIE
Un abbraccio!
V.

Ps: S3xkD vi manda a dire che presto torneremo a narrare le sorti dei nostri beniamini e della piccola Joe
   
 
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