La
luna brillava alta nel cielo, non una sola nuvola a macchiare quel velo
blu ed immenso; il silenzio più assoluto regnava tra le strade
di Karakura, immersa nella calma della notte.
A casa Kurosaki, per una volta tanto, non era diverso. Isshin e le due
ragazze dormivano un sonno tranquillo nei loro letti; al contrario,
Ichigo se ne stava chino sul libro di chimica, maledicendo quel dannato
di Ishida per non aver accettato di dargli una mano. Non è che
avesse chissà quali problemi, ma di sicuro a quell'ora avrebbe
già finito di arrovellarsi su tutte quelle formule. Con un
sospiro esasperato lasciò cadere la testa pesante sulla
scrivania, non preoccupandosi di poter svegliare tutti gli altri;
girò il capo verso la sveglia sul comodino: le 2.
E così, anche quella notte avrebbe dormito poco; non ne poteva
più, c'era sopra da ore ed era sicuro di poter sentire il suo
cervello fumare...
Beh, quelle maledette reazioni ed i loro bilanciamenti potevano anche andarsene al diavolo.
Ichigo afferrò la copertina del libro e lo chiuse, per poi
fissarlo per qualche secondo con una sguardo d'odio che avrebbe fatto
impallidire chiunque. Stanco morto si alzò dalla sedia
sgranchiendosi la schiena, per poi spegnere la lampada che era rimasta
accesa per ore e lasciarsi cadere sul letto, godendosi la sensazione
del materasso morbido sotto le mani. Si sistemò meglio e
appoggiò la testa sul cuscino. Meraviglioso.
Sospirò nuovamente, contemplando il soffitto illuminato dalla
luce lunare che filtrava dalle finestre chiuse; gli occhi ambrati si
posarono su di esse, ma lo sguardo non si fissò su nulla in
particolare, nulla di interessante.
Già, interessante. Era da tempo che qualcosa non attirava il suo
interesse; la vita era diventata piuttosto noiosa, un susseguirsi di
eventi sempre uguali e che si ripetevano, come in un loop
interminabile. Era ormai passato un anno da quando...
Il rosso avvertì una strana fitta al petto; orgoglioso com'era
faceva fatica ad ammetterlo, ma i suoi poteri gli mancavano
terribilmente... e non solo quelli. I rimproveri di Rukia, le zuffe con
Renji... ed i combattimenti. Ormai l'aveva capito, niente riusciva a
soddisfarlo come un combattimento all'ultimo sangue e, come aveva
sempre ribadito, avere la capacità e la forza di proteggere le
persone che amava. Dopo tutti i duelli ed i nemici che aveva dovuto
affrontare nel periodo in cui era stato uno shinigami, non era facile
tornare ad una vita normale che, dopotutto, non lo era mai stata
davvero. La capacità di vedere gli spiriti l'aveva accompagnato
fin da piccolo, e non averla più lo rendeva terribilmente
ansioso ed insicuro.
Resosi conto di essere diventato fin troppo sentimentale Ichigo scosse
la testa, nella speranza che quei pensieri malinconici si
allontanassero. Alzò il braccio verso la finestra e cercò
di alzarla per far entrare un po' d'aria, magari gli avrebbe giovato.
Sì certo Ichigo, come no. Dinne un'altra.
Dandosi del cretino per essersi rammollito in quel modo cominciò a rigirarsi nel letto, sforzandosi di prendere sonno.
Maledetta, schifosa città. Era la terza volta che ci andava ed il motivo era sempre lo stesso: uccidere. Chi? Che domande. Ichigo, Ichigo Kurosaki.
La
prima era stato fermato da quel dannato Tousen - che successivamente,
non contento, era stato più che felice di polverizzargli un
braccio - e la seconda da quel dannato biondino tutto denti con i
poteri da Hollow.
Tutte le volte che lui aveva provato ad affrontare quel dannato umano
era stato interrotto - se Nnoitra non fosse intervenuto, avrebbe potuto
benissimo combattere ancora ed eliminarlo. Ne era sicuro.
A un anno di distanza dal loro ultimo scontro aveva deciso di
ripresentarsi a Karakura; la vita nell'Hueco Mundo era diventata ancora
più noiosa, dopo la sconfitta di Aizen. Non che la cosa gli
dispiacesse, anzi, aveva sempre detestato quell'uomo e le sue manie di
controllo.
Adesso che nessuno gli stava più alle calcagna per qualsiasi
tipo di motivo, aveva deciso di mettere la parola fine a quella serie
di combattimenti mai terminati.
Tuttavia, c'erano due problemi: il primo era non attirare l'attenzione
- non perché non potesse cavarsela con qualche semplice
shinigami, ma non voleva essere interrotto per l'ennesima volta. Il
secondo, invece, era proprio quel dannato Kurosaki: dove diavolo era
quel babbeo?! Grimmjow stava gironzolando da un'ora ormai, ma non aveva
percepito neanche una straccio di reiatsu. Non il suo, almeno. Forse
Kurosaki si era accorto di lui, e nella speranza di evitare - no,
impossibile. Kurosaki non era così, no, anzi. Nonostante lo
shinigami non l'avesse mai ammesso, combattere contro di lui lo
eccitava. Una lotta all'ultimo sangue, senza risparmio né di
colpi né di forza. Se Kurosaki avesse saputo che Grimmjow si
trovava nelle vicinanze, si sarebbe già presentato.
L'espada sospirò, avendo il presentimento che avrebbe dovuto
cercare ancora per un bel po', prima di rintracciare il suo oggetto
di... interesse.
Trovato.
Lo sapeva che prima o poi ce l'avrebbe fatta.
Non era stato facile, ma dopo un'ora di ricerca aveva finalmente
avvertito un reiatsu molto simile al suo, e aveva deciso di seguire la
pista. Non appena arrivato di fronte a quella piccola casa con
l'insegna "clinica Kurosaki" un ghigno gli si era stampato in viso,
contento come non mai di poter finalmente combattere contro il suo
acerrimo nemico.
Si era arrampicato facilmente fino al secondo piano dall'esterno avendo
visto che c'era una finestra aperta, per poi fermarsi quando una
fiamma arancione aveva attirato la sua attenzione. Lì dietro,
coperto da tende sottili, c'era quel dannato shinigami. Grimmjow
aprì legermente di più i vetri senza curarsi del rumore e
con un balzo saltò dall'altra parte del letto, sperando che
l'altro si svegliasse.
Niente.
Vedendo che non aveva ottenuto il risultato sperato, si abbassò su di lui e cominciò a parlare.
- Kurosaki, muovi quel culo e preparati, sono venuto qui per mettere fine al nostro combattimento! -
Di tutta risposta, Ichigo si girò nel letto e gli diede le spalle.
Ma che diavolo...
-Kurosaki, - riprovò, i nervi ormai a fior di pelle - se
non ti dai una mossa rapirò quella stupida umana e la
porterò via con me! -
Questo avrebbe funzionato per forza! Nell'Hueco Mundo tirarla in ballo
era stato l'unico modo per costringerlo a combattere... e anche per
farlo incazzare.
...
...
Quando Ichigo cominciò a russare, l'espada dovette trattenersi
dal prendere la scrivania che aveva di fianco e scaraventarla fuori
dalla finestra. Perché non lo fece? Perché quel reiatsu
così simile che lo aveva condotto da lui era a pochi metri da
dove si trovava lui - probabilmente uno della famiglia - e non voleva
essere disturbato.
Per una frazione di secondo gli passò anche per la testa l'idea
di ucciderlo nel sonno, ma la allontanò all'istante. Non era un
codardo, e non aveva motivo per farlo: l'avrebbe sconfitto in un
combattimento leale e avrebbe vinto, oh sì, e avrebbe anche
goduto immensamente nel farlo. Probabilmente doveva fare un po'
più casino per-
La porta della stanza si aprì lentamente, e Grimmjow intravide qualcuno infilare la testa dentro.
- Smettila di parlare da solo a questo volume, altrimenti sveglierai- -
La
ragazzina che era apparsa dalla porta si bloccò all'istante non
appena lo vide; nonostante il buio Grimmjow riuscì ad
intravedere il suo sguardo, era perplesso, ma non c'era un briciolo di
paura nei suoi occhi.
Prima che potesse fare qualcosa, il fruscio di coperte lo riportò su Ichigo, che si stava svegliando.
Finalmente.
L'espada sapeva che non appena avrebbe aperto gli occhi l'avrebbe riconosciuto e-
-Karin... cosa ci fai qui? È notte fonda...-
...cosa?
No, era impossibile. Andiamo, si era seduto sul letto e stava guardando
LUI! Come faceva a non vederlo?! Eppure era come se gli stesse
guardando attraverso...
Non capendo ciò che stava succedendo, Grimmjow si voltò
di nuovo verso la ragazzina. Non capì neanche il motivo per cui
lo fece, ma magari avrebbe ottenuto qualche spiegazione! Sembrava che
almeno LEI lo vedesse!
Gli occhi di Karin - così l'aveva chiamata Kurosaki - si spostarono su di lui per un istante, per poi tornare su Ichigo.
-...
niente, mi era sembrato di sentire una voce, ma sarà stata la
mia immaginazione. Buonanotte, fratellone.- e detto questo se ne
andò, lasciando Ichigo con uno sguardo confuso e Grimmjow
stralunato.
Quest'ultimo si voltò nuovamente verso il rosso, gli occhi spalancati ed increduli.
Non era possibile...
Aveva... perso i poteri?
L'espada sentì il sangue gelarsi nelle vene, ma non c'era altra
spiegazione possibile; per questo non aveva avvertito il suo reiatsu,
né Ichigo si era accorto di lui nonostante tutto il baccano che
aveva provocato.
Grimmjow sentì la rabbia iniziare a nascergli dentro e dovette
resistere a non cominciare ad afferrare e distruggere tutto quello che
aveva intorno. Era furioso, furioso perché l'unico avversario
che si era dimostrato abbastanza forte da poterlo affrontare alla pari
ora non era altro che un semplice, misero umano.
Aveva passato un anno a pensare a quello scontro, e per cosa?
Doveva andarsene, andarsene e trovare qualcosa, qualsiasi cosa su cui
poter sfogare tutta quella furia che aveva represso dentro di sé
in attesa di quel momento... un momento che, si rese conto, non sarebbe
mai arrivato.
Con un balzo arrivò alla finestra ora completamente aperta, e
diede un ultimo sguardo ad Ichigo, che aveva gli occhi ancora fissi
sulla porta. Grimmjow guardò con la coda dell'occhio le proprie
mani, e si accorse che erano scosse da leggeri tremori. Doveva
andarsene, altrimenti sarebbe successo un disastro.
In quel preciso momento, Ichigo afferrò il portafoglio e ne estrasse una carta nera e lucida.
A giudicare da come la fissava, doveva avere un certo valore...
Ma a lui cosa importava?
"Li riavrò indietro."
...cosa?
L'espada si pietrificò. Osservò Ichigo senza battere ciglio, mentre questo portava lo sguardo su di lui.
Grimmjow rimase immobile. Non capiva. Non capiva se stesse guardando
lui o qualcosa di molto più lontano, ma la luce che in quel
momento infiammava quello sguardo gli era molto famigliare.
Determinazione. La stessa determinazione che ardeva prepotente dentro
di lui in ogni loro scontro, e che Grimmjow desiderava vedere da molto
tempo.
"Riacquisterò i miei poteri. È una promessa."
Queste furono le ultime parole del rosso, che successivamente si sdraiò nel letto, la tessera nera ancora in mano.
Grimmjow non aveva capito molto di ciò che era successo,
né di come quel dannato avesse perso i propri poteri né
di tutto il resto, ma non gli importava. Nell'istante in cui aveva
visto in Ichigo quello sguardo, tutta la furia che si era fatta strada
in lui si era lentamente placata e trasformata in qualcos'altro...
Trepidazione.
Nella sua mente quello sguardo infuocato era più vivido che mai
e, contro ogni sua natura, decise che avrebbe aspettato ancora. Ichigo
avrebbe recuperato i suoi poteri e sarebbe tornato da lui, per
combattere un'ultima volta.
- Si può sapere perché adesso sei dalla nostra parte, Grimmjow? -
"Nostra parte"? sì, certo... ma chi si crede di essere? Solo perché adesso avevano un nemico comune, non voleva dire che fossero dalla stessa parte. Lui non stava dalla parte si nessuno, se non la propria.
- Se l'Hueco Mundo scompare, non avrò più un posto in cui ridurti in poltiglia. -
-...non hai tutti i torti.-
Sì, mi piacciono tremendamente i separatori orizzontali.
Eccomi qui! In teoria questa piccola one-shot avrebbe dovuto essere pubblicata durante la Grimmichi week, ma come al solito la mia pigrizia e lo studio hanno avuto la meglio su di me :|
Non è niente di pretenzioso, avevo in mente di scrivere una cosa del genere già da un po' e volevo sfruttare la data di una delle mie otp (che ha molte più speranze di altre, e qui ho detto tutto) per pubblicarla ¬ v ¬
Spero che vi sia piaciuta, ringrazio chiunque di voi abbia letto questa os e, come sempre, le recensioni sono apprezzate :)
Alla prossima! Un saluto,
A.