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Autore: xwilliamseyes    21/06/2016    1 recensioni
Flora si ferma, si guarda alle spalle.
C'è il suo passato, incorniciato da tutte quelle domande rimaste ancora dubbi.
Si gira completamente e non vede altro che Zayn.
Quell'amore che aveva trasformato il suo cuore in ossessione.
Cerca risposte, Flora, nelle sue immagini sbiadite e in quegli odori acri di ortensie.
Ma alla fine solo due domande riecheggiano instancabili nel suo cervello: può un ossessione annullarsi come sabbia al vento? Possono due cuori, un tempo così uniti, dimenticarsi per sempre?
Una storia sugli eccessi, sulla condivisione, sui caratteri difficili, sulle parole non dette e sull'amore fatto di battiti infiniti.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dodicesimo Capitolo
 
Il ritorno implica molte cose: diversità, somiglianze, ricordi, avventure, novità, ma soprattutto cambiamenti. Ero sicura che non sarebbe stato lo stesso, come avrebbe potuto dopo tutto. Sentivo Zayn lontanissimo dal mio corpo, anche se in quel momento mi era di fronte e mi guardava, dritto negli occhi. 
“Allora? Non sei felice?”
Sul viso gli spuntò un sorriso spudorato, malizioso, eccentrico. Mi tastò una spalla, spostandomi lievemente verso di sé. Restai nel mio silenzio per altri secondi prima di sollevare il viso e rivolgergli un timido sorriso di consenso. 
“Devo recuperare un sacco di tempo. Cosa mi sono perso?”
“Fra un po' inizia la scuola”
Risposi senza pensarci troppo su. La situazione mi pareva assurda, inverosimile e una sola domanda continuava a rimbombarmi nella testa: cosa cazzo hai fatto?
“Bene. A che anno sei?”
“Ultimo”
“Ancora?”
Scoppiò in una mezza risata. Non voleva umiliarmi, lo capii da subito, semplicemente era intento a provare un modo alternativo per smuovere la situazione.
Mi guardai intorno. Alcune persone avevano iniziato ad osservarci con insistenza, mi resi conto che stavamo dando troppo nell'occhio, così ,sfiorandogli un braccio, lo invitai ad uscire fuori. Rimase per un attimo scombussolato dalla mia richiesta per poi farsi guidare senza alcun indugio. 
“Mi fa piacere che sei tornato”
Il mio tono era pacato e tranquillo. Non avevo voglia di controbattere di nuovo, ma solo di ascoltarlo. 
“Tu che mi dici invece?”
“Nulla”
Non riuscii a contenere la mia espressione di disgusto e rimprovero. Sentivo che non voleva far altro che raccontarmi una marea di palle e odiavo ancor di più il fatto che si credeva in grado di mentirmi. Il suo viso si smentiva troppo: quegli occhi umidicci, quelle rughe forzate e quelle occhiaie violacee. 
“Ora vado, sto morendo di fame. Ciao Zayn, ci vediamo in giro”
Gli rivolsi un ultimo sorriso prima di voltargli le spalle, ma prima che fossi in grado di terminare i miei passi, una sua mano mi arrestò.
“Flora aspetta..”
Mi voltai nuovamente nella sua direzione, in silenzio, aspettando nuove stronzate.
“Sei arrabbiata, vero?”
“No, perché dovrei?”
“Perché eri sotto casa mia quel giorno?”
“Ero di passaggio”
“A spiarmi?”
Sgranai gli occhi. Quel suo comportamento mi stava irritando più che mai. Ora la vittima si sentiva lui, bisognoso più che mai di spiegazioni.
“Ma cosa vuoi? Ero di passaggio, abitiamo nello stesso quartiere, non è poi tanto difficile”
Abbassò lo sguardo. Pensai volesse lasciarmi finalmente in pace, così ripresi a camminare verso l'ingresso della pizzeria.
“Vuoi delle scuse? E questo quello che vuoi, Flora? Per questo ti comporti così?”
Sentivo i suoi occhi bagnaticci pizzicarmi la schiena, richiamarmi a sé senza alcun permesso.
“No”
Lo guardai e gli sorrisi, un'ennesima stupidissima volta. Avevo il cuore sul punto di scoppiarmi dal petto, la forza di parlare si stava esaurendo. Speravo con tutta me stessa che la smettesse e mi lasciasse andare, una volta per tutte. 
Non ero fatta per lui, chi volevo prendere in giro? Anzi, non ero fatta per nessuno. Io con tutti quei complessi, con quei desideri, con quelle speranze che nessuno mai avrebbe voluto e potuto sopportare. Il mio cervello provò ad auto-convincersi in quegli istanti che io avrei imparato a bastarmi da sola, d'altronde con il tempo tutto passa e tutto guarisce. Eppure, una lacrima impercettibile mi scivolò sul viso.
“Mi servono delle spiegazioni”
Mi voltai di scatto, mossa da una scarica di adrenalina.
“Di cosa?”
“Me lo chiedi anche?”
“Ma sono cose mie, Flo, una persona a volte ha bisogno di cambiare aria”
“Certo, ma non sparendo così, dal nulla!”
“Ora sono qui, cosa importa”
Mi avvicinai a lui lentamente, scuotendo nervosamente il viso verso il suolo.
“Cosa importa? Importa che io ci tengo a te! Hai la minima idea di cosa ho passato? Quanto ti ho pensato, quanto mi sono preoccupata? So che non conto un cazzo nella tua vita, che forse sarò una delle migliaia di ragazze che hai abbindolato solo per il gusto di farlo. Ma sai cosa ti dico? Che non puoi fare tutto quello che vuoi nella vita: o entri, o esci, non sono permesse entrambe le cose. E ora tu sei tornato, pretendendo di “recuperare” le cose. Stai certo che io non ti aiuterò e che tu non mi coinvolgerai.”
Il bruciore si era fatto insopportabile e la secchezza della mia gola mi impediva di proseguire. Ma quante altre cose avrei voluto dirgli, quante verità avrei voluto sbattergli su quella faccia da impertinente. Se lo meritava, eccome se se lo meritava, anche se ora aveva preso a guardarmi con gli occhi da cane bastonato; eppure, contro ogni mia aspettativa avanzò con ferocia. 
“Flora, e tu come pretendi di decidere la vita degli altri? “O entri, o esci”? Ma che cazzo dici? Chi cazzo l'ha deciso?”
“Mai sentito parlare di “leggi della natura”?
“No! E so per certo che non esistono. Il problema è che tu sei una maniaca del controllo, ecco tutto. Ti devi dare una calmata.”
“Okay, come vuoi, hai ragione tu”
Gli poggiai entrambi le mani sul petto e lo allontanai con forza da me.
“Ma permettimi di decidere almeno per me”
Lo salutai con una mano e corsi via.
“Tanto so che non è quello che vuoi”
“Ma la smetti?”
“Anche a me importa di te, invece. E no, non si sono mai neanche avvicinate migliaia di ragazze a me. Ci sono parecchie cose che non sai, Flo', e ti ostini a credere il contrario”
“Sono tutte stronzate le tue”
“Forse, ma...intanto scusa”
E in un attimo ogni parte del mio corpo si spostò dalla sua inquietudine. Deglutii prima di sorridere alle mie scarpe. Incrociai le braccia al petto e per la prima volta in quella mattinata iniziai a guardare Zayn per davvero.
Era bastato così poco.
Dicono che con le parole non si fa nulla, io, invece, penso, l'esatto contrario. Dopo tutto una parola può essere realmente più forte e dolorosa di uno schiaffo, perché lo schiaffo poi passa, ma la parola ti rimane dentro e si cementa in una qualche parte profonda della tua esistenza, a volte in silenzio e altre più rumorosa che mai. Siamo fatti al 60% di astrattezze, ma non lo ammetteremo mai. Troppo finti-concreti per farlo. 
Mosse qualche passo nella mia direzione, distanziandomi pochissimi centimetri.
“Me lo dai un abbraccio?”
Non accennai neanche un segno di consenso, semplicemente gli gettai le braccia al collo e lo strinsi a me. 
Non lo avevamo mai fatto prima. 
Sentivo la sua puzza di sigaretta starmi addosso, azzeccarsi ai miei vestiti ma non mi importava. L'importante era lui, che ora mi tastava la schiena, sforzandosi di tenermi salda, di mantenere quel gesto quanto più a lungo possibile. Tutto quel tempo lontani si esaurì in un istante e le nostre urla quanto al più dimenticate.
Afferrò il mio viso tra le due mani e lo avvicinò al suo. 
“Non ti facevo così sfacciata, sai?”
I nostri occhi non erano mai stati così vicini. Facevo fatica a respirare e muovermi era pressoché impossibile. Iniziai ad emettere qualche risata.
“Mi piaci, Flo', tanto. Ti vorrei tutta per me, ma non so se ne sarei in grado.”
Lentamente mi allontanò da sé, sostenendo l'aria soddisfatta e tranquilla.
“Ora non ricominciare”
“A fare cosa?”
“A dire cose senza senso. Non avevi detto che ti piacevano le cose fatte a metà? E facciamole a metà allora”
“Ho quest'onore?”
“Esatto, sei una persona veramente fortunata”
Provai a distogliere la sua attenzione da quelle parole che sentivo avrebbero portato solo guai. Nuove urla, nuove lacrime, nuovi tremoli. Bastava per oggi. Meglio lasciarsi con il ricordo di un abbraccio.
“Ora andiamo a mangiare, che dici?”
“Io volevo andarci mezz'ora fa”
Mi prese sotto la sua spalla ed insieme proseguimmo.
“Poi mi spiegherai che ci facevi sotto casa mia”
“E tu perché sei sparito”
“E se ti dicessi che ho un regalo per te?”


-SPAZIO AUTRICE
Salve gente! Vi avevo lasciato dicendo "spero di non farvi aspettare altri due mesi" e invece? Sono passati eccome! Ormai non ho più scuse, ma purtroppo ho la maturità e non riesco proprio a dedicarmi alla mia storia. Spero di recuperare quest'estate, ma non vi prometto nulla..Beh intanto godiamoci questo capitolo che vede i nostri protagonisti lottare per poi sciogliersi in un sentito abbraccio. Molto carini direi. Speriamo che si diano una mossa a questo punto eh!
Al prossimo!
Un bacio.
-Manu

#WOMANFF
 
- ZAYN - 



(io mi chiedo come abbia fatto Flora a non saltargli ancora addosso..)

 
 
  
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