Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Gemad    21/06/2016    0 recensioni
-Doveva essere una cosa rapida!- disse il ragazzo con gli occhiali inforcati nel naso.
-Ti avevo detto che ci sarebbero stati dei rischi!- rispose con voce alta e furiosa il ragazzo biondo.
-Tu non avevi inteso un atto così spregiudicato ed abominevole!- esplose in una furia devastante quel ragazzo dai capelli mori.
-Ma non lo capisci?- chiese l’altro tentando di riportarlo alla realtà avvicinandosi –Andava fatto! Era necessario!-.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI





Lo stava guardando dritto negli occhi. Creava un vero e proprio contrasto: lo smeraldo lucente e luminoso contro quel grigio spento e totalmente ammuffito. I capelli mori e crespi contro i capelli biondi e lisci. Entrambi gli occhi esprimevano qualcosa; esprimevano un’emozione, un sentimento, una sensazione.
L’aria che circondava i due era perfettamente calma. Persino le mosche non osavano ronzare. Era troppo pesante quanto calma la situazione che ne stava emergendo. Non un solo movimento, non una sola parola, non una sola pulsazione usciva da quel regolare schema che ostentava a restare fermo in quella stanza fra i due ragazzi che continuavano a fissarsi.
Era l’alba. Il sole voleva uscire dal suo giaciglio e dare il cambio alla sua compagna. Ma nemmeno lui sembrava voler interrompere l’atmosfera che si era creata in quegli istanti.
-Doveva essere una cosa rapida!- disse il ragazzo con gli occhiali inforcati nel naso.
-Ti avevo detto che ci sarebbero stati dei rischi!- rispose con voce alta e furiosa il ragazzo biondo.
-Tu non avevi inteso un atto così spregiudicato ed abominevole!- esplose in una furia devastante quel ragazzo dai capelli mori.
-Ma non lo capisci?- chiese l’altro tentando di riportarlo alla realtà avvicinandosi –Andava fatto! Era necessario!-.
-C’è sempre un’altra soluzione- disse il moro guardando il pavimento.
-No invece! Avrebbe chiamato la polizia! Sarebbero arrivati e ci avrebbero portato via tutto!-.
-Non dovevamo farlo!- disse quasi come un grido di disperazione l’altro.
-Andava fatto Potter! Preferivi marcire nei peggiori quartieri di Londra?- gli chiese il biondo con un tono vicino alla provocazione –Ovviamente no se tu hai un po’ di buon senso- continuava a gridargli.
-Era impossibile avevi detto- gli disse Harry.
-Non ho mai detto questo. Ti avevo detto che a mali estremi, estremi rimedi!-.
-Non doveva essere così estremo Malfoy!- tornò a gridare Harry.
-Potter!- disse il biondo tentando di raggiungere un tono di voce più amplificato dell’altro –Le nostre famiglie stavano morendo di fame! Quel maledetto traditore ha imbrogliato anche la mia famiglia!-.
-Non può averci imbrogliato- disse Harry che incominciava a far fuoriuscire delle lacrime dagli occhi.
-L’ha fatto! Eccome se l’ha fatto!- urlò Malfoy come un pazzo –Weasley ha imbrogliato tutti quanti! Ci ha derubati ed è fuggito chissà dove!-.
-No, no, Ron n-non p-può averlo fatto- cercò di sentenziare Harry quasi come se fuoriuscisse un sussurro, un sospiro di aria dai suoi polmoni e dalle sue corde vocali.
-Devo ricordarti cosa ha fatto?- gli chiese Draco che era completamente furioso –Ti ha ingannato da quella volta che hai negato di stringermi la mano! Te lo ricordi quando eravamo due undicenni? Che cosa ti avevo detto?-.
-N-non f-fidarti delle persone s-sbagliate- disse un Harry Potter in preda al terrore e alla paura.
-Esatto! Tu hai seguito quel traditore e questo è stato risultato! Lui ha aspettato quasi venti anni per poter completare il suo piano! E ci è riuscito! Ingannando a me, ingannando a te, ingannando i suoi stessi familiari ed assassinando persino la sua mogliettina Mezzosangue! E poi ha prosciugato le nostre camere blindate alla Gringott!-.
A quel punto Draco non ci vedeva più e diede un calcio ad una sedia lì vicino; il colpo fu talmente forte che la ruppe, mandandola in mille pezzi, facendo volare tante piccole e grosse schegge in direzione del cammino di Villa Malfoy.
Poi ne susseguì un urlo: dopo aver urlato per tutto il tempo, nemmeno il Serpeverde comprese da dove avesse tirato fuori tutta quella sonorità.
Silenzio. Il silenzio tornò dopo che le onde provocate dall’urlo furioso ed inafferrabile del biondo si furono disperse nello spazio.
-Guarda la mia camicia Harry- gli disse lui.
Il moro alzò lo sguardo e la vide completamente impregnata e ricoperta di sangue. Aveva tanto sangue incrostato quanto ce n’era nella faccia e nelle mani del moro.
-Dovevamo rubare quel denaro- disse Draco che parlava con un tono di voce normale e sfinito –Abbiamo trovato il professor Lumacorno sulla nostra strada; anche se l’avessimo minacciato con i metodi di tortura peggiori, non avrebbe mai tenuto quello che aveva visto per sé. Non avrebbe mai mentito a Silente. Ci ha visto mentre stavamo trafugando gli oggetti più preziosi mai visti ad Hogwarts-.
-Ci doveva essere un altro modo-.
-Non ci poteva essere un altro modo!- esplose nuovamente il biondo. Si mise le mani in volto e pianse, pianse e pianse come non mai; era straziante dover sentire qualcun altro far fuoriuscire delle “lagne” e dei versi tanto orribili.
Non era come il piangere in modo “generale”: no. Era un pianto diverso. Era un pianto asfissiante. Era un pianto lugubre, terribile. Era un pianto proprio di un omicida, che nessun altro poteva imitare. L’omicidio è un qualcosa di particolare e, pertanto, anche il pianto doveva esserlo.
-Siamo riusciti a depositare la refurtiva nelle camere dei nostri figli- disse Harry –Siamo riusciti a farli sopravviver e nessuno saprà nulla di che fine ha fatto la refurtiva-.
-Adesso lo sai cosa succederà vero? Ci hanno visto tutti uscire dalla Gringott in questo stato- disse Malfoy.
-Arriveranno fra poco Draco e ci porteranno in cella-.
-Rischiamo tanto- esplicò il biondo. Una nota di paura uscì da quelle parole. Paura e frustrazione per la precisione, mischiata con un contorno di timore ed incertezza.
-A mali estremi, estremi rimedi amico mio- gli rispose Harry –Non possiamo più tornare indietro-.
-Ti va una sigaretta?- chiese Malfoy.
-Non chiedo altro- gli rispose il moro.
Fumarono. Nel silenzio più totale e possibile di Villa Malfoy, piccole nuvolette di fumo azzurrognolo inondavano il salone principale dell’enorme abitazione. Tutto era immobile. Tutto era calmo. Tutto era paziente.
I due aspettavano solamente che tutta la libertà che stavano respirando terminasse. Non che non volessero più la libertà ma, ormai, la libertà era svanita da un pezzo perché aveva lasciato spazio solamente alla paura e alla tristezza per il futuro che gli si mostrava davanti a loro.
-È stato bello aiutare gli altri- disse Harry continuando ad aspirare tabacco dalla sua stecca di tabacco purissimo.
-Ma nessuno lo comprenderà- rispose Draco –Ci accuseranno di omicidio Harry-.
-Lo so-.
Passò qualche altro breve istante di silenzio fitto come la nebbia d’inverno prima che i due incominciassero a piangere fortemente, l’uno accanto all’altro, consapevoli di ciò che stava per succedere e che sarebbe successo. Pianti non da coccodrillo ma, probabilmente, in una piccola parte, anche lacrime di gioia perché erano riusciti a salvare i loro tanto amati figli.
-Sai- disse Draco –Vorrei leggere un pezzo di Joë Bousquet da “Tradotto dal silenzio”. Penso che ti piacerà-.
Si piombò sull’immensa libreria e, nonostante fossero presenti centinaia di libri, al primo colpo trovò il libro che cercava.
Incominciò –“Passante, fermati. Nel fondo dei tuoi silenzi di donna c’è un raggio nato per rischiararti queste parole di cui la più leggera coprirebbe mille notti con la sua ombra. Una mano di ferro, quando avevo solo vent’anni, mi ha dilaniato, non era nulla. Ho creduto di essere morto e questa illusione mi ha sempre separato dal cuore. Il cuore non ha mai saputo nulla di ciò che mi era accaduto né che ero sepolto vivo e una metà di me stesso era la tomba dell’altra metà. Ecco il miracolo. Amica mia, ero intatto, terribilmente intatto. Identico a me stesso in pensiero; terribilmente forte in questa convinzione, poiché essa poteva sopportare tutto il peso del mondo reale senza smentirsi. Tutto ciò che respirava, tutto ciò che amava, tendeva a schiacciarmi sotto il peso del mio corpo congelato, inutile. Ma il pensiero fu più grande di tutto quanto mi condannava all’oblio. Non c’era nulla che mi si opponesse e di cui il mio cuore non fosse l’origine. E’ molto strano: così facile a tal punto che non si sa come dirlo: l’uomo è in se stesso più grande e più forte di tutto ciò che è. E’ la grandezza, il divenire e la morte delle verità e delle cose, di cui è anche la sorgente”-.
Improvvisamente, dopo quelle sensazioni di estrema tranquillità e serenità, decine e decine di Auror arrivarono sbaragliando le porte e puntando i due ragazzi. Draco, posto in posizione verticali, ritto sui suoi piedi, venne scaraventato a terra da tre uomini, mentre Harry, seduto sopra una piccola sedia in legno pregiato, venne bloccato e fatto alzare.
Entrambi vennero ammanettati e portati via: entrambi, però, avevano un sorriso sulle loro labbra. Quasi come se volessero sfidare qualcuno.
Quasi come se volessero beffare tutti.
Quasi come se avessero un piano in testa.
Quasi come se stessero giocando.
In realtà, erano solo tranquilli. Erano solamente felici.
Quando fai del bene, ti senti felice. Ti senti realizzato. Ti senti pieno di vita.
Non importa quel che accadrà. Succeda quel che succeda, Harry Potter e Draco Malfoy, hanno agito per il bene di qualcuno. Erano già liberi nonostante non avrebbero più rivisto la luce del sole.
 
 
                                                                       



                                                                              ***      *** 
 
 





Harry Potter e Draco Malfoy vennero processati il mattino stesso presso le Aule sotterranee del ministero della Magia con l’accusa di omicidio e presunta sottrazione di beni e manufatti preziosi ad Hogwarts ed al Mondo Magico Inglese.
I due scelsero di non ingaggiare una possibile difesa, infatti, si dichiararono colpevoli dell’omicidio di Horace Lumacorno ma non ammisero di aver trafugato Hogwarts per i propri beni e motivi personali.
Raccontarono tutto ciò che Ronald Weasley aveva sottratto loro e che lo fecero solo per aiutare le loro famiglie e colmare quel vuoto creato da Ron.
Accusarono quest’ultimo dell’omicidio di Hermione Granger e partì immediatamente la caccia all’uomo: le ricerche sono ancora in corso.
Harry Potter e Draco Malfoy non rivelarono dove avessero nascosto la refurtiva e siccome si dichiararono colpevoli di omicidio e rapina, vennero condannati a novant’anni di prigione con una cauzione che superava i venti milioni di galeoni e cinquantamila falci d’argento.
I due risiedono tutt’ora nel carcere di massima sicurezza di Pogradec in Albania.
 






Angolo dell'autore: Salve a tutti; spero innanzitutto che vi sia piaciuta questa piccola One-Shot che ho deciso di scrivere questa notte. Poi, chiaramente, vorrei ringraziare tutti coloro che leggeranno la storia e che, magari, potranno lasciare una loro opinione personale in modo tale che io possa comprendere se ho davvero fatto un buon lavoro o un lavoro mediocre, anche se spero sicuramente il primo.
Spero che non siate tutti voi troppo affezionati a Lumacorno o a Ron ma, alla fine, chi non è affezionato ad Harry e Draco? 
Grazie ancora a tutti per aver trovato il tempo di leggere questa piccola One-Shot!

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Gemad