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Autore: Meramadia94    21/06/2016    1 recensioni
Sequel di '' Capace di uccidere?''
Sakura torna a Tokyo per svolgere un lavoro universitario e nel frattempo pensa di poter godere della compagnia del fratello e dei suoi nuovi amici... ma come arriva in città verrà coinvolta in un nuovo caso che vede protagonista un membro della prima squadra. Fantasmi del passato che vogliono vendetta ed una sfida alla polizia che in caso di sconfitta, potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ninzaburo Shiratori, Nuovo personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Wataru Takagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~'' Ignoro come abbiate avuto l'idea per scappare da lì sotto...''- fece Shouto fissando le braccia di Sakura al busto della stessa servendosi del nastro adesivo. Le aveva già immobilizzato le mani dietro alla schiena.
Lei invece aveva dovuto eseguire l'ingrato compito di fissare i polsi dell'ispettore con quello stesso nastro adesivo ai braccioli della sedia su cui lei stessa poco prima che quel pazzo tornasse e scoprisse il loro piano di fuga, l'aveva aiutato a sedersi per fargli riprendere fiato.
Per tutta la durata dell'operazione le erano tremate le mani e gli occhi tremavano a causa della lacrime che lottavano disperatamente di uscire.
'' Perdonami...''- aveva borbottato muovendo le labbra senza avere il coraggio di parlare.
L'ispettore però la rassicurò sorridendole: non provava il minimo rancore verso di lei. La persona che pur avendo avuto la possibilità di mettersi in salvo, aveva deciso di restargli accanto, cocciutamente, rifiutandosi sempre e comunque all'idea di lasciarlo solo.
Che cosa stupida... aveva pensato l'ispettore. Lei che chiedeva perdono a lui...
Era lui a sentirsi in colpa verso di lei per quello che le aveva fatto... stava per morire. Ormai era scontato.
Conosceva il loro aguzzino e sapeva riconoscere quando si era stancato di un gioco o un passatempo portato troppo in là.
Ed erano al capolinea.
Quella villetta sarebbe stata testimone della loro morte.
''... ma vi assicuro che non riuscirete a scappare da nessun'altra parte.''- fece il criminale fissando il nastro adesivo.
'' Nemmeno tu se è per questo.''- fece Sakura -'' Stai per ammazzare un poliziotto e la sorella di un ufficiale di polizia. Credi davvero di poterti salvare? Persino gli agenti addetti alla direzione del traffico verranno a cercarti.''
'' Tu non taci mai, vero?''- fece il criminale visibilmente infastidito dal sentirsi continuamente fare il terzo grado da una scolaretta con la metà dei suoi anni.
'' Adesso basta.''- fece Shiratori con quel poco fiato che gli era rimasto.
'' Come scusami?''- fece il criminale incuriosito e sopreso che l'ex amico avesse ancora le energie per ribattere.
'' Hai capito bene.''- fece il poliziotto -'' avanti... sparami, accoltellami, avvelenami... uccidimi come e quando ti pare.''- tanto era quello il suo scopo. Non gli interessava essere reintegrato in polizia o meno, se proprio gli fosse interessato quello avrebbe trovato ben altro modo di '' vendicarsi''.
A Shouto interessava solo togliere di mezzo lui.
Tutto il resto era secondario.
Quindi... tanto valeva farlo contento e mettere la parola fine a quelal storia.
'' Fai di me quello che ti pare... ma lasciala andare.''
'' Shiratori, no!''- lo redarguì la giovane.
Shiratori non le badò.
'' Lei non c'entra niente.''- continuò l'ispettore -'' Non è stata lei ad averti denunciato ai superiori... perciò non hai motivo di coinvolgerla nella tua folle faida. Lasciala in pace.''
'' Se la lascio andare mi porta qui i tuoi amici sbirri... mi dispiace tanto, ma temo che dovrà restare a tenerci compagnia ancora per un po'...''- fece l'ex poliziotto -'' comunque tranquilla bimba... non ti tratterrò ancora per molto.''
'' Ecco, appunto!''- fece Shiratori quasi in preda alla disperazione -'' L'hai detto tu: è una bimba. Ha tutta una vita davanti... non è giusto che la perda per qualcosa di cui non ha colpa.''
'' Ah... complimenti.''- lo schernì Shouto -'' Adesso ti preoccupi per qualcun'altro... forse avresti dovuto pensarci prima di decidere di rovinarmi la vita per trarne un vantaggio.''
'' QUESTO E' DAVVERO IL COLMO!!!''- urlò Sakura fuori di sè dall'ira attirandosi così l'attenzione del pazzoide armato di pistola -'' Tu stavi per fare la stessa cosa!!! Stavi per distruggere un'intera famiglia, e per che cosa?!? Una posizione migliore in polizia!!! E' vero, Shiratori è diventato un ispettore ma è stata una conseguenza di qualcosa che TU lo hai costretto a fare!!! Non spacciarti per il martire della situazione quindi!!!''
'' Dannata mocciosa, vuoi chiudere quella maledetta bocca?!?''- urlò quasi Shouto puntandole la pistola contro la testa.
'' ADESSO BASTA!!!''- dopo aver urlato, l'ispettore Shiratori iniziò a tossire furiosamente e la ferita al collo si era in parte riaperta, ricominciando a sanguinare, anche se in piccola parte -'' Basta... questo gioco mi ha stufato... se vuoi mi metto in ginocchio ed implorerò per il tuo perdono, basta che poi la pianti qui!''
'' Ti consiglio di dargli retta...''- si aggregò la ragazza -'' Non hai più motivo per andare avanti. La polizia sa che sei stato tu: con tutte le tracce che sono state lasciate a casa tua, hanno prove più che sufficienti ed anche se tu provassi a lasciare il Giappone, ti bloccherebbero subito. Fermati adesso, visto che non è ancora morto nessuno...''- gli consigliò la ragazza -'' è l'unica speranza che hai per non finire in galera a vita, se non peggio.''
'' No.''- fece l'ex agente puntando la pistola contro la fronte della ragazza -'' Scusa bimba... niente di personale.''
La ragazza, d'istinto, chiuse gli occhi, preparandosi a dire addio al mondo.
Anche Shiratori chiuse gli occhi voltando la testa dall'altra parte.
Questo era davvero troppo.
Avrebbe anche potuto accettare di finire i suoi giorni in quel momento, in quel preciso posto e per mano della persona che fino a poco tempo prima considerava il suo unico vero amico... persino questo era in grado di accettare malgrado il dolore fosse lacerante.
Ma vedere morire anche una ragazza innocente per colpa sua... era troppo.
'' Perdonami Sakura... proprio ora che eravamo diventati amici...''
'' Addio Taru...'' -pensò la giovane -'' So che non ti sei arreso nemmeno per un secondo... ma purtroppo, pare che stavolta l'orco cattivo sia stato più forte...''
Dlin, dlon.
Fu il suono del campanello a distrarre Shouto dal suo insano proposito.
Non poteva sparare in quel momento e soprattutto, dato che aveva lasciato l'auto parcheggiata fuori non poteva semplicemente fingere di non essere in casa. Quel qualcuno si sarebeb insospettito e avrebbe cercato di sbirciare dalla finestra.
'' Che nessuno di voi due si muova.''- intimò loro dirigendosi verso l'ingresso nascondendo la mano impegnata con la pistola dietro alla schiena.
Forse finalmente era arrivata la polizia...
'' Oh, ciao... come posso aiutarti?''- un tono stranamente amabile. Che però, purtroppo, non avrebbe usato se fosse stato un poliziotto della prima squadra.
Sakura era già sul punto di mollare, quando...
La porta della cucina, seppur lentamente iniziò ad aprirsi.
'' Per l'amor di Dio, nessuno fiati...''- fece l'agente Takagi portandosi l'indice della mano destra sulle labbra.
'' Taru...''- sibilò la ragazza cercando di non mettersi ad urlare per la contentezza. Il poliziotto afferrò un taglierino presente sul tavolo ed iniziò a tranciare il nastro adesivo che immobilizzava il busto ed i polsi della sorella.
'' Scusa il ritardo... a breve arriveranno anche Sato e l'ispettore Megure.''- fece il poliziotto, sempre in silenzio, avvicinandosi al collega per tagliare il nastro adesivo che gli fissava le mani ai braccioli della sedia.
La sorella invece si occupò di slegargli le gambe servendosi di un coltello da cucina.
'' Sai che non l'avrei mai immaginato di dire una cosa del genere...''- fece Takagi sorridendo al collega -'' ma sono contento di vederti.''
Shiratori, con gli occhi socchiusi, ancora sofferente per lo sforzo fatto nell'urlare contro l'ex amico del cuore trovò la forza di rispondere -'' Non l'avrei mai detto nemmeno io, ma mi trovi d'accord...''
Pronunciata quest'ultima frase, il capo dell'ispettore cadde pesantemente sulla spalla destra e da allora non si mosse più.
'' Oddio, non dirmi che...''- fece Sakura portandosi le mani alla bocca.
Takagi gli poggiò due dita sul collo e poi gli prese il polso, tenendo sempre sotto controllo l'orologio da polso.
'' E' vivo.''- la tranquillizzò il poliziotto -'' Il battito cardiaco ed il respiro sono irregolari, ma è vivo.''
'' Lo credo bene... lo ha drogato ripetute volte, non gli dato nulla se non non qualche sorso d'acqua di tanto in tanto ed ha anche provato a farlo morire dissanguato...''-- fece la ragazza tremando dalla rabbia.
Takagi però, dato che la sorella aveva abbandonato la giacca nel solaio dell'appartamento dove Shouto abitava ufficialmente ed era rimasta con una maglie di cotone senza maniche, pensò che tremasse a causa del freddo.
In fin dei conti, anche se era fine maggio, quel mese era stato un continuo alternarsi di pioggia e sole e gli ultimi giorni in particolare erano stati piovosi e freddi.
Ragion per cui, le diede la sua giacca in modo che potesse coprirsi un po'.
'' Se pensavate che fossero i vostri amichetti della centrale...''- fece la voce dell'ex poliziotto che ritornava in cucina -'' mi spiace dirvi che vi siete solo illusi di poterla scampare. Era solo un moccioso che aveva perso la strada di casa e...''- e stavolta toccò a Shouto rivedere per un attitmo i suoi progetti -'' Ma lei è...''- fece Shouto impallidendo alla vista di quel giovane che aveva già visto nei giorni addietro.
'' Esatto.''- fece il ragazzino con gli occhiali entrando in cucina dalla porta che dava sul giardino '' E' l'assistente dell'ispettore Megure, l'agente Wataru Takagi. E' anche il fratello maggiore di Sakura.''
Nel dir così, il detective tirò fuori il tesserino identificativo e la pistola d'ordinanza.
'' Akinari Shouto... la dichiaro in arresto per sequestro e tentato omicidio ai danni di un pubblico ufficiale con la medesima accusa nei confronti della sorella di un ufficiale di polizia.''- fece il detective estraendo le manette.
Shouto, vistosi in trappola, punto contro l'arma al poliziotto, il quale prese la sorella dietro di sè per farle da scudo umano, stando attento a coprire il collega ancora accasciato sulla sedia dove era stato costretto sino ad un momento prima con il nastro adesivo.
'' Non le consiglio di farlo.''- fece Conan -'' Mentre venivamo qui sono state allertate sia le pattuglie che un'ambulanza... quindi se vuole sparare a qualcuno, lo faccia con la consapevolezza che in meno di qualche minuto, la casa sarà circondata da almeno una trentina di agenti armati.''
'' Io non capisco...''- fece Shouto, per la prima volta da quando era cominciata quella brutta storia, cadendo in ginocchio, come per dichiararsi sconfitto -'' Come... perchè...?''
'' Il signor Kamei ci ha rivelato che l'ispettore Shiratori per aiutarla a ricominciare una nuova vita dopo la detenzione...''- spiegò Conan -'' le aveva regalato questa casa, spedendole i vari documenti. E' stato logico pensare quindi che si fosse rifugiato qui dopo aver capito che ormai casa sua era bruciata... così come è stato logico immaginare che Shiratori avesse fatto una fotocopia del contratto in questione, per sicurezza.''
'' Ammetto che non è stato per niente facile trovare quel foglio, ma una volta avuto per le mani quel documento, abbiamo avuto anche l'indirizzo di questo posto ed ho diramato subito la notizia ai miei colleghi.''- concluse il poliziotto.
'' Io non capisco... perchè lo fa...?''- fece di nuovo l'ex agente suscitando la curiosità dei presenti -'' Non ho fatto tutto questo piano così, all'improvviso... prima mi sono informato... chi frequentava, chi vedeva anche solo di sfuggita, cosa faceva, dove andava...''
'' Perchè lo fa...''- fece Sakura riflettendo ed intuendo dove volesse andare a parare con quella frase -'' Quindi... tu sai anche in che rapporti era o è tutt'ora con i suoi colleghi.''
'' Esatto, sapevo che aveva reso la vita difficile ad un suo collega per una gelosia sentimentale... ed in cuor mio speravo di potergli dire che...''
'' Che il collega in questione non si era minimamente preoccupato di quello che gli era capitato e che al contrario ne era felice...''- fece Conan -'' in questo modo, sperava di fargli credere che non c'era modo nè speranza che qualcuno facesse quello sforzo in più che gli avrebbe salvato la vita.''
'' Ed in un certo senso ci sono riuscito... ma ho commesso un errore.''- fece l'ex poliziotto ridendo tristemente, forse per biasimare sè stesso -'' Se non avessi commesso l'errore di tenere in vita e rapire sua sorella... forse a quest'ora...''
'' Si sbaglia di grosso su questo punto.''- fece Conan -'' quello sforzo in più sarebbe stato fatto comunque. E per un semplice motivo. Il motivo che Sakura ha continuato a ripeterle fino a cinque minuti fa, ma che lei per ottusità si rifiuta di riconoscere.''
'' E' vero, Shiratori mi ha fatto passare un brutto momento sul lavoro ed ogni tanto...''- anzi, mooltoo spesso, avrebbe voluto dire -'' si ripresenta pure... ma ha avuto l'umilità di mettere da parte l'orgoglio quando ha toccato con mano di aver sbagliato e di chiedere perdono.''
'' Invece lei...''- fece il bambino -'' non solo ha sbagliato e rifiutato di ammettere le proprie responsabilità, ma ha anche tentato di addossarle ad un altro.''
'' E comunque... mi lasci dire un'ultima cosa...''- fece Takagi -'' Una persona può piacere o meno, questo è un fatto irrilevante quando si lavora per garantire e proteggere l'incolumità delle persone che ci stanno attorno. Civili e non.''
Un po' come quando arrivano sulla scena del crimine e mano a mano che le indagini procedevano, saltava fuori che la vittima tutto era stata in vita fuorchè uno stinco di santo.
Cosa importava però? Un omicidio restava pur sempre un omicidio. Ed anche un imbroglione o un farabutto meritava giustizia.
In quel momento, si sentirono suonare le sirene della polizia che accerchiavano la casa.
'' Pensatela pure così se volete...''- fece Shouto brandendo la pistola -'' ma in prigione per colpa di quell'infame... non ci torno.''
Nel dir così si puntò la pistola alla tempia e chiuse gli occhi, pronto a sparare.
'' NO!!!''- urlò Sakura con gli occhi vitrei -'' LA PREGO, NON LO FACCIA!!!''
'' EH NO, CARO!!!''- fece il piccolo Conan azionando la cintura spara-palloni prima e le scarpe potenzia calcio dopo per poi mirare con il pallone alla mano che teneva la pistola.
Lo colpì in pieno.
La pistola venne presa dalla giovane Sakura, mentre il fratello, appofittando della momentanea perdita di conoscenza dell'aguzzino che li aveva tormentati fino a pochi minuti prima, gli mise le manette ai polsi.

Pochi minuti più tardi, Akinari Shouto venne caricato sul sedile posteriore di una volante della polizia, in stato di arresto mentre l'ispettore Shiratori, ancora in stato d'incoscienza a causa della ferita e del fisico debilitato dai lunghi giorni di prigionia e dalle droghe che era stato costretto ad assumere, venne caricato in ambulanza dai paramedici.
Poco dopo, quando l'adrenalina che aveva in circolo andò via via scemando, anche Sakura svenne di colpo e solo la prontezza di riflessi del fratello le impedì di avere un incontro ravvicinato con il terreno fradicio di pioggia.
Subito, l'agente Sato richiese la presenza di un paramedico che la visitò immediatamente, rassicurando i presenti: Sakura era illesa, solo svenuta probabilmente a causa dello shock, ma niente per cui si riteneva necessario un ricovero in ospedale.
'' Tu occupati di tua sorella''- fece l'ispettore Megure -'' a questo criminale ora ci pensiamo noi e faremo i turni in ospedale per tenere d'occhio Shiratori.''
Takagi fece come gli era stato ordinato e ricondusse la sorella al suo appartamento. A casa, al sicuro.
Non fu per niente facile però riuscire a toglierle i vesti che aveva indossato per un giorno e mezzo per metterle almeno una camicia da notte pulita, e temendo che si svegliasse all'improvviso, magari in preda agli incubi o temendo un attacco di sonnambulismo nel quale la sua piccola avrebbe potuto farsi male, il poliziotto le rimase accanto, vegliandola per tutto il tempo, e alla fine, verso le due del mattino quando la pioggia incessante degli ultimi giorni che aveva minacciato di trasformare la città di Tokyo in un acquario gigante si calmò, il sonno lo colse e si coricò sul letto della sorella, tenendola stretta tra le braccia.
Proprio come aveva fatto i primi tempi in cui la sorellina piangeva per la mancanza del loro padre o quando correva da lui nel cuore della notte, sconvolta ed in lacrime, dopo aver sognato dei mostri orrendi.

  
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